Specchia
Buon sangue non mente: un altro Placì alle Olimpiadi:
Luigi, figlio di Camillo, team manager di Rossi e Carambula, coppia azzurra di beach volley qualificata a Tokio 2020

Dopo le Olimpiadi di Rio 2016 anche a Tokyo 2020 – Giochi della XXXII Olimpiade, che si svolgeranno dal 23 luglio all’8 agosto prossimi, dove l’Italia sarà presente in 36 discipline differenti, con 385 atleti, (198 uomini e 187 donne), saranno tre le coppie del beach volley azzurro: Lupo-Nicolai (Medaglia di Argento a Rio 2016), le azzurre Marta Menegatti – Viktoria Orsi Toth e Rossi – Carambula.
Alla qualificazione di quest’ultima coppia, che ha permesso di raggiungere un grande risultato per il beach volley italiano, ha contribuito nel ruolo di Team Manager, Luigi Placì, figlio di Camillo, noto e stimato coach del volley internazionale, il cui nome è legato a doppio mandato a Specchia ed al Salento.
Adrian Carambula, 33 anni ed Enrico Rossi, 28 anni, possiedono un prestigioso “Palmarès” di risultati ottenuti nei tornei di tutto il mondo e hanno conquistato la qualificazione, gestendo al meglio le risorse economiche ottenute sul territorio nazionale da Luigi Placì, senza dimenticare il fondamentale ruolo che hanno avuto l’Allenatore, Andrea Raffaelli e il Vice Allenatore, Daniele Di Stefano. La coppia italiana, grazie a una cavalcata eccezionale, che negli ultimi tornei li ha visti sempre protagonisti, ha scalato tantissime posizioni del ranking mondiale e si è qualificato meritatamente per la rassegna olimpica di Tokyo.
Luigi Placì, presta servizio nella Marina Militare a Roma presso il nucleo rappresentanza, con il grado di Sottocapo di prima classe scelto, anche lui giocatore di volley come il padre, è diventato dallo scorso settembre “Team Manager” della coppia Rossi – Carambula, incaricandosi dei rapporti con gli sponsor e tutte le procedure burocratiche della coppia azzurra, fino al raggiungimento della qualificazione olimpica.
Il suo papà, Camillo Placì, ha partecipato a due Olimpiadi: dal 2007 al 2008 è stato vice allenatore di Vladimir Alekno con la nazionale russa, conquistando la Medaglia di Bronzo alle Olimpiadi di Pechino 2008 e vinto la World League in Brasile. Ha partecipato alle Olimpiadi di Londra 2012 con la nazionale bulgara come vice di Radostin Stoytchev , sempre con la stessa nazionale, ma come assistente coach di Silvano Prandi, aveva conquistato la medaglia di bronzo al campionato europeo 2009. Dal Settembre 2012 al Luglio 2014 è stato il Primo Allenatore della Bulgaria ottenendo il IV Posto al Campionato Europeo 2013, alle Finali World League 2013 in Argentina e alle Finali 2012 World League a Sofia.
Camillo Placì ha iniziato nel 1978 la sua prestigiosa carriera di allenatore, con la squadra della sua cittadina d’origine, la Volley Specchia, dopo aver ricoperto il ruolo di coach in Italia e all’estero, dal 2015 ha ricoperto questo ruolo, quasi esclusivamente all’estero: in Qatar al Al-Jaish Sport Club, dove ha conquistato il III posto, sia nel campionato nazionale che in quello degli Stati arabi. Nel marzo 2015 è stato il vice di Nikola Grbić con la Serbia, conquistando la medaglia d’argento nella World League 2015. Nel luglio dello stesso anno, torna in Italia, diventando allenatore della Top Volley di Latina per il campionato 2015-2016, nella stagione successiva, allena l’Halk Bankası Spor Kulübü di Ankara (Turchia). Dal 2017 al febbraio 2021 ha guidato la Volejbol’nyj klub Fakel in Superliga russa, conquistando la Challenge Cup 2016-17, la medaglia d’argento nella Coppa di Siberia, ha raggiunto una finale di Coppa di Russia e arrivando, inoltre, al terzo posto nel campionato nazionale e nel Mondiale per Club.
