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Quella misteriosa fanciulla col flauto al cimitero…

TRICASE. Una ragazza suonava con il flauto una splendida “Ave Maria”. Un lettore ci scrive la sua storia rivolgendo un appello proprio alla giovane donna

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In data 13 giugno mi sono recato a fare visita al mio defunto padre presso il cimitero di Tricase. Nulla di strano, direte voi, è normalissimo andare a trovare i propri cari che non ci sono più al cimitero. E’ vero! Quello che,  invece, non capita tutti i giorni è di entrare nella cappella comunale dove riposa il proprio defunto e scorgere una ragazza, in piedi, davanti ad una lapide che suona il flauto. Già prima di oltrepassare la soglia della cappella avevo udito un suono che rompeva il silenzio di quel luogo di sepoltura.  Dentro di me ho pensato che qualcuno stesse celebrando una messa, data la ricorrenza particolare del Santo del giorno e, invece, quello che stava accadendo, innanzi a miei occhi e a quelli dei passanti, era sì una celebrazione ma di tutt’altro tipo: una ragazza stava intonando un’Ave Maria con il flauto davanti alla tomba di un suo caro. Come ben sapete le cappelle comunali hanno un piano terra ed un primo piano dove collocare i defunti e, la misteriosa fanciulla, si trovava, appunto, al primo piano appena oltre la scala. A causa dell’ubicazione di mio padre anch’io ho dovuto salire le scale e sono passato accanto a questa ragazza che, senza smettere di suonare, si è spostata per consentirmi l’accesso. Mi trovo ora davanti alla lapide e non posso fare a meno di ascoltare il meraviglioso suono che quella ragazza che, con grande semplicità, emetteva, sul suo flauto, una serie di note cariche di sentimento e di emozione. Quell’incantevole melodia distante appena tre o quattro passi da me mi ha riempito il cuore. La fanciulla termina il suo brano e si volta per riporre lo strumento nella custodia. A quel punto ho pensato che fosse a causa mia se quel celestiale suono aveva smesso di esistere, così mi avvicino e le dico “se vuoi puoi continuare, non farti problemi”. Lei mi guarda con occhi dolci e con una voce altrettanto piacevole afferma “magari non tutti possono gradire, ho già eseguito lo stesso brano nella cappella accanto per mio nonno ed ora volevo solo omaggiare anche mia nonna per il giorno del suo onomastico, comunque la ringrazio”; chiude il flauto e scende le scale. Come spesso accade nei piccoli paesi, subito dopo, nella cappella, un gruppetto di persone mi si avvicinano chiedendomi se conoscessi quella ragazza, di chi è figlia, davanti a quale lapide stava suonando, chi è sua nonna… io ho risposto che non sapevo davvero nulla sul conto di quella donna ma ora, servendomi di quest’articolo le voglio dire una cosa: misteriosa fanciulla, il suono del tuo flauto ha conquistato tutti coloro che ti hanno sentita suonare, allora io te lo ripeto: non farti problemi la prossima volta che vorrai portare il tuo strumento in un luogo inusuale come il cimitero, ciò che viene dal cuore è sempre gradito!


F.B.

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Saggio di Natale a Nardò

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Domenica 22 dicembre si è svolto al palazzetto dello sport Andrea Pasca di Nardò, il primo saggio di Natale della scuola di ballo Anastasia Dance: Jingle dance.

Non solo ballo ma anche attrazioni natalizie per tutti i bambini: Anna ed elsa, elfi, zucchero filato per tutti, babbo natale con la buca lettere per le letterine, angolo scenografico. Tante coreografie che hanno visto esibirsi 50 ballerini della scuola Anastasia Dance dei maestri Francesca Paglialunga e Salvatore Vacca.

L’evento è stato patrocinato dal Comune di Nardò, grazie alla preziosa collaborazione del presidente del Consiglio comunale con delega allo sport Antonio Tondo e del presidente della Consulta dello sport Tony De Paola.

Le iscrizioni per il nuovo anno sono aperte e i maestri vi aspettano in via due Aie, 67 a Nardò.

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Annuo Nuovo, una “buona vecchia abitudine: il bagno a mare

Sono tanti i salentini che nonostante l’estate sia solo uno sbiadito ricordo, continuano a “calare” i propri corpi nelle fredde e chiare acque di mare: una usanza, forse; una ricetta per la longevità, sostiene qualcun altro

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Anche questo 2025 si è palesato con il volto e gli usi di altri inverni, un deja vù, insomma.

Sono tanti i salentini che nonostante l’estate sia solo uno sbiadito ricordo, continuano a “calare” i propri corpi nelle fredde e chiare acque di mare: una usanza, forse; una ricetta per la longevità, sostiene qualcun altro; un modo per curare la forma e l’anima; una sorta di rito propiziatorio, ci confidano, un po’ come fare il bagno nelle acque del Gange (per gli indù c’è la convinzione che effettuando il bagno nel fiume si possa ottenere il perdono dei peccati e un aiuto per raggiungere la salvezza).

Pertanto anche quest’anno a Capodanno passeggiando per le nostre coste, da OtrantoS. Cesarea a Castro, passando per Tricase e Leuca, era facile scorgere alcuni coraggiosi e volenterosi che iniziavano l’anno con il “solito” rito propiziatorio: il bagno a mare.

 

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Marittima: in Bottega l’ultimo appuntamento con le degustazioni

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Riceviamo e pubblichiamo

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