Cronaca
Molesta sessualmente dipendente e finisce in manette
SAN FOCA (Melendugno). Dopo averla ripetutamente palpeggiata dietro il bancone la inseguiva e le saltava addosso tentando di avere un rapporto e procurandole delle ferite
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I Carabinieri della Stazione di Lecce Principale, coordinati dal Lgt. Mattia, hanno tradotto agli arresti domiciliari N.A., imprenditore di Lizzanello, 28 anni, eseguendo un provvedimento cautelare emesso dal GIP di Lecce. Il provvedimento è stato notificato a San Foca, dove il giovane è stato rintracciato all’interno di un noto locale del posto di cui egli è il gestore e dove si sono consumati i gravi fatti di cui è accusato: violenza sessuale continuata e aggravata dall’abuso del rapporto di lavoro, essendo egli datore della vittima. L’indagine dei Carabinieri di Lecce è stata avviata a seguito della denuncia della ragazza, ventenne studentessa leccese, avvenuta a metà maggio scorso: una sera la giovane si era presentata in caserma, in lacrime ed accompagnata dalla mamma, per mettere nero su bianco la violenza subita quella mattina. Da qualche settimana e grazie all’intermediazione di un conoscente comune, la ragazza era stata assunta come barista all’interno del locale di N.A. e, sin da subito, era stata oggetto di gravi apprezzamenti a sfondo sessuale da parte del ragazzo, incurante della pesantezza delle sue affermazioni. Nonostante taluni episodi di palpeggiamenti ed atti osceni sottaciuti inizialmente dalla ragazza, quel 15 maggio si era verificato un fatto gravissimo. In un momento di inspiegabile mancato controllo dei freni inibitori, dopo averla ripetutamente palpeggiata dietro il bancone, nonostante ella avesse tentato di rifugiarsi nel bagno di servizio, la inseguiva e letteralmente le saltava addosso tentando di avere un rapporto e procurandole delle ferite. Solo le urla della donna imponevano un temporaneo stop all’aggressore, che così mollava la presa e lasciava andare la vittima. I Carabinieri ihanno dato riscontro alle minuziose dichiarazioni appurando che N.A., forte del suo ruolo di “datore di lavoro” e venuto a conoscenza della denuncia, aveva poi minacciato la ragazza di conseguenze indescrivibili a suo carico. Oltre a quel fatto si aggiungevano altre molestie subite nel giro di qualche settimana. In brevissimo tempo, su input della Procura della Repubblica (dott. Capoccia), è stato chiesto ed emesso un provvedimento cautelare che, forse, ha scongiurato ulteriori e più gravi conseguenze. Ora il giovane avrà il tempo di riflettere accuratamente degli errori commessi.
Cronaca
Rissa nella notte a Ruffano
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Rissa nella notte a Ruffano con il coinvolgimento di un nutrito gruppo di persone.
L’episodio si è verificato in piazzetta Mons. Fiorito, attorno all’una. Protagonisti due gruppi di giovani che stavano trascorrendo la serata all’aperto.
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A scatenare la violenza sarebbero state delle attenzioni di troppo rivolte da qualcuno nei confronti di una donna.
In pochi attimi, dalle parole si è passati ai fatti ed i due gruppi, una ventina di persone in totale dall’età compresa tra i 20 ed i 30 anni, si sarebbero ritrovate nella zuffa.
Dai residenti in zona è partita una chiamata ai numeri d’emergenza. Sul posto sono accorsi i carabinieri, ma al loro arrivo i due gruppi si erano dileguati. Sul luogo le tracce della colluttazione, anche delle macchie di sangue. Nessuno si sarebbe recato nei vicini ospedali e, di conseguenza, nessuno al momento è stato identificato, ma si indaga sull’accaduto.
Cronaca
37enne arrestato dalla Polizia con cocaina, marijuana e hashish
L’attività di ricerca ha consentito di rinvenire numerosi barattoli contenenti sostanza stupefacente di varia tipologia. Al termine della perquisizione sono stati sequestrati oltre mezzo chilo di marijuana, 56 grammi di hashish e 56 grammi di cocaina…
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Nella giornata di ieri, a Lecce, la Polizia ha arrestato un uomo di 37 anni, responsabile del reato di detenzione finalizzata alla cessione a terzi di sostanza stupefacente.
