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Miggiano

Terre di Leuca Bis: l’Unione… disunita

“Ricorsi al Tar con sperpero di quasi 10.000 euro di denaro pubblico. Il tutto per colpa di egoismi politici e personali”

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Una querelle sfociata in ricorsi al Tar con sperpero di quasi 10.000 euro. Il tutto per colpa di egoismi politici e personali che altro non portano se non dispendio di denaro pubblico e paralisi amministrativa”. A denunciarlo è Franco De Vitis consigliere del Comune di Ruffano e dell’Unione dei Comuni Terra di Leuca Bis. “La presidenza”, continua De Vitis, “è ormai scaduta da tempo e l’Unione si rifiuta di nominare il nuovo che, in teoria, spetterebbe al Sindaco di Ruffano”. In effetti il mandato di Presidente dell’Unione, detenuto dal sindaco di Montesano Eusebio Ferraro, è scaduto il 22 ottobre 2012. “Si sarebbe dovuto subito nominare il nuovo Presidente”, spiega De Vitis, ma si è preferito andare avanti così per modificare lo statuto in nome della spending review. Quando Ruffano era ancora commissariata, gli altri Comuni hanno seguito questa strada portando avanti una proposta che prevede solo 3 Consiglieri per ogni Comune, più i Sindaci di Montesano, Miggiano, Specchia e Ruffano. Col nuovo sindaco, invece, Ruffano ha votato all’unanimità l’ipotesi di bilanciare il numero dei Consiglieri in proporzione con quello degli abitanti di ogni singolo Comune”. Vistosi inascoltato il Sindaco di Ruffano, Carlo Russo, ha inoltrato ricorso al TAR e gli altri Comuni si sono affidati ad un loro legale: alla faccia dell’Unione! Il ricorso sarà discusso dal Tribunale regionale mercoledì 20 febbraio. “Già l’8 febbraio scorso scrissi una lettera al Presidente, ai Conisglieri ed al segretario dell’Unione”, conclude il consigliere De Vitis, “con la quale invitavo il sindaco di Montesano a dimettersi dalla carica di presidente dell’Unione in prorogatio per facilitare e favorire l’elezione del nuovo presidente. Chiedevo, e chiedo, che tutti facciano un passo indietro e si convochi urgentemente il Consiglio dell’Unione per l’elezione del nuovo Presidente al fine di evitare l’alea del giudizio al TAR, l’oltraggioso commissariamento dell’Unione e la paralisi amministrativa della stessa”.

Cronaca

Mancata precedenza al semaforo: incidente a Miggiano

Due i mezzi coinvolti, entrambi rimossi con carro attrezzi: sul posto anche carabinieri e soccorsi

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Violento incidente stradale questa mattina alle porte di Miggiano.

Due vetture si sono scontrate all’incrocio semaforico all’ingresso del paese lungo la provinciale 374 che conduce a Taurisano.

Per via di una mancata precedenza, sono entrati in collisione un Fiat Doblò vecchio modello ed una Volkswagen Tiguan.

A bordo del primo viaggiavano due uomini di Miggiano. Sul suv invece un uomo di Ruffano.

Non gravi le conseguenze patite.

I danni patiti dai mezzi e gli airbag, praticamente tutti apertisi, raccontano la portata dello scontro.

Sul posto soccorsi e forze dell’ordine, con l’intervento di due carro attrezzi, per la rimozione delle vetture, entrambe non più marcianti, e di una ditta specializzata nella pulizia e rimessa in sicurezza del manto stradale.

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Attualità

Nonna Rosa spegne 100 candeline

Emozione e festa alla Residenza per anziani “Don Tonino Bello 3” di Miggiano per la centenaria tricasina Rosa Coluccia

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Una festa tra sorrisi, abbracci e commozione ha segnato ieri il 100° compleanno di Rosa Coluccia (nata il 7 novembre 1924), di Tricase, ospite della Residenza per anziani “Don Tonino Bello 3” di Miggiano.

In un’atmosfera calorosa, con palloncini, torta e decorazioni a festeggiare questo traguardo straordinario, Rosa ha vissuto il suo giorno speciale circondata dall’affetto dei familiari, degli altri ospiti e del personale della struttura.

«Abbiamo la fortuna di condividere la quotidianità con persone come lei, che ci insegnano il valore di ogni momento e l’importanza degli affetti», ha sottolineato il dott. Marcello Falco, responsabile sanitario della residenza, «Rosa è la seconda centenaria che festeggiamo qui alla “Don Tonino Bello 3”, e celebrare insieme a lei questo traguardo ci riempie di gioia. È una conferma dell’impegno della struttura nell’offrire non solo assistenza, ma anche un ambiente in cui ogni ospite possa sentirsi accolto e apprezzato».

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Approfondimenti

Mesciu Pippi, custode dell’arte edilizia

Al secolo Raimondo Giuseppe Marra, nato nel 1943 a Montesano Salentino, considerato un custode della lavorazione tradizionale e un vero e proprio maestro delle volte a stella, a squadro e a botte

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In nostro approfondimento sulla tradizione del costruire salentino si chiude con una figura storica dell’edilizia salentina.

I più attempati si ricorderanno certamente di Mesciu Pippi.

Al secolo Raimondo Giuseppe Marra, nato nel 1943 a Montesano Salentino, anche se all’anagrafe risulta Miggiano, di cui il suo paese, all’epoca, era ancora frazione. A 15 anni iniziò a lavorare in cantiere e, da allora, l’arte edile è diventata la sua vita.

Tanto da essere considerato un custode della lavorazione tradizionale e un vero e proprio maestro delle volte a stella, a squadro e a botte.

La sua storia è riportata nel libro “Il cantiere edile come biografia e memoria”, scritto dall’architetto Venanzio Marra, figlio di Raimondo Giuseppe.

Mesciu Pippi cita il suo maestro: «È stato Donato De Matteis, un abile costruttore di Montesano. Poi ho avuto tanti altri maestri, tra cui Ippazio Morciano, mesciu Pati, di Tiggiano. Dopo aver lavorato con lui, nel 1973, ho dato vita alla mia attività».

Nonostante sul finire degli anni 70 stesse cambiando il modo di costruire passando dalle strutture interamente in muratura, con copertura a volta, ai sistemi in cemento armato, con le strutture puntiformi e i solai, Mesciu Pippi è rimasto legato alla tradizione: «Il passaggio dalle costruzioni tradizionali a quelle moderne non è stato indolore. Il cantiere tradizionale veniva sostituito da un cantiere in cui l’esecuzione delle opere diveniva più veloce, aumentava la standardizzazione della componentistica edile. Ma spesso si perdeva parte della sapienza costruttiva e le maestranze diventavano sempre più dequalificate. Sin dal 1975, quando capitava di demolire una volta (per esempio a stella) per costruire una struttura moderna con i solai piani, pensavo che i nuovi edifici non sarebbero durati così a lungo. Insomma, si demolivano strutture fatte ad arte per sostituirle con altre che non davano la stessa garanzia».

PER L’INTERVENTO DEL CONSERVATORE – RESTAURATORE GIUSEPPE MARIA COSTANTINI CLICCA QUI

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