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Attualità

Vorrei cambiare il mondo, mi accontenterei di Tricase

Spesso vorrei cambiare il mondo, poi lo ritengo un affare troppo dispersivo e dispendioso, e limito dunque le mie attenzioni, per qualche minuto al giorno, al posto che conosco meglio, la ridente città di Tricase.

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di Alfredo De Giuseppe


Spesso vorrei cambiare il mondo, poi  lo ritengo un affare troppo dispersivo e dispendioso, e  limito dunque le mie attenzioni, per  qualche minuto al giorno, al posto  che conosco meglio, la ridente città di Tricase. Quando un forestiero mi chiede com’è Tricase, rispondo d’impulso: bellissima. Ne decanto prima le bellezze naturali e paesaggistiche, narro di muretti a secco e tratturi, di antichi passaggi di popoli, lingue e culture, mi soffermo sulla sua posizione geografica, sul suo essere centro di un’isola. Poi, per esperienza personale,  affermo la possibilità di fare impresa senza dover soggiacere alle volontà di un qualche boss, grande o piccolo che sia, alla possibilità di fare cultura, cinema, letteratura, trovando comunque un humus interessato. Una cittadina dalla giusta dimensione demografica: né troppo piccola con gli inconvenienti di doversi spostare in continuazione per qualsiasi servizio, né troppo grande da essere immersi nel traffico per intere ore per raggiungere il centro o un supermercato o un cinema. Una città ricca di storia, con cinque castelli, frazioni vivaci e una scogliera che lascia spazio al verde più intenso e alla più bella frastagliatura. In due minuti siamo al mare, in cinque siamo già dentro l’acqua, dopo il bagno si torna a casa a cucinare due verdure spontanee e se vogliamo fermarci in campagna è tutta intorno a noi, con diversità nella sua arida continuità.

Parrebbe una sintesi perfetta del buon vivere, della grande qualità della vita.

Poi approfondisco lo sguardo, tolgo gli occhiali poetici o da depliant pubblicitario e cerco di capire cos’è che crea la nostra inquietudine, la nostra insofferenza sociale. Ci sono cose che una persona mediamente intelligente non può accettare, non riesce a digerirle. Per brevità, mi limito a 13 ragioni provate:


1) l’uso del territorio che se n’è fatto è quasi criminale. Non si è mai approvato un piano regolatore, con il risultato di poter costruire ovunque, nella discrezionalità di regole poco chiare. Come molti altri Comuni del Sud, Tricase ha occupato a macchia di leopardo tutto il suo agro, divenendo una città ingovernabile a furia di concedere lottizzazioni a go-go invece di programmare uno sviluppo armonico;


2) le scelte ambientali di fondo sono state tutte disattese a cominciare da quel depuratore posto fra Tricase e il Porto con fuoruscita finale verso il Canale del Rio, uno dei posti più affascinanti di tutta la costa salentina;


3) la gestione del personale del Comune è alquanto farraginosa e dispersiva per cui un Ufficio fondamentale come l’ufficio Tecnico di Tricase risulta uno dei più complessi da capire (a livello nazionale);


4) la gestione degli immobili pubblici, da Palazzo Gallone all’ACAIT fino alle scuole distrutte delle frazioni pare dettata dalla totale assenza di buon senso (ma di tanto populismo);


5) le periferie, gli ingressi verso il centro cittadino sono a dir poco vergognose con relitti stradali di ogni tipo e immobili fatiscenti da decenni, di cui nessuno si occupa (anche per abbatterli);


6) le due strade storiche del commercio, Via Roma e Via Cadorna, sono state distrutte da un marciapiede a dir poco allucinante, buono solo per rompere le gomme delle auto;


7) il porto invece di diventare una cosa interessante, una risorsa, un posto magnifico dove abitare, soggiornare o farsi un aperitivo, è un orribile accozzaglia di dieci filosofie diverse di vedere il mondo, a cominciare dal più imponente ecomostro posto proprio a ridosso del porto fino alle preziose tendopoli di bar e trattorie;

