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Attualità

Lecce, 2 milioni di euro per la scuola nazionale di cinema

L’accordo tra Regione Puglia, Fondazione Apulia Film Commission, Provincia di Lecce e CSC è stato firmato stamattina nel corso di una conferenza…

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FIRMATO L’ACCORDO TRA REGIONE PUGLIA, APULIA FILM COMMISSION, PROVINCIA DI LECCE E CENTRO SPERIMENTALE DI CINEMATOGRAFIA PER L’APERTURA IN PUGLIA DI UNA SEDE DELLA SCUOLA NAZIONALE DI CINEMA.


NASCE LA “CSC DIGITAL SCHOOL” DIRETTA DA PAOLO CHERCHI USAI. DA OTTOBRE IL PRIMO CORSO DI “ALTA FORMAZIONE PER LA CONSERVAZIONE E IL RESTAURO DEL PATRIMONIO CULTURALE CINEMATOGRAFICO E AUDIOVISIVO”


La nascita di una scuola è sempre un momento importante per la comunità che la accoglie. Sono felice di annunciarvi che stiamo aprendo in Puglia la nuova sede nazionale del Centro Sperimentale di Cinematografia. Chi vuole fare Cinema verrà qui da noi a formarsi. Rafforziamo la filiera dell’audiovisivo, diamo ai nostri ragazzi una straordinaria opportunità di coltivare il proprio talento in Puglia, attiriamo sempre più nella nostra regione nuovi progetti e occasioni di crescita legate al Cinema”. Le parole del Presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, ad annunciare l’apertura in Puglia di una nuova sede della Scuola Nazionale di Cinema del Centro Sperimentale di Cinematografia (CSC), unica istituzione pubblica di alta formazione nel campo cinematografico. Una notizia molto attesa dal mondo del cinema, non solo pugliese, che colma un importante vuoto nel settore.


L’accordo tra Regione PugliaFondazione Apulia Film CommissionProvincia di Lecce e CSC è stato firmato stamattina nel corso di una conferenza stampa svoltasi al Museo Castromediano di Lecce alla presenza degli assessori regionali all’Industria Turistica e Culturale, Loredana Capone, all’Istruzione, Formazione e al Lavoro, Sebastiano Leo, al presidente della Provincia di Lecce, Stefano Minerva e al presidente del CSC, Felice Laudadio. Un risultato straordinario per la Puglia che sul cinema ha scommesso e investito, solo nell’ultimo anno, oltre 15 milioni di euro.


Ammonta a due milioni di euro l’investimento regionale per l’avvio della “CSC Digital School”. Si chiamerà così la sede pugliese della Scuola Nazionale di Cinema del CSC che troverà casa negli spazi di Palazzo Argento e sarà dotata di laboratori digitali, strumentazioni e infrastrutture hardware e software all’avanguardia. L’obiettivo è duplice: formare operatori altamente specializzati nel campo specifico del restauro digitale del patrimonio cinematografico e audiovisivo e fornire supporto tecnologico per la post-produzione alle imprese già operanti sul territorio regionale ma anche nazionale.


L’accordo con il Centro Sperimentare di Cinematografia per realizzare in Puglia una sede della Scuola Nazionale di Cinema – ha detto l’assessore regionale Loredana Capone che ha fortemente voluto l’apertura di una sede in Puglia della più famosa scuola di cinema nazionale  mette le basi per assicurare un futuro all’industria dell’audiovisivo nella nostra regione e aumentare la sua competitività. La scelta di tenere insieme la conservazione e il restauro delle opere cinematografiche e l’innovazione nella post-produzione non è casuale, risponde a una precisa esigenza del mercato del lavoro e di completamento della filiera produttiva dell’audiovisivo. La collaborazione con la Provincia di Lecce è stata decisiva per il conseguimento dell’obiettivo e costituisce un ulteriore tassello nel percorso di valorizzazione del patrimonio di proprietà provinciale avviato con l’istituzione dei Poli Biblio Museali”.


