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News & Salento

Ucciu Aloisi, il re della pizzica

Il ricordo. “Conobbi Ucciu Aloisi a Tricase, al tempo dell’Associazione “Petra Viva”. Era fra il ‘93 e il ‘94, serate invernali, poche persone, un bicchiere di vino e tamburello

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Il ricordo. “Conobbi Ucciu Aloisi a Tricase, al tempo dell’Associazione “Petra Viva”. Era fra il ‘93 e il ‘94, serate invernali, poche persone, un bicchiere di vino e tamburello. Stava per scoppiare il tempo della nuova pizzica e noi tentavamo di capirla, perché l’avevamo abbandonata, perché il mondo contadino era finito senza rendercene conto (del resto non avevamo lottato perché finisse? Con tutte le sue ingiustizie e miserie?). Ce lo presentò Giovanni Pellegrino, da Zollino, omonimo del Senatore, amico del gruppo che resistette al tempo della televisione e cioè “i tre Ucci”. Nelle piccole stanze dell’Associazione nata per difendere i muretti a secco, intonò uno stornello e subito ci innamorammo. Non c’era niente in lui che non fosse autentico, lo sentivi nelle sua voce, ti emozionava ad ogni ritornello. Non era ancora famoso, non era ancora iniziata l’epopea della notte della taranta, non c’era nessuna Woodstock del Salento, non c’era l’idea di incidere dischi, non c’era ancora l’ipotesi che il tutto diventasse una moda (ma non volevamo che il Salento stesse sulle labbra degli italiani, non volevamo che le nostre tradizioni fossero esaltate?). Venne di sera e parlammo di tutto, della sua infanzia, della ricerca di sterco, di lui che raccoglie l’uva con l’Ape Piaggio, che lavora tutti i giorni i campi, che ha vissuto da escluso i decenni dello sviluppo industriale, che ama sua moglie. Ci colpì quella confessione sulla moglie, quel darle un’importanza straordinaria rispetto alla sua serenità, alla sua possibilità di esprimersi liberamente. Era anche un modo per dirci quanto fosse disincantato verso la sua stessa comunità che un po’ lo sbeffeggiava, un po’ lo considerava già negli anni ’70 un arnese del passato. Non aveva molta fiducia nei complessi rapporti sociali, ma anelava più di ogni altra cosa l’amicizia e l’amore per la famiglia. Giovanni Pellegrino, suo mentore nei momenti bui, ricorda come fosse stato completamente snobbato fino ai primi anni ’90 da quella classe intellettuale che maneggiava la pizzica come elemento elitario e storico. La grande dimensione di Ucciu Aloisi, forse anche per la sua forte e prepotente personalità scenica, si è rivelata fondamentale nel risorgimento della canzone popolare salentina. Quando saliva lui sul palco si notava la differenza sostanziale fra l’originale e le copie, fra il ritmo dell’anima e quello degli strumenti. Cantò ancora e ancora ci emozionammo, forse ci sarebbe venuta la pelle d’oca anche se avesse cantato il blues o il jazz, in ogni caso ci fece intuire la bellezza del canto primordiale. L’ho rivisto altre volte, e sempre ero “quiddru de la petra viva”, e cercavo di capire se la notorietà l’avesse cambiato, ma oggettivamente non poteva cambiarlo. Era rimasto sempre il solito burbero contadino, convinto come molti contadini dell’immutabilità delle cose, mentre intorno tutto cambia. L’ho rivisto l’ultima volta a Tutino, prima di un concerto. Abbiamo mangiato a casa del professore Luigi una splendida peperonata, e lui disse che non poteva bere perché i dottori e sua moglie lo controllavano. Intorno a noi c’era un certo numero di persone, si lasciò andare e cominciò a mandare qualcuno affanculo, e assaggiò il vino: “Stasira face friddu, ci vole u mieru e lu tammurrieddrhu”. La cosa che divertiva di più era quel suo appropriarsi del palco, specie nelle serate della Notte della Taranta, lontano dalle logiche di una regia televisiva che nulla concede all’improvvisazione. Uccio Aloisi cominciava a cantare, vedeva la folla entusiasmarsi e non capiva perché dovesse scendere, perché dovesse mollare il microfono a ciò che lui considerava non autentico, a quella categoria indistinta che l’aveva tenuto nascosto per tanti anni. “Adesso ci sono e non me ne vado più, nel pieno consenso del pubblico, nel furore della rivincita dei perdenti”. Negli ultimi anni veniva regolarmente pagato per le sue serate, ma il meglio lo concedeva quando era in compagnia di amici, magari “al pozzo” di Sternatia, il locale simbolo di questi anni di pizzicati. Giovanni Pellegrino, che mi onoro di avere fra i miei amici, mi dice: “Senza Uccio Aloisi non sarebbe stato possibile creare l’attuale fenomeno della pizzica. Foggia, la Basilicata e altre realtà hanno il ballo popolare e il tamburello, ma non hanno avuto la fortuna di avere un Ucciu che incarnasse con il suo stesso fisico la forza di una liberazione, che diventasse riconoscibile al mondo cantando il suo spirito anarchico”. Giovedì 21 ottobre, a 82 anni, Ucciu Aloisi ci ha lasciati. Per essere un semplice contadino è morto da re”.


Alfredo De Giuseppe

Alessano

Alessano: “A breve arriverà il nostro decimo figlio”

I genitori hanno scoperto del nuovo arrivo subito dopo la nascita della loro ultima figlia, Vittoria…

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Mamma Chiara e papà Matteo, di Alessano, sono al settimo cielo per l’arrivo, a maggio, del loro decimo figlio. Risale a meno di un anno fa la nascita della loro Vittoria, ultima di nove figli, quando la famiglia Amico-Calsolaro si era ripromessa che non sarebbe stata l’ultima.

