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Porto Miggiano, sit in contro le pale. Intanto le due società fanno sapere…

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Alcuni sindaci e alcune decine di persone si sono incontrati in mattinata a Porto Miggiano (Santa Cesarea Terme) per partecipare all’evento organizzato dal movimento Regione Salento per protestare contro il progetto del parco eolico offshore composto da 100 pale alte 250 metri di fronte alla costa tra Castro, Santa Cesarea Terme e Otranto.


L’ipotesi progettuale è già stata bocciata dai comuni interessati, nel frattempo è arrivato anche il no del Parco naturale regionale costa Otranto-Santa Maria di Leuca e Bosco di Tricase.



Il consigliere regionale Antonio Gabellone, che ha preso parte al sit in, ha dichiarato:  “La presenza di tanti Sindaci, di tutte le forze politiche e la chiara volontà dei Consigli Comunali che si sono tenuti in questi giorni, dimostrano come il territorio non accetta e non tollererà l’invasione di torri eoliche in mare che sono devastanti per la ricchezza, lo sviluppo e la crescita del nostro territorio e della nostra costa.”


La Regione Puglia esprima con fermezza  la sua opposizione  a questa iniziativa, a partire dal prossimo Consiglio Regionale, fissato per martedì  23 novembre prossimo a difesa e tutela di un territorio e di una economia che non possono accogliere né  accettare una tale imposizione.

Poche ore dopo è giunto in redazione un comunicato stampa di Odra Energia, che ci tiene a precisare: “Buongiorno Direttore e buona domenica, Odra Energia quest’oggi non comunica alcunché, tuttavia, se decideste di fare qualcosa sulla manifestazione di Porto Miggiano vi saremmo grati se si potesse ricordare che nelle ultime settimane Odra Energia ha più volte rinnovato al territorio e alle comunità locali la propria disponibilità al dialogo confermando che proprio grazie al confronto con il territorio si intende affinare la proposta progettuale in vista della presentazione dell’istanza autorizzativa al Ministero della Transizione Ecologica, pianificata per dicembre 2021.




Inoltre, ha allegato anche la posizione ultima delle due società che hanno presentato il progetto e che pubblichiamo di seguito.


Il futuro dell’energia rinnovabile in Puglia


Falck Renewables  e BlueFloat Energy, due importanti operatori del settore energetico, hanno una partnership paritetica per lo sviluppo di parchi eolici marini galleggianti al largo delle coste italiane: la partnership si fonda sulla profonda conoscenza della realtà industriale ed energetica italiana di Falck Renewables, unita all’esperienza, unica a livello mondiale, di BlueFloat Energy nell’eolico marino galleggiante.


Il 30 settembre e il 26 ottobre scorsi, a conferma della strategicità della Puglia nel contesto nazionale e nel piano industriale dei proponenti, le società hanno annunciato la volontà di avviare l’iter autorizzativo per due parchi eolici marini galleggianti: Kailia Energia, al largo di Brindisi, Odra Energia, al largo della costa meridionale della provincia di Lecce.


Un contributo alla transizione e all’autonomia energetica del Paese


L’Italia, con i suoi oltre 11.000 chilometri quadrati di superficie marina adatta all’eolico galleggiante, ha una grande opportunità di produrre energia verde “in casa” che soddisfi la crescente richiesta di energia rinnovabile, aumentandone la quota nel mix energetico e riducendo così l’impiego delle fonti fossili e la dipendenza di approvvigionamento da altri Paesi.


La tecnologia galleggiante: più energia, impatti ambientali minimizzati


Il parco eolico marino Odra Energia è progettato con le Migliori Tecnologie Disponibili. 