8) le strutture turistiche non essendo inserite in un quadro più complessivo hanno trovato enormi difficoltà di realizzazione, escluso quel tremendo edificio da adibire ad albergo, di proprietà della Curia, posto sulla via per la Serra, approvato e costruito in tutta fretta dove proprio non si poteva;

9) sull’incredibile situazione degli asfalti delle strade comunali stendiamo il solito velo pietoso: non c’è mai un colpevole, sembrerebbe colpa del fato e non di una storica, dilettantistica e improvvisata programmazione (ad esempio nelle gestioni degli appalti con Acquedotto e Gas);


10) tutte le scelte in termini di viabilità delle varie Amministrazioni hanno favorito l’uso esclusivo delle auto, così da divenire una delle poche cittadine del Salento a non avere un percorso pedonale o ciclistico;


11) quei pochi monumenti che si ristrutturano, si tende a renderli inguardabili, ultimo esempio la Chiesa dei Diavoli (che forse adesso per la prima volta si arrabbieranno davvero);


12) molte scelte strategiche, tipo l’attraversamento inutile e vampiresco del nostro territorio da parte della Nuova 275, sono state vissute con contraddizioni e continue giravolte;


13) l’abuso perpetrato ai nostri danni per una zona industriale che non ha industrie è la dimostrazione palese dell’assenza di coordinamento con altri Enti e Comuni limitrofi.


Tanto per non sparare a zero sulla classe politica nella sua indeterminatezza vorrei ricordare che quest’assenza di buon senso nell’uso del territorio (e quindi della qualità della vita) è prima di tutto un problema culturale, dove le colpe vanno ripartite anche con Scuola, Associazioni, Chiesa e Intellighenzia varia.  A questo punto mi pongo dei dubbi sulla qualità della nostra dimensione, e forse lo sbandamento nasce per la consapevolezza di tutto ciò che poteva essere e non è stato. Nell’analisi dei problemi, della devastazione del territorio, pur premettendo che si tratta di una brava persona, colta e affabile,  mi sovviene il dubbio sulle potenzialità di cambiamento affidate ad un ormai ultra decennale Sindaco, fra i più brillanti ingegneri della città,  che però è anche ufficialmente il dirigente Capo dell’Ufficio Tecnico (in aspettativa).

Il dubbio mi sovviene sulle reali competenze di una Giunta senza più risorse (di ogni tipo) la cui delega all’Urbanistica è nelle mani di una vicesindaco che nella vita svolge molto bene il ruolo di infermiera professionale, mentre chi si occupa delle risorse umane è un geometra alquanto simpatico ma che non ha mai gestito tali problematiche.


Essendo lontani da campagne elettorali comunali e vivendo con distacco la suadente gestione attuale, penso di poter esprimere un pacato pensiero senza essere tacciato di mire elettorali o di preconcetti personalistici: le proposte, le soluzioni buone ed economiche, rivoluzionarie, che toccano la testa dei cittadini, le loro abitudini e gli interessi di alcuni, fanno male, costano tempo e fatica e non sempre ti fanno vincere, ma forse diventano le basi per creare nuovo Lavoro. Possiamo riflettere?


Attualità

Giornata del Made in Italy allo Stabilimento Chimico Farmaceutico Militare

Il comandante originario di Tricase, Colonnello Arcangelo Moro: «Lo Stabilimento Chimico Farmaceutico Militare assolve un compito etico – sociale nel rendere disponibili farmaci orfani/carenti, indisponibili sul mercato italiano, al fianco di tutte le persone affette da malattie rare, ovvero, con la produzione di cannabis terapeutica per un impiego clinico del dolore cronico per i pazienti affetti da malattie neurodegenerative, metaboliche e tumorali»

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In occasione della giornata nazionale del Made In Italy, indetta dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT), quest’anno dedicata all’innovazione, lo Stabilimento Chimico Farmaceutico Militare di Firenze dell’Agenzia Industrie Difesa, dopo il grande successo delle Giornate del FAI, ha riaperto le sue porte con un’affluenza che ha superato i mille ingressi.

