News & Salento
Poggiardo: Vittoria Coppola e “Gli occhi di mia figlia”
L’esordiente scrittrice salentina col suo “Gli occhi di mia figlia”, eletto libro dell’anno nella rubrica del tg1 “Billy, il vizio di leggere”, è divenuta un vero e proprio fenomeno letterario grazie alla sua semplicità. “Parlo di sentimenti quotidiani”.
E’ proprio l’espressione della semplicità Vittoria Coppola, 26enne di Taviano, che in punta di piedi è balzata agli onori della cronaca per il suo libro “Gli occhi di mia figlia” (Lupo Editore) col quale ha scalato la classifica della rubrica di approfondimento del tg1 dedicata ai libri “Billy, il vizio di leggere” piazzandosi al primo posto davanti ad autori affermatissimi quali Giampaolo Pansa, Dacia Maraini, Pietrangelo Buttafuoco grazie al meccanismo del voto diretto su facebook. Un sondaggio che l’ha premiata in modo del tutto sorprendente ed inatteso considerate anche le forze (leggasi case editrici) in campo. Un motivo di grande orgoglio, dunque, sia per la giovane scrittrice che per il suo editore Cosimo Lupo che hanno raccontato il loro avvincente percorso martedì 3 aprile a Poggiardo nel corso della rassegna “I Caffè della Cultura” promossa dall’Assessorato alla Cultura del Comune. Ed è stata proprio la semplicità dei sentimenti quotidiani dei quali è intriso il suo libro che – secondo l’autrice – ha reso appassionante il suo romanzo ai lettori e ne ha decretato il successo. Ambientato nella Siena degli anni ‘70, il racconto vede come protagonista una giovane ragazza di nome Dana. Una ragazza come tante, ma che vive con il peso di una vita già pianificata dalla madre Amanda che ha progettato per la figlia il matrimonio con Armando, un giovane avvocato di buona famiglia. L’esistenza di Dana, però, un giorno viene sconvolta dall’incontro con Andrè, un pittore di strada con il quale nasce ben presto un amore intenso e magico che li conduce a fuggire insieme a Parigi . Ma il destino è pronto a mettere lo zampino per distruggere i suoi sogni e per impedirle di vivere la Vita secondo i suoi desideri. “In ogni personaggio del mio romanzo – racconta Vittoria Coppola – il lettore può immedesimarsi poiché in ciascuno di essi coesistono fragilità e forza, tanto nelle protagoniste femminili quanto nei protagonisti maschili. Ma alla fine non ci sono né vincitori né vinti poiché in ognuno di loro abitano conflitti interiori che in qualche modo li allontanano dal raggiungimento della felicità che è il fine a cui tutti abbiamo il diritto/dovere di tendere. Non dobbiamo rassegnarci a credere che sia un obiettivo irraggiungibile”. Per scrivere questo romanzo da cosa hai tratto ispirazione? Quanto c’è di autobiografico? “Inizialmente volevo scrivere un romanzo d’amore “standard”, poi però mentre andavo avanti la mia idea iniziale ha preso strade diverse, che io stessa non mi aspettavo, quale quella della maternità che ritengo sia la forma di amore più alta e che nel mio libro presenta diverse sfaccettature. Non è un libro autobiografico ma certamente è inevitabile che ci sia, tra le righe, sempre qualcosa di sé, del proprio vissuto, dell’osservazione della realtà che circonda chi scrive”. La parola chiave del romanzo sembra essere il coraggio, lo stesso che hai senz’altro dimostrato di avere tu in questa “sfida”. “Sì, proprio così. Per un giovane autore ci vuole coraggio già nel proporre un manoscritto ad un editore poiché soprattutto nell’ambito narrativo è molto difficile inserirsi. Poi nel mio caso è servito un coraggio particolare anche in tutti i passaggi che hanno caratterizzato il mio percorso nato davvero per caso: è accaduto tutto in breve tempo, da quando sono stata contattata dalla redazione del tg1 che su internet aveva notato il mio romanzo fino a quando lo stesso è risultato il più votato nonostante la presenza di affermatissimi scrittori”. Internet, facebook, il salento, la Puglia sono stati fondamentali per questo importantissimo riconoscimento. “Senz’altro. Devo molto a tutti coloro che hanno creduto in me, a partire