L’eolico marino con tecnologia galleggiante consente il posizionamento delle pale eoliche in mari aperti e profondi, come il Mediterraneo, senza realizzare fondazioni fisse. Questa caratteristica permette di minimizzare gli impatti sull’ambiente marino e terrestre durante tutte le fasi del progetto, in quanto ciascun impianto:



  • intercetta la risorsa eolica dove è più abbondante aumentando l’efficienza e massimizzando la produzione di energia; 

  • possiede elevata adattabilità alle condizioni dei siti, grazie all’utilizzo di 4 modelli differenti di strutture galleggianti; 

  • riduce il consumo di suolo; 

  • limita l’uso del terreno alle sole opere di connessione con la rete elettrica di trasmissione nazionale (solitamente già posizionate in zone industriali);

  • minimizza l’impatto visivo tipico degli impianti a terra e le interferenze con attività costiere, di navigazione, di pesca.


I numeri di Odra Energia



  • capacità massima installata prevista: circa 1,3 GW (1344 MW);

  • produzione attesa: circa 4 TWh/anno (al raggiungimento della capacità installata di 1,3 GW), equivalente al consumo di oltre un milione di utenze domestiche italiane;

  • immissioni evitate di oltre 2 milioni di tonnellate di anidride carbonica all’anno;

  • potenziale produzione futura di circa 90.000 tonnellate di idrogeno verde all’anno;

Migliaia di posti di lavoro stabili di medio-lungo termine con ricadute positive sul terziario: occasione di rilancio, collaborazione e ampliamento delle competenze sul territorio



  • 1.500 posti di lavoro diretti medi stimati per le fasi di fabbricazione, assemblaggio e costruzione del parco, con picchi fino a 4.000 nei periodi di massima necessità;

  • oltre 150 posti di lavoro fissi stimati per manutenzione dopo l’entrata in esercizio del parco, di cui circa l’80% locali;

  • opportunità per le imprese del territorio, sia per i servizi a supporto delle fasi di realizzazione e manutenzione dei parchi eolici marini galleggianti cheper la creazione di opportunità di ecoturismo anche in bassa stagione;

  • sviluppo dei porti: possibilità di diversificare natura, quantità e qualità dei servizi a supporto dell’eolico marino galleggiante; coinvolgimento dei piccoli porti per manutenzione ordinaria e come punti di appoggio di riserva;

  • nuovi filoni di ricerca e sviluppo per le Università e i distretti su tecnologie di assoluta avanguardia;

  • alta formazione tecnica della forza lavoro.


La vista reale del parco eolico marino Odra Energia: 2 cm l’altezza percepita delle turbine dal punto di osservazione più vicino (ubicato sulla costa)



  • La distanza dalla costa: secondo l’attuale proposta progettuale, le turbine eoliche saranno posizionate su una piattaforma galleggiante a una distanza dalla costa compresa tra 9,7 km (distanza minima) e 24 km (distanza massima). Le turbine, il cui numero definitivo sarà funzione della loro taglia unitaria, saranno suddivise in 4 sottocampi che verranno realizzati in step progressivi, fino al raggiungimento della capacità massima installata.

  • La disposizione: gli aerogeneratori saranno disposti in modo trasversale rispetto alla linea di costa (e non frontalmente), riducendo ulteriormente la percezione visiva da terra e permettendo di intercettare al meglio i venti dominanti di tramontana e maestrale.

  • La simulazione: sviluppata sulla base delle dimensioni totali delle turbine eoliche, conferma che le più vicine alla costa (collocate a 9,7 km dal litorale) avranno un’altezza percepita da terra pari a circa due centrimetri e restituisce la loro corretta disposizione a cono e la grande distanza l’una dall’altra (fino a 1,7 km). 

  • La simulazione è stata realizzata prendendo in considerazione:

    • la direzione dominante (nord-nordovest) del vento in sito (disponibile su Global Wind Atlas), che determina il posizionamento del piano di rotazione delle turbine;

    • la curvatura terrestre;

    • la distanza dalla costa. 



