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Provincia: tre progetti per le strade

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La Giunta provinciale, nella seduta odierna, ha approvato tre progetti preliminari riguardanti opere di edilizia stradale di particolare rilevanza: l’adeguamento e messa in sicurezza di un tronco della Squinzano-Casalabate, per un importo di 8 milioni di euro; la costruzione della tangenziale di Collepasso, con una spesa di 6 milioni di euro; la sistemazione e l’adeguamento della provinciale 81 nel tratto Diso-Marittima e collegamento alla provinciale 345 Diso-Andrano (450mila euro).


I lavori di adeguamento e messa in sicurezza della Squinzano-Casalabate interesseranno un tratto di km. 3, a partire dall’incrocio con la superstrada Lecce-Brindisi, fino all’ingresso della marina. Essi prevedono l’allargamento a m. 10,50 della carreggiata esistente e la correzione di due curve pericolose. La costruzione della tangenziale di Collepasso rientra nell’itinerario Otranto-Gallipoli. Il tracciato della nuova arteria parte dalla rotatoria sulla provinciale 361 (ex strada statale di Parabita), incrocia la rotatoria sulla Collepasso-Matino e prosegue fino alla strada provinciale che collega Casarano con la Collepasso-Maglie. La tangenziale avrà una lunghezza di km. 4, una larghezza di m. 10,50 (2 corsie da 3,5 m. e 2 banchine da 1,5 m.) con manto stradale di usura drenante. I lavori sulla Diso-Marittima e il collegamento di questa alla Diso–Andrano prevedono l’allargamento e la messa in sicurezza di questa arteria stradale particolarmente trafficata nel periodo estivo. Con l’approvazione dei progetti  preliminari la Giunta Gabellone ha avviato l’iter progettuale che, attraverso due successivi passaggi, cioè l’approvazione del progetto definitivo e di quello esecutivo,  porteranno alla realizzazione delle tre opere stradali. Compatibilmente con i tempi tecnici previsti dalla legge, per le autorizzazioni e l’espletamento dei bandi pubblici, le gare di appalto dei lavori potrebbero essere espletate entro la fine del corrente anno.


“E’ un altro importante tassello che aggiungiamo al quadro dei lavori stradali che l’Amministrazione provinciale continua a confezionare con puntualità”, dichiara l’assessore provinciale all’Edilizia stradale, Massimo Como. “Vogliamo, con perseverante impegno, raggiungere gli obiettivi dichiarati nel settore della viabilità, cioè l’adeguamento e la messa in sicurezza delle strade esistenti e la realizzazione di nuove arterie in grado di  migliorare i collegamenti più importanti per il nostro territorio. E’ il caso della tangenziale di Collepasso che si inserisce nella realizzazione dell’itinerario che collega Otranto con Gallipoli, che riteniamo fondamentale per incentivare il movimento dei turisti dalla costa adriatica a quella ionica, con grossi benefici per la nostra economia. Anche i lavori di messa in sicurezza della Squinzano-Casalabate si inseriscono nel contesto della messa in sicurezza delle strade di mare, in particolare dell’itinerario che conduce da Porto Cesareo a Casalabate”, conclude l’assessore Como.


La Giunta Provinciale propone ricompensa al valore civile alla Capitaneria di Porto di Gallipoli

Un riconoscimento di ricompensa al valore civile agli uomini della Capitaneria di Porto di Gallipoli che, nel marzo del 2008, furono impegnati nelle operazioni di disincaglio della motonave “Marti Pride” e grazie ai quali è stato scongiurato un sicuro disastro ambientale delle coste di Ugento. A proporlo la Giunta provinciale, presieduta da Antonio Gabellone che, nella seduta odierna, ha approvato una deliberazione per tale riconoscimento. Come si ricorderà, nello scorso marzo la motonave portacontainer “Marti Pride”, battente bandiera turca, a causa di condizioni meteo-marine particolarmente avverse si incagliò nelle secche rocciose di Ugento, determinando un concreto pericolo di inquinamento marino e costiero, soprattutto a causa dei materiali pericolosi trasportati (idrocarburi ed oli combustibili).


Il Compartimento Marittimo di Gallipoli, allertato dalla motonave in difficoltà, provvide ad emettere apposita dichiarazione di emergenza locale e, di conseguenza, assunse tutte le misure necessarie a prevenire o eliminare gli effetti inquinanti.