Nel febbraio scorso Placì ha rinunciato all’incarico di capo allenatore del Fakel Novy Urengoy per motivi di salute, su consiglio dei medici russi, dopo la lunga battaglia contro il Covid-19 durata quasi un mese. La società russa gli ha dedicato un emozionante ringraziamento “per il lavoro svolto, la dedizione e la professionalità. Ricorderemo sempre con calore gli anni trascorsi insieme“. Dopo un periodo di riabilitazione in Italia, nel maggio scorso Camillo Placì ha sottoscritto un contratto biennale come allenatore del VC Hebar Pazardzhik, squadra vincitrice dell’ultimo campionato bulgaro.
Attualità
Solidarietà… femminile alla sindaca di Specchia
Freschi di celebrazioni sulla Giornata Internazionale dei Diritti delle Donne riceviamo e pubblichiamo un intervento di Francesca Sodero, già consigliera comunale a Tricase, a sostegno della prima cittadina Anna Laura Remigi «il cui operato diventa bersaglio del becero maschilismo che ancora striscia nel sottobosco delle nostre comunità».

Dopo la sentenza del TAR di Lecce che ha chiuso l’annosa vicenda di un’agenzia funebre, Specchia è teatro dell’ennesima polemica tra post della prima cittadina e taluni commenti non propriamente urbani.
Anzi a detta di chi ci scrive «schizzi di fango che la società è in grado di lavare via velocemente».
Di seguito lo scritto di Francesca Sodero.
«Ci risiamo, non appena una donna dimostra valore, tenacia e coraggio, puntualmente il suo operato diventa bersaglio del becero maschilismo che ancora striscia nel sottobosco delle nostre comunità.
Sono solo i colpi di coda di una mentalità in declino e non devono destare molta preoccupazione; tuttavia, è nostro dovere alzare la voce per farli apparire per quello che sono: schizzi di fango che la società è in grado di lavare via velocemente.
Alla sindaca di Specchia Anna Laura Remigi, la cui vivace azione politica nel segno del cambiamento e della legalità ha scatenato sin dall’insediamento i commenti più volgari sulla sua persona e sulla sua vita privata, esprimo per prima cosa la mia piena solidarietà come donna.
Soprattutto, però, vorrei manifestarle la mia incontenibile gioia nel ritrovarla sempre più combattiva e determinata, ogniqualvolta le aggressioni sessiste tentano di sminuirne i risultati amministrativi e politici, come accaduto negli ultimi giorni.
Sono certa che dover fare i conti con queste manifestazioni di un’umanità che ancora stenta ad elevarsi le procurino intima sofferenza, non fosse altro perché oscurano i risultati e i sacrifici, mettendo il carico sulla fatica, che una donna già sostiene in misura doppia rispetto ai colleghi uomini.
Coloro che ci sono passate lo sanno bene che trasformare questa intima sofferenza in testimonianza, reazione e istanza politica, è uno sforzo non banale che può facilmente intaccare la propria solidità interiore.
Allora è compito di tutti noi sostenere questa solidità e questo coraggio alzando ancora una volta la nostra voce di ferma condanna contro chi ancora oggi insulta le donne per nascondere la propria incapacità di fronteggiarle alla pari sul piano politico, amministrativo e lavorativo.
Grazie Anna Laura, avanti sempre a testa alta!»
Francesca Sodero
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Cronaca
Non è un posto per i “maranza”
Ragazzino armato di coltello? Il dirigente scolastico dell’Istituto comprensivo di Miggiano – Montesano, Gianni Sergi: «Caso isolato e senza sviluppi, situazione sotto controllo». I sindaci: «Clamore immotivato»

di Giuseppe Cerfeda
Miggiano e Montesano Salentino sono state negli ultimi giorni, loro malgrado, al centro della cronaca nazionale.
Della vicenda partita dalla scuola media di Miggiano si è parlato molto e qualche volta anche a sproposito.
