Attualità
Statale 275 a “4 Corsie”: il Tar dà ragione agli sfavorevoli
(15 aprile) – Il Tar Lecce ha accolto il ricorso della Regione Puglia, del Comune di Alessano e degli ambientalisti che si opponevano alla realizzazione del raddoppio nelle modalità progettuali previste dalla delibera Cipe e sostenendo invece la realizzazione di una “Strada Parco” a due corsie, nel tratto finale che da San Dana, frazione di Gagliano del Capo, conduce a Leuca, evitando quindi il viadotto e la mega rotatoria previsti dal progetto preliminare. Il Tribunale Regionale ha avocato a sé la competenza in quanto la Statale percorre il territorio provinciale ed ha invitato Cipe e Anas a rivedere la progettazione e ad inserire il contraddittorio. La Provincia di Lecce però ha già annunciato il ricorso al Consiglio di Stato.
Ospitiamo gli interventi di favorevole e contrari alle “4 Corsie” della Maglie-Leuca
Il consigliere regionale del PdL, Mario Vadrucci, dichiara: “Ancora una volta voglio ribadire con forza che l’allargamento della statale 275 è un’opera che deve essere assolutamente realizzata. Questo progetto non è più procrastinabile poiché ne vanno di mezzo prima di tutto la sicurezza stradale di che viaggia ogni giorno su quel tratto e poi lo sviluppo socio-economico di tutto un territorio, il Capo di Leuca, da sempre penalizzato da una posizione geografica molto svantaggiata. Il tempo delle polemiche deve finire per lasciar posto al tempo delle realizzazioni. La realizzazione di questo progetto, dopo tanti sforzi profusi dal centro-destra salentino insieme con il Ministro Raffaele Fitto, devono ora essere ripagati, con l’ammodernamento della Maglie-Leuca, un tratto di strada davvero cruciale per i nostri futuri destini”.
Il PdL di Castrignano del Capo: “E’ singolare che proprio le sezioni del Partito Democratico dei Comuni del Capo di Leuca (Castrignano, Patù, Corsano, Gagliano, ecc..) abbiano accuratamente evitato di intervenire in merito alla rovente polemica “elettorale” sulla statale 275. Il loro silenzio è diventato assordante quando i candidati alle regionali del Centrosinistra ed i loro leaders, tutti rigorosamente estranei al Capo di Leuca, con la compiacenza di organi di stampa asserviti al “pensiero dominante”, hanno imbracciato le armi della propaganda e della menzogna al solo scopo di seminare il panico tra la gente in merito a presunti scempi ambientali costruiti ad arte con il photoshop. Forse i circoli territoriali del PD sono più in sintonia con gli umori reali della popolazione e fanno meno demagogia ambientalista? Forse. Alcuni interrogativi, tuttavia, si pongono: che fine hanno fatto tutti quei bravi parlamentari, amministratori ed ex dirigenti locali dei DS e della Margherita che fino a 5-10 anni fa raccoglievano le firme nei comuni del Basso Salento per il raddoppio della statale 275? Sono stati folgorati dalla monocultura ambientalista? O la nomenclatura griko-salottiera del PD, decide anche per i “gregari poveri” del Capo di Leuca ? Perché il segretario regionale del PD Sergio Blasi, ex Sindaco di Melpignano, si scaglia tanto contro le 4 corsie fino a Leuca, mentre a ridosso del suo decantato comune, in un territorio agreste e meno antropizzato del Capo di Leuca, di corsie ne arrivano 12 (Maglie-Galatina; Maglie-Lecce; Tangenziale di Maglie) che presto diventeranno 16 grazie all’allargamento “indisturbato” della Maglie – Otranto? Da quale pulpito predica il sindaco di Alessano Nicolardi quando, in contrasto con la stragrande maggioranza dei suoi concittadini – che respirano PM10 a pieni polmoni- fa ricorso contro il progetto finanziato dal CIPE e, a suo tempo, approvato da tutti i consigli comunali interessati? Nel suo territorio, nell’indifferenza di tutti gli ambientalisti di maniera, proliferano senza regole impianti fotovoltaici per l’interesse di pochi. Solo per il raddoppio della 275 non c’è spazio in quel di Alessano? Perché dopo 10 anni di fatiche e proteste, dopo aver ottenuto la copertura finanziaria, qualcuno ha deciso arbitrariamente che questo strada sventra le cripte, devasta eco-sistemi e termina con una “rotatoria sopraelevata di 19 svincoli che ingoierà la collina di Leuca”? A chi serve seminare il panico raccontando bugie? Qualcuno, forse, ha interesse a far saltare tutto il progetto e con esso il finanziamento CIPE, per svincolare e dirottare altrove gli oltre 150 milioni di euro stanziati a suo tempo dalla Regione Puglia?”.
