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Cronaca

Leverano: in manette topi d’auto

Arrestati in flagranza per furto aggravato Loris Marciante, 20 anni, celibe, nullafacente, incensurato, e Amilcare Capestro, 22enne celibe, pizzaiolo, incensurato.

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Nella mattinata a Leverano i Carabinieri hanno arrestato in flagranza per furto aggravato Loris Marciante, 20 anni, nato Milano ma residente a Leverano, celibe, nullafacente, incensurato, e Amilcare Capestro, nato a Copertino ma anche lui residente a Leverano, 22enne celibe, pizzaiolo, incensurato.


Alle 5 del mattino due Carabinieri della Stazione di Leverano sono stati allertati dalla Centrale Operativa di Lecce: il proprietario di una Fiat Uno, di Leverano, aveva intravisto dalla finestra di casa due giovani armeggiare nei pressi della propria auto per poi allontanarsi con essa. Fiondatisi sul posto i militari hanno incominciato a perlustrare le vie adiacenti. In una di esse hanno sorpreso i due ragazzi, a piedi, che, alla vista dei Carabinieri e dopo essersi disfatti di un borsello, sono scappati. Dopo un breve inseguimento i due sono stati fermati. Nei pressi del luogo ove erano stati sorpresi avevano abbandonato l’auto. Nel borsello erano custoditi cacciaviti, chiavi inglesi e altri attrezzi da scasso, sottoposti a sequestro. Il proprietario dell’auto, infine, li ha formalmente riconosciuti. Il veicolo recuperato è stato restituito al legittimo proprietario, Marciante e Capestro sono stati accompagnati presso rispettive abitazioni sottoposti al regime degli arresti domiciliari e a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.

Attualità

Il Tar respinge ricorso per apertura sala giochi a Matino

Accertando quanto premesso il Tar Puglia aveva emesso nel settembre del 2020 un’ordinanza cautelare con la quale si pronunciava a favore del provvedimento del Comune di Matino poiché, si legge nel documento: “Le nuove autorizzazioni all’esercizio non vengono concesse nel caso di ubicazioni in un raggio inferiore a 250 metri, misurati per la distanza pedonale più breve, da istituti scolastici primari e secondari, università, biblioteche pubbliche, strutture sanitarie e ospedaliere e luoghi di culto”…

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Il Tribunale Amministrativo per la Puglia – Lecce (Sezione Terza) ha respinto il ricorso di una ditta che aveva richiesto l’autorizzazione per aprire una sala giochi a Matino.

L’immobile scelto per ospitare l’attività supera i limiti minimi (250 metri) di distanza da luoghi sensibili, nella fattispecie una struttura sanitaria.

La ditta ricorrente aveva presentato un primo ricorso nel 2020 contro il Comune di Matino, per richiedere l’annullamento del provvedimento emesso dal Responsabile del Settore Promozione strategica del territorio con il quale si negava “il rilascio dell’autorizzazione per l’attività di sala giochi”.

Le ragioni con le quali si respingeva la richiesta, come riporta il documento, fanno rifermento al fatto che “l’immobile in argomento non rispetta quanto previsto in merito alle distanze dai luoghi sensibili indicati dalla stessa“.

L’appellante aveva contestato il provvedimento per “eccesso di potere: illogicità e violazione del principio di proporzionalità”, ritenendo la struttura sanitaria citata non rientrante tra i luoghi sensibili descritti dalla legge in merito.

Accertando quanto premesso il Tar Puglia aveva emesso nel settembre del 2020 un’ordinanza cautelare con la quale si pronunciava a favore del provvedimento del Comune di Matino poiché, si legge nel documento: “Le nuove autorizzazioni all’esercizio non vengono concesse nel caso di ubicazioni in un raggio inferiore a 250 metri, misurati per la distanza pedonale più breve, da istituti scolastici primari e secondari, università, biblioteche pubbliche, strutture sanitarie e ospedaliere e luoghi di culto”.

Inoltre, la legge in merito precisa che si possono definire strutture sanitarie o socio-sanitarie tutte le strutture che eroghino “prestazioni di prevenzione, diagnosi, cura, riabilitazione e mantenimento delle abilità acquisite”.