  • Lo studio paesaggistico: questa simulazione, che mostra la vista dalla costa di Castro Marina in direzione sud-est, anticipa lo studio paesaggistico in 3D che la società ha commissionato all’azienda tecnologica internazionale Plain Concepts e che sarà disponibile entro l’inizio di dicembre p.v. sul sito web di Odra Energia.


Realizzato su fotografie reali, lo studio permette di osservare con la massima precisione come apparirebbero le turbine eoliche da cinque punti di osservazione dalla costa e verrà ampliato con nuove simulazioni.


L’iter autorizzativo di Odra Energia: dialogo prima del deposito del progetto per scelta delle 2 società


La Falck Renewables e Bluefloat Energy hanno condotto un lavoro preliminare di analisi, durato 12 mesi e volto ad assicurare alta qualità ai progetti, in termini di avanguardia tecnologica, sicurezza, efficienza e rispetto dell’ambiente. 


Con questo lavoro preliminare, ogni elemento distintivo e ogni impatto reale del parco eolico marino è stato approfondito e da questa conoscenza è necessario avviare il confronto, perché esso sia fondato e costruttivo. 


Abbiamo scelto la strada del dialogo preventivo con il territorio: un percorso di confronto e sviluppo condiviso con gli interlocutori locali sulla proposta progettuale di Odra Energia, per poterne raccontare da subito le caratteristiche distintive e farne comprendere le specificità. Il punto di partenza deve necessariamente essere la conoscenza approfondita della proposta progettuale, che nessuno meglio dei proponenti può assicurare al dibattito.



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Impianto eolico off-shore: il Parco boccia il progetto

I 12 comuni (Otranto,  Castro,  Santa Cesarea Terme, Andrano, Tricase, Tiggiano, Corsano, Gagliano del Capo, Patù, Morciano di Leuca, Castrignano del Capo e Alessano) sono pienamente allineati. Il presidente del Parco Naturale Regionale “Costa Otranto-Santa Maria di Leuca e Bosco di Tricase”, Michele Tenore: «Siamo di fronte al rischio concreto di un’aggressione intollerabile a un paesaggio protetto da vincoli naturalistici di straordinaria importanza e mette a rischio l’equilibrio ambientale». I sindaci sottolineano anche il grave rischio per la foca monaca

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Il Parco Naturale RegionaleCosta Otranto-Santa Maria di Leuca e Bosco di Tricase”, in forte sintonia con i 12 comuni che ne costituiscono il territorio, ribadisce, attraverso la deliberazione del proprio comitato esecutivo, la ferma opposizione al progetto di impianto eolico off-shore, proposto dalla società Odra Energia S.r.l., previsto nello specchio di mare tra Santa Cesarea Terme e Santa Maria di Leuca.

«È certo il rischio concreto», spiega Michele Tenore, presidente del Parco, «di un’aggressione intollerabile a un paesaggio protetto da vincoli naturalistici di straordinaria importanza. Il nostro territorio, tutelato da vincoli ambientali e paesaggistici, non può essere sacrificato per un progetto che non tiene in considerazione la straordinaria biodiversità e il valore ecologico delle nostre coste»

I 12 comuni del Parco (Otranto, Castro, Santa Cesarea Terme, Andrano, Tricase, Tiggiano, CorsanoGagliano del CapoPatùMorciano di LeucaCastrignano del Capo e Alessano) sono pienamente allineati con tale posizione, e attraverso il presidente Tenore si fanno portavoce di una ferma opposizione a un «progetto che minaccia l’integrità ecologica e paesaggistica della zona».

Seppur modificato nel numero di aerogeneratori (da 90 a 73), il progetto «rimane problematico, soprattutto a causa dell’aumento delle dimensioni delle turbine, che raggiungeranno i 315 metri, un impatto troppo significativo per una zona di tale valore ecologico. Inoltre, il corridoio di posa dei cavi marini continua a interferire gravemente con l’area destinata a diventare una riserva marina protetta, procedimento già consolidato dalle 11 delibere dei consigli comunali delle aree interessate e dall’istruttoria avviata formalmente da ISPRA il 15 luglio 2024».

