News & Salento
L’Enel e l’Italia dei furbastri
Quali armi ha la povera vecchietta che si vede recapitare a casa la “classica” bolletta dell’Enel, se non quella di pagarla, senza battere ciglio, pena il distacco del servizio? Quello che vado a raccontarvi, dopo questa banale premessa, è ciò che accade oggi ad una normale famiglia che sottoscrive un contratto con l’Enel per ricevere un “servizio”, quello dell’energia elettrica, bene che, se non è ancora stato inserito fra quelli non pignorabili, poco ne manca. Una normale famiglia decide di richiedere una nuova fornitura per un nuovo indirizzo, casa disabitata.
Dopo aver regolarmente pagato la quota per l’allaccio, 900,00 Euro circa, la famiglia di cui sopra si vede recapitare la prima bolletta: € 287,00. Nonostante in quella casa non ci abiti ancora nessuno, la zelante famiglia decide di pagare la prima bolletta, convinta che quella somma sia legata, in qualche modo, al contratto. Dopo circa 60 giorni ne arriva un’altra, questa volta è pari ad Euro 327,00. Comincia ad insinuarsi qualche dubbio: basita, con molte riserve e decisa a fare luce quanto prima sulla questione, la stessa, per quieto vivere, decide di pagare anche la seconda bolletta. E siamo ai giorni nostri: la casa continua ad essere disabitata, di mesi dall’allaccio ne sono passati sei e l’Enel, inesorabile, veloce e precisa, continua a recapitare le solite bollette: l’ultima è di Euro 330,00. Spazientito e incredulo (fra contratto e bollette anticipate l’Enel ha già incassato 1.500,00 Euro) qualcuno della famiglia decide di chiedere lumi al numero verde dell’Enel, l’800900800.
Una ringalluzzita, insolente e screanzata signorina del call center risponde in modo piccato e rintuzza, accusando il poverocristo, di non saper leggere la bolletta: “Basta leggere: è tutto scritto in seconda pagina”. Con tanta pazienza il poverocristo incassa e replica: “Signorina, mi spiega cosa significa questa diversa fatturazione e diversa fascia oraria?”. La replicante, piccata: “Significa che paga l’energia che consuma con prezzo diverso, in orari diversi”. Il poverocristo ribadisce: “Energia che consumo!? Ma, signorina, lì dal momento dell’allaccio, febbraio 2009, non ci abita nessuno! Cosa consumo?”. “Ah, bene, allora quello che legge in bolletta”, è la risposta sempre più avvelenata della signorina, “è il presunto consumo della sua futura bolletta!”. “Mi faccia capire”, risponde sempre più sconcertato il poverocristo, “sto pagando un servizio che non ricevo, mi fatturate un consumo presunto che non ho mai effettuato, su quali basi se ancora in quella casa non ci abita nessuno?”.
Il satrapo si zittisce per qualche secondo, cerca una risposta gentile da poter dare al poverocristo, ma “non essendo nata per servire Dio”, come direbbe mia nonna, inveisce: “Dovrebbe leggere le bollette ogni volta che le riceve e, così, saprebbe che noi effettuiamo la lettura del contatore in media una volta l’anno, che se non è disponibile la lettura calcoliamo la bolletta in base alla media dei consumi effettuati nei periodi precedenti; se non li abbiamo, come nel suo caso, in base alla media dei consumi di clienti con le sue stesse caratteristiche! Diversamente, lei dovrebbe comunicarci, a sue spese, la lettura del contatore, tre giorni prima della data indicata per la prossima fattura”.
“Ma, mi scusi”, s’inserisce il poverocristo, “non siete dotati di contatori per la lettura elettronica e quindi in grado di fornire in qualsiasi momento tutti i dati? Perché non lo fate, senza inviare bollette false che contengono presunti consumi?!”. Perché, rispondo io, questi signori, senza muovere foglia, incassano da centinaia di migliaia di utenti, centinaia di migliaia di Euro, e questo basta a far cassa, a campare allegri alle nostre spalle e ad offrire quello scarso servizio che tutti conosciamo. Ma la domanda è: come può l’Autorità per l’Energia permettere questa sorta di abuso? Come possono le diverse Associazioni che tutelano i consumatori non fare la voce grossa contro tali ingiustizie?
Questa è una piccola pietra lanciata nello stagno, attendiamo che altre denunce o altre storie legate a disservizi o “furti legalizzati” vengano denunciate. Intanto, per chi ancora non lo sapesse, dal 1° luglio 2007 il mercato dell’energia elettrica è aperto: chiunque può sottoscrivere contratti con quanti, fatte le dovute ricerche, offrono un servizio migliore di quello dell’Enel. Noi, come sempre, offriamo le nostre colonne ed una spalla su cui piangere a tutti i malcapitati, in attesa che qualcuno si svegli da questa catalessi e, facendo solo quello per cui è pagato, vigili affinché certi soprusi non avvengano e tuteli quella “povera nonnina” nel nome di un diritto e di un senso civico che ha giurato di difendere.
Luigi Zito
News & Salento
Saggio di Natale a Nardò
Domenica 22 dicembre si è svolto al palazzetto dello sport Andrea Pasca di Nardò, il primo saggio di Natale della scuola di ballo Anastasia Dance: Jingle dance.
Non solo ballo ma anche attrazioni natalizie per tutti i bambini: Anna ed elsa, elfi, zucchero filato per tutti, babbo natale con la buca lettere per le letterine, angolo scenografico. Tante coreografie che hanno visto esibirsi 50 ballerini della scuola Anastasia Dance dei maestri Francesca Paglialunga e Salvatore Vacca.
L’evento è stato patrocinato dal Comune di Nardò, grazie alla preziosa collaborazione del presidente del Consiglio comunale con delega allo sport Antonio Tondo e del presidente della Consulta dello sport Tony De Paola.
Le iscrizioni per il nuovo anno sono aperte e i maestri vi aspettano in via due Aie, 67 a Nardò.
News & Salento
Annuo Nuovo, una “buona vecchia abitudine: il bagno a mare
Sono tanti i salentini che nonostante l’estate sia solo uno sbiadito ricordo, continuano a “calare” i propri corpi nelle fredde e chiare acque di mare: una usanza, forse; una ricetta per la longevità, sostiene qualcun altro
Anche questo 2025 si è palesato con il volto e gli usi di altri inverni, un deja vù, insomma.
Sono tanti i salentini che nonostante l’estate sia solo uno sbiadito ricordo, continuano a “calare” i propri corpi nelle fredde e chiare acque di mare: una usanza, forse; una ricetta per la longevità, sostiene qualcun altro; un modo per curare la forma e l’anima; una sorta di rito propiziatorio, ci confidano, un po’ come fare il bagno nelle acque del Gange (per gli indù c’è la convinzione che effettuando il bagno nel fiume si possa ottenere il perdono dei peccati e un aiuto per raggiungere la salvezza).
Pertanto anche quest’anno a Capodanno passeggiando per le nostre coste, da Otranto– S. Cesarea a Castro, passando per Tricase e Leuca, era facile scorgere alcuni coraggiosi e volenterosi che iniziavano l’anno con il “solito” rito propiziatorio: il bagno a mare.
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