Il Comitato Pro 275 Castrignano del Capo, il Sistema Locale Operatori Turistici Capo di Leuca, la Pro Loco Leuca ed il Comitato “4 Corsie per lo sviluppo e la vita” comunicano che “oltre 700 cittadini del Capo di Leuca hanno già aderito alla petizione promossa dal Comitato Pro 275 contro lo sciacallaggio politico-mediatico degli ultimi mesi del progetto di raddoppio della Statale Maglie-Leuca. L’iniziativa del presidente della provincia Antonio Gabellone era doverosa, perché risponde alle reali istanze di modernizzazione di un territorio che oggi, grazie all’atteggiamento spregiudicato di politici irresponsabili, rischia di vedersi scippare un finanziamento di 300 milioni di euro atteso da decenni. La maggioranza silenziosa del Basso Salento ha già compreso che gli scempi apocalittici paventati durante la campagna elettorale (e basati sulle menzogne e sui prodigi del Photoshop) sono solo un pretesto per dividere l’opinione pubblica in presunti cementificatori da un lato ed illuminati ambientalisti dall’altro. Nel mezzo sguazzano i poteri forti che da tempo, tramano per svincolare i 150 milioni di euro di fondi regionali desinati alla “275”, per dirottarli altrove. Sabato 20 marzo, le associazioni del territorio ed i comitati spontanei favorevoli alle “4 corsie”, alla presenza dei sindaci interessati, hanno avviato una petizione popolare -indirizzata al Presidente della Provincia di Lecce Antonio Gabellone- per ribadire la volontà del Capo di Leuca di dotarsi di un’infrastruttura ritenuta necessaria sotto molteplici aspetti connessi alla sicurezza stradale, alla salubrità dell’aria nei centri urbani ed al rilancio economico del nostro estremo lembo. L’iniziativa è stata fortemente richiesta da tanti cittadini “di buon senso”, per contrastare l’arroganza di chi ha voluto “tribunalizzare” la questione e, più in generale, contro l’uso strumentale che si è fatto della S.S. 275, durante la campagna elettorale, da parte di personaggi politici in gran parte “estranei” al nostro territorio. Cosa c’entrano i Sindaci di Melpignano ed Alessano (paese soffocato dal traffico e avvelenato dal PM10) con la rotatoria di Leuca (che è una semplice rettifica di un enorme svincolo esistente)? O con il viadotto di San Dana (frazione di Gagliano)? I 13 Sindaci su 15 favorevoli al tracciato non contano niente? Significativa è stata la presa di posizione del sindaco di Castrignano del Capo, Antonio Ferraro, il quale, nei giorni scorsi, non solo ha ribadito la necessità che l’opera venga realizzata interamente, senza ulteriori tentennamenti, ma ha addirittura auspicato che il cantiere delle “4 corsie” venga inaugurato proprio a Santa Maria di Leuca. Chi conosce meglio il territorio di Leuca, il sindaco di Leuca o quello di Melpignano (il cui territorio è solcato da 3 strade a “4 corsie” più la Maglie-Otranto in arrivo)? La raccolta delle firme si sta svolgendo “porta a porta”, oltre che presso la sede della Pro Loco di Leuca e nei principali esercizi commerciali della zona. Per fortuna – e qualcuno dovrà farsene una ragione – i cittadini, i consiglieri comunali ed i sindaci del territorio sono ancora più rappresentativi di attori e registi militanti, prestati alla propaganda elettorale”.
