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Nardò

Nardò: si volta pagina

Gli uomini di teatro sono soliti dire che un primattore lo si riconosce da come esce di scena. L’ormai ex sindaco Antonio Vaglio ha clamorosamente sbagliato

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Gli uomini di teatro sono soliti dire che un primattore lo si riconosce da come esce di scena. L’ormai ex sindaco Antonio Vaglio ha clamorosamente sbagliato la sua, di uscita di scena. Non avrebbe dovuto mettersi nelle condizioni di essere mandato a casa dalla non più rinviabile iniziativa dei 16 Consiglieri comunali – appoggiata, peraltro, da gran parte dell’opinione pubblica – dimessisi contemporaneamente, lo scorso 1° ottobre, decretando così la fine anticipata della consiliatura e l’arrivo del commissario prefettizio, Giovanni D’Onofrio. Per chi, come l’ex primo cittadino, governava a Nardò ininterrottamente dal 2002, è stato un vero peccato. Sarebbe stato molto più ragionevole e dignitoso per Vaglio, non avendo i numeri per governare, confermare le dimissioni date a fine agosto e porre fine, lui stesso, ad un’esperienza politica ormai agonizzante e percepita come tale anche dai cittadini più disattenti alle vicende di Palazzo Personè. Invece, l’infelice scelta di proseguire pur sapendo di avere l’appoggio di soli 10 Consiglieri su 30 e i tentativi di far “sposare” la propria causa a qualcuno della minoranza (rimasti per lo più inascoltati) hanno fatto passare il messaggio – giusto o meno che fosse – di un incaponimento personale da parte del primo cittadino e di chi è rimasto al suo fianco che niente aveva a che fare con il bene della città. Anzi, la situazione amministrativa era più che mai in stallo con i finanziamenti comunitari dei PIRP e quelli dell’Area Vasta messi seriamente a rischio a causa dei ritardi degli uffici e, soprattutto, delle difficoltà di bilancio. Davanti a questo scenario, non restava che la prova di forza, a cui, però, paradossalmente la minoranza non si è presentata compatta: fra i 16 firmatari delle dimissioni che riporteranno Nardò alle urne in primavera (Giuseppe Spenga di “Noi per Nardò”, Salvatore Donadei e Adriano Muci di “Nuovo Corso”, Oronzo Capoti de “La Città”, Daniele Russo, Simona D’Ambrogio e Antonio Tiene del PD, Sergio Orlando e Giuseppe Durante di “Città Nuova”, Pierpaolo Losavio di “Io Sud”, Mino Frasca, Maurizio De Bitonti, Mirella Bianco, Gino Negro e Antonio Sabato de “La Puglia prima di tutto”, Rino Dell’Anna dell’UdC) non c’erano, infatti, i due rappresentanti del PdL in Consiglio, Totuccio Calabrese e Egidio Maceri. La motivazione ufficiale è che i due avrebbero preferito far cadere Vaglio in sede di assise comunale da convocare a fine ottobre per l’approvazione del disastrato bilancio. Peccato che la cosa strida abbastanza con l’idea di una sorta di “tregua istituzionale” lanciata da uno dei riferimenti politici del PdL in città, vale a dire Giovanni Però, che, pochi giorni prima delle dimissioni dei Consiglieri, aveva spiazzato tutti con questa proposta che lasciava quasi intendere la volontà da parte del principale partito avverso a Vaglio di portargli soccorso. Quale delle due intenzioni avrebbe prevalso, se si fosse arrivati in Consiglio? Molti ancora se lo chiedono. Comunque sia, adesso Nardò è chiamata a voltare pagina. Il futuro, con le condizioni in cui sono i conti comunali, non potrà essere subito roseo per chiunque sostituirà Vaglio. Ci vorranno tempo e sacrifici e si spera che almeno sotto questo aspetto non si raccontino favole nella campagna elettorale che sta per iniziare. Il quadro dei candidati e delle coalizioni non si chiarirà subito e, viste le divisioni interne al centrosinistra e al centrodestra, davvero di tutto potrebbe accadere. Una cosa soltanto appare abbastanza evidente: come succede sempre quando i partiti tradizionali sono in difficoltà (e a Nardò lo sono), le liste civiche, espressione della società civile, di sicuro faranno la loro parte.


