Cronaca
Perquisita studentessa leccese getta la droga dalla finestra nella mani di un finanziere
Nella serata di ieri, i Finanzieri della Compagnia della Guardia di Finanza di Lecce, hanno tratto in arresto una studentessa leccese, diciottenne e sequestrato 124 grammi di marijuana e una dose di eroina.
Nella serata di ieri, i Finanzieri della Compagnia della Guardia di Finanza di Lecce, hanno tratto in arresto una studentessa leccese, diciottenne e sequestrato 124 grammi di marijuana e una dose di eroina. Nei pressi del centro storico del Capoluogo, i militari hanno intimato l’alt ad un autoveicolo alla cui guida vi era un ragazzo in evidente stato di agitazione. Il giovane, già noto alle Forze dell’Ordine, è stato trovato in possesso di una dose di eroina. Le particolari circostanze del fermo, ed il perdurante stato di agitazione dell’interessato, hanno indotto gli operanti, ad effettuare una perquisizione domiciliare nei suoi confronti, con l’ausilio delle unità cinofile. Presso l’abitazione del giovane, infatti, è stata rinvenuta della sostanza stupefacente tipo marijuana, nella disponibilità, però, della sorella. Quest’ultima, sorpresa dall’arrivo dei Finanzieri, accampando scuse non plausibili, ha provato a distogliere l’attenzione dei militari per disfarsi di un voluminoso involucro contenente 118 grammi di marijuana, gettandolo dalla finestra della propria abitazione, “sorvegliata”, dal piano terra del palazzo, da un altro Finanziere che riusciva a recuperarla. La sostanza detenuta, che quella che ha provato a disfarsi, ed altra rinvenuta all’interno della borsetta, risultata pari a 124 grammi, è stata sottoposta a sequestro e la studentessa è stata tratta in arresto per produzione e traffico di sostanze stupefacenti. Al fratello, invece, segnalato al Prefetto di Lecce per “uso personale non terapeutico di sostanza stupefacente” è stata anche ritirata la patente di guida.
Cronaca
Arrestato corriere della droga
Sulla Brindisi Lecce fermato 50enne albanese a bordo di un’Alfa Romeo Giulietta. Trasportava 17 chili di cocaina che, una volta immessi sul mercato avrebbero consentito alle organizzazioni criminali destinatarie della droga profitti illeciti per 2 milioni di euro
I finanzieri del Comando Provinciale di Lecce durante un servizio di controllo economico del territorio, nella tarda serata di ieri, hanno individuato e fermato un’autovettura che procedeva sulla statale 613 tra Brindisi e Lecce.
L’autovettura con a bordo solo il conducente, un 50enne di nazionalità albanese, è stata sottoposta ad un normale controllo di polizia, in quanto i militari insospettiti dalla velocità sostenuta alla quale viaggiava il mezzo, un’Alfa Romeo Giulietta, nonché da evidenti segni di irrequietezza del’uomo, inducevano gli stessi ad approfondire tale situazione sospetta.
Il controllo preliminare e l’atteggiamento elusivo del conducente facevano ritenere necessaria un’ispezione più accurata del mezzo presso gli uffici di piazzetta dei Peruzzi, anche attraverso l’ausilio delle unità cinofile del Gruppo di Lecce.
L’approfondita ispezione ha dato esito positivo e consentito di individuare quindici panetti di circa 1.100 grammi ciascuno, per un peso complessivo di circa 17 chilogrammi di cocaina.
Il corriere, con precedenti penali specifici in materia di stupefacenti, è stato tratto in arresto e condotto presso la casa di reclusione di Borgo Sannicola a Lecce, mentre il veicolo utilizzato per il trasporto illecito, unitamente al quantitativo dello stupefacente, sono stati sottoposti a sequestro.
La cocaina immessa sul mercato avrebbe consentito alle organizzazioni criminali destinatarie dello stupefacente di ottenere illeciti profitti per circa 2 milioni di euro.
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Cronaca
Bruciava letame in campagna, denunciato titolare azienda agricola
Odori nauseabondi e inquinamento, rinvenuti dai carabinieri 140 metri cubi di letame combusto
A far scattare le indagini sono state le numerose segnalazioni da parte dei cittadini di Veglie.
Il titolare di un’azienda agricola è stato denunciato per illecita gestione di rifiuti speciali non pericolosi, depositati al suolo e smaltiti mediante combustione.
Gli odori nauseabondi che, negli ultimi giorni, hanno investito la cittadina vegliese hanno portato all’avvio delle indagini da parte dei militari della locale Stazione unitamente a quelli del Nucleo Carabinieri Forestali di Lecce che hanno ricondotto l’origine del fenomeno all’illecito trattamento di rifiuti da parte di un’azienda del territorio.
A seguito delle segnalazioni i carabinieri hanno effettuato diversi sopralluoghi e circoscritto l’area di origine fino ad individuare un’azienda agricola ricadente nel territorio di Salice Salentino.
L’ispezione ha consentito di accertare all’interno dell’area aziendale la presenza di numerosi cumuli di letame derivante da attività di allevamento zootecnico, sparsi su un’area di circa 450 metri quadri, per un volume di circa 140 metri cubi, per la maggior parte combusto.
Il titolare dell’azienda è stato quindi denunciato all’Autorità Giudiziaria per illecita gestione di rifiuti speciali non depositati al suolo e smaltiti mediante combustione.
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Cronaca
Lucugnano: «Sistemate quei semafori»
«Aspettiamo che qualcuno si faccia male per ripararli?». La segnalazione: all’ingresso della frazione, per chi proviene da Tricase, tre semafori che da fine settembre non funzionano
Se ad un incrocio vi è un semaforo vuol dire che qualcuno, a monte, lo ha ritenuto importante per la sicurezza di tutti i passanti, in auto, moto, bici o a piedi che sia.
A Lucugnano, all’ingresso per chi proviene da Tricase, da oltre due mesi, tre semafori sono lampeggianti, non funzionano!
«La funzionalità dei semafori per la viabilità che regola il traffico sulla provinciale è inefficace», ci ha segnalato Elisa C., una nostra lettrice della frazione tricasina.
Che risale anche alla causa e alle origini del guasto: «Il loro funzionamento si è interrotto durante un temporale a fine settembre, sono lampeggianti da allora e, nonostante le sollecitazioni, nessuno è mai intervenuto».
«Aspettiamo che qualcuno si faccia male per ripararli?» si chiede Elisa, che evidenzia come questo non sia «un piccolo inconveniente ma un potenziale pericolo che richiede attenzione immediata per la sicurezza di tutti».
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