In particolare, è stato inaugurato, sulle note del “canto degli italiani” eseguito dalla Fanfara della Scuola Marescialli e Brigadieri dell’Arma dei Carabinieri, il pennone dell’alzabandiera con una cerimonia solenne e alla presenza delle Autorità militari, civili, religiose, associazioni combattentistiche e d’arma, e di numerose scolaresche.

Durante la cerimonia il comandante originario di Tricase, Colonnello Arcangelo Moro, nel ricordare il patrimonio storico – culturale dello Stabilimento ed il significato del tricolore, ha donato simbolicamente una bandiera all’ITS Tullio Buzzi di Prato affinché, i tanti ragazzi dell’Istituto e con loro idealmente tutti gli studenti italiani potessero identificarsi in essa, quale vessillo di libertà e democrazia.

Successivamente, è stato inaugurato, con la deposizione di una corona e la benedizione sacerdotale un monumento dedicato ai 12 fiorentini fucilati dai nazisti all’interno dello Stabilimento, denominata la strage di Castello, dove nella circostanza il Console onorario della Repubblica Federale di Germania Avv. Federico De Salvo ha fatto ammenda per gli orrori del nazismo.

Dopo circa ottanta anni, inoltre, sono stati aperti nell’occasione i sotterranei dello Stabilimento usati come rifugio antiaereo durante la seconda guerra mondiale, all’interno dei quali è stato allestito un percorso storico/museale dedicato agli Internati Militari Italiani (IMI), alla Strage di Cefalonia e Corfù, alla shoah degli ebrei, con una suggestiva ed emozionante rievocazione della Compagnia teatrale delle Seggiole e del Teatro nuovo sentiero.

Inoltre, è stato possibile visitare numerosi stand dedicati agli enti di ricerca come la FIRMO, alle associazioni del malato AISLA, FORUM toscana malattie rare, COST to COST ed alla prevenzione e gestione delle emergenze come AVIS, la Croce Rossa (corpo militare), la Protezione civile e l’ACISMOM.

Gli obiettivi della giornata, sono stati quelli di far conoscere in particolar modo ai giovani studenti i valori dell’etica militare espressi anche nei simboli della Repubblica, la nostra storia con un percorso museale che attraversa i nostri 171 anni di vita, le nostre attività al servizio delle Forze Armate, della collettività e del Paese, per la tutela della salute pubblica e la gestione delle emergenze sanitarie in collaborazione con il Ministero della Salute ed in coordinamento con la protezione civile, la croce rossa ed il Servizio Sanitario Nazionale.

Lo Stabilimento Chimico Farmaceutico Militare, come sottolineato dal Colonnello salentino Arcangelo Moro, «sostiene la ricerca scientifica e la sostenibilità ambientale, assolvendo un compito etico – sociale nel rendere disponibili farmaci orfani/carenti, indisponibili sul mercato italiano, al fianco di tutte le persone affette da malattie rare, ovvero, con la produzione di cannabis terapeutica per un impiego clinico del dolore cronico per i pazienti affetti da malattie neurodegenerative, metaboliche e tumorali».

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Il Col. Moro consegna la Bandiera Italiana all’ITS Tullio Buzzi di Prato

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Appuntamenti

A Vaste (di Poggiardo) ricordano Alfio, Filadelfio e Cirino

Entrambi i genitori furono barbaramente martirizzati. I tre fanciulli vennero educati dapprima da Evodio da Bisanzio e, successivamente, dal Sacerdote cristiano Onesimo. I loro nomi, le cui radici presentano…

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Aria di festa a Vaste (frazione di Poggiardo) per i Santi patroni Alfio, Filadelfio e Cirino, i tre Martiri vissuti nel III secolo.

I tre fratelli nacquero nella Città dei Prefetti, nel III secolo. Dai nobili natali, discendevano da Benedetta di Locuste e dal principe Vitale (o Vitalio), padre di quattro figli (la primogenita fu madre del martire Erasmo).

