Gagliano del Capo
Gagliano del Capo: il Tar accoglie il ricorso contro il Radar della GdF
Mancano adeguate motivazioni sulla compatibilità dell’opera con i valori paesaggistici del luogo e per questo motivo il Tar di Lecce boccia il potente Radar della
Mancano adeguate motivazioni sulla compatibilità dell’opera con i valori paesaggistici del luogo e per questo motivo il Tar di Lecce boccia il potente Radar della Guardia di Finanza. Definita positivamente, per associazioni di tutela ambientale e cittadini, la delicata vicenda dell’installazione del Radar anti immigrati della Guardia di Finanza in località “Sciuranti” a Gagliano del Capo. All’esito dell’udienza di merito dello scorso 18 ottobre, la Sezione prima del Tar Lecce ha accolto il ricorso proposto da Legambiente Onlus con gli avvocati Mario Tagliaferro ed Anna Baglivo, confermando in pieno la sospensione dei lavori che era già stata disposta con l’ordinanza intervenuta nello scorso mese di giugno. Con la sentenza n. 1977, pubblicata in data 18 novembre 2011, i giudici salentini definiscono la vicenda a favore dell’Associazione, soprattutto sotto il profilo della tutela del paesaggio. In particolare, il Collegio giudicante censura il parere favorevole rilasciato dalla Soprintendenza rilevando che “deve ritenersi necessaria l’autorizzazione paesistica anche per le opere destinate alla difesa nazionale” – ciò, al fine di “garantire l’equilibrio tra i due valori costituzionalmente meritevoli di tutela (paesaggio e sicurezza nazionale)”. Per i giudici, infatti, vale il principio secondo cui “la Soprintendenza deve esercitare il proprio potere motivando adeguatamente sulla compatibilità con il vincolo paesaggistico dell’opera… In sostanza, in sede di autorizzazione paesaggistica sia i provvedimenti negativi che quelli positivi devono essere sostenuti da adeguata motivazione che riporti le ragioni di compatibilità effettiva in riferimento ai valori paesaggistici del luogo”. Al contrario, nel caso di specie “la Soprintendenza ha espresso parere favorevole “in via del tutto eccezionale tenuto conto degli interessi della difesa nazionale” e quindi la valutazione della Soprintendenza non ha riguardato, come avrebbe dovuto, l’interesse paesaggistico, ma è stato preso in considerazione solamente l’interesse alla “difesa nazionale”, il cui esame non può essere oggetto di valutazione da parte della Soprintendenza”. Scongiurato il rischio, i legali Tagliaferro e Baglivo esprimono tutta la loro soddisfazione per una pronuncia che potrebbe fare da apripista nelle analoghe battaglie che le popolazioni locali stanno conducendo in Sardegna e Sicilia: “La sentenza del Tar Lecce è la prima ad esprimersi nel merito delle installazioni di questi radar che interessano anche territori di altre regioni italiane e speriamo che possa costituire un precedente favorevole per i casi ancora aperti”. Contentissimi i vertici di Legambiente, con il direttore generale Maurizio Manna che sottolinea: “Questa vittoria è merito dell’attenzione e della dedizione al proprio territorio della gente del Capo di Leuca e del circolo Legambiente di Gagliano del Capo. È un punto fermo nella tutela del paesaggio, certamente replicabile in altri emergenze ambientali che riguardano il nostro contesto”. Per il presidente del Circolo Legambiente Capo di Leuca, Valerio Ferilli, “la vicenda evidenzia la crescita esponenziale del valore dell’integrità dell’ambiente e del paesaggio soprattutto in contesti come il nostro, in cui rimangono le uniche risorse di attrazione e di lavoro”. Infine il Comitato “Anti-radar Gagliano del Capo” esprime viva soddisfazione per l’esito della vicenda giuridica che ha visto la bocciatura, da parte del Tar di Lecce, dell’iter di installazione di un radar a microonde ai confini del parco naturale regionale “Otranto – Santa Maria di Leuca” in territorio di Gagliano. “E’ stato impedito uno scempio ambientale in una delle zone più suggestive della costa adriatica salentina, che sarebbe stata irreversibilmente deturpata dalla presenza di un traliccio metallico alto 36 metri lì dove il paesaggio è costituito unicamente da pajare e muretti a secco e dove gli elementi naturali più alti sono gli ulivi. Ai legali e a tutti coloro che hanno sostenuto questa battaglia per la tutela del territorio va il nostro più sentito ringraziamento”.
Cronaca
Incidente a San Dana, morto operaio nettezza urbana
L’uomo, un trentenne di Castrignano del Capo, era stato da poco assunto
Morte sul lavoro questa mattina a San Dana, frazione di Gagliano del Capo.
Cosimo Bello, 30 anni, ha perso la vita in un incidente stradale tra un camion della nettezza urbana ed un suv Kia, avvenuto alle 5 del mattino sulla Statale 275.
L’operaio a quanto è dato sapere era da poco stato assunto.
Nello scontro sono rimaste anche ferite altre tre persone: due di loro trasportate in codice rosso all’ospedale di Tricase (un passeggero dell’auto ed un operatore ecologico), ed una in codice giallo (era a bordo della Kia) a quello di Scorrano.