Ilaria Marinaci

Attualità

L’eterna Danza delle Onde

Il Salento, con il suo mare cristallino, la sua ricca storia e cultura, si eleva come fonte d’ispirazione per un emozionante progetto musicale delle FeminaeMaris che abbraccia anche l’Albania

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Nasce FeminaeMaris, il trio formato dalle musiciste salentine Silvia Boccadamo e Antonella Napoli, unite alla talentuosa cantante albanese Hersi Matmuja.

Il mare, forza dominante e collante culturale delle nazioni del Mediterraneo, è il filo conduttore del loro progetto.

Silvia e Antonella, animate dalla passione per la loro terra, hanno trovato in Hersi una compagna di viaggio altrettanto legata alla sua amata Albania. Le tre musiciste, tutte di formazione classica, daranno così vita a “L’eterna Danza delle Onde”.

VIAGGIO MUSICALE TRA STORIA E CULTURA

L’eterna Danza delle Onde” è un progetto musicale che invita l’ascoltatore a un viaggio sonoro attraverso il Salento, territorio ricco di storia e cultura.

Questo lavoro raccoglie brani inediti che descrivono luoghi specifici e le loro peculiarità, intrecciando storie e tradizioni con quelle degli antichi popoli che si insediarono nel Salento.

Il repertorio del progetto varia da pezzi a voce e tamburo, a melodie affascinanti, danze dai ritmi misti e brani strumentali evocativi.

Ogni composizione è pensata per trasportare il pubblico in una dimensione sognante, dove passato e presente si fondono in un’armonia unica.

Attraverso melodie emozionali e arrangiamenti classici, il Salento viene raccontato in modo originale, in modo diverso, rispetto ai capisaldi della Pizzica e della Taranta, con un omaggio musicale alla poesia di questo eccezionale territorio, che risuona in ogni nota e ritmo.
L’eterna Danza delle Onde” promette di regalare un’esperienza sensoriale completa, evocando l’anima del Salento e le sue mille sfaccettature attraverso una narrazione musicale senza tempo.

IL PROGETTO DISCOGRAFICO

Il trio sta collaborando con Corrado Production per la realizzazione del primo CD del progetto. La produzione prevede registrazione, editing, missaggi e mastering, pubblicazione su piattaforme digitali e la realizzazione di videoclip.

I BRANI DEL PROGETTO

PALASCIA (Otranto) – Immersa nella magia di un luogo simbolo del Salento, Palascia è la punta più orientale d’Italia, evocando intense sensazioni legate all’anima salentina.

1481 LA RECONQUISTA (Otranto) – Il brano rievoca la battaglia di Otranto del 1480-1481, una tragica pagina di storia in cui l’esercito ottomano attaccò la città, allora parte del Regno di Napoli.

FLORILANDA – (Torre Sabea Gallipoli) – La leggenda di Flavio e la sua amata che scompaiono verso l’orizzonte, rappresenta un eterno destino d’amore, simboleggiato dai gabbiani che danzano nel cielo di Gallipoli.

LACRIME D’ARGENTO – Una terra ferita, dove prima c’era l’oro del Salento adesso c’è solo un paesaggio lunare. Il dramma della xylella che ha provocato dolore e danni, raccontato con la sensibilità di chi non si arrende mai alle avversità. Questo è un brano dedicato all’ulivo, simbolo eterno del Salento; il brano celebra la resilienza e la bellezza di questo albero secolare e la forza di un territorio mai domo, pronto a rialzarsi sempre, dopo ogni caduta.

LA DANNATA (Torre dell’Alto, Nardò) – La tragica storia di una giovane fanciulla che, per sfuggire all’ingiustizia dello jus primae noctis, si getta dalla rupe, diventando leggenda nelle notti di luna piena.

