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News & Salento

Il futuro che ci fa paura

Camminavo distrattamente fra le viuzze semisederte del mio piccolo paesino, in un pomeriggio di inizio autunno, pensando al niente, diretta verso casa. Poi mi sono fermata

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Camminavo distrattamente fra le viuzze semisederte del mio piccolo paesino, in un pomeriggio di inizio autunno, pensando al niente, diretta verso casa. Poi mi sono fermata, attratta da una scritta a caratteri cubitali e malconci, che campeggiava su di un muretto altrettanto malconcio, eroso in più parti, scalfito dal tempo; la scritta diceva: “Non esiste più il futuro di una volta”.Quanto è vero, pensai amaramente, anche se probabilmente l’autore di quella triste verità non ne era pienamente consapevole. O magari la mano che aveva guidato la bomboletta spray sul muretto, era una mano come la mia, giovane, inesperta e timorosa. Beh, non si può certo dire che viviamo un bel momento(e “bel momento” sembra addirittura un beffardo eufemismo), minacciati dai continui dati Istat, da tristi sondaggi, da classifiche deludenti e da notizie sconfortanti, che immancabilmente e continuamente i media ci propinano, come se non ci rendessimo conto già da soli di quanto le cose vadano male; come se noi giovani non sapessimo già abbastanza quanto la parola “futuro” sia diventata un lusso che pochissimi si possono permettere. “Che cosa vuoi fare da grande?”: è questa la domanda che più spesso ti viene posta, caro studente senza futuro, non è vero? Ma forse farebbero meglio a chiederti: “Cosa sogni di fare, cosa speri di diventare?”. Giusto. La speranza è l’unica cosa su cui ormai possiamo contare ora che il futuro ci fa paura; ora che vorremmo restare per sempre studenti universitari, per poter così rimandare il momento in cui, con quel pezzo di laurea in mano, non sapremo da che parte andare, nonostante tutto l’impegno e gli sforzi profusi per conquistarlo, quel pezzo di carta che, ahimè, ci servirà a ben poco. E i sogni… beh, anche quelli sono la nostra salvezza, caro laureato precario, e ti serviranno soprattutto quando, dietro la postazione di un Call Center, rassegnato all’idea che non diventerai mai un bravo giornalista, un affermato professionista, un apprezzato chirurgo piuttosto che uno stimato avvocato, non ti resterà che chiudere nel cassetto le tue ambizioni e sognare come sarebbe stato per te se il mondo in cui vivi fosse girato un po’ per il verso giusto.


Carla Imperato

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Saggio di Natale a Nardò

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Domenica 22 dicembre si è svolto al palazzetto dello sport Andrea Pasca di Nardò, il primo saggio di Natale della scuola di ballo Anastasia Dance: Jingle dance.

Non solo ballo ma anche attrazioni natalizie per tutti i bambini: Anna ed elsa, elfi, zucchero filato per tutti, babbo natale con la buca lettere per le letterine, angolo scenografico. Tante coreografie che hanno visto esibirsi 50 ballerini della scuola Anastasia Dance dei maestri Francesca Paglialunga e Salvatore Vacca.

L’evento è stato patrocinato dal Comune di Nardò, grazie alla preziosa collaborazione del presidente del Consiglio comunale con delega allo sport Antonio Tondo e del presidente della Consulta dello sport Tony De Paola.

Le iscrizioni per il nuovo anno sono aperte e i maestri vi aspettano in via due Aie, 67 a Nardò.

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Annuo Nuovo, una “buona vecchia abitudine: il bagno a mare

Sono tanti i salentini che nonostante l’estate sia solo uno sbiadito ricordo, continuano a “calare” i propri corpi nelle fredde e chiare acque di mare: una usanza, forse; una ricetta per la longevità, sostiene qualcun altro

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Anche questo 2025 si è palesato con il volto e gli usi di altri inverni, un deja vù, insomma.

Sono tanti i salentini che nonostante l’estate sia solo uno sbiadito ricordo, continuano a “calare” i propri corpi nelle fredde e chiare acque di mare: una usanza, forse; una ricetta per la longevità, sostiene qualcun altro; un modo per curare la forma e l’anima; una sorta di rito propiziatorio, ci confidano, un po’ come fare il bagno nelle acque del Gange (per gli indù c’è la convinzione che effettuando il bagno nel fiume si possa ottenere il perdono dei peccati e un aiuto per raggiungere la salvezza).

Pertanto anche quest’anno a Capodanno passeggiando per le nostre coste, da OtrantoS. Cesarea a Castro, passando per Tricase e Leuca, era facile scorgere alcuni coraggiosi e volenterosi che iniziavano l’anno con il “solito” rito propiziatorio: il bagno a mare.

 

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Marittima: in Bottega l’ultimo appuntamento con le degustazioni

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Riceviamo e pubblichiamo

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