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Parabita: commercianti infuriati

Mazzata! Si rincorrono vorticose le voci su aumenti indiscriminati ed esorbitanti (300 o 400%) delle rate relative a quelle strane sigle come TARSU o TARES (la spazzatura!)

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C’era un tempo in cui chiacchierare con i commercianti era una pratica quasi lieta; era notorio infatti che, vuoi per abitudine, vuoi per scaramanzia, nessun buon commerciante si dispensava dalle cosiddette “lamentele”: sui guadagni sempre minori, sulle tasse, sulle aziende inaffidabili… salvo poi magari vedere che, bontà loro, il tenore di vita era sempre migliore e quindi tutto ciò lo si poteva affrontare con un mezzo sorriso forse anche ironico.

Quei tempi però sono da tempo passati e chiacchierare con i commercianti oggi è ben altra esperienza e ti accorgi dai loro occhi che le lamentele non son più degli scongiuri ma l’urlo disperato di chi non è sicuro di riuscire ad aprire a lungo le saracinesche del proprio negozio. Si dirà che è la crisi e si dirà pure che riguarda tutti. È vero, ma a Parabita, oltre alle difficoltà che affrontano tutti gli altri, si aggiungono delle difficoltà che paradossalmente vengono proprio da chi dovrebbe invece dare loro una mano per risollevarsi: l’Amministrazione comunale.

Il tema ovviamente sono le tasse e proprio in questi giorni si rincorrono vorticose le voci su aumenti indiscriminati ed esorbitanti (300 o 400%) delle rate relative a quelle strane sigle come TARSU o TARES ma che però stanno ad indicare solo la cosiddetta spazzatura. Cominciamo con il dire che tutti questi numeri sembrerebbero effettivamente campati in aria ma non perché falsi nella loro sostanza, quanto piuttosto perché ad oggi, nemmeno chi dovrebbe stabilirli sembra saperne l’effettiva misura. Partiamo con il dire che il contratto attualmente in vigore con la ditta IGECO (e che è operativamente entrato in vigore lo scorso marzo) dietro la discutibile motivazione dell’ottimizzazione del servizio di raccolta differenziata, ha subito un aumento mensile di 20mila euro, passando dai precedenti 67mila agli attuali 87mila (ben quindi un terzo in  più). È piuttosto intuibile che questi soldi dovranno pur uscire da qualche parte e se anche una qualche diminuzione dei costi di discarica è prevista, non sembra certo in grado di sopperire all’impennata della spesa.

A questo però va aggiunto il fatto che, pur essendoci già messi alle spalle il mese di luglio, non vi è ancora traccia almeno della bozza del nuovo regolamento TARES né, tantomeno, di una proiezione della tariffa fino a fine anno. Questo comporta innanzitutto che non c’è più tempo materiale per diluire nelle solite 4 rate l’importo della spazzatura (saranno quindi solo tre) e poi comporta soprattutto che, come detto in precedenza, nessuno sa quanto effettivamente si andrà a spendere perché nessuno, sino ad ora, si è seduto a tavolino a fare una botta di conti. Oltretutto le prime due rate (30 settembre e 30 ottobre) sono commisurate sulla vecchia TARSU quali acconti, mentre quella del 20 novembre conterrà l’incognita TARES che, pur essendo ancora una sconosciuta, già sappiamo porterà in dote i 20mila euro al mese in più di cui prima e non solo. “Non è una situazione che rende giustizia alla cittadinanza in generale ed ai commercianti in particolare”, dichiara Alberto Cacciatore, consigliere comunale ma soprattutto ex assessore proprio ai tributi, che ci ha aiutato a capire l’ostico significato dei numeri, “i commercianti, si sa,  hanno la necessità di programmare le proprie spese per poter programmare i propri investimenti (se ancora possibili) e per i commercianti gli investimenti sono la linfa vitale della propria attività; ma se persistono queste incertezze e se le voci che si rincorrono incontrollate non vengono smentite o confermate dalla Giunta, nessuno può fare un salto nel buio ed investire somme che magari poi invece dovrebbero servire a pagare le tasse”. All’ex Assessore chiediamo anche se era proprio necessario questo aumento di 240mila euro all’anno che, in una situazione di bilancio non certo florida, non son certo bruscolini: “Fui una delle poche voci contrarie a questo aumento perché i vantaggi sarebbero stati ipotetici mentre il carico dei tributi sarebbe invece stato concreto. Ma sui bilanci di Parabita pesano anche altre voci come ad esempio una cifra intorno ai 100mila euro all’anno solo per le indennità della Giunta e che invano ho invitato a ridimensionare visto il periodo, per non parlare degli incarichi legali esterni e di alcune spese discutibili che si potrebbero evitare”. Certo, le Amministrazioni Comunali non vivono  momenti felici, per questo ci si aspetta dalle stesse una maggiore capacità di programmazione e non l’imposizione a prescindere dei costi di servizi non indispensabili. Questo spazio è ovviamente a disposizione anche della Giunta qualora volesse a tutto ciò replicare ma badando bene che i commercianti di Parabita non hanno bisogno di assistere ad un botta e risposta che sia supplemento di campagna elettorale; i commercianti non vogliono regali, sanno rischiare dal  proprio, ma hanno urgente bisogno che le Istituzioni, a partire proprio dalla Giunta, li mettano nelle condizioni di lavorare, dando loro almeno certezze prima ancora dei servizi.