La Scuola Nazionale di Cinema del Centro Sperimentale di Cinematografia – ha aggiunto l’assessore Sebastiano Leo – è l’unica istituzione pubblica di alta formazione nel campo dell’audiovisivo. La sua reputazione e il suo prestigio travalicano i confini nazionali. Quella di Lecce sarà la quinta sede distaccata della Scuola, le altre sono a Torino, Milano, L’Aquila, Palermo. Questa, insieme alle Accademie di Belle Arti e ai Conservatori Musicali, colma così l’offerta nel campo dell’alta formazione artistica nella nostra Regione. Quello che auspichiamo è un coordinamento delle attività tra queste istituzioni formative e le università pugliesi”.


Aprire la nuova sede di Lecce – è intervenuto poi il presidente Felice Laudadio – è, per me e per tutto il CSC, un piacere, un onore e un traguardo di portata storica. La Scuola di Cinema del Centro Sperimentale, fra le più antiche e importanti del mondo, ha a Roma la sua sede centrale che ospita dieci corsi triennali più i quattro delle sedi distaccate. Con la nuova missione affidata alla scuola di cinema di Lecce si chiude un cerchio che è al tempo stesso culturale, teorico e produttivo. Siamo profondamente grati alla Regione Puglia per aver accolto il nostro indirizzo di studi e per darci l’opportunità non solo di formare nuove professionalità, ma di attivare una filiera che sarà insieme didattica e industriale. La nuova sede formerà specialisti del restauro filmico a livello di eccellenza. Da anni il recupero dei grandi classici del cinema muto e sonoro ha acquisito una forte centralità culturale e mediatica. Tutti i più importanti festival del cinema, da Cannes a Venezia, da Berlino a New York, hanno da anni sezioni dedicate a grandi film salvati dall’inevitabile deterioramento della pellicola e riportati all’originaria bellezza; e le proiezioni di questi classici ottengono, ovunque, sempre più successo. La funzione didattica della Scuola Nazionale del CSC si incrocia così con il lavoro di conservazione e diffusione del cinema italiano e internazionale che giusto da 70 anni, dal 1949, è compito istituzionale della Cineteca Nazionale, parte integrante del Centro. La nuova sede di Lecce è la sintesi virtuosa di queste due istituzioni. Non solo formerà i professionisti di questa difficile e affascinante tecnica, ma permetterà di realizzare, per così dire “in casa”, i restauri futuri, con un’integrazione industriale e un’ottimizzazione economica fondamentali per un ente sostenuto dal denaro pubblico”.


La sede di Lecce sarà diretta dal prof. Paolo Cherchi Usai, presente alla conferenza stampa con il direttore generale del CSC, Marcello Foti, e il preside della Scuola Nazionale di Cinema, Adriano De Santis. Paolo Cherchi Usai è tra i più qualificati e prestigiosi professionisti del settore a livello mondiale e tra i massimi esperti di conservazione e restauro dei film, nonché storico del cinema, docente universitario e organizzatore culturale di caratura internazionale.

La suggestione e la professionalità dell’industria cinematografica avranno una nuova “casa” in Puglia, che sarà abitata dai giovani salentini e non, che vorranno confrontarsi e cimentarsi con la formazione di eccellenza in questo settore”, ha dichiarato il presidente della Provincia di Lecce Stefano Minerva. “Con questo accordo tra Provincia di Lecce, Regione Puglia, Fondazione Apulia Film Commission e Centro Sperimentale di Cinematografia, siamo certi di offrire al territorio nuove opportunità e occasioni di crescita, perché anche nella nostra Puglia, nel nostro Salento, possano formarsi direttamente operatori specializzati nel restauro digitale dell’audiovisivo e, contemporaneamente, anche le imprese che già operano nel campo della post produzione possano trovare maggiore supporto tecnologico. È una nuova sfida, con la quale le istituzioni vogliono proseguire ad accompagnare chi è motivato in un percorso competitivo e di qualità”.


