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Cronaca

Imprenditore e dipendente usurai: arrestati

Una cinquantina le vittime, molte delle quali imprenditori del ramo: gli usurai applicavano tassi di interesse notevoli approfittando, in molti casi, di rapporti di credito instauratisi per commesse di lavoro.

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L'imprenditore-usuraio Domenico Giancane


A Monteroni di Lecce, i Carabinieri della Compagnia di Lecce hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere e agli arresti domiciliari per usura pluriaggravata e favoreggiamento a carico dell’imprenditore edile Domenico Giancane (63 anni) e del suo dipendente Giovanni Paolo Guido (43 anni), entrambi del posto. Il primo è finito direttamente in carcere a Lecce, il secondo è invece ai domiciliari presso la sua abitazione. Il provvedimento custodiale – emesso dal GIP di Lecce (dott.ssa Ines Casciaro) su richiesta della Procura della Repubblica di Lecce (dott. Alessio Coccioli) – compendia parzialmente una complessa indagine, tuttora in corso, che ha documentato l’usura posta in essere da Giancane con la complicità del Guido verso una cinquantina di vittime, molte delle quali imprenditori del ramo, applicando loro tassi di interesse notevoli ed approfittando, in molti casi, di rapporti di credito instauratisi per commesse di lavoro. L’indagine si basa su migliaia di intercettazioni telefoniche captate dai Carabinieri che hanno così svelato l’esistenza di un circuito usurario ben strutturato. Nelle intercettazioni i dialoghi con le numerosissime vittime, costrette a rinnovare periodicamente gli interessi su capitali concessi in prestito nei mesi precedenti. Alcuni di loro sono già state interrogate, ma l’elenco è lunghissimo. Come noto, lo scorso 14 settembre i Carabinieri di Lecce eseguirono in Monteroni e Lecce alcune perquisizioni a carico di una parte degli indagati, le cui posizioni sono tuttora al vaglio: l’operazione portò al rinvenimento e sequestro di circa 430 assegni e cambiali e € 10.000 in contranti, riscontrando così l’imponente mole di illeciti commessi da Giancane.


Giovani Paolo Guido dipendente-complice di Giancane

La necessità di emettere un provvedimento cautelare con l’indagine ancora in corso è scaturita proprio dagli effetti di quelle perquisizioni: infatti i Carabinieri, nei giorni successivi, hanno continuato a documentare l’operato di Giancane il quale ha posto in essere comportamenti finalizzati ad inquinare il quadro probatorio, anche contattando le vittime che via via venivano convocate dai Carabinieri, al fine di imporgli una versione a lui favorevole. Contestualmente lo stesso imprenditore, anche grazie al prezioso apporto del suo fido collaboratore Guido, si è prodigato per “mascherare” l’usura, rendendola apparentemente legittima con fatture false. Il provvedimento eseguito oggi costituisce in realtà solo la punta dell’iceberg, poiché la delicatissima indagine è tuttora in fase di istruzione: infatti i Carabinieri della Compagnia del capoluogo, in stretto contatto con la Procura, proseguiranno nei prossimi giorni approfondimenti di situazioni già ampiamente inquadrate, ma necessarie di doverosi riscontri di polizia giudiziaria e non si esclude che il bacino degli indagati possa allargarsi.


Cronaca

Incendio a Parabita: sito archeologico in cenere

In fumo 45 ettari. I consiglieri di Persone & Progresso denunciano: «Con qualche migliaio di euro si sarebbe evitato questo scempio. Assumeremo ogni iniziatica utile perché siano accertate le responsabilità di chi per supponenza, ignoranza e arroganza ha ucciso un immenso patrimonio culturale della città».

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Nella giornata di ieri è andato in fumo l’intero sito del parco archeologico di Parabita.

Per lunghe ore, le fiamme hanno colpito e distrutto tutte le strutture del parco archeologico: ormai ridotto a sola cenere.

Oltre 45 ettari sono andati in fumo.

Solo grazie all’intervento dei vigili del fuoco e della Protezione Civile sono state messe in salvo le abitazioni della zona.

Dopo 24 ore, questa mattinata vi erano ancora alberi di ulivo che bruciavano.

Sulla vicenda sono intervenuti I consiglieri comunali Alfredo Cacciapaglia, Francesca Giannelli, Giuseppe Provenzano e Biagino Coi: «Un mese fa avevamo denunciato lo stato di abbandono del parco archeologico, sommerso dalle erbacce e dall’incuria totale».

