Cronaca
Parabita, rapina al benzinaio: manette per due
Tratti in arresto, in flagranza di reato, Antonio Manco, 24 anni e Roberto Giorgio Sergi, 23 anni, entrambi di Matino, nullafacenti e già noti alle forze di polizia.
I Carabinieri di Parabita, unitamente a quelli del Nucleo Operativo Radiomobile -Aliquota Operativa- della Compagnia di Casarano hanno tratto in arresto, in flagranza di reato, Antonio Manco, 24 anni e Roberto Giorgio Sergi, 23 anni, entrambi di Matino, nullafacenti e già noti alle forze di polizia. I due sono ritenuti i responsabili di una rapina, consumata presso il distributore carburanti ENI, di Parabita alla via principale per Matino. Nella serata sabato 8 settembre alle ore 20 circa, un giovane a volto parzialmente coperto si è presentato presso la stazione di servizio e, minacciando con una pistola il dipendente, dopo aver asportato dalla tasca di quest’ultimo una piccola somma di denaro (in corso di quantificazione e non coperta da assicurazione) si è dileguato dandosi ad una precipitosa fuga a piedi; ad attenderlo poco distante vi era un complice a bordo di un ciclomotore Piaggio, con il quale i due sono fuggiti in direzione Matino. Prontamente informata, la Centrale Operativa di Compagnia, ha informato i militari della Stazione di Parabita, i quali prontamente intervenuti e coadiuvati dai militari del Nucleo Operativo, poco distanti anch’essi dal luogo della rapina, hanno intercettato il ciclomotore con a bordo i rapinatori. I due, alla vista dei Carabinieri, hanno cercato di disfarsi della pistola lanciandola a bordo strada ma i militari, dopo aver bloccato i malviventi, hanno anche recuperato e sottoposto a sequestro l’arma: una pistola semiautomatica a salve, di colore nero, priva di tappo rosso. Da ulteriori accertamenti la targa del ciclomotore è risultata contraffatta. La somma contante rapinata al benzinaio non è stata ritrovata. Stazione di servizio dotata di impianto di video sorveglianza funzionante. Manco e Sergi hanno già trovato “ospitalità” presso il carcere di Lecce.
Cronaca
Arrestato corriere della droga
Sulla Brindisi Lecce fermato 50enne albanese a bordo di un’Alfa Romeo Giulietta. Trasportava 17 chili di cocaina che, una volta immessi sul mercato avrebbero consentito alle organizzazioni criminali destinatarie della droga profitti illeciti per 2 milioni di euro
I finanzieri del Comando Provinciale di Lecce durante un servizio di controllo economico del territorio, nella tarda serata di ieri, hanno individuato e fermato un’autovettura che procedeva sulla statale 613 tra Brindisi e Lecce.
L’autovettura con a bordo solo il conducente, un 50enne di nazionalità albanese, è stata sottoposta ad un normale controllo di polizia, in quanto i militari insospettiti dalla velocità sostenuta alla quale viaggiava il mezzo, un’Alfa Romeo Giulietta, nonché da evidenti segni di irrequietezza del’uomo, inducevano gli stessi ad approfondire tale situazione sospetta.
Il controllo preliminare e l’atteggiamento elusivo del conducente facevano ritenere necessaria un’ispezione più accurata del mezzo presso gli uffici di piazzetta dei Peruzzi, anche attraverso l’ausilio delle unità cinofile del Gruppo di Lecce.
L’approfondita ispezione ha dato esito positivo e consentito di individuare quindici panetti di circa 1.100 grammi ciascuno, per un peso complessivo di circa 17 chilogrammi di cocaina.
Il corriere, con precedenti penali specifici in materia di stupefacenti, è stato tratto in arresto e condotto presso la casa di reclusione di Borgo Sannicola a Lecce, mentre il veicolo utilizzato per il trasporto illecito, unitamente al quantitativo dello stupefacente, sono stati sottoposti a sequestro.
La cocaina immessa sul mercato avrebbe consentito alle organizzazioni criminali destinatarie dello stupefacente di ottenere illeciti profitti per circa 2 milioni di euro.
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Cronaca
Bruciava letame in campagna, denunciato titolare azienda agricola
Odori nauseabondi e inquinamento, rinvenuti dai carabinieri 140 metri cubi di letame combusto
A far scattare le indagini sono state le numerose segnalazioni da parte dei cittadini di Veglie.
Il titolare di un’azienda agricola è stato denunciato per illecita gestione di rifiuti speciali non pericolosi, depositati al suolo e smaltiti mediante combustione.
Gli odori nauseabondi che, negli ultimi giorni, hanno investito la cittadina vegliese hanno portato all’avvio delle indagini da parte dei militari della locale Stazione unitamente a quelli del Nucleo Carabinieri Forestali di Lecce che hanno ricondotto l’origine del fenomeno all’illecito trattamento di rifiuti da parte di un’azienda del territorio.
A seguito delle segnalazioni i carabinieri hanno effettuato diversi sopralluoghi e circoscritto l’area di origine fino ad individuare un’azienda agricola ricadente nel territorio di Salice Salentino.
L’ispezione ha consentito di accertare all’interno dell’area aziendale la presenza di numerosi cumuli di letame derivante da attività di allevamento zootecnico, sparsi su un’area di circa 450 metri quadri, per un volume di circa 140 metri cubi, per la maggior parte combusto.
Il titolare dell’azienda è stato quindi denunciato all’Autorità Giudiziaria per illecita gestione di rifiuti speciali non depositati al suolo e smaltiti mediante combustione.
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Cronaca
Lucugnano: «Sistemate quei semafori»
«Aspettiamo che qualcuno si faccia male per ripararli?». La segnalazione: all’ingresso della frazione, per chi proviene da Tricase, tre semafori che da fine settembre non funzionano
Se ad un incrocio vi è un semaforo vuol dire che qualcuno, a monte, lo ha ritenuto importante per la sicurezza di tutti i passanti, in auto, moto, bici o a piedi che sia.
A Lucugnano, all’ingresso per chi proviene da Tricase, da oltre due mesi, tre semafori sono lampeggianti, non funzionano!
«La funzionalità dei semafori per la viabilità che regola il traffico sulla provinciale è inefficace», ci ha segnalato Elisa C., una nostra lettrice della frazione tricasina.
Che risale anche alla causa e alle origini del guasto: «Il loro funzionamento si è interrotto durante un temporale a fine settembre, sono lampeggianti da allora e, nonostante le sollecitazioni, nessuno è mai intervenuto».
«Aspettiamo che qualcuno si faccia male per ripararli?» si chiede Elisa, che evidenzia come questo non sia «un piccolo inconveniente ma un potenziale pericolo che richiede attenzione immediata per la sicurezza di tutti».
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