Vogliamo portare l’Apulia Film Commission – ha concluso la neo presidente di AFC Simonetta Dellomonaco – a diventare sempre più competitiva non solo nel panorama nazionale, ma anche in quello internazionale. In questi ultimi due anni, infatti, si è lavorato alla clemente per raggiungere questo straordinario risultato. L’industria cinematografica pugliese conta su una filiera produttiva di tutto rispetto, che può, tuttavia, essere potenziata ed ulteriormente implementata. Con questo ulteriore tassello, oltre alla lavorazione e allo shooting, la Puglia potrà offrire un set di competenze e servizi tali da completare l’intera filiera dell’audiovisivo, compresa la formazione”.


Con l’apertura di una sede distaccata del CSC in Puglia – commenta il direttore del Dipartimento Turismo, Economia della Cultura e Valorizzazione del Territorio Aldo Patruno -, si accende un’altra delle tessere fondamentali che vanno a comporre il mosaico del PiiiLCultura in Puglia, il Piano Strategico Regionale della Cultura 2017-2026. Una tessera importante che riguarda l’alta formazione specialistica nel settore dell’audiovisivo, indispensabile per sviluppare sul territorio una solida industria culturale e creativa. Mettendo a frutto gli straordinari risultati che l’Apulia Film Fund sta producendo in termini di attenzione delle produzioni cinematografiche e di promozione della Puglia nella sua interezza. Nel contempo, l’insediamento della Scuola Nazionale del Cinema a Lecce, con il suo corso di laurea breve in restauro digitale del patrimonio cinematografico e audiovisivo, contribuisce a completare la valorizzazione del Polo Biblio-Museale provinciale, incentrato sul Museo Sigismondo Castromediano che, tra qualche settimana, nel 150° della sua fondazione, tornerà a nuova vita, completamento ristrutturato, riallestito secondo i più moderni criteri di musealizzazione e arricchito con una offerta culturale e formativa di livello nazionale e internazionale”.


Nei prossimi mesi gli spazi saranno adeguati e attrezzati per le nuove esigenze di gestione mentre le attività avranno inizio già dal prossimo ottobre quando prenderà il via un Corso triennale di Alta formazione finalizzato alla formazione di tecnici specializzati nelle varie fasi del restauro di opere audiovisive. Dalla storia del cinema a quella della fotografia, dal restauro delle immagini e del suono alla legislazione sul patrimonio culturale, dalla catalogazione all’archiviazione e alla conservazione del patrimonio audiovisivo, fino alla post produzione, alla proiezione in sala e al broadcasting. Il corso, che ha ottenuto il riconoscimento di equipollenza a una laurea breve, prevede un bando d’ingresso ogni due anni, avrà un massimo di quindici allievi e sarà tenuto in lingua inglese. La scelta della doppia lingua consentirà ai partecipanti da un lato di acquisire le competenze e la terminologia utili nell’approccio alla manualistica specialistica sull’argomento, che è per la maggior parte dei testi in lingua inglese, dall’altro di cogliere opportunità professionali internazionali. Le attività si svolgeranno tra Lecce e Roma presso le sedi del Centro Sperimentale di Cinematografia e di Luce Cinecittà.


Un’occasione unica per gli operatori pugliesi in una materia viva, com’è quella cinematografica, che impone sia l’aggiornamento del sapere acquisito sia un livello di preparazione specialistico in grado di rispondere alle richieste di un mercato del lavoro in continua evoluzione. La Scuola Nazionale di Cinema, in questo senso, è la massima interprete delle nuove esigenze e propone corsi all’avanguardia: una formazione completa, tradizione e innovazione, sperimentazione e ricerca. Alla conferenza stampa, inoltre, sono intervenuti il direttore della Fondazione Apulia Film Commission, Antonio Parente, e il direttore del Polo Biblio Museale, Luigi De Luca.