Il Comitato “4 Corsie per lo sviluppo e la vita”; la Pro Loco Leuca; la Fidas leccese; il Comitato pro 275-Castrignano del Capo; l’Associazione polisportiva corsanese; il gruppo calcistico Capo di Leuca-Castrignano del Capo; l’Associazione “familiari vittime della strada”; il sistema locale operatori turistici del Capo di Leuca; il Leuca -periodico di informazione locale di Castrignano del Capo; la Voce di Corsano; l’Aassociazione degli emigranti di Corsano affermano che “il raddoppio è necessario fino a Leuca. Gli ultimi 6 chilometri delle “4 corsie” sono necessari per risolvere in maniera definitiva il problema dell’attraversamento urbano di Gagliano del Capo, ma non solo. Lungo i 6 chilometri della strada Corsano-Gagliano-Leuca, su cui gli ambientalisti vorrebbero -all’altezza di Macurano- riversare tutto il traffico proveniente dalla “4 corsie”, si affacciano direttamente: un ospedale con pronto soccorso; il distretto socio-sanitario del Capo di Leuca; un cimitero; l’istituto di Riabilitazione dei Padri Trinitari; Il convento dei Padri Trinitari; centinaia di piccole e medie attività commerciali; impianti sportivi; due zone artigianali (Corsano e Gagliano); 4 stazioni di carburanti; la stazione terminale degli autobus STP; centinaia di abitazioni; due ristoranti; una sala ricevimenti; un camping village; incroci semaforizzati; centinaia di accessi poderali… Le attività pubbliche e private summenzionate vengono fruite da un bacino di utenza di oltre 45 mila abitanti (Gagliano, Alessano, Corsano, Castrignano, Patù, Morciano, Salve, Presicce, Acquarica). Di cosa stiamo parlando? Non si può insistere con questa storia della strada – parco, quando la vita nei centri urbani è un inferno. Ben vengano tutti gli accorgimenti necessari a mitigare l’impatto ambientale ma il raddoppio in variante ai centri abitati va fatto per intero! La popolazione del Capo di Leuca auspica che il presidente Gabellone non esiti a difendere fino in fondo la bontà di un intervento atteso da decenni, anche ricorrendo dinanzi al Consiglio di Stato. Non va difeso solo il finanziamento “tout court” ma il merito dell’intero progetto, compreso e soprattutto gli ultimi chilometri. Basta tentennamenti! Basta con la gran cassa dei politici irresponsabili che fanno solo disinformazione e propaganda a buon mercato”.
Il Comitato 275 esprime “soddisfazione per la sentenza del Tar che ha riconosciuto l’inutilità dell’ultimo tratto di 7 km da San Dana a Leuca con le megaopere previste, con particolare riferimento al viadotto e alla super-rotatoria finale. Auspichiamo che a questo punto però si attivi un processo virtuoso per cui si possa ripensare l’intera opera ed in particolare il tratto da Montesano ad Alessano, il cui tracciato a 4 corsie non si dovrebbe più realizzare perché va ad intaccare irrimediabilmente siti di pregevole valore storico-paesaggistico (per esempio il villaggio rupestre di Macurano, la Madonna del Gonfalone, il parco dei Paduli). La stessa sentenza del Tar infatti invita a riverificare l’impatto ambientale dell’opera e a tener conto delle prescrizioni della Regione, integrando le esigenze di sicurezza stradale, di viabilità e di crescita turistica del basso Salento senza stravolgere la tipicità e le peculiarità del paesaggio salentino. Ci auguriamo, inoltre, che questa sentenza spinga le parti favorevoli all’attuale progetto su posizioni di ragionevolezza e di responsabilità nei confronti del territorio, e che finalmente si crei un clima costruttivo che porti la Regione Puglia ad impegnarsi nel ripensare coraggiosamente l’intera opera in nome della “rivoluzione della bellezza” di cui si fa promotrice”.
