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Casarano

L’avamposto dell’emarginazione

Casarano, due storie da raccontare. C’è una donna sempre in giro con in mano una busta di plastica che custodisce tutto il suo avere. E quell’uomo costretto a lavare i vetri al semaforo…

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Né falso moralismo, né buoni sentimenti da valorizzare, né tantomeno cinismo da fustigare. Soltanto due storie da raccontare.  Casarano è una piccola realtà di provincia con meno 23 mila abitanti. Ha avuto i suoi fasti, ha conosciuto la sua piccola “gloria”, con un’impresa calzaturiera florida e rigogliosa, viva e vivida fino a pochi anni fa, e tutta una serie di attività, lavorative ma anche ricreative e sportive, che l’hanno posta all’attenzione del circondario limitrofo e non solo, facendola divenire luogo di investimenti imprenditoriali ed occasione di incontri e dibattiti associativi. Oggi molta parte di questa ricchezza è scemata, la città versa in una situazione di difficile condizione finanziaria, il dissesto economico è uno spettro inquietante che incombe sul Comune, aziende un tempo solide hanno chiuso o delocalizzato, la disoccupazione è a livelli esorbitanti, e così persone senza futuro e di ogni età si riversano in massa nel Palazzo Comunale, in enti assistenziali e financo nelle strutture caritative delle cinque parrocchie presenti in città per elemosinare ciò che gli spetterebbe di diritto in un mondo normale, in una società giusta e sana: lavoro, sostegno nelle difficoltà familiari, e perfino un pasto o la possibilità di consumarne uno ogni giorno nella propria casa, tra l’intimità degli affetti più cari. L’Amministrazione accampa la giustificazione della scarsità di risorse pecuniarie. I servizi assistenziali pubblici sono da sempre inefficienti e pachidermici (ed ora c’è pure il rischio del dissesto a rallentarli ancora, si capisce…) e pare accada anche che addetti delle parrocchie che periodicamente distribuiscono viveri, agiscano con fare seccato e frettoloso, svilendo quello che dovrebbe essere, al contrario, un gesto di amore gratuito e gioioso. Basta parlarci con le persone, con talune persone in particolare, basta fermarsi pochi attimi ad ascoltarle, e poi accennargli un sorriso, stringergli la mano e salutarle. Con l’augurio e la speranza, per loro e per tutti, che il domani, il futuro di tutti noi, possa essere più sereno, più giusto, più equo, più solidale, semplicemente più umano.