IL DIRETTORE DELLA SEDE PUGLIESE


Cherchi Usai è nato a Rossiglione (Genova) l’8 novembre 1957. Laureato in Lettere e Filosofia, è tra i massimi esperti di conservazione e restauro dei film, nonché storico del cinema, docente universitario e organizzatore culturale di caratura internazionale. È il Senior Curator del George Eastman Museum di Rochester, New York, dove lavora dal 1994, e il co-fondatore della L. Jeffrey Selznick School of Film Preservation. Ha diretto il National Film and Sound Archive di Canberra, Australia. Ha fondato e diretto per varie edizioni le Giornate del Cinema Muto di Pordenone, il più importante festival mondiale dedicato al cinema delle origini. Tra le sue innumerevoli pubblicazioni si segnalano tre splendidi Castori Cinema dedicati a David W. Griffith, Georges Méliès e Giovanni Patrone. Nel 1990 ha ricevuto il Premio Jean Mitry, uno dei più prestigiosi del settore. Dal 1° luglio prossimo tornerà definitivamente in Italia dopo circa 30 anni per entrare a far parte dell’organico del CSC. Con il suo apporto determinante nei prossimi mesi gli spazi della sede di Lecce saranno adeguati e attrezzati per le nuove esigenze di gestione mentre le attività avranno inizio già dal prossimo ottobre quando prenderà il via il corso triennale finalizzato alla formazione d’eccellenza di tecnici specializzati nelle varie fasi del restauro di opere audiovisive: dalla storia del cinema a quella della fotografia, dal restauro delle immagini e del suono in digitale e in analogico alla legislazione sul patrimonio culturale, dalla catalogazione all’archiviazione e alla conservazione del patrimonio audiovisivo, fino alla post-produzione, alla proiezione in sala e al broadcasting. Il corso, il cui diploma è equipollente alla laurea breve triennale, prevede un bando d’ingresso ogni due anni, avrà un massimo di quindici allievi e sarà tenuto anche in lingua inglese. La scelta della doppia lingua consentirà ai partecipanti da un lato di acquisire le competenze e la terminologia utili nell’approccio alla manualistica specialistica sull’argomento, che per la maggior parte dei testi è in lingua inglese, dall’altro di cogliere opportunità professionali internazionali. Le attività si svolgeranno tra Lecce e Roma presso le sedi del CSC e di Cinecittà. I bandi d’ammissione verranno lanciati in maggio 2019.



Attualità

Ineleggibilità dei Sindaci: “Discriminatoria e antidemocratica”

Il dissenso di Anci Puglia per la norma che sancisce che “non sono eleggibili a Presidente della Regione e a Consigliere regionale i Presidenti delle Province della Regione e i Sindaci dei Comuni della Regione”

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L’associazione dei Comuni pugliesi chiede la revoca della modifica alla legge elettorale regionale, denunciando una penalizzazione ingiusta per i sindaci e una limitazione della libertà di scelta degli elettori.

Anci Puglia esprime fermo dissenso nei confronti della recente modifica all’articolo 6, comma 1, della Legge Regionale 9 febbraio 2005, n. 2 – “Norme per l’elezione del Consiglio regionale e del Presidente della Giunta regionale” – approvata dal Consiglio regionale mediante emendamento.

La nuova formulazione del comma 1 stabilisce che “non sono eleggibili a Presidente della Regione e a Consigliere regionale i Presidenti delle Province della Regione e i Sindaci dei Comuni della Regione”.

Tuttavia, tale ineleggibilità viene esclusa se i soggetti interessati si dimettono dalla
carica non oltre sei mesi prima del compimento del quinquennio di legislatura, o, in caso di
scioglimento anticipato del Consiglio regionale, entro sette giorni dalla data di scioglimento.

I Sindaci di Puglia, secondo ANCI, risultano pertanto fortemente penalizzati dal vincolo di ineleggibilità alle regionali e ritengono si tratti di una norma ingiustificatamente discriminatoria e
antidemocratica: Viene così compromesso non solo il legittimo diritto, costituzionalmente garantito, a candidarsi come chiunque altro, ma anche i cittadini e le cittadine vedono limitarsi la libera scelta per l’esercizio del diritto di voto: “Il termine di 180 giorni per dimettersi risulta infatti estremamente rigido e penalizzante e determina una disparità di trattamento oggettiva tra amministratori locali e altre categorie di cittadini eleggibili.