Da un’attività informativa appresa in precedenza, la Sezione Narcotici di Lecce è venuta a conoscenza che un soggetto incensurato era dedito alla vendita di sostanze stupefacenti e che la base logistica dell’attività illecita era un appartamento in città.
I poliziotti a seguito di queste informazioni hanno dato avvio ad un servizio di appostamento ed osservazione grazie al quale, nella decorsa serata, hanno intercettato il 37 enne.
Nonostante l’indagato abbia tentato di condurre gli agenti presso altra dimora, indicata quale residenza, il compendio informativo in possesso degli investigatori confermava i sospetti acquisiti nella fase info-investigativa, pertanto il personale della narcotici procedeva alla perquisizione domiciliare nell’abitazione già posta sotto osservazione e nella disponibilità del sospettato.
L’attività di ricerca ha consentito di rinvenire numerosi barattoli contenenti sostanza stupefacente di varia tipologia. Al termine della perquisizione sono stati sequestrati oltre mezzo chilo di marijuana, 56 grammi di hashish e 56 grammi di cocaina.
A riscontro della detenzione finalizzata alla cessione a terzi, vi era materiale idoneo al confezionamento, bilancini e circa 1.600 euro in contanti.
Colto in flagrante l’uomo incensurato, è stato arrestato, e posto agli arresti domiciliari, come disposto dal P.M. del Tribunale di Lecce.
Attualità
Il Tar respinge ricorso per apertura sala giochi a Matino
Accertando quanto premesso il Tar Puglia aveva emesso nel settembre del 2020 un’ordinanza cautelare con la quale si pronunciava a favore del provvedimento del Comune di Matino poiché, si legge nel documento: “Le nuove autorizzazioni all’esercizio non vengono concesse nel caso di ubicazioni in un raggio inferiore a 250 metri, misurati per la distanza pedonale più breve, da istituti scolastici primari e secondari, università, biblioteche pubbliche, strutture sanitarie e ospedaliere e luoghi di culto”…
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Il Tribunale Amministrativo per la Puglia – Lecce (Sezione Terza) ha respinto il ricorso di una ditta che aveva richiesto l’autorizzazione per aprire una sala giochi a Matino.
L’immobile scelto per ospitare l’attività supera i limiti minimi (250 metri) di distanza da luoghi sensibili, nella fattispecie una struttura sanitaria.
La ditta ricorrente aveva presentato un primo ricorso nel 2020 contro il Comune di Matino, per richiedere l’annullamento del provvedimento emesso dal Responsabile del Settore Promozione strategica del territorio con il quale si negava “il rilascio dell’autorizzazione per l’attività di sala giochi”.
Le ragioni con le quali si respingeva la richiesta, come riporta il documento, fanno rifermento al fatto che “l’immobile in argomento non rispetta quanto previsto in merito alle distanze dai luoghi sensibili indicati dalla stessa“.
L’appellante aveva contestato il provvedimento per “eccesso di potere: illogicità e violazione del principio di proporzionalità”, ritenendo la struttura sanitaria citata non rientrante tra i luoghi sensibili descritti dalla legge in merito.
Accertando quanto premesso il Tar Puglia aveva emesso nel settembre del 2020 un’ordinanza cautelare con la quale si pronunciava a favore del provvedimento del Comune di Matino poiché, si legge nel documento: “Le nuove autorizzazioni all’esercizio non vengono concesse nel caso di ubicazioni in un raggio inferiore a 250 metri, misurati per la distanza pedonale più breve, da istituti scolastici primari e secondari, università, biblioteche pubbliche, strutture sanitarie e ospedaliere e luoghi di culto”.
Inoltre, la legge in merito precisa che si possono definire strutture sanitarie o socio-sanitarie tutte le strutture che eroghino “prestazioni di prevenzione, diagnosi, cura, riabilitazione e mantenimento delle abilità acquisite”.
Si precisa, in aggiunta, che “L’ambulatorio – nel quale un professionista iscritto ad un albo socio-sanitario esercita la sua professione – può essere gestito in forma individuale, associata o societaria e avvalersi esclusivamente di professionisti sanitari regolarmente abilitati e iscritti agli ordini o albi professionali di competenza”.
Difatti, lo studio medico in questione situato nel Comune di Matino si trova tra le strutture sanitarie accreditate ed è pubblicato regolarmente sul sito istituzionale delle Regione Puglia.
Dunque, all’udienza pubblica il Tar Puglia ha confermato l’infondatezza del ricorso, così come aveva espresso nella precedente ordinanza cautelare.
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