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Cronaca

“Matteo sta bene”: ritrovato!

Matteo Turco, il 21enne di Tricase di cui si erano perse le tracce dai primi di agosto, è stato rintracciato: “È in ospedale, pare abbia subito un incidente. Quel che conta è che ora sta bene e presto lo riabbracceremo”

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Matteo Turco, il ragazzo di 21 anni di Tricase, di cui la famiglia aveva perso le tracce da mesi, è stato ritrovato. “Finalmente una bella notizia”: lo diciamo anche noi abbracciando idealmente mamma, papà, e le sorelle Giovanna, Chiara. “Era in ospedale, pare abbia subito un incidente”, ci racconta Giovanna, “ma ora sta bene”. Pare addirittura che Matteo sia stato in coma: “Papà ci ha parlato, sta bene, sta bene”, rassicura Giovanna. Ora Fervono i preparativi per raggiungerlo: “Ancora qualche giorno e lo riabbracceremo, parleremo con i dottori per saperne di più, l’importante e’ che presto lo riabbraccerò, e gli trasmetterò il calore, l’affetto e la forza che la tanta gente che ci è stata vicino ha trasmesso a noi! Ringrazio tutti, uno ad uno”, conclude Giovanna, “per quello che hanno fatto per la mia famiglia”.


Di Matteo non si avevano più notizie dal 6 agosto scorso, data dell’ultimo contatto. Poi più nulla: come fosse svanito nel vuoto. Matteo lavora all’estero da quando aveva 17 anni. Come tanti nostri conterranei, per avere un’occupazione e costruirsi un futuro, ha scelto di emigrare, scegliendo la Germania e una pizzeria di Friburgo, dove vive uno zio che gli ha dato una mano. Le ultime sue tracce conducevano a Francoforte dove lavorava in una pizzeria. Poi più nulla. La famiglia era in pena perché non riusciva a contattarlo in nessun modo e temeva il peggio. Ora il lieto fine. Ancora poche ore, qualche giorno, poi Matteo ritroverà i suoi affetti per un abbraccio che immaginiamo lungo e caloroso.

Cronaca

Taviano: droga in casa e in giardino, arrestato

Occultati in prossimità di una statua votiva, circa 42 grammi di cocaina suddivisa in dosi

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Nonostante le giornate afose di questi ultimi giorni, prosegue senza sosta in tutto il territorio della giurisdizione l’attività preventiva e repressiva della Compagnia Carabinieri di Casarano relativa al contrasto dello spaccio e consumo di sostanze stupefacenti.

I carabinieri della Stazione di Taviano hanno arrestato in flagranza di reato un uomo per detenzione ai fini di spaccio.

Nel corso di una perquisizione presso l’abitazione dell’uomo, i carabinieri hanno rinvenuto all’interno dell’armadio della camera da letto circa 4 grammi di marijuana suddivisa in dosi, oltre a vario materiale per il peso, quali bilancini di precisione, taglio e confezionamento.

La perquisizione è poi proseguita presso il giardino dell’abitazione, dove i militari dell’Arma hanno rinvenuto, occultati in prossimità di una statua votiva, circa 42 grammi di cocaina suddivisa in dosi.

Il fermato, quindi, è stato arrestato e, come disposto dal P.M. di turno presso la Procura della Repubblica di Lecce che conduce le indagini, sottoposto agli arresti domiciliari.

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Cronaca

Incendio a Parabita: sito archeologico in cenere

In fumo 45 ettari. I consiglieri di Persone & Progresso denunciano: «Con qualche migliaio di euro si sarebbe evitato questo scempio. Assumeremo ogni iniziatica utile perché siano accertate le responsabilità di chi per supponenza, ignoranza e arroganza ha ucciso un immenso patrimonio culturale della città».

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Nella giornata di ieri è andato in fumo l’intero sito del parco archeologico di Parabita.

Per lunghe ore, le fiamme hanno colpito e distrutto tutte le strutture del parco archeologico: ormai ridotto a sola cenere.

Oltre 45 ettari sono andati in fumo.