La prima proposta di zonizzazione è attesa a breve, e questo intervento «minerebbe i delicati equilibri ecologici dell’area. Inoltre, il luogo di approdo a terra non è stato modificato, interessando un’area di elevatissimo valore naturalistico; l’intervento si pone, infatti, in forte contrasto con quanto stabilito dalla legge istitutiva del Parco, ricadendo in un’aera oggetto di numerosi vincoli a tutela del paesaggio e della biodiversità. La localizzazione della “buca giunti”, seppur spostata di pochi metri, continua a interferire direttamente con la Zona Speciale di Conservazione (ZSC) IT150002, aumentando ulteriormente i rischi per l’ambiente».

«La tecnologia TOC (Turbine Offshore Construction) proposta per il progetto», conclude Tenore, «non offre sufficienti garanzie riguardo ai suoi impatti ambientali, soprattutto in una zona carsica come la nostra, con un elevato valore storico, culturale, archeologico ed ambientale. ISPRA, nel parere del 19 aprile 2024, ha sollevato preoccupazioni che noi condividiamo integralmente».

Il Parco, sostenuto dai 12 comuni, si impegnerà a garantire, da un lato, «una rigorosa verifica degli impatti di questa opera e il rispetto stringente della normativa e dei vincoli, nei limiti delle proprie competenze», e, dall’altro, «a svolgere un ruolo attivo nella sensibilizzazione degli enti coinvolti nel processo decisionale, promuovendo una valutazione approfondita e accurata degli effetti ambientali e una protezione rigorosa delle risorse naturali che rendono questa area del Salento unica. La salvaguardia del nostro territorio, della sua biodiversità e dei suoi valori culturali e storici rappresenta e continuerà a rappresentare una priorità assoluta per questo Ente».

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Tartufo nero del Salento: al via la nuova stagione della raccolta

L’iniziativa: mappare le aree per valorizzare la tartuficoltura nei terreni degradati dalla Xylella. Tenore: «Obiettivo è sensibilizzare le nuove generazioni, educandole alla responsabilità ambientale»

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Il Parco Naturale Regionale Costa Otranto – Santa Maria di Leuca e Bosco di Tricase annuncia la riapertura dei termini per la presentazione delle richieste di autorizzazione alla raccolta dei tartufi per la stagione 2024-2025.

La decisione è stata presa con deliberazione del Comitato Esecutivo, con l’obiettivo di assegnare le ultime otto autorizzazioni disponibili, garantendo il rispetto delle normative nazionali e regionali.

Nel Parco si possono trovare due varietà dei pregiati tuberi: il tartufo nero, noto anche come scorzone (foto in alto), e il tartufo bianco, chiamato bianchetto o marzuolo (foto in fondo all’articolo).

AVVISO PUBBLICO

Le richieste possono essere inviate esclusivamente tramite mail pec all’indirizzo parcootrantoleuca@pec.it, entro e non oltre, le ore 12.00 del 12 dicembre 2024.

Le domande dovranno includere la documentazione completa, come dettagliato nell’avviso pubblico consultabile sul sito ufficiale del Parco.

Nel caso in cui le richieste superino il numero di autorizzazioni disponibili, si procederà con un sorteggio pubblico il giorno 12 dicembre, alle ore 17, presso la sede dell’Ente Parco.

TURISMO INTERNAZIONALE

«La rimodulazione del progetto di valorizzazione del Parco», spiega Michele Tenore, presidente dell’Ente, «mette al centro il ruolo strategico dei giovani, il turismo internazionale e la fruibilità del territorio durante i mesi estivi e oltre, consolidando il Parco come motore di sviluppo per l’economia locale. La raccolta dei tartufi non è solo una tradizione consolidata, ma rappresenta anche uno strumento potente di promozione territoriale, che intreccia economia, sostenibilità ambientale e gastronomia di eccellenza. Il tartufo, infatti, è non solo un prodotto gastronomico pregiato, ma anche un volano che sostiene le filiere agroalimentari locali, attrarre visitatori e valorizzare il patrimonio enogastronomico del nostro territorio».

