Attualità
Natale ed il miracolo di San Giuseppe
Quando ho capito che non potevo farcela con le mie uniche forze, ho invocato l’aiuto di San Giuseppe…
“Quando ho capito che non potevo farcela con le mie uniche forze, ho invocato l’aiuto di San Giuseppe e, come per miracolo, è successo l’incredibile”.
La voce che, rotta dall’emozione e dallo stupore, ci narra l’accaduto, è quella di un parroco tricasino, don Flavio, rettore della Parrocchia della Natività, Beata Maria Vergine (per tutti Chiesa Madre), di Tricase.
“Causa pandemia e relativi problemi, non vi nascondo che le famiglie bisognose di aiuto crescono esponenzialmente; prima, bene o male, riuscivamo a tenere testa a quelle che erano le “preghiere” che arrivavano in Parrocchia, ma da marzo in poi, con il passare del tempo e col decorrere della crisi, le richieste sono diventate pressanti e, non vi nascondo, che è stato allora che ho invocato San Giuseppe (il Santo dei bisognosi).”
Senza freno, con l’impellenza di dover compartecipare quanto accaduto, quasi a doversi liberare da un peso, prosegue: “Dovete sapere che noi posiamo sempre in chiesa, davanti all’altare, alcune ceste in vista, per quanti vogliono lasciare qualcosa da donare ai più bisognosi e, vi devo confessare, le troviamo sempre ricche di provvidenza; ma la “grazia” non bastava più: quando sono cominciati ad arrivare, al fonte della carità, famiglie, uomini soli o con figli senza alcuna possibilità di cucinare o bisognosi di una tavola, mi sono rivolto ancora a San Giuseppe”.
“Poche ore dopo, con mio estremo stupore”, ed una emozione tangibile che gli faceva brillare gli occhi, “mi si presenta davanti un signore distinto che chiede di poter fare del volontariato (considerata l’aria che tira); esterrefatto gli chiedo: ‘Cosa sai fare?’, e lui di rimando: ‘Fino ad ora ho fatto il cuoco…’. E, ribatto: ‘Come ti chiami?’: ‘Giuseppe’, è stata la laconica risposta!
Mi sono scese le lacrime agli occhi, una forte commozione ha colmato il mio cuore, forse, ho pensato, San Giuseppe mi ha ascoltato. “Bene”, gli ho ribattuto con voce di giubilo, “allora possiamo organizzare per le sante feste, una mensa per i tanti bisognosi che bussano alle porte della Parrocchia!”
“Più ci interrogavamo su come poter soddisfare, con i pochi ‘mezzi’ che arrivano in parrocchia, le oltre cento famiglie che oggi mendicano la nostra attenzione, più aumentava l’ansia di non potercela fare, ed è stato allora che, ancora una volta, ho pregato San Giuseppe!”.
Il tempo di una ave Maria e ricevo un’altra telefonata. Era quella di Federica, la Presidente del Rotary Club Tricase Capo di Leuca che, con molto garbo mi apostrofava: ‘don Flavio, quest’anno, per il Santo Natale, abbiamo pensato di devolvere quota parte del nostro ricavato ai più poveri, ai più bisognosi, ed abbiamo sentito l’esigenza di rivolgerci a lei quale parroco della Parrocchia più numerosa della città’. Ci istruisca su come possiamo aiutarla. “Troppa grazia San Giuseppe, ho pensato! Ora rimbocchiamoci le maniche, abbiamo pane e companatico, ci mancano solo altri volontari che assolvano parte del compito e l’ultima preghiera che rivolgiamo a San Giuseppe: accompagnaci in ogni azione rivolta ai ‘miserabili’ della terra”. Don Flavio, con le mani giunte al cielo ci congeda: “Abbiamo fede che queste nostre invocazioni raggiungano tutti: quanti già conoscono il nostro operato e tanti altri che, la dignità, la vergogna, il decoro, la nobiltà d’animo non gli consentono di chiedere aiuto. Vi imploro chiamatemi, scrivetemi, chattate con me, la nostra porta è sempre aperta, lo sguardo di San Giuseppe ci guida, non abbiate timore”.
La Presidente del Rotary Club Tricase, Federica Mitolo De Donno, ci ha anche tenuto a confermare come “l’intero gruppo, unanime, del circolo Rotary Club di Tricase-Capo di Leuca, abbia condiviso questa meritoria azione; lo stesso team che si è premurato di trovare diversi giocattoli che, sempre per mano di don Flavio, arricchiranno i ‘poveri’ alberi di Natale di bambini indigenti”.
Luigi Zito
Attualità
Grande partecipazione alla messa dello sportivo a Nardò
Ancora una volta, lo sport neretino si è radunato per la Messa dello Sportivo, un appuntamento liturgico divenuto ormai tradizione, organizzato dal Presidente del Consiglio comunale di Nardò, Antonio Tondo, in collaborazione con la Consulta comunale dello sport neretino.
Grande e sentita partecipazione da parte delle associazioni, dei team e degli atleti neretini, che hanno assistito alla liturgia celebrata da Sua Eccellenza Mons. Fernando Filograna, Vescovo della Diocesi Nardà-Gallipoli, la cui omelia è stata fonte di coraggio ed ispirazione, in particolar modo per i tanti giovanissimi presenti.