Proprio in considerazione di ciò, prima il sindaco del Comune di Ugento e poi la Provincia di Lecce, con appositi provvedimenti di giunta, hanno richiesto il riconoscimento al valore civile per il personale dell’Autorità Marittima di Gallipoli (Giacomo Salerno, Enrico Macrì, Maurizio Rizzo, Sandro Pezzato, Vincenzo Sancarlo, Antonio Trisolini, Biagio Bortune) per la perizia e l’alto senso del dovere dimostrato nelle operazioni di soccorso. “Ci è sembrata una richiesta doverosa”, dichiara l’assessore provinciale alla Gestione Territoriale, Giovanni Stefano, “quella di un riconoscimento al valore civile per questi uomini che, in condizioni di difficoltà, hanno messo in campo ogni possibile iniziativa per scongiurare il reale rischio di inquinamento marino e costiero, contenendo le perdite inquinanti e mantenendo sempre alta la vigilanza sull’integrità della motonave e degli uomini a bordo. Con alta preparazione professionale il personale interessato ha portato a termine le operazioni di disincaglio, senza arrecare danni all’equipaggio ed all’ambiente, evitando gravi conseguenze per il turismo e per l’economia del territorio interessata: proprio in considerazione di tutto ciò la Provincia di Lecce non poteva fare a meno di rendere loro un doveroso e sentito ringraziamento”, conclude l’assessore Stefano.


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SIULP Lecce: “Più sicurezza per donne e uomini in divisa”

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Riceviamo e pubblichiamo.

“Continua senza sosta la scia di aggressioni alle donne ed agli uomini in divisa, nella stessa giornata non abbiamo fatto in tempo a tirare un respiro di sollievo per lo scampato pericolo dei due poliziotti affrontati a Padova da un individuo di nazionalità nigeriana armato di ascia, che a poche ore dall’accaduto l’episodio si è ripetuto nel centro cittadino di Lecce, dove un cittadino extracomunitario ha aggredito un Poliziotto senza un apparente motivo ovvero per il solo fatto di indossare un’uniforme.”

E’ quanto afferma in una nota Mirko BRAY, Segretario Generale del SIULP Lecce, a seguito della vile aggressione avvenuta ai danni di un Poliziotto nelle prime ore della scorsa serata ad opera di un cittadino extracomunitario poi arrestato per tentato omicidio.
“La nostra impressione è che la Polizia di Stato stia pagando lo scotto della grave carenza negli organici, problematica che in questa Provincia ci penalizza particolarmente, al contempo emerge nitidamente la necessità di introdurre tutti quegli strumenti che consentano ai tutori dell’ordine pubblico di operare in condizioni di sicurezza, in particolare ci riferiamo all’ampliamento delle dotazioni dei Taser, alla fornitura delle bodycam e dei giubbini tattici antitaglio. Non solo! Chiediamo anche delle tutele legali differenti rispetto a quelle in vigore che giudichiamo eccessivamente garantiste nei confronti di chi delinque a scapito della gente onesta e di chi opera per la legalità e il bene comune. Avvertiamo un’eccessiva tolleranza verso chi usa violenza contro un poliziotto, che sia in ordine pubblico o in un intervento di polizia, di contro il solo sospetto di un possibile eccesso nelle nostre reazioni, che scaturiscono sempre a contenimento delle violenze di ogni genere che siamo chiamati a fronteggiare, è sufficiente ad innescare il c.d. “atto dovuto” che da inizio a quella che oggi in Italia è la vera e propria pena: ovvero, l’iter processuale. Auguriamo al nostro collega una pronta guarigione nella certezza che il consueto spirito di servizio e l’indubbia abnegazione, lo spronerà a superare nuovamente quanto già vissuto in passato.”

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“Le medaglie degli eroi” in mostra a Lucugnano

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Riceviamo e pubblichiamo.

Dal 24 dicembre al 6 gennaio 2025, presso Palazzo Comi a Lucugnano, la raccolta di medaglie italiane ed estere a cura di Collezione Militaria Scolozzi dal titolo “Le medaglie degli eroi”.

Info al 3888960203.

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La benedizione di Monsignore: “Santificate le feste”

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di Luigi Zito
Intervista di fine anno al Vescovo della Diocesi di Ugento – Santa Maria di Leuca, Mons. Vito Angiuli. Oltre che sul significato del Natale ormai prossimo, Monsignore ha parlato volentieri di molti temi di attualità.