I Sindaci sono i rappresentanti più diretti e più vicini ai cittadini; tuttavia, invece di valorizzare il loro contributo potenziale nella competizione elettorale regionale, arricchendo così il pluralismo democratico, questa norma li mortifica pesantemente.

Inoltre, priva le comunità amministrate di
una guida con largo anticipo e, ipoteticamente, anche inutilmente, qualora il Sindaco non venisse poi candidato nelle liste regionali.
Anci Puglia ha raccolto nelle ultime ore le rimostranze e la delusione di tanti Sindaci e Sindache – di ogni schieramento politico, perché la norma penalizza tutti, in modo trasversale – e sta valutando ogni più utile ed opportuna azione congiunta, anche giurisdizionale”.

Soprattutto, ANCI PUGLIA oggi chiede ai Consiglieri regionali che hanno proposto e votato l’emendamento di “ritornare sui propri passi, di cancellare quella norma assurda e discriminatoria e consentire a tutti il libero accesso al diritto di candidarsi, accettando un confronto paritario, plurale e democratico.
Al Presidente Michele Emiliano, che è stato Sindaco della Città capoluogo e ha poi voluto
interpretare la carica di Governatore come “Sindaco di Puglia”, chiediamo di fare tutto quanto in suo potere per ripristinare, in seno al Consiglio regionale, il rispetto dei princìpi sacrosanti ed inviolabili di democrazia, uguaglianza di fronte alla Legge e pluralismo”.

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Approfondimenti

Inaugurata la biblioteca “Giambattista Lezzi” a Casarano

il Sindaco De Nuzzo e l’Assessore Legittimo: “Grazie alla fiducia che i cittadini ci hanno accordato”. “Avevamo la necessità di una Biblioteca “vera” aperta, fruibile. Per questo motivo abbiamo iniziato da zero”.

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“Ci sono sogni destinati a rimanere tali ma che comunque aiutano a migliorarsi. Altri destinati a realizzarsi nel momento in cui si ha la possibilità di incidere”.

E’ lapidario il sindaco di Casarano, Ottavio De Nuzzo, durante l’inaugurazione della nuova Biblioteca Comunale della città.

È grazie alla fiducia che i cittadini hanno accordato alla nostra Amministrazione che tutto è iniziato. Avevamo la necessità di una Biblioteca “vera” aperta, fruibile. Per questo motivo abbiamo iniziato da zero.

E prosegue: “Sono stati anni di lavoro: convenzione con il Polo Biblio Museale di Lecce, partecipazione al bando per il servizio civile 2025, adesione rete delle Biblioteche Regionali, censimento matricola al Ministero, progettazione e realizzazione arredi e tanto altro.
Fatica? No gioia di vedere prendere corpo e anima ad un luogo che sarà un punto di partenza da dove si propagheranno, tutto intorno, attività culturali”.

“Da quelle stanze”, sostiene l’assessore, Emanuele Leggittimo,  “si sprigionerà una luce forte che passando da Palazzo De Judicibis si estenderà nel Sedile comunale per arrivare a Piazza Mercato.
Lievito di vita e di bellezza, di incontro e scambi di saperi.
Siamo contenti e orgogliosi, oggi lo possiamo dire per aver potuto inaugurare e contare su “un luogo del sapere” che è la Biblioteca Comunale “Giambattista Lezzi”.

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Alessano

“Vi voglio bene”, un libro essenziale per raccontare don Tonino e la sua storia

Monsignor Vito Angiuli: “Scritti e documenti inediti per scoprire l’intera vocazione pastorale da sacerdote e da vescovo. Guardate con simpatia alle persone e agli avvenimenti della storia, per testimoniare a tutti la gioia del Vangelo”

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di Luca De Santis

Vi voglio bene, Continuità e sviluppo nel ministero sacerdotale ed episcopale di don Tonino Bello è l’ultima fatica data alle stampe dal vescovo di Ugento – Santa Maria di Leuca, mons. Vito Angiuli. Il nuovo libro ha visto la luce nel mese di ottobre 2024, per le edizioni Il pozzo di Giacobbe. Quest’ultima si colloca in continuità con le precedenti pubblicazioni frutto di interessanti studi che Angiuli ha compiuto sul sacerdote della diocesi ugentina divenuto vescovo di Molfetta. 

