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News & Salento

Il calvario di un impiegato ammalato

Scrivo perchè stremato da una condizione che ormai è divenuta insostenibile. Sono un ragazzo di 29 di Lecce, di professione infermiere presso la Asl BAT. Inizio

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Scrivo perchè stremato da una condizione che ormai è divenuta insostenibile. Sono un ragazzo di 29 di Lecce, di professione infermiere presso la Asl BAT. Inizio a lavorare nel maggio 2006 presso sopradetta azienda, ma nel 2010, in seguito alla visita medico-legale, mi viene diagnosticata una cardiopatia dilatativa post infartuale con una frazione di eiezione di ormai il 20%: per capirci, il minimo per poter svolgere le normali mansioni di un vecchio di 90 anni, ossia mangiare, bere, vestirsi. Niente sport, niente sforzi, niente di niente di niente. Sono un ottimista e nonostante tutto non mi perdo d’animo e continuo ad affrontare quello che la vita mi presenta, senza sorprendermi di nulla ormai. Quello che però non digerisco e non ho intenzione di mandare giù è il fatto che nonostante mi sia stata riconosciuta una invalidità del 75%, la 104 con relativo art. 21, ancora oggi mi ritrovo a dover affrontare settimanalmente i 300 km che mi separano dalla mia residenza. 300 km che in Puglia si traducono in ritardi, disagi, ecc. per 7 ore di treno (salvo perdere coincidenze, ecc.). Sono ottimista e continuo ad esserlo finché il fiato me lo permetterà. Ma finche avrò quello in gola, voglio gridare la mia rabbia nei confronti delle istituzioni che alla mia domanda di avvicinamento hanno risposto verbalmente che loro hanno l’organico al completo (mi viene da ridere…!) e ancora oggi, a distanza di due anni dalla domanda e con le condizioni cliniche che peggiorano di mese in mese, mi ritrovo a dover affrontare questi estenuanti e sfiancanti viaggi, a vivere da solo in una casa, anzi non da solo ma con l’ansia (certificato Asl Le) che la notte diventa paura e incubi, che di certo non aiutano una condizione patologica già di per sè. Cosa voglio dire con questa lettera? Vergogna Italia, vergogna Asl, vergogna direttori sanitario, generale, amministrativo, ecc., ecc. Tanto morirò lontano da casa e, chissà, in qualche schifoso treno, in qualche schifosa e afosa giornata di mezza estate. E poi qualcuno dirà “poverino, si poteva evitare” e cazzate varie. Ma adesso che ancora ci sono, dico: “Vergogna istituzioni, vergogna burocrazia, vergogna Italia!”.


mauriziobiasco@hotmail.it

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Saggio di Natale a Nardò

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Domenica 22 dicembre si è svolto al palazzetto dello sport Andrea Pasca di Nardò, il primo saggio di Natale della scuola di ballo Anastasia Dance: Jingle dance.

Non solo ballo ma anche attrazioni natalizie per tutti i bambini: Anna ed elsa, elfi, zucchero filato per tutti, babbo natale con la buca lettere per le letterine, angolo scenografico. Tante coreografie che hanno visto esibirsi 50 ballerini della scuola Anastasia Dance dei maestri Francesca Paglialunga e Salvatore Vacca.

L’evento è stato patrocinato dal Comune di Nardò, grazie alla preziosa collaborazione del presidente del Consiglio comunale con delega allo sport Antonio Tondo e del presidente della Consulta dello sport Tony De Paola.

Le iscrizioni per il nuovo anno sono aperte e i maestri vi aspettano in via due Aie, 67 a Nardò.

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Annuo Nuovo, una “buona vecchia abitudine: il bagno a mare

Sono tanti i salentini che nonostante l’estate sia solo uno sbiadito ricordo, continuano a “calare” i propri corpi nelle fredde e chiare acque di mare: una usanza, forse; una ricetta per la longevità, sostiene qualcun altro

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Anche questo 2025 si è palesato con il volto e gli usi di altri inverni, un deja vù, insomma.

Sono tanti i salentini che nonostante l’estate sia solo uno sbiadito ricordo, continuano a “calare” i propri corpi nelle fredde e chiare acque di mare: una usanza, forse; una ricetta per la longevità, sostiene qualcun altro; un modo per curare la forma e l’anima; una sorta di rito propiziatorio, ci confidano, un po’ come fare il bagno nelle acque del Gange (per gli indù c’è la convinzione che effettuando il bagno nel fiume si possa ottenere il perdono dei peccati e un aiuto per raggiungere la salvezza).

Pertanto anche quest’anno a Capodanno passeggiando per le nostre coste, da OtrantoS. Cesarea a Castro, passando per Tricase e Leuca, era facile scorgere alcuni coraggiosi e volenterosi che iniziavano l’anno con il “solito” rito propiziatorio: il bagno a mare.

 

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Marittima: in Bottega l’ultimo appuntamento con le degustazioni

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Riceviamo e pubblichiamo

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