Salvatore Capone, segretario provinciale PD Lecce: “Il Tar di Lecce ristabilisce il primato del buonsenso sull’ottusità. Il Tribunale conferma che il CIPE si è “dimenticato” delle indicazioni della Regione Puglia e della Provincia di Lecce del 2007 sull’ammodernamento della ss275. C’è chi sventola tanto la bandiera del federalismo e dell’autonomia dei territori, per poi dimenticarsene all’atto pratico, preferendo ottuse logiche di casacca politica. Nel 2007 l’Assessore Barbanente e l’allora Presidente della Provincia di Lecce Giovanni Pellegrino, espressioni del territorio, avevano individuato le soluzioni che conciliavano le esigenze di allargamento, ammodernamento e maggiore sicurezza di quell’arteria fondamentale per il Capo di Leuca e per l’intero Salento rappresentata dalla Maglie-Leuca, con la tutela di quel patrimonio unico e irripetibile rappresentato dallo splendido paesaggio che si apre davanti agli occhi di turisti e salentini, giungendo nell’estremo lembo d’Italia, dove lo sguardo può vagare tra gli ulivi prima di tuffarsi liberamente nel Mediterraneo. Sguardo che invece si voleva ingabbiare tra i piloni di cemento. Soli sette chilometri di strada che innalzavano paurosamente, ed inutilmente, i costi, deturpando irrimediabilmente il promontorio di Finibusterrae. Ora abbiamo tutti il dovere di attivare la concertazione istituzionale ed andare a Roma a spiegare al CIPE come quei sette chilometri rappresentino una ricchezza irrinunciabile ed intangibile per il nostro Salento. Le soluzioni esistono già dal 2007, occorre solo liberare il campo da alcuni “egocentrismi” e l’annosa vicenda della ss275 si potrà chiudere in tempi brevi”.
Il Comitato “275” deplora la recente presa di posizione della Provincia di Lecce, guidata dal presidente Gabellone, che dimostra una volta di più il gioco ambiguo, irresponsabile e asservito a meri interessi economici che una certa parte politica continua a perpetrare a danno del territorio del Capo di Leuca. Da un lato, si dice di voler dare un “contentino” agli ambientalisti, dunque non si ha realmente a cuore la tutela del territorio, ma si cerca di zittire chi mette i bastoni tra le ruote. Dall’altro, si difende un progetto nella sua totalità, minacciando un contro-ricorso al ricorso degli stessi “ambientalisti”, rimandando a passaggi successivi un’”eventuale” mitigazione dell’opera. E tutto questo “per non perdere i finanziamenti di 288 milioni di euro” che, anche se poi serviranno ad innescare una bomba ecologica nel Salento, poco importa. I milioni di turisti che non aspettano altro che attraversare il Capo di Leuca su 4 corsie potranno poi così ammirare un paesaggio irrimediabilmente compromesso e un sud sempre più degradato e autolesionista. Gravissimo è anche lo sbandieramento di una presunta adesione degli amministratori dei Comuni del Capo di Leuca a questo documento. Dei 13 Sindaci firmatari solo quello di Castrignano del Capo (che per Leuca pare voler prospettare un futuro da Las Vegas o peggio da Disneyland) appartiene al territorio attraversato dal nuovo tracciato a 4 corsie da Montesano a Leuca. Non hanno firmato, oltre al comune di Melpignano, i Comuni di Tricase, Alessano, Tiggiano, Gagliano del Capo, quelli cioè che subiranno il maggior danno ambientale dal progetto difeso da Gabellone. Sono sempre di più invece i cittadini, le associazioni, gli enti e le personalità della cultura e dello spettacolo di livello nazionale che sostengono la battaglia del comitato contro il progetto di una strada a 4 corsie nell’intero tratto che va da Montesano a Leuca, e dunque non solo contro il viadotto e la megarotatoria degli ultimi 7 km. Ricordiamo per esempio, l’appello dell’attore Riccardo Scamarcio e il documento autorevole del Consiglio della Facoltà di Beni Culturali dell’Università del Salento. Il Comitato “275” continuerà a chiedere a gran voce che il miglioramento della viabilità e della sicurezza stradale nel Salento si faccia secondo un’altra filosofia di intervento, quella che ha ispirato il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale che Gabellone continua ad ignorare, cioè rispettando la vocazione turistica del “sistema Salento come parco”, la cui risorsa più preziosa è proprio il paesaggio. Mercoledì 21 aprile, alle 11, il Comitato “275” terrà una conferenza stampa a Lecce, presso le Officine Cantelmo, in cui si illustrerà la mostruosità del progetto approvato e l’assoluta necessità di informare i cittadini sulla reale sproporzione dell’opera concepita 20 anni fa e non più consona ai reali bisogni del territorio.
