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L’Associazione “Figli in Paradiso: ali tra cielo e terra” di Frate Angelo

Avevo tante volte partecipato a dei funerali di giovani, mi commuovevo, piangevo, cercavo di farmi vicino alla famiglia del defunto, ma dopo pochi giorni, tutto era finito

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Avevo tante volte partecipato a dei funerali di giovani, mi commuovevo, piangevo, cercavo di farmi vicino alla famiglia del defunto, ma dopo pochi giorni, tutto era finito. Il dolore non era più mio. Avevo fatto il mio dovere di frate. Era come pioggia che cadeva su di un impermeabile…sentivo l’acqua cadere su di me, ma non penetrava dentro di me. Così era ogni qualvolta partecipavo ad un evento luttuoso. Pensavo che la morte toccava solo le famiglie degli altri, mai la mia. Il 10 agosto del 1998 mi trovavo nel dormitorio del Santuario di S. Damiano ad Assisi, nel giorno in cui si ricordavano gli 800 anni della morte di S. Chiara, dissi ad un gruppo di giovani : “Accettiamo la morte delle persone care che ci aiuta a crescere”, l’avevo buttato così, una frase fatta… ma dopo cinque minuti, il padre guardiano del Convento mi comunicò della morte per incidente stradale di mio fratello, avvenuta a 800 km di distanza. Allora compresi che la morte non era più una fantasia, che non era più qualcosa che riguardava altri, mi accorsi che avevo sempre pensato che la morte l’avevo tenuta lontana da me e dalla mia famiglia. Ed ora come si fa? Come si affronta questa tragedia? Da dove si inizia? Tante domande mi ponevo. La mia preoccupazione più grande era quella di pensare alla mia famiglia. Aiutarla a rialzarsi da questo colpo tremendo. Cercare di tenerla unita. Tutto iniziò da questa esperienza personale. Nel 2002, il Padre Provinciale dei Frati Minori di Lecce mi inviò come cappellano presso l’Ospedale “S. Caterina Novella” in Galatina. In questo luogo mi incontravo quotidianamente con la morte, ma orma mi era diventata sorella, non avevo più paura di lei, sapevo cosa era, come si affrontava e come ci si rialzava da un colpo così duro. Ma ogni volta che moriva un giovane, il mio ricordo era sempre per mio fratello; rivivevo tutto, dall’annuncio della tragedia, al funerale e al dopo, quando entrava la solitudine, quando tutti se ne andavano e si rimaneva soli con il proprio dolore. Nel 2004 due giovani ragazze morirono per incidente, fui coinvolto emotivamente, conoscevo le famiglie, così proposi alle mamme di celebrare ogni mese una S. Messa per le loro figlie, e pian piano la cappella dell’ospedale si riempiva sempre di più, la voce si era diffusa tra le mamme in lutto che trovarono in questo incontro mensile con Gesù Eucarestia, la forza per affrontare un dolore così grande; si accendeva un lumino, lo si poneva accanto all’altare e si pregava cantando: “Dona loro la pace, dona a noi la forza, noi ti preghiam Signore, avvolgili con il tuo amor”, poi iniziammo con un gruppo di auto mutuo aiuto per l’elaborazione del lutto, in cui le mamme ed i papà trovarono uno spazio in cui condividere il loro dolore, le loro emozioni, i sentimenti, soprattutto la rabbia e trasformare il dolore in amore. Così il 12 marzo 2009 si dà vita all’Associazione onlus:  “Figli in Paradiso: ali tra cielo e terra” (www.figlinparadiso.it) diffusasi in alcuni paesi della Puglia, della Sicilia, della  Calabria e della Campania. Vedo in questo percorso la mano del Padre che sa trarre cose buone per il bene dei suoi figli anche dagli avvenimenti brutti. Dalla morte di mio fratello, la mia sensibilità è cresciuta nei confronti delle mamme e dei papà. Ho chiesto a Dio cosa potessi fare per loro e pian piano ho trovato la mia strada, essere strumento di consolazione, non con le parole, non con omelie, ma con la mia vicinanza discreta e soprattutto nell’ascolto del loro dolore, della loro rabbia. La maggior parte dei genitori hanno riferito che dopo il funerale del figlio, i sacerdoti si sono allontanati da loro, non si sono fatti più vedere e così son caduti nella solitudine più assoluta; i Testimoni di Geova, le cartomanti, le veggenti, hanno colmato il vuoto che la Chiesa aveva lasciato. Trascurando questa pastorale della consolazione per le persone in lutto, tanti mali hanno assalito la famiglia stessa, perchè i genitori si sono chiusi nel loro dolore, spesso trascurando tutto e tutti, gli altri figli si sono sentiti abbandonati dicendo “ho perso un fratello, ma anche dei genitori”; aumentavano i casi di depressione, di malattie psicosomatiche, separazioni, divorzi. L’Associazione si impegna a stare vicino alle famiglie, soprattutto dopo un mese dalla perdita del figlio, quando si rimane soli e abbandonati, quando i parenti man mano si allontanano per paura di ferire i genitori con le parole, oppure perché impauriti dal loro