Il sottotitolo dell’opera ci fornisce le giuste delucidazioni riguardo a quelle che sono le intenzioni dell’autore: Continuità e sviluppo nel ministero sacerdotale ed episcopale di don Tonino Bello. Il testo è composto da una corposa introduzione dove l’autore pone e spiega la sua tesi riguardo a un’inscindibile armonia e continuità presente tra il ministero sacerdotale ed episcopale di don Tonino. 

Nel primo capitolo, Ordinazione episcopale, sono stati curati una serie di scritti in cui il futuro vescovo di Molfetta mette in evidenza un forte attaccamento alla sua terra natia e le motivazioni che lo hanno condotto ad accettare l’ordinazione episcopale. Il secondo capitolo, Don Tonino saluta la Chiesa ugentina, raccoglie alcune omelie di saluto che don Tonino ha pronunciato prima della sua partenza per Molfetta, dove traspare in modo palpabile il suo amore per la Diocesi di Ugento che ha servito per 25 anni. 

All’interno dell’ultimo capitolo troveremo invece degli scritti inediti da datarsi secondo Angiuli tra il 1960 e il 1980. La gran parte di essi pur non avendo una data o la firma, possono tranquillamente essere definiti autentici, tenendo conto della calligrafia di don Tonino. L’ordine cronologico è dato dal Curatore sulla base delle tematiche che in questi scritti vengono a essere trattate.

La maggior parte di questi risale al periodo in cui don Tonino svolgeva il suo ministero presso la Diocesi di Ugento. 

L’episcopato di don Tonino

Questi scritti contengono in modo germinale quelle tematiche che durante gli anni di episcopato don Tonino tratterà in modo più approfondito, in base alle sollecitazioni di quel contesto storico. Tenendo conto di quanto abbiamo rilevato è possibile dire che il libro si lascia leggere in modo molto scorrevole dimostrandosi adatto persino per coloro che non hanno avuto una conoscenza dettagliata di colui che la Chiesa Cattolica ha dichiarato Venerabile. 

Il vescovo Angiuli ha deciso di intitolare questo suo ultimo libro con un’espressione che don Tonino lungo il suo ministero sacerdotale ed episcopale ha utilizzato spesso: Vi voglio bene.

Quest’ultima non ha solo la funzione di comunicare i suoi sentimenti, quanto la simpatia con cui si poneva nei confronti di quella porzione di popolo che era stata affidata alle sue cure pastorali, ma anche nei confronti della storia a lui contemporanea in cui l’umanità era immersa. 

Il vi voglio bene di don Tonino

Il vi voglio bene di don Tonino – ci aiuta a comprendere l’autore – trova significato in una delle più belle espressioni da lui spesso utilizzate e contenute nella Costituzione Conciliare Gaudium et spes al n. 1: «Le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini d’oggi, dei poveri soprattutto e di tutti coloro che soffrono, sono pure le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce dei discepoli di Cristo, e nulla vi è di genuinamente umano che non trovi eco nel loro cuore». 

Le motivazioni ministeriali di don Tonino nelle varie fasi dei suoi incarichi sia nella diocesi ugentina che in quella di pastore della Chiesa di Molfetta hanno mantenuto le medesime fondamenta che hanno da sempre configurato la sua fede: coltivare la preghiera, meditare la Parola, adorare Gesù eucarestia. Prendiamo atto che gli anni del ministero episcopale hanno oscurato il periodo sacerdotale, ma quegli aspetti che hanno reso il vescovo Bello conosciuto in campo nazionale e oltre, ciò per cui è stato amato nella Diocesi a lui affidata, erano già presenti nel ministero svolto nell’estremo lembo d’Italia, in quel Capo di Leuca, durante il suo lungo ministero sacerdotale come professore e vice-rettore presso il Seminario vescovile, come parroco a Ugento e Tricase, nei vari incarichi pastorali.