Presso la Cattedrale di Nardò, lo scorso 20 dicembre, si sono infatti radunati i dirigenti e i rappresentanti di ogni tipo di sport, sia di squadra che individuali, di ogni età, affinché vengano custoditi i sani principi che lo sport tramanda.
Attualità
Ineleggibilità dei Sindaci: “Discriminatoria e antidemocratica”
Il dissenso di Anci Puglia per la norma che sancisce che “non sono eleggibili a Presidente della Regione e a Consigliere regionale i Presidenti delle Province della Regione e i Sindaci dei Comuni della Regione”
L’associazione dei Comuni pugliesi chiede la revoca della modifica alla legge elettorale regionale, denunciando una penalizzazione ingiusta per i sindaci e una limitazione della libertà di scelta degli elettori.
Anci Puglia esprime fermo dissenso nei confronti della recente modifica all’articolo 6, comma 1, della Legge Regionale 9 febbraio 2005, n. 2 – “Norme per l’elezione del Consiglio regionale e del Presidente della Giunta regionale” – approvata dal Consiglio regionale mediante emendamento.
La nuova formulazione del comma 1 stabilisce che “non sono eleggibili a Presidente della Regione e a Consigliere regionale i Presidenti delle Province della Regione e i Sindaci dei Comuni della Regione”.
Tuttavia, tale ineleggibilità viene esclusa se i soggetti interessati si dimettono dalla
carica non oltre sei mesi prima del compimento del quinquennio di legislatura, o, in caso di
scioglimento anticipato del Consiglio regionale, entro sette giorni dalla data di scioglimento.
I Sindaci di Puglia, secondo ANCI, risultano pertanto fortemente penalizzati dal vincolo di ineleggibilità alle regionali e ritengono si tratti di una norma ingiustificatamente discriminatoria e
antidemocratica: Viene così compromesso non solo il legittimo diritto, costituzionalmente garantito, a candidarsi come chiunque altro, ma anche i cittadini e le cittadine vedono limitarsi la libera scelta per l’esercizio del diritto di voto: “Il termine di 180 giorni per dimettersi risulta infatti estremamente rigido e penalizzante e determina una disparità di trattamento oggettiva tra amministratori locali e altre categorie di cittadini eleggibili.
I Sindaci sono i rappresentanti più diretti e più vicini ai cittadini; tuttavia, invece di valorizzare il loro contributo potenziale nella competizione elettorale regionale, arricchendo così il pluralismo democratico, questa norma li mortifica pesantemente.
Inoltre, priva le comunità amministrate di
una guida con largo anticipo e, ipoteticamente, anche inutilmente, qualora il Sindaco non venisse poi candidato nelle liste regionali.
Anci Puglia ha raccolto nelle ultime ore le rimostranze e la delusione di tanti Sindaci e Sindache – di ogni schieramento politico, perché la norma penalizza tutti, in modo trasversale – e sta valutando ogni più utile ed opportuna azione congiunta, anche giurisdizionale”.
Soprattutto, ANCI PUGLIA oggi chiede ai Consiglieri regionali che hanno proposto e votato l’emendamento di “ritornare sui propri passi, di cancellare quella norma assurda e discriminatoria e consentire a tutti il libero accesso al diritto di candidarsi, accettando un confronto paritario, plurale e democratico.
Al Presidente Michele Emiliano, che è stato Sindaco della Città capoluogo e ha poi voluto
interpretare la carica di Governatore come “Sindaco di Puglia”, chiediamo di fare tutto quanto in suo potere per ripristinare, in seno al Consiglio regionale, il rispetto dei princìpi sacrosanti ed inviolabili di democrazia, uguaglianza di fronte alla Legge e pluralismo”.
Approfondimenti
Inaugurata la biblioteca “Giambattista Lezzi” a Casarano
il Sindaco De Nuzzo e l’Assessore Legittimo: “Grazie alla fiducia che i cittadini ci hanno accordato”. “Avevamo la necessità di una Biblioteca “vera” aperta, fruibile. Per questo motivo abbiamo iniziato da zero”.
“Ci sono sogni destinati a rimanere tali ma che comunque aiutano a migliorarsi. Altri destinati a realizzarsi nel momento in cui si ha la possibilità di incidere”.
E’ lapidario il sindaco di Casarano, Ottavio De Nuzzo, durante l’inaugurazione della nuova Biblioteca Comunale della città.
“È grazie alla fiducia che i cittadini hanno accordato alla nostra Amministrazione che tutto è iniziato. Avevamo la necessità di una Biblioteca “vera” aperta, fruibile. Per questo motivo abbiamo iniziato da zero.
E prosegue: “Sono stati anni di lavoro: convenzione con il Polo Biblio Museale di Lecce, partecipazione al bando per il servizio civile 2025, adesione rete delle Biblioteche Regionali, censimento matricola al Ministero, progettazione e realizzazione arredi e tanto altro.
Fatica? No gioia di vedere prendere corpo e anima ad un luogo che sarà un punto di partenza da dove si propagheranno, tutto intorno, attività culturali”.
“Da quelle stanze”, sostiene l’assessore, Emanuele Leggittimo, “si sprigionerà una luce forte che passando da Palazzo De Judicibis si estenderà nel Sedile comunale per arrivare a Piazza Mercato.
Lievito di vita e di bellezza, di incontro e scambi di saperi.
Siamo contenti e orgogliosi, oggi lo possiamo dire per aver potuto inaugurare e contare su “un luogo del sapere” che è la Biblioteca Comunale “Giambattista Lezzi”.
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