Solo grazie all’intervento dei vigili del fuoco e della Protezione Civile sono state messe in salvo le abitazioni della zona.

Dopo 24 ore, questa mattinata vi erano ancora alberi di ulivo che bruciavano.

Sulla vicenda sono intervenuti I consiglieri comunali Alfredo Cacciapaglia, Francesca Giannelli, Giuseppe Provenzano e Biagino Coi: «Un mese fa avevamo denunciato lo stato di abbandono del parco archeologico, sommerso dalle erbacce e dall’incuria totale».

I consiglieri del gruppo Persone & Progresso attaccano: «Ieri, mentre era in corso il Consiglio comunale, il sindaco Stefano Prete non solo ometteva d’informare il consiglio e quindi la città di quanto stava accadendo ai danni di uno dei siti archeologici più importanti al mondo, ma ha addirittura mentito, affermando che grazie alla sua opera di “prevenzione e di sfalcio diffuso non si ripetevano le situazioni avute nel 2023».

Per questo i consiglieri di opposizione chiedono che «si faccia luce e si verifichi se dietro quanto è accaduto possa esservi la condotta criminale di qualche mano sconsiderata. Non meno delinquenziale la condotta irresponsabile di chi, avvisato per tempo, proprio da noi, per lo stato di degrado e abbandono ha fatto sì che tale misfatto potesse compiersi. Il tutto mentre la vice sindaco dichiarava sempre nel corso del Consiglio Comunale di “essere caduta dal pero” dichiarando di non sapere nulla di quanto accadeva mentre le case degli abitanti nella zona del parco archeologico rischiavano di andare a fuoco».

Grazie all’intervento dei volontari dei Vigili del Fuoco non si è consumata la tragedia.

«Con qualche migliaio di euro», continuano dai banchi della minoranza, «si sarebbe evitato questo scempio. Assumeremo ogni iniziatica utile perché siano accertate le responsabilità di chi per supponenza, ignoranza e arroganza ha ucciso un immenso patrimonio culturale della città».

«A breve», annunciano infine, «presenteremo un’interpellanza affinché nel prossimo consiglio si discuta di quanto accaduto e valutare le responsabilità politiche e penali del fatto».

 

 

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Cronaca

Tricase Porto, Villa Sauli: c’è la Scia ma nulla è cambiato

Il sindaco Antonio De Donno: «In risposta alla segnalazione di inizio attività, che erano obbligati a presentare, altrimenti noi avremmo dovuto confiscare, abbiamo fatto notare come per l’ufficio tecnico tutta l’opera sia abusiva in quanto c’è stata una traslazione della sagoma. Siamo sempre in attesa del pronunciamento finale dei giudici»

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Altre novità per Villa Sauli a Tricase Porto?

La comparsa di un cartello nei pressi di quello che tutti conoscono come l’ecomostro, con la denuncia della presentazione di una Scia (Segnalazione certificata di inizio attività), ha fatto rizzare le antenne.

Di fatto, però, non ci sono novità di rilievo rispetto agli ultimi aggiornamenti.

Il sindaco Antonio De Donno

Il sindaco di Tricase Antonio De Donno tranquillizza tutti: «Gli eredi hanno presentato una scia di demolizione. In base alla sentenza del Consiglio di Stato. Lla Scia deve rifarsi all’ordinanza del 2019 del sindaco Carlo Chiuri che prevedeva l’abbattimento di una scaletta e pochi altri interventi».

«In risposta a questa Scia, che erano obbligati a presentare, altrimenti noi avremmo dovuto confiscare», spiega De Donno, « abbiamo fatto notare come per l’ufficio tecnico tutta l’opera sia abusiva in quanto c’è stata una traslazione della sagoma. Com’è noto, a fronte di questa risposta e alla notifica di abbattimento c’è stato un ulteriore ricorso».

Come già il primo cittadino aveva spiegato a suo tempo, quindi, «bisognerà attendere gli eventi per capire quali saranno i tempi effettivi per una decisione definitiva dei giudici dopo che una delle eredi si è costituita al Consiglio di Stato».

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