dal mio editore, Cosimo Lupo, che ha combattuto e vinto insieme a me una battaglia impossibile. Certamente è stato importante il supporto della gente salentina e pugliese poiché il libro è stato distribuito solo in questa realtà e non in tutta Italia come altri. Il tam tam di facebook poi ha fatto il resto”. Il romanzo non è stato ambientato nel salento ma in Toscana. Come mai? “E’ stata una scelta dettata dal fatto di voler sentirmi più matura dal punto di vista della scrittura prima di poter parlare al meglio della mia terra. La storia è ambientata a Siena perché dai racconti dei miei amici che vivono lì l’ho ritenuta adatta per il mio racconto”. “Gli occhi di mia figlia” è il tuo secondo romanzo. Ne hai già in cantiere un terzo? “Sì ma non vi posso rivelare molto anche perché magari poi cambierò idee in corso d’opera anche stavolta. Vi posso solo dire che nemmeno questo sarà ambientato nel salento, questo per me è il momento di fantasticare”. La soddisfazione più grande? “E’ data senz’altro dal rapporto bellissimo con i miei lettori e le mie lettrici in particolare che mi scrivono parlando ed immedesimandosi nei personaggi e raccontandomi come hanno vissuto il mio libro, questa è certamente la molla più importante che mi fa credere in ciò che faccio e mi spinge ad andare avanti”. Ma chi è Vittoria Coppola in poche parole? “E’ una ragazza di 26 anni che ama il suo lavoro di back office in un albergo a Gallipoli e che si dedica costantemente al suo grande amore per la scrittura continuando a sognare”. Un sogno che in parte ha già realizzato conquistandosi una meritata notorietà grazie proprio alle armi vincenti del suo capolavoro ovvero la genuinità dei sentimenti quotidiani attraverso cui è riuscita a parlare al cuore soprattutto dei giovani della sua generazione, l’umiltà, la sensibilità e la semplicità che si colgono nella sua disponibilità e nel suo luminoso sorriso.
Carlo Quaranta
News & Salento
Saggio di Natale a Nardò
Domenica 22 dicembre si è svolto al palazzetto dello sport Andrea Pasca di Nardò, il primo saggio di Natale della scuola di ballo Anastasia Dance: Jingle dance.
Non solo ballo ma anche attrazioni natalizie per tutti i bambini: Anna ed elsa, elfi, zucchero filato per tutti, babbo natale con la buca lettere per le letterine, angolo scenografico. Tante coreografie che hanno visto esibirsi 50 ballerini della scuola Anastasia Dance dei maestri Francesca Paglialunga e Salvatore Vacca.
L’evento è stato patrocinato dal Comune di Nardò, grazie alla preziosa collaborazione del presidente del Consiglio comunale con delega allo sport Antonio Tondo e del presidente della Consulta dello sport Tony De Paola.
Le iscrizioni per il nuovo anno sono aperte e i maestri vi aspettano in via due Aie, 67 a Nardò.
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Annuo Nuovo, una “buona vecchia abitudine: il bagno a mare
Sono tanti i salentini che nonostante l’estate sia solo uno sbiadito ricordo, continuano a “calare” i propri corpi nelle fredde e chiare acque di mare: una usanza, forse; una ricetta per la longevità, sostiene qualcun altro
Anche questo 2025 si è palesato con il volto e gli usi di altri inverni, un deja vù, insomma.
Sono tanti i salentini che nonostante l’estate sia solo uno sbiadito ricordo, continuano a “calare” i propri corpi nelle fredde e chiare acque di mare: una usanza, forse; una ricetta per la longevità, sostiene qualcun altro; un modo per curare la forma e l’anima; una sorta di rito propiziatorio, ci confidano, un po’ come fare il bagno nelle acque del Gange (per gli indù c’è la convinzione che effettuando il bagno nel fiume si possa ottenere il perdono dei peccati e un aiuto per raggiungere la salvezza).
Pertanto anche quest’anno a Capodanno passeggiando per le nostre coste, da Otranto– S. Cesarea a Castro, passando per Tricase e Leuca, era facile scorgere alcuni coraggiosi e volenterosi che iniziavano l’anno con il “solito” rito propiziatorio: il bagno a mare.
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