RECUPERO TERRENI NEL POST XYLELLA

La riapertura dei termini per la gestione della raccolta ha l’obiettivo di regolamentare e tutelare tale risorsa preziosa, promuovendo una gestione sostenibile che preservi la biodiversità e gli ecosistemi.

«Il Parco», spiega ancora Tenore, «intende sviluppare specifiche attività per valorizzare il tartufo, non solo come prodotto di alta qualità gastronomica, ma anche come possibile fonte di reddito per le comunità locali. A tal fine, è in programma uno studio con il coinvolgimento di università ed esperti per individuare le aree più adatte alla tartuficoltura, utilizzando essenze micorrizzate, che, oltre a produrre i pregiati tuberi, possano contribuire al recupero di terreni ora degradati dalla Xylella, diventando un investimento paesaggistico e naturalistico di valore».

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Il tartufo bianchetto

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Progetto Simona: immersione e inclusione per le persone con diverse abilità

Il convegno alle 18 in biblioteca. Il progetto si prefigge di creare un ponte tra mare e accessibilità, dimostrando come l’ambiente subacqueo possa rappresentare una nuova frontiera di integrazione per chi vive condizioni di disabilità

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Il comune di Andrano presenta il convegno “Progetto Simona: Immersione e Inclusione per le Persone con Diverse Abilità”, un’iniziativa nata dalla collaborazione con la Fondazione “Noi Siamo Paola” e l’Associazione Gruppo A-Mare.

Il progetto, che sarà illustrato quest’oggi presso la Biblioteca Comunale “Don Giacomo Pantaleo”, rappresenta una straordinaria evoluzione dell’evento teatrale “Ho Amato Tutto” tenutosi questa estate presso l’Abbazia del Mito.

Durante lo spettacolo, dedicato alla vita di Donna Paola Menesini Brunelli, erano stati raccolti fondi destinati a supportare progetti di inclusione per persone con disabilità, in particolare con l’obiettivo di avvicinarle al mondo subacqueo.

Grazie ai fondi raccolti e alla partecipazione di organizzazioni specializzate, “Progetto Simona” si propone di formare istruttori esperti per consentire a persone con disabilità fisiche e motorie di vivere l’esperienza dell’immersione subacquea in sicurezza.

Durante il convegno, che inizierà alle ore 18, saranno presenti Alberto Brunelli, presidente della Fondazione “Noi Siamo Paola”; Salvatore Accogli, presidente dell’Associazione Gruppo A-Mare; Angela Pinto, presidente dell’Associazione Albatros, specializzata in immersioni per disabili non vedenti; e Salvatore Colazzo, garante dei diritti delle persone con disabilità dell’Unione dei Comuni Terre a Levante.

L’evento vedrà inoltre l’intervento dei sindaci di Tricase e Andrano, Antonio De Donno e Salvatore Musarò che ribadiranno l’impegno delle amministrazioni locali verso iniziative di inclusione sociale innovative.

“Progetto Simona” si prefigge di creare un ponte tra mare e accessibilità, dimostrando come l’ambiente subacqueo possa rappresentare una nuova frontiera di integrazione per chi vive condizioni di disabilità.

Il Comune di Andrano invita tutti i cittadini, le associazioni e le istituzioni a partecipare a questo importante momento di confronto e presentazione.

Il convegno vuole essere non solo un’occasione per approfondire i dettagli di “Progetto Simona”, ma anche per sensibilizzare la comunità sui temi dell’inclusione e della solidarietà.

L’ingresso è libero e aperto a tutti.

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