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Annuo Nuovo, una “buona vecchia abitudine: il bagno a mare

Sono tanti i salentini che nonostante l’estate sia solo uno sbiadito ricordo, continuano a “calare” i propri corpi nelle fredde e chiare acque di mare: una usanza, forse; una ricetta per la longevità, sostiene qualcun altro

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Anche questo 2025 si è palesato con il volto e gli usi di altri inverni, un deja vù, insomma.

Sono tanti i salentini che nonostante l’estate sia solo uno sbiadito ricordo, continuano a “calare” i propri corpi nelle fredde e chiare acque di mare: una usanza, forse; una ricetta per la longevità, sostiene qualcun altro; un modo per curare la forma e l’anima; una sorta di rito propiziatorio, ci confidano, un po’ come fare il bagno nelle acque del Gange (per gli indù c’è la convinzione che effettuando il bagno nel fiume si possa ottenere il perdono dei peccati e un aiuto per raggiungere la salvezza).

Pertanto anche quest’anno a Capodanno passeggiando per le nostre coste, da OtrantoS. Cesarea a Castro, passando per Tricase e Leuca, era facile scorgere alcuni coraggiosi e volenterosi che iniziavano l’anno con il “solito” rito propiziatorio: il bagno a mare.

 

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Marittima: in Bottega l’ultimo appuntamento con le degustazioni

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Riceviamo e pubblichiamo

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Dalle auto in fiamme alla fuga di gas: le emergenze della viglia

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Una notte della vigilia di Natale intensa per le squadre del Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di Lecce che sono dovute intervenire in diversi comuni per porre rimedio ad una serie di emergenze.

A Lecce alle 20:50 di ieri un pino marittimo di grandi dimensioni, situato lungo la strada Lecce-Frigole, si è inclinato pericolosamente. L’intervento tempestivo dei Vigili del Fuoco ha permesso il taglio della pianta e il ripristino della sicurezza e della viabilità dell’area.

A Castri di Lecce poco dopo le 22:30 ha preso fuoco una autovettura parcheggiata in una pubblica. L’incendio si è propagato ad un altro veicolo. Le squadre intervenute hanno domato rapidamente le fiamme, evitando ulteriori danni.

A Melissano, all’una, intervento di una squadra del distaccamento di Gallipoli per un incidente domestico causato da un malfunzionamento del regolatore di pressione del gas GPL, che ha provocato un’ustione di primo e secondo grado a un residente. L’area è stata messa in sicurezza, evitando gravi conseguenze.

Nella marina di Torre dell’Orso (Melendugno) questa mattina altra autovettura in fiamme alle ore 07:41. L’episodio è stato prontamente risolto senza ulteriori danni.

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