Attualità
IL Festival del Capo di Leuca sul palcoscenico milanese
Il 31 marzo presso il Salone dell’Orologio di Milano PerCorsi si terrà un evento formativo dal titolo “Musica e Contemporaneità…

Il Festival del Capo di Leuca, rassegna cameristica internazionale, che quest’anno festeggia la quinta edizione, sbarca a Milano.
La kermesse ideata nel 2021 da ELEUSI aps e dal suo presidente e direttore artistico Alessandro Licchetta, infatti, sarà presentata a Milano nell’ambito di un’iniziativa di formazione a beneficio dei giornalisti lombardi ed organizzata dall’associazione MILANO PERCORSI impresa Sociale.
Il 31 marzo 2025, dalle ore 15 alle ore 18.00, infatti, presso il Salone dell’Orologio di Milano PerCorsi in Corso Buenos Aires 79, si terrà un evento formativo dal titolo “Musica e Contemporaneità. Il quadro del presente”
L’evento, dedicato a giornalisti di tutta Italia, è fruibile in modalità mista: online o in presenza.
Introdurranno Francesco Caroprese, Vicepresidente Ordine Giornalisti della Lombardia e Marcello Guadalupi, Giornalista e Presidente Milano PerCorsi – Modererà Francesca Lovatelli Caetani, giornalista.
Sono previste le relazioni Giulio Mazzoleni – Artist Manager e Autore sul tema «La Musica e le Arti Performative». Successivamente Carlo Franza – Storico dell’Arte Moderna e Contemporanea, già Ordinario di Storia dell’Arte – Giornalista e Critico de Il Giornale, fondato da Indro Montanelli, illustrerà il tema della “Musica nelle Poetiche del Novecento Italiano».
A seguire si alterneranno Bruno Di Girolamo – già Ordinario di Clarinetto al Conservatorio di Santa Cecilia – Roma sugli «Aspetti della musica sacra e profana contemporanea» e Alessandro Licchetta – Pianista e direttore artistico sul tema «ll Festival del Capo di Leuca. Rassegna Cameristica Internazionale».
Concluderà Elia Bertolazzi – Musicologo e divulgatore, relazionando sul tema «La divulgazione musicale ai tempi dei social: caratteristiche e prospettive».
Per il Salento, invece, grazie alla partecipazione di Alessandro Licchetta, questo evento costituisce la ghiotta occasione di far conoscere il territorio del Capo di Leuca ed il suo Festival itinerante che anche quest’anno porterà i suoi concerti nei luoghi più inconsueti e suggestivi dei borghi salentini.
In questo senso il Prof. Licchetta e l’associazione Eleusi aps si caratterizzano per essere gli ambasciatori al Nord ed in tutta Italia delle bellezze naturali, architettoniche e culturali della nostra estrema penisola.
Per ulteriori informazioni circa le attività di ELEUSI e del Festival : www.eleusiaps.it , Instagram Eleusiaps Festivaledelcapodileuca . Per vedere tutti i video dei concerti su YouTube: Eleusi aps
Attualità
Porsche non investe più. «Altra opportunità persa»
Il presidente di Confindustria Lecce Valentino Nicolì: «Non possiamo permetterci che altri investimenti di questa portata vadano persi per conflitti risolvibili o per incertezze amministrative. Le imprese che credono nel nostro territorio devono poter contare su una visione condivisa di crescita e su un contesto amministrativo chiaro e favorevole agli investimenti»

Confindustria Lecce esprime profonda amarezza e forte disappunto per quanto accaduto in questi mesi che ha poi determinato la decisione del Gruppo Porsche di rinunciare al piano di sviluppo del Nardò Technical Center (NTC): «Un’occasione persa per il nostro territorio, l’ennesima sconfitta».