Entrambi i genitori furono barbaramente martirizzati. I tre fanciulli vennero educati dapprima da Evodio da Bisanzio e, successivamente, dal Sacerdote cristiano Onesimo. I loro nomi, le cui radici presentano eminentemente una derivazione ellenistica, evidenziano tre significati ben precisi: Alfio (di carnagione chiara), Filadelfo (amico del fratello), Cirino (piccolo signore). La breve vita terrena dei tre Santi si concluse in modo tragico: furono martirizzati per la loro fede Cristiana a Lentini, in Sicilia, nel 253 d.C.

La Novena in onore dei Santi Martiri, quest’anno è titolata “La Vita è un Viaggio”, (avviata il 1° maggio con l’intronizzazione dei Santi e seguita, il giorno dopo, da “Il Miracolo della vita” che si concretizza nelle braccia di una madre con la dott.ssa Adriana Carluccio che si racconta…) prosegue sabato 3 maggio con “Un Cuore che ha R-imparato a battere”: nei corridoi degli ospedali comprendi che la vita non è una gara ma una benedizione. Il dott. Stefano Primitivo si racconta…

Domenica 4, “Lungo la via che percorsero i Martiri”: alle 18,30: Pellegrinaggio e Santa Messa al Pozzo dei Martiri.

Lunedì 5, “Se ognuno di noi vedesse nel prossimo il riflesso di Dio, pensate che ci sarebbe ancora bisogno di barconi?”: la Dott.ssa Katia Botrugno si racconta…

Martedì 6, “Chiusi dentro”: viaggio nelle carceri italiane. La prof.ssa Alba Monti si racconta…

Mercoledì 7, “Vite spezzate: la tua morte è per me, per noi la più grande ingiustizia». L’avv.ssa Maria Cristina Rizzo si racconta…

Giovedì 8, “Non sono stati mamma e papà ad adottare me, ma sono stata io con il passare dei giorni, dei mesi e deglianni ad adottare loro”. Mina Monteduro si racconta…
Si entra nel vivo delle celebrazioni venerdì 9 maggio: alle 8,30: Santa Messa della vigilia; alle 19,30, la processione per le vie del paese.
Al termine, lo spettacolo itinerante della Salento Street Band, Artisti di Strada e il Dj Nico Monteduro.

Sabato 10, solennità dei Santi Patroni Alfio, Filadelfio e Cirino, Sante Messe alle 8, 11 e 19 (in piazza, celebrata da don Antonio Tondi, parroco di Collepasso).
Nel corso della giornata presterà servizio la Grande Orchestra di Fiati Lirica Sinfonica di Terra d’Otranto Città di Lecce, diretta dal Maestro Giancarlo Perrone.

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Attualità

Taurisano e la Festa del SS Crocifisso ed il grande spettacolo

Oggi, 3 maggio, il concerto degli Audio 2, noti al grande pubblico anche per la loro stretta somiglianza al compianto Lucio Battisti. Sul palco, un altro grande esponente della musica partenopea: il percussionista Tony Esposito…

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Taurisano rinnova l’appuntamento con la tanto attesa Festa del Santissimo Crocifisso: un’occasione di fede, cultura e anche grande spettacolo che unisce la comunità in un’atmosfera unica.

Quella di quest’anno, promette di essere un’edizione speciale che anuncia emozioni forti.

Sabato 3, presso la Cappella del SS. Crocifisso, Sante Messe alle 8 e alle 10. Alle 11 traslazione della venerata immagine del SS. Crocifisso nella Chiesa SS. Apostoli San Pietro e Paolo dove sarà celebrata la Santa Messa alle 18,30.

Alle 19, la processione per le vie del paese.

Nel corso della giornata presterà servizio il Gran Concerto Bandistico Associazione “G. Verdi” di Taurisano.

In cartellone, per sabato 3 maggio, il concerto degli Audio 2, alla ribalta negli anni ’90 e duemila e noti al grande pubblico anche per la loro stretta somiglianza al compianto Lucio Battisti. Sul palco, con i due artisti napoletani,un altro grande esponente della musica partenopea: il percussionista Tony Esposito con la sua inconfondibile energia.

Dopo il concerto, nell’Area So What, street food, birra artigianale e DJ set con Manuele Arhgirò.

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