A Casarano c’è una donna, un essere minuto e trascurato, una di quelle persone di cui nessuno si accorge o finge di non accorgersene. Sia in estate che di inverno la si può vedere in posti improbabili ad orari impensabili. Capita, infatti, che col caldo rovente, asfissiante e spossante della bella stagione lei cammini o sosti in luoghi o angoli della città ben distanti dalla sua abitazione, alle due o poco più del pomeriggio, mentre arde la calura della canicola. Tutti a quell’ora sono a riposare, o chi un lavoro ancora ce l’ha a lavorare, oppure al mare sotto il sole a sollazzare. Lo stesso accade di inverno. Mi è capitato spesso di scorgerla in posti della città lontani da casa, verso le dieci di sera. Vestita leggera, senza indumenti pesanti indosso, la si vede ferma e immobile senza nulla aspettare e nessuno che la attenda, oppure seguendo un passo svelto senza una meta dove dirigersi e da raggiungere. Stringe sempre tra le mani una busta di plastica che custodisce tutto il suo avere.  Comportamenti strani, certo. Abitudini inusuali. Forse solo un modo per proteggersi, per celarsi allo sguardo giudicante degli altri, dei più, sempre pronto a sentenziare un giudizio di condanna per tutti coloro che disturbano il loro perbenismo militante, artigliando con la loro vita di stenti e di espedienti la loro coscienza, l’unica cosa al mondo con la quale non possono barare. Mai. Si nasce, si cresce, si sogna, si sceglie, si sbaglia, si soffre, si gode, si muore. Nel frattempo si vive. E mentre la vita scorre e incalza coi suoi ritmi frenetici, alcuni più di altri arrancano, faticano, si arrabattano come possono, si arrangiano con espedienti e con trovate e si avventurano ogni giorno nelle loro disperate strategie di sopravvivenza. Come fa questa donna. E come fa un altro casaranese, che vive in una casa dignitosa assieme ai genitori, di cui uno pensionato, eppure costretto dagli eventi della sua esistenza ad appostarsi ad un semaforo con secchio e straccio a chiedere di poter pulire i parabrezza di sprezzanti automobilisti in sosta alla fermata di un semaforo rosso. E il tempo intanto passa e fugge via, ignora con suprema indifferenza le ragioni di chi indugia, non sempre per suo volere, nelle difficoltà. Il tempo, che davvero è un mistero nella vita di ognuno di noi, ci avvolge con ritmi e battiti che cangiano improvvisi. Il tempo dell’incertezza, dell’attesa, del dubbio, dell’inquietudine e del dolore. Il tempo vivo della speranza e del desiderio e quello spento e arido, privo di ogni novità e possibilità future e forse del futuro stesso. Per queste due persone, per queste due anime a perdere, per questi due eroi della loro vita dannata, è sempre il tempo della sopravvivenza. E altri ancora, sempre a Casarano, ce ne sono come loro. Ma le storie di sopravvivenza non hanno certo alcun interesse, e tantomeno fascino, per un mondo, pur nella porzione e dimensione di un microcosmo di paese quale è Casarano, che pare aver bisogno di rincorrere e esibire solo ricchezza materiale. Una società, la nostra, che ha reso necessario il superfluo, e rifiuta come corpi estranei quanto c’è di più prezioso e importante: la vita. La vita di queste persone che sembra un’attività clandestina, fuori dalle leggi che si sono imposte e che tutti accettano: quelle del possedere e dell’apparire. Ma la vita è un dono enorme, anche se uno fa fatica a viverla e anche se lotta perché vivere significa anche acquisire una posizione sociale e quella del miserabile che si logora e consuma nella miseria senza speranza non ne è la massima espressione. Ci piacerebbe che queste vite venissero stimate e rispettate invece che vituperate e sopportate. Sarebbe giusto e utile al mondo se venissero riconosciute e integrate nella società invece che ignorate e rifiutate. Ogni persona è degna di attenzioni e rispetto, se non altro per la sofferenza che si porta dentro, e per quel mistero che l’uomo è e resta, per quel prodigio che rappresenta su questa terra, per quella voglia disperate di rivalsa e di riscatto, di senso e di significato che lo agita dentro. Noi ora abbiamo voluto raccontare qui, per sommi capi e senza slanci e scalpori retorici, la quotidiana avventura del vivere di due persone che ogni giorno agitano la loro esistenza di agonia, tra stenti, stanchezza e scherno in una società che ai più deboli e fragili uccide anche l’illusione. E di riflesso abbiamo detto dell’inerzia, se non dell’assenza, delle istituzioni, incapaci, anche in piccole realtà come quella di cui si narra, di creare quella osmosi con il cittadino più in difficoltà che sappia avvenire con strutture presenti e programmi efficienti di ausilio e di sostegno. Si vede gente ormai quasi ridotta al limite della possibilità di esistere, ignorata e dimenticata da occhi distratti o indifferenti e da enti assenti o inefficienti. Eppure fa riflettere la gratitudine sincera di chi non ha mai ricevuto nulla ed ora ottiene pochi minuti di ascolto ed una stretta di mano. Basterebbe poco, in fondo.

Attualità

Medici salentini contro l’autonomia differenziata

Il presidente dell’OMCeO di Lecce Donato De Giorgi: «La scarsezza di risorse, vera causa di tempi di attesa vergognosamente lunghi, sarà sempre più evidente dall’applicazione dell’autonomia differenziata che penalizzerà il Sud, creando gravissimi disagi ai medici e, soprattutto, ai cittadini»

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«Si rimane basiti da alcune dichiarazioni comparse sulla stampa locale, secondo cui per risolvere le emergenze, che alcune Strutture stanno vivendo nel nostro territorio in maniera drammatica, sia necessario non solo “una più efficace organizzazione delle risorse umane”, ma anche “la necessità che alcuni Direttori di Unità Operative abbandonino la scrivania e diano una mano concreta”. Oltre a grossolane inesattezze riguardanti l’attività del presidio ospedaliero di Gallipoli, che avrebbe “sale operatorie inattive da mesi”, le dichiarazioni puntano il dito nella direzione sbagliata».

È lo sfogo di Donato De Giorgi, presidente dell’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri (OMCeO) di Lecce.

«In realtà», tuona il dott. De Giorgi, «solo la straordinaria attività di tutti i medici e del Personale Sanitario ha consentito di far sopravvivere il SSN nel nostro territorio (come, del resto, conferma l’84,1% degli Italiani, secondo l’ultimo sondaggio Censis)».