Angiuli sostiene che occorre «educare giovani e adulti a coltivare valori positivi come la comunione, la compagnia, la stima, la vicinanza, il lavoro di squadra, il senso di appartenenza».
Sulle festività imminenti: «Fare festa è una straordinaria opportunità per riscoprire il senso della vita e ricucire i rapporti di aggregazione e di riappropriazione del valore della comunità».
Dopo 14 anni di attività pastorale nel sud del sud invita, infine, tutti noi a «cogliere il valore delle trasformazioni in atto e assecondare il corso degli eventi per uno sviluppo economico, sociale e culturale dell’intero territorio».

 
Eccellenza, da tanti anni svolge la sua attività pastorale in Salento, in particolare nella Diocesi di Ugento – Santa Maria di Leuca: “la porzione del popolo di Dio”, come recita il codice di diritto canonico, «affidata alle cure pastorali del Vescovo”, è cambiata in questi 14 anni?

«In questi anni, ho compreso meglio la storia e la cultura di questo territorio che impropriamente si definisce “estremo lembo” del Salento, quasi fosse una realtà marginale. I grandi cambiamenti storici e politici che si stanno verificando ai nostri giorni hanno riproposto la centralità del Mediterraneo e, dunque, anche il Sud ha riacquistato una sua importanza. Bisognerebbe, pertanto, cogliere il valore delle trasformazioni in atto e assecondare il corso degli eventi per uno sviluppo economico, sociale e culturale dell’intero territorio. Sotto questo profilo, noto un atteggiamento ambivalente. Se da una parte, si manifesta una nuova forza propulsiva e una rinnovata capacità imprenditoriale, dall’altra rimangono ancora irrisolte alcune questioni in riferimento alla necessità di migliorare le infrastrutture necessarie per un vero sviluppo e soprattutto a promuovere un cambio di passo di tipo culturale. Mi riferisco alla necessità di “fare rete” e di lavorare con una visione più condivisa e una programmazione più generale aperta al bene comune superando la perdurante mentalità individualista, preoccupata solo del proprio interesse contingente. È questo l’aspetto che sottolineo anche in ambito ecclesiale, consapevole che la Chiesa ha un ruolo non secondario nel realizzare una nuova visione e una nuova modalità di stare nella storia e nelle vicende del tempo presente. L’esperienza della “Carta di Leuca”, la promozione dei “Cammini di Leuca” ed altre iniziative ecclesiali che ho promosso in questi anni anche a seguito del riconoscimento da parte dell’Europa del percorso della “via Francigena” da Canterbury a Leuca, dovrebbe servire a sprovincializzare il nostro territorio e a proiettarlo in un contesto più ampio. Il quadro, come si vede, presenta aspetti positivi, ma richiede un ulteriore sforzo per pensare in grande senza impantanarsi o crogiolarsi nelle piccole incombenze tipiche di uno sguardo poco lungimirante e appiattito sul presente».

In questo periodo di Avvento, del Natale, oltre a “Santificare le feste”, cosa consiglierebbe ai fedeli? Cosa significa il Natale oggi? Quanta umanità si respira nel mistero del Natale? Cosa si sta perdendo?

«Intanto mi preme ribadire che “santificare le feste” non è un aspetto secondario. Le singole persone e le società nel loro insieme non possono vivere senza l’anelito alla gioia che promana dalla “festa”. Fare festa è una straordinaria opportunità per riscoprire il senso della vita e ricucire i rapporti di aggregazione e di riappropriazione del valore della comunità. Consiglierei a tutti, credenti e non credenti, di vivere la gioia della festa, sia quella religiosa sia quella civile e sociale come momento per uscire dall’individualismo e sperimentare il gusto di aprirsi al senso del mistero e del trascendente oltre che di intrecciare rapporti umani più profondi e sinceri. In fondo è questo il senso più vero del Natale.
Come ho scritto in un recente articolo, il Natale è la festa nella quale si opera il “meraviglioso scambio” tra Dio e l’umanità: il Verbo eterno viene nel mondo e gli uomini riscoprono il valore dell’umano quando è aperto al divino. Il Natale è l’esaltazione dell’umanità non chiusa in sé stessa, ma abitata dall’amore di Dio che si fa carne e vive la stessa esperienza degli uomini. In altri termini, la festa del Natale chiede a tutti di vivere concretamente da fratelli che si rispettano e si abbracciano e non da nemici che si combattono o da estranei che si ignorano!
In un mondo lacerato da guerre, attraversato da profondi contrasti dove aumentano le disparità sociali, crescono le diverse forme di povertà, si esasperano i sentimenti di odio, è proprio il valore della fraternità che bisogna rimettere al centro».

Natale, luci sfavillanti, regali, tavole imbandite, gioia e convivialità; per tanti, però, le festività natalizie sono il periodo più stressante dell’anno: come sono cambiate le relazioni umane? Qual è il suo pensiero?

