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News & Salento

Ugento: la piazza negata

Dissuasore elettronico. Installato un paletto meccanico di circa un metro di altezza che, di fatto, impedisce ai diversamente abili l’accesso alla Cattedrale

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Ciò che è accaduto ad Ugento, in pieno centro storico precisamente in piazza San Vincenzo, sede delle Curia Vescovile. Sembra la sceneggiatura dei uno dei film di Peppone e don Camillo dove tra il serio ed il faceto si descriveva la realtà sociale del dopoguerra italiano. Il tutto nasce dalla decisione da parte dell’Amministrazione comunale di installare un dissuasore elettronico con telecomando, un paletto meccanico di circa un metro di altezza, che di fatto  impedisce ai diversamente abili l’accesso alla Cattedrale dedicata ai patroni Cosma e Damiano. Sino a poco tempo piazza San Vincenzo era teatro di parcheggi selvaggi che hanno recato non pochi danni alle antiche strutture monumentali presenti degradandole in molte loro parti. Quando si è deciso il suo rifacimento, con annessi divieto di sosta, ad eccezione di soli due residenti e della Curia vescovile, si è pensato bene (?) di rivestirla con pericolosi basolati medievali e di isolarla con dissuasori che, di fatto, permettono l’accesso solo ai normodotati, ghettizzando di fatto i disabili. Questa decisione ha fatto scoppiare il caos in città dove si alzata forte la protesta di tutte le associazioni di volontariato che tutelano gli interessi dei disabili con attacchi ben precisi all’Amministrazione comunale e ai responsabili della Curia. Secondo le associazioni, con questa nuova trovata, per di portatori di handicap è praticamente impossibile raggiungere la Chiesa, anche perché oltre a non trovare un parcheggio intorno alla piazza occupata dalle auto dei fedeli è stata anche tolta la sosta consentita ai disabili  nelle immediate vicinanze della stessa . E poi si parla di abbattimento delle barriere architettoniche…


“Chi sarà mai stato questo genio che ha avuto questa trovata? Merita il premio Nobel per il genialità!”, gridano i diversamente abili. È stato fatto notare il problema agli Amministratori comunali di Ugento che hanno prontamente risposto, a nome del sindaco Massimo Lecci, informando che presto sarà apposto un cartello con scritto dei numeri di telefono ai quali risponderà un addetto al servizio che provvederà a gestire il paletto di entrata. Ma al Comune stanno pensando anche, come accade in molti Paesi europei, alla digitalizzazione del servizio a tutela dei diversamente abili. Non bisogna dimenticare che Ugento è uno dei pochi Comuni d’Italia che ha previsto la figura del garante del disabile, nella persona di Francesco Urso, che si è già fatto carico di intercedere tra il mondo politico, di cui è espressione, ed il mondo della curia, ancora se finora purtroppo i suoi tentativi non hanno avuto grande senza successo. Così Salvatore Carluccio uno dei responsabili dell’associazione USMIC di Ugento spiega il suo disappunto: “La ragione del cilindro dissuasore è ormai nota: il Sindaco per primo ed anche il vescovo “amano” vedere la piazza San Vincenzo libera da auto parcheggiate! Ma quando la vedono se entrambi sono sempre chiusi nei loro bunker? La piazza prima l’hanno distrutta riducendola ad uno scandaloso parcheggio, ora non vogliono neppure questo… ma perchè devono subire le conseguenze di queste “capricciose” decisioni i disabili e gli anziani sofferenti, in particolare quando il meteo è inclemente? Sono decisioni cervellotiche o prese con i piedi anzichè con la testa. Mi chiedo da quale mente geniale è scaturita questa decisione! Non per sterile polemica (“come è solito ripetere il Sindaco”), ma il problema è davvero serio: infatti, con questa nuova trovata è praticamente impossibile per i portatori di handicap raggiungere la chiesa. Già il Padreterno ci ha assegnato, per i suoi imperscrutabili motivi, una croce da portare a vita, se poi qualche umano ne aggiunge altre sotto forma di barriere architettoniche, allora la vita quotidiana dei diversamente abili diventa ancora più tragica!  Anche l’ipotetica soluzione di dotare ogni disabile di un “pass” (come già è stato fatto per il parroco don Rocco e per alcuni residenti in zona) non mi pare facilmente praticabile, in quanto si dovrebbero assegnare centinaia di “pass”, quanti sono i disabili ad Ugento. Non si comprende, poi, a quanti verrebbero assegnati e in base a quale criterio: se si usasse lo stesso metodo dell’assegnazione del contrassegno da apporre sul parabrezza delle auto dei disabili sono convinto che il numero dei disabili sul territorio… triplicherebbe!”.

Intanto, secondo indiscrezioni, sarebbe già pronta una petizione per comunicare il tutto, corredato dalla raccolta firme, alla Procura della Repubblica ed al Ministero di riferimento.


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Saggio di Natale a Nardò

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Domenica 22 dicembre si è svolto al palazzetto dello sport Andrea Pasca di Nardò, il primo saggio di Natale della scuola di ballo Anastasia Dance: Jingle dance.

Non solo ballo ma anche attrazioni natalizie per tutti i bambini: Anna ed elsa, elfi, zucchero filato per tutti, babbo natale con la buca lettere per le letterine, angolo scenografico. Tante coreografie che hanno visto esibirsi 50 ballerini della scuola Anastasia Dance dei maestri Francesca Paglialunga e Salvatore Vacca.

L’evento è stato patrocinato dal Comune di Nardò, grazie alla preziosa collaborazione del presidente del Consiglio comunale con delega allo sport Antonio Tondo e del presidente della Consulta dello sport Tony De Paola.

Le iscrizioni per il nuovo anno sono aperte e i maestri vi aspettano in via due Aie, 67 a Nardò.

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Annuo Nuovo, una “buona vecchia abitudine: il bagno a mare

Sono tanti i salentini che nonostante l’estate sia solo uno sbiadito ricordo, continuano a “calare” i propri corpi nelle fredde e chiare acque di mare: una usanza, forse; una ricetta per la longevità, sostiene qualcun altro

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Anche questo 2025 si è palesato con il volto e gli usi di altri inverni, un deja vù, insomma.

Sono tanti i salentini che nonostante l’estate sia solo uno sbiadito ricordo, continuano a “calare” i propri corpi nelle fredde e chiare acque di mare: una usanza, forse; una ricetta per la longevità, sostiene qualcun altro; un modo per curare la forma e l’anima; una sorta di rito propiziatorio, ci confidano, un po’ come fare il bagno nelle acque del Gange (per gli indù c’è la convinzione che effettuando il bagno nel fiume si possa ottenere il perdono dei peccati e un aiuto per raggiungere la salvezza).

Pertanto anche quest’anno a Capodanno passeggiando per le nostre coste, da OtrantoS. Cesarea a Castro, passando per Tricase e Leuca, era facile scorgere alcuni coraggiosi e volenterosi che iniziavano l’anno con il “solito” rito propiziatorio: il bagno a mare.

 

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Marittima: in Bottega l’ultimo appuntamento con le degustazioni

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Riceviamo e pubblichiamo

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