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Cronaca

Violenza su minori: arrestato “Presidente” a Tricase

I Carabinieri hanno accertato che Vincenzo Alfarano si avvaleva della propria carica di Presidente ed allenatore della squadra di pallamano e calcetto per adescare i minorenni ai quali faceva subire atti sessuali di vario tipo

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I Carabinieri di Tricase hanno eseguito un’ordinanza di applicazione di misura cautelare emessa dal Tribunale di Lecce, sezione dei Giudici per le Indagini Preliminari, dott. Alcide Maritati su richiesta del PM dott.ssa Carmen Ruggiero, a carico di Vincenzo Alfarano, 54enne del posto gravato da pregiudizi penali e di polizia, poiché indagato per i reati di violenza sessuale, induzione alla prostituzione e pornografia minorile, atti persecutori e molestie. Le indagini svolte dalla Stazione Carabinieri di Tricase sono iniziate poco prima dell’estate passata quando il genitore di un ragazzo minore si presentò in caserma denunciando ai militari di aver rinvenuto nel telefono cellulare del figlio un sms dal contenuto inequivocabilmente sessuale. L’utenza da cui era arrivato il messaggio era quella di Vincenzo Alfarano, conosciuto con il soprannome di “Presidente” poiché rivestiva tale carica in una società sportiva che avviava alla pallamano ed al calcetto molti ragazzini di Tricase. Dai primi accertamenti svolti è emerso che, in effetti, l’uomo aveva inviato numerosi sms al minore il cui contenuto faceva esplicitamente riferimento a rapporti sessuali intercorsi fra Alfarano ed il ragazzo. Ulteriori indagini hanno permesso di stabilire che messaggi dello stesso identico tenore li ricevevano altri tre minorenni di Tricase due dei quali fratelli. In tutti i messaggi l’uomo faceva riferimento a rapporti sessuali già intercorsi ed invitava i minori ad ulteriori incontri. Al termine di circa sei mesi d’indagine condotte dai Carabinieri della Stazione di Tricase sotto la guida del PM del Tribunale di Lecce, dott.ssa Carmen Ruggiero, i militari hanno accertato che Vincenzo Alfarano si avvaleva della propria carica di Presidente ed allenatore della squadra di pallamano e calcetto per adescare i minorenni ai quali, facendo forza sulla loro fragile personalità ancora in fase di sviluppo e sulla propria posizione di supremazia, faceva subire atti sessuali di vario tipo. Non solo, ma spesso scattava foto ai ragazzini nudi e perfino girava filmati nei quali immortalava i propri “partner”. È emerso, inoltre, che in diverse occasioni l’uomo offriva denaro od altre regalie per ottenere le prestazioni dei ragazzini ai quali imponeva il silenzio con minacce che andavano dal riferire ai genitori degli stessi eventuali brutti voti presi a scuola, ovvero li minacciava di infangarne la reputazione diffondendo la voce che erano omosessuali in quanto avevano rapporti sessuali con lui. Le attività investigative hanno permesso di accertare, inoltre, che in almeno un caso Alfarano avrebbe costretto un minore a tacere pena il fatto di inviare un imprecisato parente, militare della Guardia di Finanza, a far chiudere l’esercizio commerciale del padre del ragazzo. Gli atteggiamenti di Vincenzo Alfarano si spingevano ben oltre atteso che durante le indagini è emerso che lo stesso avesse un vero e proprio atteggiamento ossessivo nei confronti dei minori da lui adescati ai quali rendeva praticamente impossibile la vita tempestandoli di telefonate ed sms dal vario contenuto: alternava dichiarazioni di amore a minacce di vario tipo. In particolare, quando una delle sue vittime ha trovato la forza per una timida ribellione agli atteggiamenti dell’uomo, Alfarano ha iniziato a minacciarlo dicendo che sarebbe andato a raccontare ai genitori del ragazzo che tutto quanto era avvenuto fra di loro era stato voluto e richiesto proprio dal minore; non contento iniziò anche ad inviare sms agli amici della sua vittime avvisandoli di stare “attenti” al ragazzo in quanto poco affidabile e non un buon amico. Il GIP, dott. Alcide Maritati, concordando con le risultanze investigative ottenute dai Carabinieri della Stazione di Tricase, guidati nell’attività d’indagine dal PM, dott.ssa Carmen Ruggiero, ha oggi emesso l’ordinanza di applicazione di misura cautelare che i militari hanno eseguito immediatamente. Al termine delle formalità di rito Vincenzo ALFARANO è stato associato alla Casa Circondariale “Borgo San Nicola” di Lecce a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.

