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Miggiano

Miggiano ricorda Luca Valente

Per non dimenticare. Giovedì 23 agosto, in piazza Giovanni Paolo II, si terrà il primo “Memorial Luca Valente”: serata all’insegna della preghiera, del ricordo e della musica

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Miggiano non dimentica. Anzi, tiene più che mai vivo il ricordo del suo Luca Valente, militare deceduto lo scorso inverno in Afghanistan all’età di 28 anni. Un evento tragico, un vuoto incolmabile, per il qual, specialmente per gli amici, non c’è modo di farsene una ragione. Sono passati quasi 6 mesi da quel tremendo 20 febbraio, da quella piovosa e grigia mattinata in cui Luca, assieme ad altri due commilitoni, perse la vita a Shindand, nella zona ovest del territorio afghano. Una crudele fatalità, propiziata dalle condizioni meteo particolarmente avverse, che hanno fatto sì che il mezzo sul quale viaggiavano, un Lince del Task Force Center, si ribaltasse nell’attraversare un corso d’acqua, intrappolandoli all’interno senza alcuna via d’uscita. Un quarto militare riuscì a salvarsi, venendo prontamente ricoverato per ipotermia. La notizia si diffuse immediatamente sconvolgendo il piccolo centro salentino, che fece quadrato nel dolore sino all’ultimo sontuoso saluto fra due ali di folla. Luca, nato l’8 gennaio del 1984 e facente parte del 66° Reggimento Fanteria Trieste, di stanza a Forlì, verrà poi immediatamente promosso a caporalmaggiore scelto con decreto del Ministro della Difesa. Gli amici di sempre, invece, nel loro piccolo continueranno a ricordarlo anzitutto come un caro “fratello”, un compagno di tante “avventure”. Sulla scia di questi sentimenti, giovedì 23 agosto, in piazza Giovanni Paolo II a Miggiano, si terrà il primo “Memorial Luca Valente”. Alle ore 20 la celebrazione della Santa Messa in suo suffragio costituirà l’inizio di una serata all’insegna della preghiera, del ricordo e della musica. Al termine della Santa Messa, verso le 21,30, la grande passione di Luca per la musica di Ligabue sarà omaggiata dal concerto della miglior cover band ufficiale del cantautore emiliano. Poi, sempre nel corso della medesima serata, ci sarà l’estrazione di numerosi e ricchi premi associati ad una lotteria, il cui ricavato sarà interamente devoluto alla realizzazione d’una scultura in memoria di Luca. Opera che possa continuare a rendere vivo e imperituro il ricordo di un giovane divenuto, in breve tempo, figlio e fratello di un’intera terra.

Giorgio Coluccia

Cronaca

Mancata precedenza al semaforo: incidente a Miggiano

Due i mezzi coinvolti, entrambi rimossi con carro attrezzi: sul posto anche carabinieri e soccorsi

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Violento incidente stradale questa mattina alle porte di Miggiano.

Due vetture si sono scontrate all’incrocio semaforico all’ingresso del paese lungo la provinciale 374 che conduce a Taurisano.

Per via di una mancata precedenza, sono entrati in collisione un Fiat Doblò vecchio modello ed una Volkswagen Tiguan.

A bordo del primo viaggiavano due uomini di Miggiano. Sul suv invece un uomo di Ruffano.

Non gravi le conseguenze patite.

I danni patiti dai mezzi e gli airbag, praticamente tutti apertisi, raccontano la portata dello scontro.

Sul posto soccorsi e forze dell’ordine, con l’intervento di due carro attrezzi, per la rimozione delle vetture, entrambe non più marcianti, e di una ditta specializzata nella pulizia e rimessa in sicurezza del manto stradale.

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Attualità

Nonna Rosa spegne 100 candeline

Emozione e festa alla Residenza per anziani “Don Tonino Bello 3” di Miggiano per la centenaria tricasina Rosa Coluccia

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Una festa tra sorrisi, abbracci e commozione ha segnato ieri il 100° compleanno di Rosa Coluccia (nata il 7 novembre 1924), di Tricase, ospite della Residenza per anziani “Don Tonino Bello 3” di Miggiano.

In un’atmosfera calorosa, con palloncini, torta e decorazioni a festeggiare questo traguardo straordinario, Rosa ha vissuto il suo giorno speciale circondata dall’affetto dei familiari, degli altri ospiti e del personale della struttura.

«Abbiamo la fortuna di condividere la quotidianità con persone come lei, che ci insegnano il valore di ogni momento e l’importanza degli affetti», ha sottolineato il dott. Marcello Falco, responsabile sanitario della residenza, «Rosa è la seconda centenaria che festeggiamo qui alla “Don Tonino Bello 3”, e celebrare insieme a lei questo traguardo ci riempie di gioia. È una conferma dell’impegno della struttura nell’offrire non solo assistenza, ma anche un ambiente in cui ogni ospite possa sentirsi accolto e apprezzato».

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Approfondimenti

Mesciu Pippi, custode dell’arte edilizia

Al secolo Raimondo Giuseppe Marra, nato nel 1943 a Montesano Salentino, considerato un custode della lavorazione tradizionale e un vero e proprio maestro delle volte a stella, a squadro e a botte

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In nostro approfondimento sulla tradizione del costruire salentino si chiude con una figura storica dell’edilizia salentina.

I più attempati si ricorderanno certamente di Mesciu Pippi.

Al secolo Raimondo Giuseppe Marra, nato nel 1943 a Montesano Salentino, anche se all’anagrafe risulta Miggiano, di cui il suo paese, all’epoca, era ancora frazione. A 15 anni iniziò a lavorare in cantiere e, da allora, l’arte edile è diventata la sua vita.

Tanto da essere considerato un custode della lavorazione tradizionale e un vero e proprio maestro delle volte a stella, a squadro e a botte.

La sua storia è riportata nel libro “Il cantiere edile come biografia e memoria”, scritto dall’architetto Venanzio Marra, figlio di Raimondo Giuseppe.

Mesciu Pippi cita il suo maestro: «È stato Donato De Matteis, un abile costruttore di Montesano. Poi ho avuto tanti altri maestri, tra cui Ippazio Morciano, mesciu Pati, di Tiggiano. Dopo aver lavorato con lui, nel 1973, ho dato vita alla mia attività».

Nonostante sul finire degli anni 70 stesse cambiando il modo di costruire passando dalle strutture interamente in muratura, con copertura a volta, ai sistemi in cemento armato, con le strutture puntiformi e i solai, Mesciu Pippi è rimasto legato alla tradizione: «Il passaggio dalle costruzioni tradizionali a quelle moderne non è stato indolore. Il cantiere tradizionale veniva sostituito da un cantiere in cui l’esecuzione delle opere diveniva più veloce, aumentava la standardizzazione della componentistica edile. Ma spesso si perdeva parte della sapienza costruttiva e le maestranze diventavano sempre più dequalificate. Sin dal 1975, quando capitava di demolire una volta (per esempio a stella) per costruire una struttura moderna con i solai piani, pensavo che i nuovi edifici non sarebbero durati così a lungo. Insomma, si demolivano strutture fatte ad arte per sostituirle con altre che non davano la stessa garanzia».

PER L’INTERVENTO DEL CONSERVATORE – RESTAURATORE GIUSEPPE MARIA COSTANTINI CLICCA QUI

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