Cronaca
Nardò: in fiamme auto sindacalista
Nella notte tra mercoledì 2 e giovedì 3 maggio ignoti hanno dato alla fiamme l’auto, una Fiat Cinquecento nuova di colore rosso, della sindacalista Ugl di Nardò, Paola Mita.
Nella notte tra mercoledì 2 e giovedì 3 maggio ignoti hanno dato alla fiamme l’auto, una Fiat Cinquecento nuova di colore rosso, della sindacalista Ugl di Nardò, Paola Mita.
Il Presidente della Provincia di Lecce, Antonio Gabellone, ha espresso la sua solidarietà e quella dell’Amministrazione Provinciale alla rappresentante sindacale di Nardò “fatta oggetto nella notte di una brutale intimidazione. A Paola Mita, all’UGL e a tutti coloro che si schierano fortemente a sostegno dei diritti dei lavoratori e delle persone più deboli“, dice Gabellone, “va il sostegno delle istituzioni; non un sostegno di comodo o formale, ma un sostegno forte e chiaro che sarà sempre ribadito in ogni circostanza che sarà necessario”.
“Esprimo viva solidarietà all’avv. Paola Mita, dirigente del sindacato UGL di Nardò, dopo il vile atto intimidatorio di cui è stata vittima”. È quanto dichiara il consigliere della Regione Puglia e presidente di “Moderati e Popolari”, Antonio Buccoliero, dopo l’attentato incendiario ai danni dell’auto della dirigente cittadina dell’UGL di Nardò, Paola Mita. “In un momento così delicato per il lavoro e l’economia”, prosegue Buccoliero, “questo vile gesto appare ancora più inquietante, andando a toccare una donna che ha sempre messo la propria competenza e professionalità al servizio della comunità di Nardò. Ogni volta che si ricorre alla violenza, all’intimidazione e al subdolo ricatto vuol dire che qualcosa si è inceppato nel delicato meccanismo che regola il dialogo, il confronto e il rispetto e che bisogna subito riportare ai massimi livelli l’attenzione sociale, perché certi segnali di violenza e di intimidazione non vengano fatti passare con superficiale indifferenza. L’indignazione deve essere sempre unanime e bipartisan, perché chi sceglie la strada della violenza e della sopraffazione abbia chiaro il percorso arduo che dovrà affrontare. Sono certo che le Forze dell’ordine sapranno fare piena chiarezza su questo episodio, restituendo serenità ad una città laboriosa e solidale come Nardò. A Paola Mita, all’UGL e a quanti sono in prima linea nel difendere valori fondamentali come il lavoro e la legalità”, conclude Buccoliero, “va la mia personale vicinanza, nella consapevolezza che non sarà un gesto vile a fermare il quotidiano e onesto impegno di Nardò e dei suoi abitanti”.
Anche il presidente dell’Associazione Nazionale Tutela Diritti, Salvatore Antonazzo, ha espresso la sua solidarietà: “Un gesto inqualificabile verso cui si manifesta ferma condanna. A nessuno è dato di intimidire o influenzare l’attività sindacale. Si auspica che le forze dell’ordine possano fare chiarezza sulla vicenda e individuare in tempi brevi gli autori dell’ignobile atto, consegnandoli alla giustizia”.
Solidarietà anche da parte di Oronzo Capoti (Consigliere comunale e capogruppo Nuovocorso per Nardò) e Salvatore Donadei (Segretario Nuovocorso per Nardò): “Un atto inqualificabile di violenza estrema, per giunta contro una donna impegnata nel sociale e nelle lotte sindacali, merita una condanna ferma. Il silenzio della maggioranza e del sindaco Risi sull’argomento è imbarazzante. L’Ugl, sindacato storicamente vicino al centrodestra, non gode evidentemente delle simpatie di questa maggioranza. Arriviamo così al paradosso che, un’Amministrazione che interviene mediaticamente su tutto, tanto da passare inosservata quando dice qualcosa di serio, non senta il bisogno di condannare un simile gesto. Non è il primo attentato ai danni dell’Ugl in provincia di Lecce. Un sindacato che è quotidianamente al fianco dei lavoratori nelle vertenze sul territorio che si affaccia con forza nel mondo delle fabbriche e sui luoghi di lavoro. Noi, da veri democratici, dal canto nostro, esprimiamo vicinanza e solidarietà a Paola e all’Ugl Nardò”.
