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O paghi o taci: il ricatto economico per i lavoratori

Un provvedimento che rischia di compromettere in maniera subdola le possibilità di giustizia di tanti lavoratori costretti ad adire le vie giudiziarie per vedere riconosciuti

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Un provvedimento che rischia di compromettere in maniera subdola le possibilità di giustizia di tanti lavoratori costretti ad adire le vie giudiziarie per vedere riconosciuti i propri diritti sul posto di lavoro. È la conseguenza che a breve potrà verificarsi, se non si interverrà per eliminare il contributo economico da versare prima di avviare una causa di lavoro, di recente introdotto dal governo nazionale. Per oltre 50 anni, uno degli pilastri dell’ordinamento giuslavoristico italiano è stato infatti la gratuità del processo del lavoro. Naturale conseguenza dello spirito costituzionale che vedeva nel diritto del lavoro, e nel Lavoro posto a fondamento della Repubblica, lo strumento per riequilibrare i rapporti di forza tra le diverse parti (datori di lavoro e lavoratori), garantendo al contempo coesione sociale e protezione della parte debole. Il decreto legge di recente approvato dal governo nazionale nasconde una pericolosa insidia, che è in realtà una precisa scelta ideologica e culturale. Subordinare la scelta di rivendicare i propri diritti in sede giudiziale, quando la scelta va presa da lavoratori i cui disagi lavorativi si traducono spesso in difficoltà economiche, significa infatti mettere in discussione l’esigibilità di diritti fondamentali faticosamente conquistati in anni di lotte e sacrifici. Una scelta che fa il paio con la legge 183/2010, il cosiddetto Collegato Lavoro, approvato dal governo nazionale lo scorso novembre. Da un lato una drastica riduzione dei termini entro cui poter promuovere un giudizio per vedere riconosciuti i propri diritti, dall’altro, oggi, l’introduzione di un balzello che ha tanto l’amaro sapore del ricatto economico e che compromette l’autonomia di scelta del singolo cittadino/lavoratore. Con l’effetto perverso di rendere sempre più la giustizia del lavoro un fatto privato, dove la parte debole è destinata a “pagarsi” la possibilità di difesa e di riscatto. Una scelta pericolosa che trova già impegnata la CGIL, a tutti i livelli e con tutti i suoi mezzi, in una forte azione di contrasto.


Luca Toma – Ufficio Vertenze Legale CGIL Lecce

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Saggio di Natale a Nardò

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Domenica 22 dicembre si è svolto al palazzetto dello sport Andrea Pasca di Nardò, il primo saggio di Natale della scuola di ballo Anastasia Dance: Jingle dance.

Non solo ballo ma anche attrazioni natalizie per tutti i bambini: Anna ed elsa, elfi, zucchero filato per tutti, babbo natale con la buca lettere per le letterine, angolo scenografico. Tante coreografie che hanno visto esibirsi 50 ballerini della scuola Anastasia Dance dei maestri Francesca Paglialunga e Salvatore Vacca.

L’evento è stato patrocinato dal Comune di Nardò, grazie alla preziosa collaborazione del presidente del Consiglio comunale con delega allo sport Antonio Tondo e del presidente della Consulta dello sport Tony De Paola.

Le iscrizioni per il nuovo anno sono aperte e i maestri vi aspettano in via due Aie, 67 a Nardò.

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Annuo Nuovo, una “buona vecchia abitudine: il bagno a mare

Sono tanti i salentini che nonostante l’estate sia solo uno sbiadito ricordo, continuano a “calare” i propri corpi nelle fredde e chiare acque di mare: una usanza, forse; una ricetta per la longevità, sostiene qualcun altro

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Anche questo 2025 si è palesato con il volto e gli usi di altri inverni, un deja vù, insomma.

Sono tanti i salentini che nonostante l’estate sia solo uno sbiadito ricordo, continuano a “calare” i propri corpi nelle fredde e chiare acque di mare: una usanza, forse; una ricetta per la longevità, sostiene qualcun altro; un modo per curare la forma e l’anima; una sorta di rito propiziatorio, ci confidano, un po’ come fare il bagno nelle acque del Gange (per gli indù c’è la convinzione che effettuando il bagno nel fiume si possa ottenere il perdono dei peccati e un aiuto per raggiungere la salvezza).

Pertanto anche quest’anno a Capodanno passeggiando per le nostre coste, da OtrantoS. Cesarea a Castro, passando per Tricase e Leuca, era facile scorgere alcuni coraggiosi e volenterosi che iniziavano l’anno con il “solito” rito propiziatorio: il bagno a mare.

 

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Marittima: in Bottega l’ultimo appuntamento con le degustazioni

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Riceviamo e pubblichiamo

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