«È vero che a Natale si mette in moto una sorta di meccanismo che privilegia l’esteriorità nelle sue diverse forme.
Questa ricerca a tutti i costi di apparire finisce per stancare e per accrescere il senso di solitudine, di distanza e di estraneità.
Mentre sarebbe auspicabile che, in sintonia con il messaggio più profondo delle feste natalizie, si privilegiassero altri aspetti: la cura dell’intimità, la ricerca de silenzio, la promozione di relazioni interpersonali significative.
Sarebbe anche il tempo opportuno e per trasmettere ai bambini e ai giovani i valori profondi come la generosità, la gratitudine e l’amore per la famiglia, il valore della condivisione e del legame familiare, della    solidarietà quale forza che incoraggi a mettere in atto gesti di gentilezza e di assistenza verso coloro che sono nel bisogno e a riflettere sulla pace e sulla riconciliazione tra i popoli».

La sua Diocesi si spende tanto per gli altri, i poveri, da quando ne ha ricordo sono aumentate le “sofferenze”, che bilancio ne trae?
La sua è una “Chiesa col grembiule”, come esortava don Tonino, o come descriverebbe la sua Chiesa?

«Con il crescere dei problemi economici e sociali sono anche aumentate le attività che la Caritas diocesana e le parrocchie hanno messo in atto per venire incontro alle diverse esigenze delle persone più povere e più bisognose. Tuttavia, cerchiamo di considerare non solo le urgenze materiali, ma anche le “povertà spirituali” che sono anch’esse in aumento e che impoveriscono il tessuto relazionale: la solitudine, la sfiducia, lo scetticismo, la diffidenza, lo scoraggiamento, la mancanza di speranza. Cerchiamo cioè di farci carico di un compito più grande: educare giovani e adulti a coltivare valori positivi come la comunione, la compagnia, la stima, la vicinanza, il lavoro di squadra, il senso di appartenenza. Cerchiamo di promuove lo “spirito di famiglia”. Per questo consideriamo la chiesa come una “casa”, dove tutti possono sentirsi accolti, compresi, aiutati. La casa è il luogo delle relazioni, del reciproco riconoscimento, dell’aiuto vicendevole, dello scambio dei doni.  Al fondo del nostro impegno c’è il desiderio di imitare il “buon samaritano” e, pertanto, di trasformare la chiesa non solo nel luogo delle celebrazioni liturgiche, ma anche nella “locanda della fraternità” dove vige uno spirito di cura, di compassione e di consolazione».

LA VIRTù DELLA SPERANZA

Eccellenza, le chiedo un’esortazione sul Natale, su questo periodo così ricco di avvenimenti, su quello che vuole trasferire ai nostri lettori.

«Vorrei soprattutto esortare tutti a riappropriarsi della virtù della speranza.
Non una speranza di piccolo calibro o soltanto l’espressione di un sentimento passeggero e incerto, ma una speranza che non delude, sostiene il cammino della vita, infonde coraggio e desiderio di non arrendersi di fronte alle difficoltà e alle contraddizioni della vita.
Sperare significa non temere, non lasciarsi prendere dalla paura, ma vivere con gioia e camminare con serenità incontro al futuro.
“Pellegrini nella speranza” è il tema del Giubileo del 2025.
Ciò significa tenere accesa la fiaccola della fiducia e fare di tutto perché ognuno riacquisti la forza e la certezza di guardare al futuro con animo aperto, cuore fiducioso e mente lungimirante.
I simboli tipici del Giubileo sono il camminare da pellegrini e il passaggio della Porta Santa.
Esprimono la decisione interiore di prendere in mano qualche aspetto della propria vita per renderlo nuovo, riconciliato, trasformato, aperto, ospitale.
Abbiamo bisogno di convertirci a una mentalità più evangelica, generativa di un nuovo umanesimo e di un nuovo rinascimento personale e comunitario, sociale e culturale.
Essere pellegrini di speranza vuol dire riappropriarsi della responsabilità e della gioia di servire ogni uomo facendosi prossimo ad ognuno.
La speranza è una luce nella notte, un dono e un compito, l’attesa di qualcosa che riempie il cuore di gioia. Sperare è assaporare la meraviglia di essere amati, cercati, desiderati da un Dio che non si è rintanato nei suoi cieli impenetrabili, ma si è fatto carne e sangue, storia e giorni, per condividere la nostra sorte. Auguro un Natale che rafforzi in tutti la gioia della speranza».

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