News & Salento
Medico nel mondo e del mondo
Salentino… doc. Dal Togo al Tibet, all’Iraq, al Polo Sud: la storia di Giovanni Tundo
Quella di Giovanni Tundo è la faccia mite di una persona di mezza età che incontri mentre fai la fila al supermercato; a guardarlo un po’ meglio gli scorgi invece degli occhi vispi che sottintendono quella vena di ironia che ti fa capire subito che non è una persona comune. Incontrato quasi per caso nella grande base afghana di Herat con indosso la mimetica e le insegne della Croce Rossa, il Dottor Tundo lo si apprezza da subito per la sua capacità di comunicare e di raccontare storie, le sue storie. Salentino DOC (vive infatti a Lecce pur lavorando al Policlinico di Bari), di storie da raccontare ne avrebbe a centinaia e dopo che le si è ascoltate ci si accorge che il tempo è corso via. Membro attivo del movimento scout sin da giovanissimo, decide di laurearsi in medicina presso l’Università di Siena e, dopo aver vinto una borsa di studio, vola a specializzarsi in cardiochirurgia a Londra, primo degli innumerevoli voli che lo porteranno poi in giro per il mondo. Ben presto però si accorge che la monotona vita londinese non fa per lui e torna in Italia, ricominciando a frequentare quegli ambienti cattolici da cui si era un po’ allontanato per via degli studi. È qui che Giovanni capisce qual è la sua vocazione, la sua vera missione: essere un medico del mondo e nel mondo. Scintilla fatale per questo suo irrefrenabile interesse di mondialità, un viaggio di Papa Paolo VI in Africa ed i suoi discorsi sulla cooperazione dei laici. Prima tappa quindi proprio il cuore dell’Africa andando ad operare in Togo nell’ambito di un’Organizzazione non Governativa.
Il continente nero però è solo la prima, forte esperienza di un medico che ha finalmente trovato la propria strada; subito dopo è infatti la volta di Chando, la porta del Tibet medievale e dei suoi nomadi che lo popolano. Qui, sempre nell’ambito di un ONG, lavora in un ospedale italiano dotato di ottime attrezzature “che non costano poi neanche tanto, volendo…”, aggiunge con una precisazione che lascia intendere che forse il reale costo delle strumentazioni sanitarie in Italia è un po’ gonfiato dal mercato; argomento che però non vuol approfondire a conferma che il suo scopo non è la polemica. Proprio in Tibet, neanche a dirlo, il Dottor Tundo ha i suoi primi problemi con i cinesi che cercavano in tutti i modi di impedirgli di effettuare i suoi interventi sui tibetani che non potevano in alcun modo essere visitati presso le proprie abitazioni ma che il nostro Giovanni ha curato comunque, perché il vero medico non fa mai differenza di razza o di religione. “Con i cinesi però, nonostante tutto, lavoro molto bene”, tiene a precisare Tundo, “e sono stato da loro chiamato più volte per alcuni congressi sul nascente sistema di pronto soccorso”.
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Saggio di Natale a Nardò
Domenica 22 dicembre si è svolto al palazzetto dello sport Andrea Pasca di Nardò, il primo saggio di Natale della scuola di ballo Anastasia Dance: Jingle dance.
Non solo ballo ma anche attrazioni natalizie per tutti i bambini: Anna ed elsa, elfi, zucchero filato per tutti, babbo natale con la buca lettere per le letterine, angolo scenografico. Tante coreografie che hanno visto esibirsi 50 ballerini della scuola Anastasia Dance dei maestri Francesca Paglialunga e Salvatore Vacca.
L’evento è stato patrocinato dal Comune di Nardò, grazie alla preziosa collaborazione del presidente del Consiglio comunale con delega allo sport Antonio Tondo e del presidente della Consulta dello sport Tony De Paola.
Le iscrizioni per il nuovo anno sono aperte e i maestri vi aspettano in via due Aie, 67 a Nardò.
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Annuo Nuovo, una “buona vecchia abitudine: il bagno a mare
Sono tanti i salentini che nonostante l’estate sia solo uno sbiadito ricordo, continuano a “calare” i propri corpi nelle fredde e chiare acque di mare: una usanza, forse; una ricetta per la longevità, sostiene qualcun altro
Anche questo 2025 si è palesato con il volto e gli usi di altri inverni, un deja vù, insomma.
Sono tanti i salentini che nonostante l’estate sia solo uno sbiadito ricordo, continuano a “calare” i propri corpi nelle fredde e chiare acque di mare: una usanza, forse; una ricetta per la longevità, sostiene qualcun altro; un modo per curare la forma e l’anima; una sorta di rito propiziatorio, ci confidano, un po’ come fare il bagno nelle acque del Gange (per gli indù c’è la convinzione che effettuando il bagno nel fiume si possa ottenere il perdono dei peccati e un aiuto per raggiungere la salvezza).
Pertanto anche quest’anno a Capodanno passeggiando per le nostre coste, da Otranto– S. Cesarea a Castro, passando per Tricase e Leuca, era facile scorgere alcuni coraggiosi e volenterosi che iniziavano l’anno con il “solito” rito propiziatorio: il bagno a mare.
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Marittima: in Bottega l’ultimo appuntamento con le degustazioni
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