Proviamo qui a fare chiarezza con il racconto di chi ha vissuto tutto in prima persona, il dirigente scolastico dell’Istituto comprensivo, Gianni Sergi: «Ho ricevuto un’informativa da parte del comando dei carabinieri di Specchia (competente anche su Miggiano e Montesano, NdA) dalla quale venivo a conoscenza di una vicenda denunciata dal genitore di un ragazzo di terza media del mio Istituto che ne sarebbe rimasto coinvolto. Si faceva anche riferimento a un altro episodio che sarebbe accaduto al campo sportivo di Montesano e a un altro ragazzo ancora, pure lui minacciato con il coltello. La cosa ovviamente mi ha lasciato di stucco perché fondamentalmente Miggiano e Montesano sono comunità molto tranquille, sane e con dei valori ben radicati; o, comunque, ben distanti da quei fenomeni legati a grandi città o ad altre località, tipo “maranza” o baby gang».
Il dirigente sottolinea subito che «è stato un episodio unico, isolato e circoscritto e del quale, peraltro, non abbiamo avuto più riscontro da parte degli inquirenti. Infatti, l’informativa dei carabinieri è stata notificata anche alla Procura della Repubblica e al Tribunale del Minori e, ad oggi, a meno che non vi siano ancora indagini in corso, non ci sono stati sviluppi o aggiornamenti, né da parte dei carabinieri, né da parte della Procura Repubblica».
Detto questo, però, Sergi ha ritenuto giusto «non sottovalutare la questione» e «mi sono mosso subito, invitando i genitori a una sorta di patto educativo, un’alleanza tra famiglia e scuola per monitorare meglio i comportamenti dei ragazzi una volta finite le lezioni. All’interno, intanto, ho intensificato tale monitoraggio, allertando tutta la comunità educante, compresi anche i collaboratori scolastici. Ho chiesto a tutti, nel caso ne fossero venuti a conoscenza, di avvertirmi tempestivamente, anche di piccoli movimenti, di parole fuori posto, ecc.».
Quindi massima allerta, ma nessun allarmismo: «Ho invitato i ragazzi a installare sul loro telefonino l’app della polizia “Youpol” e a scuola abbiamo messo in atto tutte le misure necessarie per recepire, intercettare. Abbiamo anche collocato nelle scuole medie di Miggiano e Montesano due cassette che abbiamo chiamato “ConfidiAmo”, dove i ragazzi nella massima privacy potevano inserire dei bigliettini anonimi e denunciare eventuali storture. A distanza di quasi quattro mesi, però, nessuna segnalazione di rilievo».
Però la bolla è scoppiata “solo” in questi giorni…
«Abbiamo avuto l’onore e il piacere di ospitare nella nostra scuola don Antonio Coluccia, il quale è voluto venire a trovarmi e ha parlato della lettera che avevo inviato alle famiglie, elogiandomi anche per il coraggio. Le sue parole hanno avuto un riverbero immediato attraverso TV e stampa e così si sono accesi i riflettori».
Sembra si sia risolto tutto in una bolla di sapone: «Mi sono da poco relazionato con il Tribunale dei Minori e mi hanno riferito ancora una volta che non ci sono sviluppi. Questo per dire che la situazione non soltanto è monitorata ma è anche sotto controllo».
Come da questo giornale abbiamo sempre sostenuto, occupandoci anche di vicende ben più delicate (leggi mafia), se il malessere c’è va denunciato. Giusto non creare allarmismi ma neanche nascondere la polvere sotto il tappeto. Il dirigente scolastico non nasconde una certa amarezza per le polemiche che ne sono scaturite: «Sono stato il primo a non mettere la testa nella sabbia o girarmi dall’altra parte di fronte all’informativa. Che, ben inteso, è arrivata anche ai comuni, agli assistenti sociali, di Miggiano, Montesano e Specchia, alla collega di Alessano il cui comprensivo si allarga fino a Specchia. Del resto, quello che ho fatto è stato solo inviare una lettera ai genitori dei ragazzi di terza media. Non era mia intenzione allarmare alcuno ma solo mettere a conoscenza e attivare, come dicevo, la rete educativa per prevenire eventuali situazioni delicate. Anche per questo, abbiamo avuto a scuola per una giornata intera, a parlare con i ragazzi, per tutelarli, prenderci cura di loro, il Commissario Capo del Commissariato di Polizia di Taurisano, Antonio De Iaco».