Una scelta che, seppur maturata in un contesto internazionale complesso, come sottolineato dalla stessa azienda, «evidenzia ancora una volta quanto la mancanza di visione da parte del nostro territorio e le criticità locali ostacolino l’attrazione di investimenti strategici per lo sviluppo. Una perdita pesante in termini di innovazione, occupazione e crescita economica, che rischia di compromettere la credibilità internazionale della provincia di Lecce. È sfumata la possibilità di costruire un polo d’eccellenza mondiale per l’industria automobilistica e tecnologica, ad opera di un’azienda che si è sempre contraddistinta per l’attenzione al rispetto delle normative vigenti, per l’impegno verso la tutela ambientale e per l’adozione di elevati standard di benessere per i lavoratori».
Il presidente di Confindustria Lecce Valentino Nicolì ha sottolineato con forza l’importanza dell’investimento e «il danno che la sua mancata realizzazione comporta per l’intero tessuto economico locale: la perdita del piano di sviluppo dell’NTC rappresenta una battuta d’arresto per il nostro territorio, che avrebbe potuto trarre enormi benefici dalla presenza di un marchio di rilevanza mondiale, possibile volano di attrazione di ulteriori investimenti in un territorio che ha bisogno d’impresa, d’innovazione e competitività. Parliamo di un investimento da 450 milioni di euro che avrebbe consentito di modernizzare e potenziare un’infrastruttura chiave, rendendola un punto di riferimento a livello globale per la sperimentazione e lo sviluppo delle nuove tecnologie della mobilità. Un’opportunità persa non solo per il settore automotive, ma per tutto l’indotto economico e occupazionale che ne sarebbe derivato».
Il progetto avrebbe rafforzato il ruolo di NTC come polo d’eccellenza per la ricerca e lo sviluppo, creando sinergie con il mondo universitario e con le imprese locali e posti di lavoro.
Già nel 2023 Porsche, dimostrando attenzione per il territorio, ha aperto a Lecce una unità specializzata, con professionalità di alto profilo, nella produzione di software per veicoli intelligenti e connessi.
«Non possiamo permetterci che altri investimenti di questa portata vadano persi», continua Nicolì, «per conflitti risolvibili o per incertezze amministrative. Il nostro territorio ha già difficoltà nell’attrarre investimenti a causa di infrastrutture carenti e di una logistica poco competitiva. Lo ribadisco a nome di tutti gli imprenditori della provincia di Lecce: da parte di alcuni deve cessare il clima ostile all’impresa che serpeggia ormai da tempo: le imprese hanno un inestimabile valore sociale, portano ricchezza sul territorio in cui insistono, attraverso il lavoro e il sostentamento alle famiglie. Senza impresa non ci può essere né sviluppo, né crescita o servizi. L’auspicio è che la decisione di Porsche non venga seguita da altri e che aziende potenzialmente interessate a investire qui permangano nelle loro decisioni, invece di spostarsi altrove. Non possiamo permetterci di perdere altre opportunità per inerzia o per mancanza di una strategia chiara. Il confronto tra istituzioni, imprese e comunità locali deve essere costruttivo, basato su una visione di sviluppo sostenibile che non metta in contrapposizione innovazione e tutela ambientale, ma che le integri in un modello di crescita equilibrato».
La Carta dei valori e dei principi di Confindustria colloca «la sostenibilità a fianco di innovazione e competitività quale valore fondamentale nell’agire dell’impresa; è fondamentale che si comprenda l’importanza di coniugare lo sviluppo industriale con la sostenibilità ambientale ed è necessario farlo con un approccio equilibrato che tuteli la competitività delle imprese e dei territori».
Confindustria Lecce ribadisce la necessità di un dialogo efficace tra tutti gli attori coinvolti, affinché il territorio possa attrarre e consolidare nuove iniziative strategiche: «Le imprese che credono nel nostro territorio devono poter contare su una visione condivisa di crescita e su un contesto amministrativo chiaro e favorevole agli investimenti. La nostra priorità deve essere quella di rendere Lecce e la Puglia destinazioni attrattive per progetti di qualità, capaci di generare valore, occupazione e competitività per l’intero sistema economico locale».