dolore. I sacerdoti non si fanno più vedere, e quindi si cade nella depressione e si va in cerca di aiuto. L’Associazione, quando viene a conoscenza della morte di un giovane, invia una lettera ai genitori, invitandoli ad una Celebrazione Eucaristica che si celebra nella loro zona in suffragio dei cari figli, di portare con sé una foto da lasciare nell’album comune. Alla S. Messa partecipano in moltissimi, aspettano questo momento da mese in mese, inizialmente è l’unica uscita che fanno i genitori, poi man mano si creano nuove amicizie con le altre mamme e papà, ci si chiama al telefono, si inizia ad uscire insieme al cimitero, al mercato, e pian piano si crea una nuova relazione; si piange insieme, si fanno  pellegrinaggi, uscite, convegni. Quando una mamma è in crisi, sa chi chiamare. È bello come partecipano non solo i genitori, ma anche i fratelli, le sorelle, i nonni e i figli piccoli. In queste Sante Messe, nessuno è additato, nessuno si sente osservato, nessuno dice “poveretta, poverino”, ma si è tutti sulla stessa barca, ci si capisce. Mentre nelle Messe parrocchiali spesso si mettono all’ultimo posto, arrivano tardi ed escono prima di tutti, per non sentirsi commiserate dalla gente. Pian piano poi, quando mettono fuori tutta la rabbia, i sensi di colpa, questi genitori iniziano a trasformare il dolore in amore impegnandosi in opere di carità, volontariato, catechesi, adozioni a distanza. Si inseriscono in gruppi parrocchiali o movimenti, dove possono esprimere la loro fede recuperata. L’Associazione aiuta ad elaborare il lutto attraverso un cammino di fede, di ascolto, di presenza discreta e di condivisione del dolore con i gruppi di auto mutuo aiuto. Non manca, dopo ogni momento di preghiera, l’agape fraterna, dove ognuno porta qualcosa da condividere, dove ci si scambia un abbraccio, ci si fa vicino alle nuove famiglie che sono impietrite dal dolore e che guardano con “curiosità e a volte con rabbia” le altre mamme che hanno fatto già un cammino; li vedono ridere, sorridere, cantare, ballare… e allora per loro è segno che la vita nonostante il dolore immenso va vissuta e che anche per loro ci sarà la possibilità di tornare a vivere, che non è peccato sorridere e cantare… La difficoltà maggiore è stata la diffidenza da parte di alcuni Vescovi e di alcuni sacerdoti. Ma non mi sono scoraggiato, ho continuato ad agire fin quando il 19 gennaio del 2011, il Santo Padre Benedetto XVI, alla fine dell’Udienza Generale, ha rivolto alla nostra Associazione queste parole, con un tono di voce paterno, commosso: “Saluto i membri dell’Associazione “Figli in paradiso: ali tra cielo e terra”, di Galatone, diffusa in alcune regioni d’Italia. Voi, genitori, colpiti profondamente dalla morte, spesso tragica, dei vostri figli, non lasciatevi vincere dalla disperazione o dall’abbattimento, ma trasformate la vostra sofferenza in speranza, come Maria ai piedi della Croce. Desidero raccomandare soprattutto a voi, giovani: nell’esuberanza dei vostri anni giovanili, non mancate di calcolare i rischi e agite in ogni momento con prudenza e senso di responsabilità, specialmente quando siete alla guida di un autoveicolo, a tutela della vostra vita e di quella altrui. Desidero, inoltre, incoraggiare i sacerdoti, che accompagnano spiritualmente le famiglie colpite dal lutto per la perdita di uno o più figli, affinché proseguano generosamente in questo importante servizio. Infine, assicuro una speciale preghiera di suffragio per i vostri figli e per tutti i giovani che hanno perso la vita. Sentite accanto a voi la loro spirituale presenza: essi, come voi dite, sono “ali tra cielo e terra”. Mi piace sottolineare soprattutto l’incoraggiamento che il Papa fa ai sacerdoti, li invita a proseguire con generosità. Di non tralasciare questo momento della vita dell’uomo, di stare accanto ai familiari in lutto per aiutarli a trasformare la loro sofferenza in speranza, come Maria ai piedi della Croce. Di portare avanti la pastorale del ministero della consolazione per le persone in lutto. È bello vedere che una mamma ed un papà ritornano a sorridere alla vita, che ritornano a pregare. E’ una conquista grande. Come Associazione ci impegniamo a costruire e a sostenere una scuola materna nella foresta del Makoua (Congo – Brazaville), i fondi vengono presi dalla vendita della pubblicazione del libro “Apro le ali e volo via”, raccolta di racconti, preghiere e poesie delle mamme e papà dei ragazzi. Ciò che non possiamo fare ai nostri cari figli, lo facciamo ai bambini che hanno bisogno del nostro affetto, del nostro aiuto. Il Signore doni consolazione e pace ai nostri cuori. La presidente dell’Associazione è la signora Virginia Campanile, che ringrazio per tutto il bene che fa per le famiglie colpite dal lutto, specialmente per la sua capacità di ascolto e di presenza.


