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Cronaca

Truffa all’Inps: denunciati in 95

I militari del Nucleo Carabinieri Ispettorato del Lavoro, al termine di una indagine nel settore dell’agricoltura, hanno scoperto una truffa ai danni dell’Inps.

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I militari del Nucleo Carabinieri Ispettorato del Lavoro, coordinati dal Dr. Giocondo Lippolis – Direttore Provinciale del Lavoro di Lecce, al termine di un’ indagine nel settore dell’agricoltura, hanno scoperto una truffa ai danni dell’Istituto Previdenziale che si è protratta per tutto il quinquennio compreso fra gli anni 2005 e 2009, attraverso il purtroppo collaudato meccanismo dell’instaurazione di rapporti di lavoro fittizi, mediante il quale i falsi braccianti agricoli acquisiscono il diritto alle innumerevoli prestazioni loro riconosciute dall’INPS, quali indennità di disoccupazione, maternità, malattia, assegni familiari.


Le indagini hanno permesso di accertare che nel suddetto arco temporale, due aziende operanti nel comprensorio Ruffano – Supersano – Specchia, avvicendandosi nel tempo sugli stessi terreni, avevano in maniera sistematica denunciato all’INPS competente per territorio, vale a quello di Casarano, l’assunzione di braccianti agricoli che poi di fatto non erano mai stati avviati al lavoro nei campi. I primi sospetti sull’esistenza del fenomeno illecito erano stati avanzati dagli stessi funzionari INPS i quali, nell’ambito della procedura di controllo degli adempimenti contributivi, avevano constatato come i titolari delle due aziende agricole non avessero mai provveduto a versare all’Istituto i contributi previdenziali ed assistenziali dovuti a fronte dei rapporti di lavoro instaurati. Da qui la segnalazione alla Procura della Repubblica e la successiva delega all’Ispettorato del Lavoro, per una approfondita e dettagliata attività di indagine e ispettiva.All’esito della stessa i militari accertavano fra l’altro che all’interno delle due aziende agricole non era mai stata praticata alcuna coltivazione che avesse richiesto l’impiego di personale bracciantile. Nel corso dei sopralluoghi eseguiti sui terreni delle aziende, anche in tempi diversi, non era mai stata individuata infatti alcuna coltura in atto, tantomeno erano mai stati individuati lavoratori intenti in attività lavorativa. Non solo: le uniche piantagioni alle quali veniva trovato riscontro oggettivo, un oliveto e un frutteto costituiti da piante molto giovani, risultavano eseguite da una ditta terza che per di più le aveva realizzate nel breve volgere di qualche mese, facendo anche ampio ricorso a macchine operatrici agricole, come documentato da una copiosa documentazione fiscale rinvenuta dai militari. Tali coltivazioni, sia per la loro natura che per un incendio che le aveva devastate, non avevano peraltro mai raggiunto la fase di produzione. Nessuna delle due aziende agricole, inoltre, aveva mai emesso buste paga a favore dei propri dipendenti: riscontro ritenuto significativo dai militari operanti rispetto all’ipotesi investigativa della insussistenza di tutti i rapporti di lavoro.

Uno dei due titolari aveva anche proceduto ad emettere fatture di autoconsumo, attestanti lavori di pulizia e manutenzione varie dei terreni della propria azienda, mai però realmente eseguite. Per tale motivo è stato denunciato anche per l’ipotesi del reato di emissione di fatture relative ad operazioni inesistenti. Nel corso delle indagini alcuni degli pseudo braccianti risultati occupati nel quinquennio presso le aziende agricole in questione, avevano anche ammesso di non aver mai realmente lavorato e, anzi, di aver addirittura corrisposto del denaro ai titolari delle due aziende, pur di avere riconosciuta una posizione contributiva. Circostanza, quest’ultima, che gli avrebbe poi consentito, come in effetti è stato, di riscuotere le varie prestazioni erogate dall’INPS a loro favore, quali indennità di disoccupazione, malattia, assegni familiari, indennità di maternità ecc.. Ad aggravare la posizione di alcuni falsi braccianti, vi è la circostanza dell’essere nel frattempo transitati in pensione, grazie ai rapporti di lavoro fittizi denunciati a loro favore.