Poi la sottolineatura: «Quando si afferma “tutti i Medici” ci si riferisce proprio a tutti: i MMG, i pediatri, gli specialisti territoriali, i medici del pronto soccorso, 118, continuità assistenziale, ospedalieri, direttori di U.O., medici del servizio pubblico, privati, convenzionati, ecc.».

«Solo il loro lavoro continuo, il loro impegno instancabile, la loro professionalità competente, la loro azione silenziosa in situazioni difficili di gravissimo disagio», insiste il presidente provinciale dell’OMCeO, «rappresenta lo straordinario e insostituibile riferimento per affermare la centralità della salute come diritto di tutti».

In questi giorni chi gestisce e chi amministra la salute nel nostro territorio avendo l’impegno di ridefinire ruoli, accorpamenti in situazioni ospedaliere periferiche e la decisiva riorganizzazione del territorio, ha sempre poco (o nessuno) spazio per allargare le risorse umane (assunzioni) e fornire ai professionisti motivazioni forti.

Secondo Donato De Giorgi: «La scarsezza di tali risorse, vera e decisiva causa dei tempi di attesa inaccettabilmente e vergognosamente lunghi, sarà sempre più evidente dall’applicazione dell’autonomia differenziata che penalizzerà soprattutto il Sud, creando gravissimi disagi ai medici e, ciò che più conta, ai cittadini».

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Casarano

Calciomercato, il Casarano batte due colpi

Arrivano il terzino sinistro Giovanni Pinto e l’attaccante Francesco Magnati. Confermati Leandro Versienti e Antonio D’Alena

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Formalizzata senza alcun problema l’iscrizione al campionato di serie D, girone H, stagione 2024-2025, il Casarano Calcio, nelle persone del direttore generale Fulvio Navone e del segretario generale Antonio Obbiettivo, hanno avviato le operazioni di mercato con due arrivi e due conferme, a disposizione di mister Giuseppe Laterza.

È giunto a indossare la maglia rossoazzurra delle Serpi, il terzino sinistro Giovanni Pinto (classe 1991, valore “Transfermarkt” 150mila euro) che in carriera ha militato in Monopoli, Ascoli, Pescara, Catania, ancora Monopoli e Brindisi.

L’altro acquisto riguarda l’attaccante esterno Francesco Magnati (classe 2006) proveniente dalle giovanili del Lecce e dalla Primavera della Virtus Francavilla.

Due conferme, peraltro attese da “radiomercato“, sono state quelle di Leandro Versienti (classe 1996) e Antonio D’Alena (classe 1998).

Nel frattempo, si sono svolti allo stadio “Capozza” i raduni del Settore giovanile, con la partecipazione di cinquecento ragazzi delle diverse categorie, per la soddisfazione del presidente Antonio Filograna Sergio, che ha inteso ringraziare i responsabili Marco Carrozzo, Raffaele Quaranta e gli altri tecnici, oltre ai genitori dei giovani per la fiducia riposta nella Società del Casarano Calcio.

Giuseppe Lagna

Nella foto in alto i nuovi acquisti Giovanni Pinto e Francesco Magnati con il presidente Antonio Filograna Sergio. Qui sotto i confermati Leandro Versienti e Antonio D’Alena . Più in basso due immagini del raduno del settore giovanile allo stadio “Capozza”

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Previsioni Meteo: sud Italia in ebollizione, e durerà ancora per molto

Per domani temperature in lieve calo al Centro-Nord e sulla Sardegna, caldo ancora molto intenso in Sicilia e in Puglia con picchi di oltre 40 gradi…

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Italia di nuovo divisa in due dalle condizioni meteo: una perturbazione con esondazioni del lago di Como e nubifragi violenti nel varesotto, è il bollettino di oggi.

Mentre nelle regioni centro-meridionali il tempo resta soleggiato e molto caldo, con prevalenza di cieli sereni.

Temperature massime in ulteriore lieve aumento al Centro-Sud, con punte fino a 40-42 gradi nelle aree interne poco lontane dal mare.

Clima afoso. Venti a regime di brezza.

Per domani temperature in lieve calo al Centro-Nord e sulla Sardegna, caldo ancora molto intenso in Sicilia e in Puglia con picchi di oltre 40 gradi.

Caldo protagonista anche nel corso della prossima settimana, con il dominio dell’anticiclone africano, punte intorno ai 40 gradi e tanta afa. 

Quanto durerà l’ondata di caldo?

Secondo le proiezioni meteo più a lunga scadenza, al Nord l’alta pressione potrebbe indebolirsi tra domenica 21 luglio e la settimana successiva, con aria relativamente meno calda e più instabile in ingresso anche a sud delle Alpi e conseguente attenuazione della calura.

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