«Se vogliamo un Salento capace di competere con le aree più avanzate d’Europa», conclude Valentino Nicolì, «dobbiamo creare le condizioni affinché le imprese trovino qui un terreno fertile per crescere e innovare. Confindustria Lecce è pronta a fare la propria parte, impostando una politica industriale rispettosa delle normative e della sostenibilità ambientale, ma che garantisca un futuro prospero al territorio».
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Attualità
Altre pale in mare? Il Parco dice ancora NO
Eolico offshore, “Messapia” è il nuovo progetto di un insediamento energetico di 73 turbine tra Tricase e le acque a sud-est di Santa Maria di Leuca. Previstre opere di connessione a terra a Santa Cesarea, Otranto, Minervino , Giuggianello, Sanarica, Muro Leccese, Maglie, Melpignano, Corigliano, Soleto, Sternatia, Lequile e Copertino. Michele Tenore, presidente del Parco Naturale Regionale Costa Otranto – Santa Maria di Leuca e Tricase: «Il mare è terra di conquista delle multinazionale dell’energia»

Dopo la richiesta di Odra Energia S.r.l. per l’installazione di un parco eolico offshore al largo della costa salentina, con aerogeneratori alti fino a 315 metri, si aggiunge ora un nuovo progetto: “Messapia”.
L’iniziativa, promossa da Messapia Floating Wind S.r.l., prevede la realizzazione di un impianto eolico flottante composto da 73 turbine da 18 MW ciascuna, per una capacità totale di 1.314 MW.
L’area interessata si estende tra Tricase e le acque a sud-est di Santa Maria di Leuca, coinvolgendo numerosi centri nelle opere di connessione a terra, tra cui Santa Cesarea Terme, Otranto, Minervino di Lecce, Giuggianello, Sanarica, Muro Leccese, Maglie, Melpignano, Corigliano d’Otranto, Soleto, Sternatia, Lequile e Copertino.
L’annuncio ha riacceso la discussione tra le istituzioni locali e i cittadini.

Michele Tenore, Presidente del Parco Naturale Regionale Costa Otranto – Santa Maria di Leuca e Tricase
Il presidente Michele Tenore, a nome del Parco Naturale Regionale “Costa Otranto – Santa Maria di Leuca e Tricase”, ha espresso il netto dissenso: «La bellezza del Salento non può essere sacrificata per progetti che ignorano l’identità del territorio e le esigenze delle comunità locali. Serve una regolamentazione adeguata a tutelare tale tratto di mare, altrimenti continueremo a subire attacchi indiscriminati ogni volta che una multinazionale dell’energia decide di investire. Le restrizioni sempre più rigide imposte a terra stanno spingendo le aziende a cercare spazio in mare, con iniziative sempre più frequenti e invasive. Non siamo contrari alle rinnovabili, ma rifiutiamo interventi che stravolgono l’ecosistema marino e deturpano un patrimonio paesaggistico inestimabile».
Tenore sottolinea come anche il progetto Messapia preveda un punto di approdo tra Porto Badisco e Santa Cesarea Terme, un’area di straordinario valore storico e naturalistico: «Mi chiedo se chi propone questi progetti abbia mai visto con i propri occhi la delicatezza di questi luoghi, che la tradizione lega allo sbarco di Enea dopo la caduta di Troia. Qui si trovano sorgenti, grotte sottomarine e tesori archeologici come la “Grotta dei Cervi”. Come presidente del Parco, ribadisco un no chiaro e deciso: il Salento ha già dato tanto e non può essere ancora una volta penalizzato da interventi industriali che calpestano il diritto delle nostre comunità a uno sviluppo sostenibile e rispettoso dell’ambiente».
La transizione energetica, conclude Tenore, «deve avvenire con il coinvolgimento dei territori e nel rispetto del paesaggio, senza progetti imposti dall’alto che rischiano di compromettere irreparabilmente il mare e la costa salentina».
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