Oggi in trepidante attesa è tutta la famiglia: fratelli, sorelle, mamma, papà, nonne e nonni.

Il piccolo, che arriverà a Maggio, sarà accolto dal calore di sorelle e fratelli: Mattia, Azzurra, Francesco, Riccardo, Enea, Ludovica, Diego, Luigi Maria e Vittoria.

I genitori hanno scoperto del nuovo arrivo l’anno scorso, subito dopo la nascita della loro ultima figlia, Vittoria.

Il nome non è ancora stato deciso ma, come per le altre nascite, verrà scelto l’ultimo mese di gravidanza, ascoltando tutta la famiglia, in modo da rendere tutti complici e partecipi.

Allo stesso modo decideranno, insieme, come riorganizzare casa affinché ognuno abbia i propri spazi, immaginando che ci sarà molto lavoro da fare, con un lavoro di squadra che non è mai mancato in questa famiglia.

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Appuntamenti

Ugento ospita il Digital Readers Camp

Dialoghi sulla letteratura nell’era digitale

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Un ciclo di incontri per riflettere sui cambiamenti nelle abitudini di lettura di giovani e adulti. Ugento si prepara ad accogliere il Digital Readers Camp – Dialoghi sulla lettura possibile, un’iniziativa del Nodo Galattica che si svolgerà a Palazzo Rovito tra febbraio e marzo 2025. Il progetto mira a creare un confronto intergenerazionale sul rapporto tra giovani lettori e mondo digitale, coinvolgendo esperti del settore, docenti, bibliotecari, educatori e famiglie.

L’obiettivo del Digital Readers Camp è sondare l’impatto dei social media e delle tecnologie digitali sulle abitudini di lettura di ragazzi e adolescenti. Il programma prevede cinque incontri, per un totale di dieci ore, nei quali si discuterà di come il digitale stia trasformando l’editoria e l’accesso ai libri.

Il programma degli incontri
Il primo appuntamento è fissato per il 7 febbraio, con un dialogo intitolato “Ci piace leggere?” in cui Matteo Sabato, esperto di editoria e promozione della lettura, parlerà con giovani tra gli 11 e i 14 anni sull’importanza della lettura e sulle loro preferenze letterarie.

Il 14 febbraio, Sabato dialogherà con Alessandro Venneri della libreria Dante Alighieri di Casarano per approfondire il tema dell’editoria per ragazzi, esplorando le scelte e le tendenze del mercato.

Il 21 febbraio, si tornerà sul tema “Ci piace leggere?”, questa volta coinvolgendo adolescenti tra i 15 e i 20 anni per confrontarsi sul loro rapporto con la lettura e su come le nuove tecnologie influenzino le loro abitudini.

Il 7 marzo, il dibattito si sposterà sul ruolo della scuola con l’incontro Educare alla lettura a scuola. Nodi e risorse, dove si discuterà di strategie per avvicinare gli studenti ai libri.

L’ultimo appuntamento, il 14 marzo, sarà dedicato al tema “Leggere”: una questione di comunità educante, un confronto tra genitori, bibliotecari ed educatori per riflettere su come famiglie e istituzioni possano collaborare per incentivare la lettura tra i più giovani.

Un’opportunità per la comunità
L’iniziativa del Nodo Galattica Ugento ha come obiettivo il coinvolgimento attivo della cittadinanza, creando un dialogo costruttivo tra generazioni e professionisti del settore. Tutti gli incontri si svolgeranno dalle 16:30 alle 18:30 presso Palazzo Rovito.

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News & Salento

L’offerta formativa del Liceo Stampacchia di Tricase

Il luogo dove la scienza incontra la tecnologia e si trasforma in futuro! Vi aspettiamo al nostro Open Day che si terrà mercoledì 5 febbraio

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Orientamento in ingresso al Liceo Stampacchia di Tricase: un viaggio tra innovazione e futuro!

Il Liceo Scientifico e Classico Stampacchia di Tricase ha accolto con entusiasmo gli studenti interessati a conoscere la nostra offerta formativa e le straordinarie opportunità che riserviamo ai nostri futuri alunni.

Durante l’incontro di orientamento, i partecipanti hanno potuto esplorare i nostri spazi e vivere in prima persona l’esperienza dei nostri laboratori. Dalla lezione di informatica alla modellizzazione grafica, dai test con la stampante 3D alla scoperta dei visori per la realtà virtuale, senza tralasciare i laboratori di latino, greco, scienze, filosofia e arte!

Ogni attività è stata pensata per mostrare il cuore tecnologico e innovativo del nostro liceo.

Gli studenti hanno avuto l’opportunità di vedere all’opera i nostri laboratori e di scoprire come queste tecnologie avanzate si integrano nel percorso di studio. Una giornata coinvolgente, ricca di esperienze concrete e stimolanti, che ha permesso di toccare con mano la qualità e la passione che caratterizzano il nostro liceo

Ringraziamo tutti coloro che hanno partecipato e vi invitiamo a scegliere il Liceo Stampacchia di Tricase: il luogo dove la scienza incontra la tecnologia e si trasforma in futuro! Vi aspettiamo al nostro Open Day che si terrà mercoledì 5 febbraio 2025 dalle 17.00 alle 19.00, presso la sede del Liceo Scientifico in piazza Galilei e presso la sede del Liceo Classico in via Lucugnano a Tricase.

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