La presidenza del Pax Christi

Cade in grave errore chi sostiene che l’episcopato, in particolar modo la presidenza di Pax Christi, abbia segnato una svolta ministeriale in don Tonino, una conversione verso le tematiche sociali, in particolar modo quella della pace e della non violenza. A tal proposito Angiuli nell’Introduzione del libro è perentorio nel sostenere il fatto che non vi è nessuna discontinuità di pensiero tra il don Tonino sacerdote e vescovo, e che pensare il contrario significherebbe mistificare la realtà.

Quest’ultimo durante il suo percorso di studio ha consolidato un ottimo utilizzo del metodo deduttivo tramite la sua formazione filosofica e teologica, così come una padronanza del metodo induttivo nel confrontarsi e padroneggiare le scienze moderne: sociologia, psicologia, diritto del lavoro, legislazione sociale, all’interno delle quali venne introdotto durante gli anni seminariali a Bologna presso l’ONARMO.

La cultura sessantottina

Accanto a coloro che sostengono una discontinuità ministeriale di don Tonino, vi sono quelli che manifestano una certa antipatia nei confronti del suo ministero, sostenendo come quest’ultimo sia il prodotto di quella cultura sessantottina che ha avuto i suoi risvolti più nefasti all’interno degli anni ’70 del secolo scorso. A costoro risponde il decreto che sancisce la Venerabilità di don Tonino, definendolo come un ottimo interprete delle istanze conciliari. 

L’aspetto, forse il più deleterio, è rappresentato da coloro che del ministero di mons. Bello prendono in considerazione e ne propagano solo i temi sociali (pace, giustizia e salvaguardia del creato), dandone una lettura ideologica. 

Costoro affrontano i temi sociali senza tener conto di quelli etici (divorzio, aborto, eutanasia), quest’ultimi aspetti non possono essere separati dai primi ed è chiaro come don Tonino gli abbia mantenuti sempre insieme. Proseguire su questa linea – sostiene Angiuli – significa trovarsi dinanzi a un Giano Bifronte dove diviene molto difficile cogliere, per esempio, la profondità teologica di alcune immagini eloquenti che don Tonino ci ha lasciato come quella della Convivialità delle differenze e della Chiesa del grembiule. 

Le radici nel basso Salento

Ciò che mons. Bello esprime nel periodo molfettese, affonda le sue radici nel basso Salento e nella formazione bolognese. Nello specifico va considerata l’impronta ministeriale di mons. Ruotolo, il vescovo di Ugento che ha ordinato presbitero don Tonino e con cui quest’ultimo ha molto collaborato: l’amore all’eucarestia, la devozione mariana, l’impegno ad attuare gli orientamenti pastorali scaturiti dal Concilio Vaticano II, la programmazione per gli itinerari di formazione per i laici, l’attenzione alle problematiche sociali presenti in questa parte del Salento. 

Un particolare merito del libro lo si riscontra nel III Capitolo Scritti vari. 

In questa sezione si trovano, come già detto, degli scritti inediti di don Tonino, i quali pur non avendo lo stesso spessore o valore di quelli pubblicati da lui stesso, hanno il merito di contenere quelle tematiche che rappresentano la continuità ministeriale che Angiuli, a ragione, evidenzia.

Quest’opera è imprescindibile per chi ha un serio interesse a conoscere la sensibilità e le radici in grado di nutrire il ministero pastorale di don Tonino dal punto di vista teologico e sociale. 

Il grande merito di Angiuli consiste nell’averci consegnato un testo che in continuità con le altre sue pubblicazioni su mons. 

Bello, ci dona una chiarezza, una verità, che non può essere tralasciata e non considerata, un atteggiamento contrario significherebbe alterare il suo pensiero, oscurare aspetti essenziali e sostanziali della sua santità.

Il vescovo Angiuli in mezzo ai bambini

 

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