Cronaca
Lo psicologo di Diso nega i palpeggiamenti
Secondo la sua ricostruzione la giovane era molto tesa e lui le avrebbe consigliato il training autogeno, facendola stendere sul lettino. Per lo psicologo una tecnica di rilassamento che prevede anche l’uso delle mani
Lo psicologo di Diso, arrestato con l’accusa di avere palpeggiato una donna di 25 anni, si è difeso dinanzi al gip Marcello Rizzo, nell’interrogatorio di garanzia.
La presunta vittima, denunciando l’accaduto aveva raccontato che durante la visita ambulatoriale, lo psicologo l’avrebbe molestata, prima baciandola sulle mani per poi allungare le sue mani su seno e parti intime. Colta di sorpresa si sarebbe messa a piangere e gridare, e avrebbe trovato il coraggio di sporgere denuncia solo 10 giorni dopo.
Il 65enne L. P., ora ai domiciliari, assistito dall’avvocato Luigi Suez, ha invece negato di avere molestato la sua allieva.
Secondo la sua ricostruzione la giovane era molto tesa e lui le avrebbe consigliato il training autogeno, facendola stendere sul lettino. Per lo psicologo una tecnica di rilassamento che prevede anche l’uso delle mani. Successivamente, si sarebbero spostati in un’altra stanza per fare il suddetto test, di circa due ore.
L’avvocato difensore dello psicologo sta intanto valutando lì’ipotesi di presentare ricorso al Tribunale del Riesame, chiedendo la revoca dei domiciliari.
Nel frattempo ha già chiesto l’ausilio di un luminare della psicologia per chiedere un parere sui test psico-attitudinali oggetto della visita.
(Immagine di repertorio)
Attualità
Mille giorni di guerra nel cuore dell’Europa
Rischio assuefazione: a seguito dell’esposizione ripetuta, diretta o indiretta, al dolore ci si abitua, ma non è normale che si normalizzi l’orrore
Ricorrenza da cifra tonda, ma non c’è da festeggiare.
Sono trascorsi mille giorni dall’inizio della guerra in Ucraina.
Secondo alcune stime, sarebbero morte durante il conflitto oltre un milione di persone.
Il rischio più grosso che corriamo è quello dell’assuefazione.
A seguito dell’esposizione ripetuta, diretta o indiretta, al dolore ci si abitua.
Basti pensare all’effetto dei primi notiziari sul Covid o sulla stessa guerra in Ucraina e a ciò che abbiamo porvato col passare del tempo o proviamo ora.
Non ci sentiamo più in balìa di mille emozioni o presi dalla sensazione imminente che qualcosa di brutto possa accadere da un momento all’altro anche a noi: abbiamo razionalizzato.
Questo avviene perché la nostra mente cerca di proteggerci dai traumi e ci distacca emotivamente dalla fonte di sofferenza, cercando un equilibrio, seppur precario.
Tuttavia, il rischio è di normalizzare cose gravi.
E non è normale che ogni giorno tra Medioriente ed Europa dell’Est muoiano civili, donne e bambini compresi, e il resto del mondo faccia spallucce.
Non è normale che si normalizzi l’orrore.
Oggi è il millesimo giorno di guerra nel cuore dell’Europa e, ogni giorno, vi è un lungo bollettino di bambini, donne e uomini che hanno pagato con la loro vita la follia di taluni.
Forse noi, in prima persona, non possiamo fare molto per fermare questo orrore ma, almeno, sforziamoci di non farlo passare per una cosa normale.
Giuseppe Cerfeda
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Cronaca
Ancora un doppio incendio d’auto a Taurisano
Due vetture distrutte dalle fiamme attorno alle 4:30. Si indaga
È successo ancora: altre due auto sono state distrutte nottetempo dalle fiamme a Taurisano.
Un altro episodio di sospetto dopo a distanza di appena una settimana.
Poco prima dell’alba di oggi, attorno alle 4:30, si è reso necessario l’intervento del Distaccamento dei Vigili del Fuoco di Tricase per domare l’incendio che ha avvolto due auto parcheggiate in contrada Marasculi, periferia del paese, ad una distanza l’una dall’altra di pochi metri.
È la violenza del rogo ad insospettire: le macchine, una Fiat Bravo ed una Fiat Punto, sono andate completamente distrutte.
Lo scorso 11 novembre, sempre in orario notturno, furono date alle fiamme altre due vetture, in quel caso la distanza tra i due incendi era di circa un chilometro ma di pochi minuti sulla linea temporale.
Un fenomeno purtroppo non nuovo in paese su cui le forze dell’ordine indagano. Stanotte, sul posto, sono intervenuti i poliziotti del locale Commissariato.
Cronaca
Felpe, tute e scarpe contraffatte sequestrate a Sant’Isidoro
Operazione della Polizia Locale di Nardò. Posti a sequestro oltre cento capi di abbigliamento. Il venditore ambulante si è dileguato. L’ambulante che le vendeva è riuscito a dileguarsi tra la folla
Nel corso di un’attività di controllo presso i mercati domenicali nelle marine di Santa Maria al Bagno e Sant’Isidoro, previsti e annunciati dalla scorsa estate, la Polizia Locale ha sequestrato un ingente quantitativo di capi di abbigliamento e scarpe contraffatti.
Nell’area mercatale di Sant’Isidoro gli agenti hanno notato un gruppo di persone intorno a un venditore ambulante e ad un lenzuolo per terra con la merce.
L’uomo, di probabile origine extracomunitaria, alla vista della Polizia Locale si è dileguato in tutta fretta cercando maldestramente di portarsi dietro una parte della merce.
Gli agenti sono riusciti a recuperarla, desistendo dall’inseguimento a tutela dei numerosi presenti sul posto.
Poco distante, poi, sono stati rinvenuti alcuni sacchi di plastica con all’interno altri capi di abbigliamento e scarpe di vari marchi, tutti contraffatti.
Tutta la merce (oltre cento felpe, tute e scarpe), è stata sottoposta a sequestro ed è ora custodita presso il Comando di via Crispi a disposizione dell’autorità giudiziaria.
«Contrastare la vendita di merce contraffatta», spiega il comandante della Polizia Locale di Nardò, Cosimo Tarantino, «è giusto per tutti, perché è una pratica che mina l’integrità economica, sociale ed etica della società. Danneggia le imprese oneste e il fisco ed è legata allo sfruttamento di manodopera a basso costo, senza dimenticare che la merce contraffatta può essere pericolosa per la salute e la sicurezza dei consumatori, in quanto non rispetta gli standard di qualità richiesti».
«È doveroso ricordare», conclude il comandante Tarantino, «che sono previste sanzioni anche per chi compra merce contraffatta fino a 7 mila euro ed in determinati casi si può configurare l’ipotesi del reato di incauto acquisto di cui all’art. 712 del codice penale».
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