Frate Angelo De Padova ofm – Assistente spirituale – frateangelo@alice.it

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Disturbi dello spettro autistico: a Specchia un centro diurno per adulti

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Specchia accoglie l’apertura del nuovo Centro Diurno per adulti con disturbi dello spettro autistico, sito nel cuore del paese, in Piazza della Libertà, 5.

Questa importante iniziativa è resa possibile grazie all’impegno di Sollevante, realtà da sempre attenta alle esigenze del territorio e delle famiglie che necessitano di supporti specialistici.

Si tratta di un servizio unico per l’intera Provincia di Lecce, e per questo risulta essere di straordinaria rilevanza per tutte le famiglie del Salento che ogni giorno affrontano le sfide legate all’autismo in età adulta.

Il centro offrirà attività mirate, supporto terapeutico, e un ambiente sicuro in cui le persone con disturbo dello spettro autistico possano sviluppare abilità sociali e cognitive, migliorando il proprio benessere e la qualità della vita.

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Social Basket a Nardò

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Parte il progetto “Social Basket 2024: in campo”! Un’iniziativa inclusiva e gratuita per ragazzi e ragazze tra i 10 e i 18 anni, promossa da ASC Comitato Provinciale Lecce in collaborazione con Social Aut – Associazione di Promozione Sociale e Centro Devils Basket Nardò per favorire l’inclusione sociale tra ragazzi/e con Disturbo dello Spettro Autistico e coetanei a sviluppo tipico.


Ogni venerdì dalle ore 16:00 alle ore 17:00 presso la palestra dell’Istituto Comprensivo Polo 1, Nardò (LE).

Per informazioni e iscrizioni:
Email: social.aut.aps@gmail.com
WhatsApp: +39 389 650 7868

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Attualità

Intesa Sanpaolo, sito di nuovo down e clienti imbufaliti

Problemi d’accesso per app e home banking. Intesa Sanpaolo è down: clienti bloccati fuori dall’home banking e impossibilitati a gestire conti e pagamenti online…

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Un bug che sta affliggendo il sistema informatico di Intesa Sanpaolo, non permettendo ai clienti di eseguire on line nessuna operazione: questa potrebbe essere la causa, ma nessuna dichiarazione è arrivata da parte della banca finora.

I social network si stanno riempiendo di post e commenti di clienti frustrati per il disservizio, impossibilitati di eseguire regolari pagamenti o altri tipi di operazioni on line.

Questo evento è simile a quanto già accaduto il 31 ottobre, allora un altro malfunzionamento aveva compromesso l’accesso all’home banking per ore, generando altrettanto malcontento tra i clienti.

Per via di un problema tecnico non funziona l’accesso all’applicazione e al servizio Web di Intesa Sanpaolo: questo impedisce la gestione dei conti e delle carte, impedisce anche l’autorizzazione dei pagamenti online tramite le notifiche push in-app (che servono a confermare le transazioni).

Questo è il messaggio che legge chi si appresta ad andare, virtualmente, on line: «Ci scusiamo ma, per un problema tecnico, non puoi proseguire».

Le difficoltà degli utenti sono iniziate intorno alle 9 di questa mattina, con un’ondata di report che evidenziano problemi nell’accesso, nell’autenticazione e nell’utilizzo generale delle funzionalità dell’app.

 

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