ANI MORI HANAOh Mia Luna (Albania-Salento) – Una danza popolare del nord Albania si intreccia con i dialetti albanese e salentino, creando una preghiera alla luna per guidare verso l’amore.

KALÀ (Albania) – Ispirato alla leggenda della Fortezza di Rozafat in Albania e alla principessa di Acaia, il brano narra di sacrifici e magie, di una madre murata viva e di una principessa trasformata in pietra.

LA DANZA DEI DUE MARI – Una terra magica, il Salento, descritta dal detto “lu sule, lu mare, lu ientu”, viene celebrata per le sue limpide acque, giornate soleggiate e il vento che mitiga il caldo. Questo brano è un inno alla bellezza con punte liriche piene di vita e di speranza.

IL POZZO DEI MIRACOLI (Galatina) – Un brano ispirato alla leggenda del miracolo dell’acqua di Galatina, capace di guarire dalla puntura delle tarante.

LE SECCHE DI PIRO (Ugento) – Dedicato alla leggenda di Pirro e alle temutissime secche ugentine che ostacolarono il suo soccorso a Taranto.

PRESENTAZIONE DEL PROGETTO – La presentazione del progetto è in programma domenica 21 luglio alle ore 21, presso il Teatro Cavallino Bianco di Galatina, con ingresso gratuito per invito.

 

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Attualità

Medici salentini contro l’autonomia differenziata

Il presidente dell’OMCeO di Lecce Donato De Giorgi: «La scarsezza di risorse, vera causa di tempi di attesa vergognosamente lunghi, sarà sempre più evidente dall’applicazione dell’autonomia differenziata che penalizzerà il Sud, creando gravissimi disagi ai medici e, soprattutto, ai cittadini»

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«Si rimane basiti da alcune dichiarazioni comparse sulla stampa locale, secondo cui per risolvere le emergenze, che alcune Strutture stanno vivendo nel nostro territorio in maniera drammatica, sia necessario non solo “una più efficace organizzazione delle risorse umane”, ma anche “la necessità che alcuni Direttori di Unità Operative abbandonino la scrivania e diano una mano concreta”. Oltre a grossolane inesattezze riguardanti l’attività del presidio ospedaliero di Gallipoli, che avrebbe “sale operatorie inattive da mesi”, le dichiarazioni puntano il dito nella direzione sbagliata».

È lo sfogo di Donato De Giorgi, presidente dell’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri (OMCeO) di Lecce.

«In realtà», tuona il dott. De Giorgi, «solo la straordinaria attività di tutti i medici e del Personale Sanitario ha consentito di far sopravvivere il SSN nel nostro territorio (come, del resto, conferma l’84,1% degli Italiani, secondo l’ultimo sondaggio Censis)».

Poi la sottolineatura: «Quando si afferma “tutti i Medici” ci si riferisce proprio a tutti: i MMG, i pediatri, gli specialisti territoriali, i medici del pronto soccorso, 118, continuità assistenziale, ospedalieri, direttori di U.O., medici del servizio pubblico, privati, convenzionati, ecc.».

«Solo il loro lavoro continuo, il loro impegno instancabile, la loro professionalità competente, la loro azione silenziosa in situazioni difficili di gravissimo disagio», insiste il presidente provinciale dell’OMCeO, «rappresenta lo straordinario e insostituibile riferimento per affermare la centralità della salute come diritto di tutti».

In questi giorni chi gestisce e chi amministra la salute nel nostro territorio avendo l’impegno di ridefinire ruoli, accorpamenti in situazioni ospedaliere periferiche e la decisiva riorganizzazione del territorio, ha sempre poco (o nessuno) spazio per allargare le risorse umane (assunzioni) e fornire ai professionisti motivazioni forti.

Secondo Donato De Giorgi: «La scarsezza di tali risorse, vera e decisiva causa dei tempi di attesa inaccettabilmente e vergognosamente lunghi, sarà sempre più evidente dall’applicazione dell’autonomia differenziata che penalizzerà soprattutto il Sud, creando gravissimi disagi ai medici e, ciò che più conta, ai cittadini».