Cronaca
Arrestato corriere della droga
Sulla Brindisi Lecce fermato 50enne albanese a bordo di un’Alfa Romeo Giulietta. Trasportava 17 chili di cocaina che, una volta immessi sul mercato avrebbero consentito alle organizzazioni criminali destinatarie della droga profitti illeciti per 2 milioni di euro
I finanzieri del Comando Provinciale di Lecce durante un servizio di controllo economico del territorio, nella tarda serata di ieri, hanno individuato e fermato un’autovettura che procedeva sulla statale 613 tra Brindisi e Lecce.
L’autovettura con a bordo solo il conducente, un 50enne di nazionalità albanese, è stata sottoposta ad un normale controllo di polizia, in quanto i militari insospettiti dalla velocità sostenuta alla quale viaggiava il mezzo, un’Alfa Romeo Giulietta, nonché da evidenti segni di irrequietezza del’uomo, inducevano gli stessi ad approfondire tale situazione sospetta.
Il controllo preliminare e l’atteggiamento elusivo del conducente facevano ritenere necessaria un’ispezione più accurata del mezzo presso gli uffici di piazzetta dei Peruzzi, anche attraverso l’ausilio delle unità cinofile del Gruppo di Lecce.
L’approfondita ispezione ha dato esito positivo e consentito di individuare quindici panetti di circa 1.100 grammi ciascuno, per un peso complessivo di circa 17 chilogrammi di cocaina.
Il corriere, con precedenti penali specifici in materia di stupefacenti, è stato tratto in arresto e condotto presso la casa di reclusione di Borgo Sannicola a Lecce, mentre il veicolo utilizzato per il trasporto illecito, unitamente al quantitativo dello stupefacente, sono stati sottoposti a sequestro.
La cocaina immessa sul mercato avrebbe consentito alle organizzazioni criminali destinatarie dello stupefacente di ottenere illeciti profitti per circa 2 milioni di euro.
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Cronaca
Bruciava letame in campagna, denunciato titolare azienda agricola
Odori nauseabondi e inquinamento, rinvenuti dai carabinieri 140 metri cubi di letame combusto
A far scattare le indagini sono state le numerose segnalazioni da parte dei cittadini di Veglie.
Il titolare di un’azienda agricola è stato denunciato per illecita gestione di rifiuti speciali non pericolosi, depositati al suolo e smaltiti mediante combustione.
Gli odori nauseabondi che, negli ultimi giorni, hanno investito la cittadina vegliese hanno portato all’avvio delle indagini da parte dei militari della locale Stazione unitamente a quelli del Nucleo Carabinieri Forestali di Lecce che hanno ricondotto l’origine del fenomeno all’illecito trattamento di rifiuti da parte di un’azienda del territorio.
A seguito delle segnalazioni i carabinieri hanno effettuato diversi sopralluoghi e circoscritto l’area di origine fino ad individuare un’azienda agricola ricadente nel territorio di Salice Salentino.
L’ispezione ha consentito di accertare all’interno dell’area aziendale la presenza di numerosi cumuli di letame derivante da attività di allevamento zootecnico, sparsi su un’area di circa 450 metri quadri, per un volume di circa 140 metri cubi, per la maggior parte combusto.
Il titolare dell’azienda è stato quindi denunciato all’Autorità Giudiziaria per illecita gestione di rifiuti speciali non depositati al suolo e smaltiti mediante combustione.
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Cronaca
Lucugnano: «Sistemate quei semafori»
«Aspettiamo che qualcuno si faccia male per ripararli?». La segnalazione: all’ingresso della frazione, per chi proviene da Tricase, tre semafori che da fine settembre non funzionano
Se ad un incrocio vi è un semaforo vuol dire che qualcuno, a monte, lo ha ritenuto importante per la sicurezza di tutti i passanti, in auto, moto, bici o a piedi che sia.
A Lucugnano, all’ingresso per chi proviene da Tricase, da oltre due mesi, tre semafori sono lampeggianti, non funzionano!
«La funzionalità dei semafori per la viabilità che regola il traffico sulla provinciale è inefficace», ci ha segnalato Elisa C., una nostra lettrice della frazione tricasina.
Che risale anche alla causa e alle origini del guasto: «Il loro funzionamento si è interrotto durante un temporale a fine settembre, sono lampeggianti da allora e, nonostante le sollecitazioni, nessuno è mai intervenuto».
«Aspettiamo che qualcuno si faccia male per ripararli?» si chiede Elisa, che evidenzia come questo non sia «un piccolo inconveniente ma un potenziale pericolo che richiede attenzione immediata per la sicurezza di tutti».
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