Cronaca

Arrestato corriere della droga

Sulla Brindisi Lecce fermato 50enne albanese a bordo di un’Alfa Romeo Giulietta. Trasportava 17 chili di cocaina che, una volta immessi sul mercato avrebbero consentito alle organizzazioni criminali destinatarie della droga profitti illeciti per 2 milioni di euro

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I finanzieri del Comando Provinciale di Lecce durante un servizio di controllo economico del territorio, nella tarda serata di ieri, hanno individuato e fermato un’autovettura che procedeva sulla statale 613 tra Brindisi e Lecce.

L’autovettura con a bordo solo il conducente, un 50enne di nazionalità albanese, è stata sottoposta ad un normale controllo di polizia, in quanto i militari insospettiti dalla velocità sostenuta alla quale viaggiava il mezzo, un’Alfa Romeo Giulietta, nonché da evidenti segni di irrequietezza del’uomo, inducevano gli stessi ad approfondire tale situazione sospetta.

Il controllo preliminare e l’atteggiamento elusivo del conducente facevano ritenere necessaria un’ispezione più accurata del mezzo presso gli uffici di piazzetta dei Peruzzi, anche attraverso l’ausilio delle unità cinofile del Gruppo di Lecce.

L’approfondita ispezione ha dato esito positivo e consentito di individuare quindici panetti di circa 1.100 grammi ciascuno, per un peso complessivo di circa 17 chilogrammi di cocaina.

Il corriere, con precedenti penali specifici in materia di stupefacenti, è stato tratto in arresto e condotto presso la casa di reclusione di Borgo Sannicola a Lecce, mentre il veicolo utilizzato per il trasporto illecito, unitamente al quantitativo dello stupefacente, sono stati sottoposti a sequestro.

La cocaina immessa sul mercato avrebbe consentito alle organizzazioni criminali destinatarie dello stupefacente di ottenere illeciti profitti per circa 2 milioni di euro.

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Cronaca

Bruciava letame in campagna, denunciato titolare azienda agricola

Odori nauseabondi e inquinamento, rinvenuti dai carabinieri 140 metri cubi di letame combusto

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A far scattare le indagini sono state le numerose segnalazioni da parte dei cittadini di Veglie.

Il titolare di un’azienda agricola è stato denunciato per illecita gestione di rifiuti speciali non pericolosi, depositati al suolo e smaltiti mediante combustione.

Gli odori nauseabondi che, negli ultimi giorni, hanno investito la cittadina vegliese hanno portato all’avvio delle indagini da parte dei militari della locale Stazione unitamente a quelli del Nucleo Carabinieri Forestali di Lecce che hanno ricondotto l’origine del fenomeno all’illecito trattamento di rifiuti da parte di un’azienda del territorio.

A seguito delle segnalazioni i carabinieri hanno effettuato diversi sopralluoghi e circoscritto l’area di origine fino ad individuare un’azienda agricola ricadente nel territorio di Salice Salentino.

L’ispezione ha consentito di accertare all’interno dell’area aziendale la presenza di numerosi cumuli di letame derivante da attività di allevamento zootecnico, sparsi su un’area di circa 450 metri quadri, per un volume di circa 140 metri cubi, per la maggior parte combusto.

Il titolare dell’azienda è stato quindi denunciato all’Autorità Giudiziaria per illecita gestione di rifiuti speciali non depositati al suolo e smaltiti mediante combustione.

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Cronaca

Lucugnano: «Sistemate quei semafori»

«Aspettiamo che qualcuno si faccia male per ripararli?». La segnalazione: all’ingresso della frazione, per chi proviene da Tricase, tre semafori che da fine settembre non funzionano

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Se ad un incrocio vi è un semaforo vuol dire che qualcuno, a monte, lo ha ritenuto importante per la sicurezza di tutti i passanti, in auto, moto, bici o a piedi che sia.

A Lucugnano, all’ingresso per chi proviene da Tricase, da oltre due mesi, tre semafori sono lampeggianti, non funzionano!

«La funzionalità dei semafori per la viabilità che regola il traffico sulla provinciale è inefficace», ci ha segnalato Elisa C., una nostra lettrice della frazione tricasina.

Che risale anche alla causa e alle origini del guasto: «Il loro funzionamento si è interrotto durante un temporale a fine settembre, sono lampeggianti da allora e, nonostante le sollecitazioni, nessuno è mai intervenuto».

«Aspettiamo che qualcuno si faccia male per ripararli?» si chiede Elisa, che evidenzia come questo non sia «un piccolo inconveniente ma un potenziale pericolo che richiede attenzione immediata per la sicurezza di tutti».

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