Fatte le dovute premesse, Gianni Sergi vuole «rassicurare la mia comunità educante e più in generale i cittadini di Miggiano e Montesano e tranquillizzare i genitori. Quello di cui si parla è stato, lo ripeto, un caso isolato, circoscritto. Del quale, peraltro, non si è saputo più alcunché. Quindi, dobbiamo riprendere a vivere la scuola in serenità. Non nascondo che mi abbia dato un po’ fastidio che la scuola che dirigo ne sia rimasta marchiata. Non lo meritiamo».
Infine, «continueremo a tenere alta la guardia ma dovremo continuare a lavorare serenamente. Lo dico per la serenità di tutti, dei ragazzi, innanzitutto, e del loro equilibrio psicofisico. E anche per le famiglie che ci affidano quanto di più prezioso: i loro figli. Noi ce ne prenderemo cura come abbiamo sempre fatto, con grande attenzione».
«Miggiano è una comunità sana»
Il sindaco Michele Sperti su una cosa non ha dubbi: «Miggiano è una comunità sana!».
Lo ha ripetuto fino alla noia ai giornalisti che lo hanno contattato per avere un parere sulla vicenda, lo ha persino postato sui social.
«Dopo le notizie diffuse in questi giorni, relative a presunti casi di bullismo o violenza tra ragazzi, serve una doverosa presa di posizione», spiega. «Tutto nasce da un’informativa del Comando Stazione Carabinieri di Specchia dello scorso mese di novembre con la quale veniva riferito agli Istituti comprensivi del territorio di una telefonata di un genitore, preoccupato perché alcuni compagni di scuola del figlio erano soliti portare al seguito dei coltelli, e riferendo altresì di gruppi di ragazzini provenienti da diversi paesi soliti a sfidarsi tra loro».
«Ricevuta la comunicazione», ricostruisce, «il dirigente scolastico del comprensivo di Miggiano – Montesano ha informato le famiglie invitandole a mettere in piedi iniziative finalizzate al controllo e alla verifica di eventuali comportamenti inappropriati dei propri figli».
«Ciascuno ha impiegato le opportune competenze mosso dalle migliori intenzioni», chiarisce il primo cittadino, «ma, attualmente, non risulta che la telefonata arrivata ai carabinieri di Specchia abbia prodotto alcun risultato di indagine, tant’è che nessuna inchiesta è nota né dalle forze di polizia né dalla magistratura».
Allo stesso tempo, nell’ambito del progetto di educazione alla legalità, il dirigente dell’I. C. ha ospitato, nei plessi scolastici di Montesano Salentino, don Antonio Coluccia, chiara figura di impegno civile contro la criminalità, il quale, richiamando la lettera del dirigente ai genitori dello scorso novembre, ha lanciato un monito di condanna nei confronti di ogni forma di violenza.
«Mi preme sottolineare che in questo territorio, nell’ambito delle proprie competenze, docenti, educatori e associazioni svolgono il proprio ruolo con grande professionalità, passione, responsabilità, scrupolo e rigore, e tale da garantire la crescita armoniosa dei nostri figli», aggiunge Sperti. «Nessuno può e deve tirarsi indietro o abbassare la guardia di fronte a possibili accadimenti di violenza che, se verificati, devono trovare una comunità pronta ad affrontarli e stigmatizzarli con forte determinazione».
Quello che proprio non è andato giù al sindaco è la bolla mediatica che ha investito il suo paese: «Una realtà come Miggiano permette di conoscere tutti i ragazzi che appartengono alla comunità scolastica e ogni famiglia. Nessun dubbio, pertanto, esiste sulla moralità di ciascuno di loro, così come vi è assoluta certezza che la comunità miggianese è sempre, e da sempre, capace di svolgere un ruolo di sollecitazione propositiva verso i ragazzi».
Michele Sperti, infine, assicura che «non è mai mancato né mancherà l’impegno delle istituzioni, in piena collaborazione con le forze dell’ordine, perché Miggiano possa continuare a essere una comunità sana».
«Ingiustificabile bolla mediatica»
Sulla vicenda è intervenuto pubblicamente anche il sindaco di Montesano Salentino Giuseppe Maglie.
