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News & Salento

Tricase prega per Yara

Anche Tricase vive ore di grandissima angoscia per la sorte della 13enne Yara Gambirasio, della quale si sono perdute le tracce dalla sera dello scorso 26

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Anche Tricase vive ore di grandissima angoscia per la sorte della 13enne Yara Gambirasio, della quale si sono perdute le tracce dalla sera dello scorso 26 novembre a Brembate Sopra, in provincia di Bergamo, quando la ragazzina è uscita dalla palestra che frequentava ed è scomparsa. Mentre gli inquirenti vagliano più piste, il trascorrere dei giorni riduce inevitabilmente al lumicino le speranze di un lieto fine di questa ennesima drammatica storia che vede purtroppo protagoniste giovanissime indifese. Una sensazione da brividi che tocca, come detto, anche Tricase, dove la vicenda viene vissuta con altrettanto timore perché le origini della famiglia di Yara risiedono proprio nella cittadina salentina, da dove il nonno materno di Yara, Pierino Panarese, partì per andare a lavorare a Bergamo in un Ufficio del Ministero del Tesoro, poi raggiunto dalla moglie Italia Cortese, che a sua volta a Bergamo svolse servizio in un Ufficio Postale, dopo averlo fatto in quello di Tricase Porto. E proprio Tricase Porto ha fin qui mantenuto ancora più legato il cordone ombelicale di Yara con il Salento, in quanto fino all’estate scorsa è tornata in vacanza nella marina tricasina insieme a papà Fulvio, imprenditore edile, alla mamma Maura Panarese, alla sorella Keba ed ai fratellini Natan e Gioele. Tante le testimonianze a Tricase sulla solarità, la bontà e la voglia di vivere di Yara, appassionata di sport. Uno che la conosce bene è il parroco della Parrocchia “San Nicola” di Tricase Porto, don Luigi Mele, che con la voce rotta dall’emozione ricorda l’ultima estate vissuta da Yara “sempre presente nelle vicinanze della nostra Parrocchia, dove i nonni prendono in affitto, solitamente da luglio, un appartamento. Yara anche la scorsa estate è arrivata insieme ai nonni ed è stata poi raggiunta dai genitori. E come sempre si è integrata perfettamente nella vita della nostra piccola comunità: presente ogni domenica alla Santa Messa delle ore 11 e poi tutti i pomeriggi a giocare con i coetanei, lei così amante dello sport. E naturalmente i tuffi a Punta Cannone e tanta, tanta spensieratezza. Se n’era andata ai primi di settembre. Yara è una ragazzina meravigliosa”, rimarca don Luigi mentre anche al telefono è facile riconoscergli un nodo in gola, “di grande intelligenza ed umanità, con un carattere spigliato ed una personalità da vendere nonostante sia ancora così giovane”. Appresa come tutti la terribile notizia dai media, Don Luigi ha avuto modo di mettersi in contatto con i nonni di Yara: “Che dire, sono letteralmente distrutti. Ho comunicato loro, ed a tutti i familiari, la grande solidarietà della comunità di Tricase Porto. Ad ogni celebrazione liturgica ricordiamo Yara e preghiamo per la sua sorte. Bisogna continuare a farsi coraggio”. Restano l’attesa ed un’infinita paura, ma intanto anche l’ammirazione per la dignità con cui la famiglia sta vivendo questo dramma.


Federico Scarascia

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Saggio di Natale a Nardò

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Domenica 22 dicembre si è svolto al palazzetto dello sport Andrea Pasca di Nardò, il primo saggio di Natale della scuola di ballo Anastasia Dance: Jingle dance.

Non solo ballo ma anche attrazioni natalizie per tutti i bambini: Anna ed elsa, elfi, zucchero filato per tutti, babbo natale con la buca lettere per le letterine, angolo scenografico. Tante coreografie che hanno visto esibirsi 50 ballerini della scuola Anastasia Dance dei maestri Francesca Paglialunga e Salvatore Vacca.

L’evento è stato patrocinato dal Comune di Nardò, grazie alla preziosa collaborazione del presidente del Consiglio comunale con delega allo sport Antonio Tondo e del presidente della Consulta dello sport Tony De Paola.

Le iscrizioni per il nuovo anno sono aperte e i maestri vi aspettano in via due Aie, 67 a Nardò.

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Annuo Nuovo, una “buona vecchia abitudine: il bagno a mare

Sono tanti i salentini che nonostante l’estate sia solo uno sbiadito ricordo, continuano a “calare” i propri corpi nelle fredde e chiare acque di mare: una usanza, forse; una ricetta per la longevità, sostiene qualcun altro

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Anche questo 2025 si è palesato con il volto e gli usi di altri inverni, un deja vù, insomma.

Sono tanti i salentini che nonostante l’estate sia solo uno sbiadito ricordo, continuano a “calare” i propri corpi nelle fredde e chiare acque di mare: una usanza, forse; una ricetta per la longevità, sostiene qualcun altro; un modo per curare la forma e l’anima; una sorta di rito propiziatorio, ci confidano, un po’ come fare il bagno nelle acque del Gange (per gli indù c’è la convinzione che effettuando il bagno nel fiume si possa ottenere il perdono dei peccati e un aiuto per raggiungere la salvezza).

Pertanto anche quest’anno a Capodanno passeggiando per le nostre coste, da OtrantoS. Cesarea a Castro, passando per Tricase e Leuca, era facile scorgere alcuni coraggiosi e volenterosi che iniziavano l’anno con il “solito” rito propiziatorio: il bagno a mare.

 

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Marittima: in Bottega l’ultimo appuntamento con le degustazioni

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Riceviamo e pubblichiamo

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