Si precisa, in aggiunta, che “L’ambulatorio – nel quale un professionista iscritto ad un albo socio-sanitario esercita la sua professione – può essere gestito in forma individuale, associata o societaria e avvalersi esclusivamente di professionisti sanitari regolarmente abilitati e iscritti agli ordini o albi professionali di competenza”.

Difatti, lo studio medico in questione situato nel Comune di Matino si trova tra le strutture sanitarie accreditate ed è pubblicato regolarmente sul sito istituzionale delle Regione Puglia.

Dunque, all’udienza pubblica il Tar Puglia ha confermato l’infondatezza del ricorso, così come aveva espresso nella precedente ordinanza cautelare.

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Cronaca

Medico aggredito a Cutrofiano: «Situazione preoccupante»

Il Segretario Generale Cisl Medici Lecce, Fernando Monteforte: «Le conseguenze delle aggressioni sono gravissime, sia per le vittime che le subiscono che per l’intero sistema sanitario nazionale»

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Ancora una volta, nostro malgrado, siamo costretti ad occuparci di aggressioni ai medici.

Purtroppo, un fenomeno che diventa sempre più preoccupante. Anche dalle nostre parti.

Questa volta è accaduto a Cutrofiano, presso la Guardia Medica, dove un medico è stato nuovamente aggredito.

Le conseguenze delle aggressioni sono gravi, sia per le vittime che le subiscono (in termini fisici e psicologici) che per il sistema sanitario nazionale.

Per contrastare il fenomeno delle aggressioni è stata introdotta una legge che prevede l’aumento della pena per chi aggredisce il personale sanitario.

Evidentemente, però, non basta!

È necessario un impegno maggiore da parte delle istituzioni e dei cittadini a promuovere il necessario rispetto per il rapporto di collaborazione tra medici e infermieri (e personale sanitario in genere) e pazienti.

Il Segretario Generale Cisl Medici Lecce, Fernando Monteforte ha espresso tutta la solidarietà e tutta la vicinanza del sindacato sottolineando che «è importante che il personale medico denunci le aggressioni, è importante la presenza di presidi di vigilanza o l’installazione di sistemi di allarme nelle strutture sanitarie, è importante sensibilizzare l’opinione pubblica».

Il personale sanitario deve essere formato nel gestire situazioni di rischio e naturalmente è auspicabile un’assistenza psicologica e legale.

Solo attraverso la cooperazione tra istituzioni, personale sanitario e cittadini sarà possibile attenuare o eliminare del tutto questa piaga.

Che, lo ribadiamo, non riguarda solo i medici, ma tutti noi.

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Cronaca

Racale: sequestrata discarica abusiva con rifiuti speciali

Operazione del Reparto Operativo Aeronavale di Bari, denunciati i responsabili di una impresa locale. Sempre a Racale sequestrato un lotto di 5mila mq trasformato in deposito non autorizzato per lo stoccaggio e la gestione di rifiuti

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Il Reparto Operativo Aeronavale di Bari ha posto in essere una serie di attività a tutela dell’ambiente, impiegando sinergicamente la componente aerea e navale del Corpo.

Le sofisticate tecnologie a bordo degli elicotteri in dotazione alla Sezione Aerea di Bari hanno permesso di individuare in agro di Racale, un’area di circa 15mila mq2 sottoposta a vincolo paesaggistico, su cui erano stati realizzati per attività di impresa, fabbricati privi delle previste autorizzazioni ai sensi delle vigenti normative in materia edilizia, paesaggistica e ambientale.

I successivi approfondimenti effettuati dai militari della Sezione Operativa Navale di Gallipoli, hanno permesso di accertare la presenza di una discarica abusiva con rifiuti speciali prodotti dall’impresa destinataria del controllo.

L’attività di servizio si è conclusa con il sequestro penale dell’area e con il deferimento del responsabile alla competente Procura della Repubblica per la condotta illecita, relativa anche alla realizzazione di scarichi di acque urbane non autorizzati in area soggetta a vincolo paesaggistico ed idrogeologico.

L’operazione condotta, rientra in una più ampia attività info-investigativa a tutela del territorio e dell’ambiente che il comparto aeronavale persegue.

Infatti, sempre a Racale, i Finanzieri hanno sequestrato un lotto di 5mila mq con destinazione d’uso alla frantumazione ed il riciclo dei materiali di scavo e demolizione, ma di fatto trasformato in deposito non autorizzato per lo stoccaggio e la gestione di rifiuti.

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