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Appuntamenti

Nardò Jazz Festival: aprono gli Yuts and Culture

Venerdì 19 luglio con un tuffo nella black music e nel jazz funk della band salentina di 11 elementi che mescola funk, soul e r’n’b, senza rinunciare alla modernità di un repertorio originale. Nei giorni successivi il quartetto del chitarrista americano Jonathan Kreisberg e il trio del pianista salentino Giuseppe Magagnino

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Sta per prendere il via il Nardò Jazz Festival che sarà ospitato dal 19 al 21 luglio nel Giardino Storico Botanico della Villa Comunale con ingresso gratuito.

Il NJF, esperienza unica di musica e cultura, aprirà i battenti venerdì 19 luglio con un tuffo nella black music e nel jazz funk degli Yuts and Culture (foto in alto), band salentina di 11 elementi che mescola funk, soul e r’n’b, senza rinunciare alla modernità di un repertorio originale.

La band (Vincenzo Baldassarre – voce; Alberto Zacà – chitarra; Daniele Arnone, Kalad Marra – tastiere; Pierpaolo Polo – basso elettrico; Diego Martino – batteria; Angelo de Grisantis – percussioni; Carlo Gioia – sax; Lorenzo Lorenzoni – trombone; Carmen Melcarne, Liana Enrica – cori) affonda nelle radici della black music e agevola uno sguardo verso il futuro: “Naked Truth” è l’esordio discografico degli Yuts and Culture.

Nata originariamente come band Reggae Roots, con il passare del tempo, subisce un’inevitabile contaminazione di stili. I classici ritmi in levare si mescolano a Funk, Soul, R’n’B, nella tipica concezione anni settanta, ma senza rinunciare alla modernità.

L’obiettivo del progetto Yuts and Culture è quello di creare una musica autentica, sincera, spirituale, in grado di trasmettere un sentimento di empatia nell’ascoltatore. Dopo la pubblicazione su Reggaeville dei singoli “Rich” e “Naked Truth”, la band esordisce ufficialmente con questo album composto da otto inediti e dalla cover di “Soul Almighty”, brano di Bob Marley, riletto in stile funk.

Sabato 20 il NJF ospiterà il quartetto del chitarrista americano Jonathan Kreisberg, un ensemble di eccellenza nel panorama del jazz contemporaneo internazionale.

La band (Jonathan Kreisberg – chitarra; Marko Churnchetz – pianoforte; Luca Alemanno – contrabbasso; Colin Stranahan – batteria) proporrà un concerto tra composizioni originali ed innovative reinterpretazioni dei classici del jazz con un perfetto amalgama tra virtuosismo tecnico e profonda espressività emotiva.

Considerato tra i più notevoli e interessanti chitarristi della scena newyorkese, Jonathan Kreisberg è un musicista in possesso di ragguardevole tecnica abbinata ad una profonda conoscenza dei linguaggi improvvisativi la cui musica si distingue per la sua ricchezza armonica, la tecnica impeccabile e la profonda sensibilità emotiva.

Il NJF si concluderà domenica 21 luglio con il trio del pianista salentino Giuseppe Magagnino che si arricchisce ora della collaborazione con la cantante e autrice jazz Simona Severini per ripercorrere, con passo originale, le innumerevoli strade delle ‘Song’, avendo per bussola standard jazz e piste dell’America contemporanea, ma soprattutto sperimentando tracce del tutto personali e ancora inedite.

Il trio è composto da Giuseppe Magagnino (piano) Giampaolo Laurentaci (contrabbasso), Dario Riccardo, (batteria); special guest Simona Severini (voce)

Nello stile del pianista salentino Giuseppe Magagnino si riscoprono profondi legami con la tradizione jazz afroamericana integrata in maniera molto personale a suoni e suggestioni del jazz nordeuropeo contemporaneo.

 

 

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