L’indagine ha permesso di annullare rapporti di lavoro nei confronti di 65 falsi braccianti nella prima azienda e di 28 falsi braccianti nella seconda, per un totale di 6.396 giornate di lavoro agricole fittizie. L’importo della truffa è di € 203.765,18. Sia i titolari delle due aziende che i falsi braccianti sono stati pertanto denunciati all’Autorità Giudiziaria competente.



Cronaca

Caso di scabbia, chiusa scuola

Chiusura temporanea della Scuola Secondaria di I grado di via Fontana disposta dal sindaco di Salice Salentino per sanificazione

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Il sindaco di Salice Salentino Mimino Leuzzi ha firmato un provvedimento con ordinanza di chiusura temporanea in seguito a un caso di scabbia nel plesso della Scuola Secondaria di I grado di via Fontana.

La situazione sarebbe “attualmente sotto controllo e circoscritta” ma, come afferma il primo cittadino, “si è reso necessario intervenire in tempi rapidi al fine di garantire la sicurezza e la salute di tutti i bambini, del personale operante a tutti i livelli, con un intervento di sanificazione approfondito”.

Intervento che sarà effettuato domani, mercoledì 12 marzo.

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Cronaca

Picchiarono bagnino, baresi e foggiani allontanati dal Salento

Foglio di via del Questore della provincia di Lecce per i responsabili dell’aggressione di Torre dell’Orso, verificatasi nella scorsa stagione estiva

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Emessi 8 fogli di via obbligatori nei confronti di altrettanti destinatari del provvedimento preventivo da parte del Questore della provincia di Lecce.

I fatti risalgono a settembre dell’anno scorso, quando gli 8 uomini, provenienti dalle province di Bari e Foggia e con età compresa tra i 24 e i 69 anni, si sono responsabili di una violenta aggressione ai danni di un bagnino di 21 anni.

La vittima aveva denunciato il pestaggio subito da parte di alcuni frequentatori del lido di cui era dipendente, a Torre dell’Orso, a cui con garbo aveva fatto notare di aver occupato i lettini senza averne il diritto.

In seguito, la sera lo stesso gruppo di persone aveva aggredito il bagnino sia verbalmente che fisicamente, provocandogli trauma cranico e diverse contusioni facciali.

L’arrivo della pattuglia dei carabinieri aveva messo in fuga gli aggressori poi identificati grazie alle dichiarazioni della vittima.

I responsabili del pestaggio, già noti alle forze di polizia, sono stati considerati pericolosi per la sicurezza pubblica e conseguentemente allontanati dal comune di Melendugno con provvedimenti che vietano loro di farvi ritorno per un periodo che varia da uno a tre anni.

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Andrano

Truffa dello specchietto: arresto ad Andrano

Fermato un 39enne già noto alle forze dell’ordine: aveva tentato raggiro ai danni di un anziano del posto

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Era quasi riuscito a portare a termine il suo colpo ai danni di un malcapitato anziano quando, grazie all’allarme lanciato da alcuni cittadini, è stato raggiunto dalle forze dell’ordine ed arrestato.

Un 39enne di Noto (Siracusa) è finito in carcere per aver tentato di raggirare un uomo del posto nella serata di ieri ad Andrano.

Il metodo col quale aveva tentato di estorcere denaro alla vittima era la conclamata “truffa dello specchietto“. Il 39enne, fermo a bordo strada con la sua vettura, ha atteso il passaggio della macchina condotta dall’anziano, per poi simulare un urto ed accusarlo di avergli rotto lo specchio retrovisore.

Dopo aver simulato l’impatto, mediante l’utilizzo di un bastone successivamente rinvenuto dalle forze dell’ordine, il 39enne si è scagliato contro il suo bersaglio, accusandolo e minacciandolo, intimandogli di consegnargli immediatamente del denaro a titolo di risarcimento per quanto patito.

A quel punto la vittima, non avendo contante appresso, si è recata presso uno sportello bancomat. Nel frattempo, fortunatamente, alcuni passanti hanno allertato le forze dell’ordine, insospettite dal fare del 39enne.

Sono accorsi sul posto carabinieri e polizia locale che hanno fermato l’uomo e, alla luce dei suoi precedenti, lo hanno condotto in carcere in attesa della decisione del giudice sull’accaduto.

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