«Anche in virtù di una incredibile e ingiustificabile bolla mediatica che ha trovato spazio addirittura sui media nazionali», attacca, «voglio affermare e chiarire che la nostra comunità non è coinvolta nella vicenda, se non marginalmente».
«Dispiace constatare, però», continua il primo cittadino, «come una comunità come la nostra, storicamente e notoriamente sana, tranquilla, operosa e da sempre lontana da logiche di violenza, possa salire alla ribalta delle cronache nazionali senza la necessaria e puntuale verifica».
Difeso l’onore del suo paese, il sindaco Maglie garantisce, comunque, che «continueremo a vigilare attentamente, come fatto finora, insieme alle forze dell’ordine e alle autorità competenti, nel tentativo di prevenire e magari di stanare ogni possibile occasione di radicamento di forme inclini alla violenza».
Il sindaco Giuseppe Maglie, dopo aver ricordato e ringraziato «per il grande lavoro di prevenzione e per affermare i valori di solidarietà, onestà e fratellanza, che quotidianamente svolgono la scuola, i docenti, le famiglie, la parrocchia, le associazioni e l’amministrazione comunale», si augura che «in futuro si faccia molta più attenzione prima di divulgare notizie di una così evidente gravità che possono ledere significativamente la storia e l’immagine di una qualsiasi comunità».
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Appuntamenti
La fraternità dei folli a Salve, omaggio ad Alda Merini
Con la regia di Vincenza De Rinaldis. Uno spettacolo in cui l’ego è messo a tacere dall’arte e che rimanda alla meraviglia e al senso-non senso della vita che è racchiuso in un attimo di straordinaria follia

Un omaggio empatico ad Alda Merini con la direzione artistica di Vincenza De Rinaldis sarà messo in scena a Salve sabato 8 marzo in un evento promosso dall’amministrazione comunale.
Il Teatro Palazzo Ramirez ospiterà lo spettacolo, dal titolo La fraternità dei folli, alle ore 19,30 con il primo appuntamento (dei venti previsti da marzo a dicembre) di Borgo in scena.
Alda Merini, uno dei poeti più apprezzati e famosi del ‘900 italiano, ha avuto una vita straordinaria, nel senso di “fuori dall’ordinario”.
La follia ha caratterizzato la sua persona e i suoi rapporti sociali e affettivi, ma ha creato, in lei e attorno a lei, condizioni che ne hanno influenzato il modo di vedere, di guardare, di esprimersi, di essere.
Spesso, nelle sue creazioni compaiono termini del codice musicale, e, da musicista, Deborah De Blasi – la scrittrice dei deliri/monologhi di questo spettacolo/concerto – ha scelto di approfondire queste produzioni, cercando fra sé e la grande poetessa un fil rouge, che si tende e si allenta di continuo.
La regia è affidata alla visione di Vincenza De Rinaldis che ha consegnato i deliri scritti dalla scrittrice De Blasi alla stessa, facendola uscire fuori da sé per mettersi nei panni dell’immensa poeta Alda Merini.
Un ruolo delicato e particolare che in scena si colloca in un ambiente tutto suo, dove l’ego è messo a tacere dall’arte.
La sofferenza è posta in trasparenza dietro al velo della follia su cui si stagliano le immagini che la digital artist Silvia Liaci ha saputo magistralmente e magicamente rievocare e che si rifanno ai concetti importanti della vita dell’artista.
Uno spettacolo bidimensionale dove tutto tace per dare spazio alle due figure che si stagliano lungo il proscenio, davanti al telo che separa i due mondi.
La poesia rappresentata dalla sensibilità artistica dell’attrice Carlotta Oggioni e la musica, l’anima stessa e il respiro di Alda che alleggia sul palco grazie alla voce e alle note della cantante Vincenza De Rinaldis.
Uno spettacolo che rimanda fuori da sé stessi per unirsi al tutto, alle ragioni dell’arte, alla meraviglia e al senso-non senso della vita che è racchiuso in un attimo di straordinaria follia.
Lo spettacolo è inserito all’interno della rassegna nazionale Borgo in scena ideata da Accademia Thymòs Aps in collaborazione con Pavana APS, Accademia della Minerva ed Indisciplinati Cooperativa Sociale.
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