I consiglieri del gruppo Persone & Progresso attaccano: «Ieri, mentre era in corso il Consiglio comunale, il sindaco Stefano Prete non solo ometteva d’informare il consiglio e quindi la città di quanto stava accadendo ai danni di uno dei siti archeologici più importanti al mondo, ma ha addirittura mentito, affermando che grazie alla sua opera di “prevenzione e di sfalcio diffuso non si ripetevano le situazioni avute nel 2023».

Per questo i consiglieri di opposizione chiedono che «si faccia luce e si verifichi se dietro quanto è accaduto possa esservi la condotta criminale di qualche mano sconsiderata. Non meno delinquenziale la condotta irresponsabile di chi, avvisato per tempo, proprio da noi, per lo stato di degrado e abbandono ha fatto sì che tale misfatto potesse compiersi. Il tutto mentre la vice sindaco dichiarava sempre nel corso del Consiglio Comunale di “essere caduta dal pero” dichiarando di non sapere nulla di quanto accadeva mentre le case degli abitanti nella zona del parco archeologico rischiavano di andare a fuoco».

Grazie all’intervento dei volontari dei Vigili del Fuoco non si è consumata la tragedia.

«Con qualche migliaio di euro», continuano dai banchi della minoranza, «si sarebbe evitato questo scempio. Assumeremo ogni iniziatica utile perché siano accertate le responsabilità di chi per supponenza, ignoranza e arroganza ha ucciso un immenso patrimonio culturale della città».

«A breve», annunciano infine, «presenteremo un’interpellanza affinché nel prossimo consiglio si discuta di quanto accaduto e valutare le responsabilità politiche e penali del fatto».

 

 

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Cronaca

Tricase Porto, Villa Sauli: c’è la Scia ma nulla è cambiato

Il sindaco Antonio De Donno: «In risposta alla segnalazione di inizio attività, che erano obbligati a presentare, altrimenti noi avremmo dovuto confiscare, abbiamo fatto notare come per l’ufficio tecnico tutta l’opera sia abusiva in quanto c’è stata una traslazione della sagoma. Siamo sempre in attesa del pronunciamento finale dei giudici»

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Altre novità per Villa Sauli a Tricase Porto?

La comparsa di un cartello nei pressi di quello che tutti conoscono come l’ecomostro, con la denuncia della presentazione di una Scia (Segnalazione certificata di inizio attività), ha fatto rizzare le antenne.

Di fatto, però, non ci sono novità di rilievo rispetto agli ultimi aggiornamenti.

Il sindaco Antonio De Donno

Il sindaco di Tricase Antonio De Donno tranquillizza tutti: «Gli eredi hanno presentato una scia di demolizione. In base alla sentenza del Consiglio di Stato. Lla Scia deve rifarsi all’ordinanza del 2019 del sindaco Carlo Chiuri che prevedeva l’abbattimento di una scaletta e pochi altri interventi».

«In risposta a questa Scia, che erano obbligati a presentare, altrimenti noi avremmo dovuto confiscare», spiega De Donno, « abbiamo fatto notare come per l’ufficio tecnico tutta l’opera sia abusiva in quanto c’è stata una traslazione della sagoma. Com’è noto, a fronte di questa risposta e alla notifica di abbattimento c’è stato un ulteriore ricorso».

Come già il primo cittadino aveva spiegato a suo tempo, quindi, «bisognerà attendere gli eventi per capire quali saranno i tempi effettivi per una decisione definitiva dei giudici dopo che una delle eredi si è costituita al Consiglio di Stato».

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Attualità

Collepasso, vincita col botto al 10eLotto

Si festeggia in Puglia in occasione del concorso del 10eLotto di martedì 16 luglio. La fortuna fa tappa a Collepasso, in provincia di Lecce, dove sono stati centrati…

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10eLotto, colpo da 50mila euro a Collepasso

Si festeggia in Puglia in occasione del concorso del 10eLotto di ieri martedì 16 luglio.

La fortuna fa tappa a Collepasso, in provincia di Lecce, dove sono stati centrati 50mila euro grazie ad un “9 Oro”.

L’ultimo concorso del 10eLotto ha distribuito premi per oltre 25,9 milioni di euro, per un totale di oltre 2,14 miliardi da inizio anno.

 

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