Sul posto oltre ai sanitari del 118 sono intervenuti anche i vigili del fuoco del distaccamento di Tricase.
I carabinieri sono al lavoro per ricostruire le esatte cause dell’incidente.
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Cronaca
Serata brava, 17enne finisce in ospedale in coma etilico
Una sbronza nella notte tra sabato e domenica e poi il malore. È accaduto a Gagliano del Capo, dove il ragazzo era arrivato da un paese vicino. Trasportato in ospedale, ora è fuori pericolo
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Nella notte tra sabato e domenica un 17enne si è sentito male a Gagliano del Capo dopo aver trascorso la notte con amici.
Il ragazzo è svenuto nei pressi del campetto delle case popolari dopo l’una di notte.
L’allarme dei sui coetanei ha fatto giungere sul posto i sanitari del 118 che hanno provveduto al trasferimento d’urgenza presso il vicino ospedale di Tricase.
Gli esami hanno subito confermato come il ragazzo avesse alzato il gomito: il suo tasso alcolemico, infatti, era molto superiore agli standard di normalità.
Il 17enne residente, in un comune vicino a Gagliano del Capo, non corre pericolo di vita anche se ha passato la notte in terapia intensiva nel reparto di rianimazione per smaltire la sbronza.
Resta sotto controllo in ospedale ma la situazione dovrebbe presto normalizzarsi e rendere possibili le dimissioni.
Sulla vicenda farà le sue valutazioni la Procura dei minori di Lecce.
Approfondimenti
Muretti a Secco e Pajare
Costruire salentino: Dario Damiano Profico di Gagliano del Capo “riporta in vita” le pietre
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Con Dario Damiano Profico di Gagliano del Capo siamo al quarto capitolo del nostro approfondimento sulla tradizione dell’edilizia salentina (dopo l’intervento del Conservatore-Restauratore Giuseppe Maria Costantini, il Coccio Pesto e le Cementine e le Volte a Stella)
Dario ha fatto della sua passione un lavoro.
Da quasi 25 anni la sua mission è restaurare muretti a secco e pajare che, ipse dixit, «ricostruisco com’erano all’origine».
Anche Dario conferma che la «richiesta di lavori tradizionali è alta sia perché il risultato è indubbiamente bello da vedere sia perché, per questo tipo di lavori, ci sono possibilità di accedere a specifici finanziamenti. Il ripristino dei muretti a secco, in modo particolare, è molto richiesto».
Qual è in particolare il tuo lavoro?
«Riportare il tutto com’era un tempo con lo stesso tipo di lavorazione. Da non confondere con ciò che fanno taluni, utilizzando metodi non indigeni che danno un risultato finale diverso rispetto a quello che erano i muretti a secco originali del Salento, rovinandone peraltro l’estetica».
In particolare, a cosa ti riferisci?
«All’utilizzo del calcestruzzo e al mancato utilizzo della terracotta. Sia per le pajare che per i muretti ci tengo farli “a secco”, proprio come si faceva una volta. Per questo chiedo che le pietre non mi arrivino spaccate, ma esattamente come sono state scavate. In modo che io possa dare consistenza al tutto con le pietre grosse, senza utilizzare il cemento».
Il cemento non lo utilizzi affatto?
«Tendo a farne a meno. In qualche occasione sono costretto a farlo perché il committente vuol farci passare la corrente elettrica. Così, per evitare i crolli e cautelare i tubi, uso il calcestruzzo in tre strati: base, centrale e superiore perché ci metto il cordone finale a forma di “A”, per scaricare il peso al centro del muro e dare solidità a tutta la struttura».
Veniamo ai costi. Per un muretto a secco qual è il costo medio?
«Si parte da 35 euro fino ad arrivare a 90 euro a metro lineare. Dipende dalla richiesta. C’è chi vuole un muretto praticamente liscio, a fuga chiusa: in questo caso, la lavorazione richiede maggiori tempi e maggiori costi. Se uno vuole un muro che sia “uno specchio”, senza fughe, vuol dire che la pietra andrà lavorata nel minimo dettaglio e quindi il prezzo sarà più alto. Se, invece, si preferisce il metodo originale, con il minimo utilizzo del martello sulla pietra grezza locale, il costo scende».
E per le pajare? Se, ad esempio, dovessi rimetterne in piedi una di 50 metri quadri?
«Per una pajara di 50 mq, compresi gli esterni (si calcola così, NdR), occorreranno in media 8mila euro, sempre ricostruendola esattamente come era una volta, ovviamente tutta a secco».
Pajare riportate all’origine tranne che per un particolare: «Nel ricostruirla alzo l’apertura fino a due metri, due metri e 15 centimetri, perché in origine l’ingresso alla pajara era molto basso e quindi scomodo»
Qualche tempo fa Dario Profico ha fatto capolino su Rai 3:
«Erano affascinati dalla nostra storia, anche abitativa. Qualche volta è necessario che arrivino da fuori Salento per ricordarci ciò che abbiamo. Non sarebbe male stessimo più attenti a quelle che sono le nostre tradizioni».
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