Sport
Calcio, Tricase: «La Società persevera nei suoi errori»
Duro comunicato dei gruppi di tifosi della Gradinata Est: «Quale progetto? Termine utilizzato ma vuoto, come riscontrato anche in questa stagione agonistica»
I tifosi del Tricase, in particolare i gruppi della gradinata est, hanno diffuso un messaggio attraverso Radio Fans con il quale sottolinenao tutti i punti in cui si trovano in disaccordo con la società Rossoblu.
Di seguito il comunicato a firma “La Gradinata Est”.
«È passato un anno da quando abbiamo cominciato la contestazione contro il presidente Stefanelli, culminata con la scelta sofferta di disertare lo stadio nella stagione in corso, decisione motivata dalla totale sfiducia nei suoi confronti e dei suoi collaboratori.
Nell’intervista precampionato, rilasciata a “Mondo Radio”, il presidente ha espresso la sua valutazione sulla nostra scelta, dichiarando sostanzialmente che i tifosi che non vengono allo stadio non sono tifosi e che gli Ultras vorrebbero comandare a casa sua.
Sulla prima considerazione c’è poco da dire poiché abbiamo dimostrato sempre la nostra passione in casa ed in trasferta nel bene e nel male.
Una passione incondizionata al cospetto di campionati quasi sempre anonimi (due retrocessioni e nessuna promozione sul campo negli ultimi dieci anni) e modo di gestire del Presidente, che nonostante le tante sollecitazioni, ha continuato a perseverare negli errori e nei modi di fare.
Per noi il risultato non è stato mai un problema.
La seconda considerazione deve far riflettere per capire il pensiero distorto che ha del ruolo che svolge.
Noi siamo rispettosi del ruolo societario, che deve fare le sue scelte in autonomia, ma abbiamo il diritto di guardare al risultato generale che questa raggiunge.
Valutazioni che sono maturate negli anni, formulate solo ed esclusivamente sulla base di dati oggettivi e non da semplici supposizioni.
Sono i fatti che rafforzano le nostre idee.
Sappiamo bene che ritiene la società casa sua, una sua proprietà, noi invece pensiamo che sia “il suo circolo ricreativo”.
Usare il verbo “comandare” mette in luce chiaramente il pensiero.
Che lui si senta più padrone che Presidente lo abbiamo capito da tempo.
Le problematiche, le incomprensioni, nascono proprio da questo suo modo di pensare e di agire nella gestione del titolo sportivo.
Avremmo auspicato una gestione capace di valorizzare la nostra tradizione, una gestione capace di ricucire con l’ambiente sportivo e quello economico.
Queste aspettative sono state disattese, anzi le sue gestioni hanno sortito l’effetto contrario.
La nostra storia svilita, azzerato il poco appeal nei confronti di questi colori, il tessuto sociale, politico ed economico ormai avulso dalle sorti dei colori rossoblù.
Avremmo voluto un buon amministratore con obiettivi sportivi chiari e una gestione oculata non un “padrone”.
Questo suo atteggiamento l’avremmo potuto tollerare se nel tempo avesse raggiunto qualche risultato in termini sportivi e di coinvolgimento, ma ahinoi non è stato così… è sotto gli occhi di tutti.
Anche la parola “progetto” ormai risulta inflazionata visto che sono dieci anni che si tira a campare.
Nell’intervista rilasciata ai microfoni di Tricasèmia sport il 26/0272023 ha di nuovo tirato in ballo questo fantomatico “progetto” senza indicare un solo contenuto o un dettaglio in merito.
La dimostrazione che questa parola è vuota è riscontrabile anche in questa stagione agonistica.
Tra le critiche fatte ci eravamo lamentati di un’inefficace comunicazione sui social ed invece di migliorare questo aspetto lo hanno completamente annullato. Sulla pagina della società non compare neanche la comunicazione del risultato finale di una gara.
La rosa è stata composta per la maggior parte da stranieri e dai giovani della scuola calcio ASD Atletico Tricase (ex scuola Calcio San Luciano).
Siamo certi che questa scelta sia stata dettata dalle circostanze cioè per aver bruciato, nel tempo, la credibilità tra i calciatori del territorio.
Oltretutto non c’è mai stata una minima attività di scouting e quindi l’unica scelta possibile e guardare fuori dal territorio anzi fuori dai confini nazionali.
Non abbiamo niente contro questi ragazzi ma troviamo davvero fuori luogo reperire calciatori oltreoceano per disputare un campionato di promozione.
Il risultato di questo suo fantomatico progetto, in questo campionato dal livello bassissimo, è tangibile dalla nostra posizione in classifica che ci vede in piena lotta per non retrocedere.
Un altro rammarico è vedere la nostra città frazionata nel tessuto sportivo.
Non si riesce a fare qualcosa tutti insieme e il suo carattere divisivo non aiuta a migliorare lo stato delle cose.
Per esempio, nella nostra città esistono due realtà legate alla formazione giovanile che ci risultano in contrapposizione.
Mentre i giovani della scuola calcio Atletico Tricase (ex San luciano) vanno a rimpinguare la rosa del squadra di Promozione, i ragazzi dell’AS Tricase proseguono il loro percorso nella squadra di Seconda Categoria oppure in altre società.
Sarebbe auspicabile che, pur rimanendo ognuno nel suo ambito, ci fosse una collaborazione e unione d’intenti tra tutti i soggetti per un bene comune.
Per esempio i giovani più pronti di entrambe le società si potrebbero integrare nella rosa della squadra principale e gli altri farli maturare nell’altra squadra in attesa che possano crescere per un futuro prossimo.
Nutriamo il desiderio e la speranza che le persone nella nostra città possano stare insieme, collaborare anche quando sembra impossibile.
Per fare questo servirebbe una persona completamente agli antipodi dal carattere dell’attuale Presidente.
Una persona appassionata e competente, che sappia individuare un obiettivo e che sappia mettere in campo le strategie più idonee per raggiungerlo.
Avere chiaro che, di fronte all’obiettivo generale, vanno messi da parte protagonismi ed egoismi. Non basta solo l’impegno servono anche idee innovative.
Attualmente non riusciamo ad individuare nessuno con questo profilo neanche tra i collaboratori dello stesso Presidente Stefanelli che a questo punto riteniamo egualmente responsabili.
Lo stato di abbandono degli impianti sportivi è un altro aspetto che va segnalato.
Le varie amministrazioni che si sono succedute hanno dimostrato un totale disinteresse verso la squadra e l’impianto è diventato un luogo orribile per assistere ad un incontro di calcio.
Qualche amministratore potrebbe andare a controllare le condizioni dei servizi igienici per verificare se l’aggettivo “orribile” è stato usato con cognizione di causa.
Anche in questa situazione non abbiamo visto una levata di scudi da parte della società per pungolare l’amministrazione comunale.
Eravamo a conoscenza di fondi che sarebbero serviti per migliorare l’impianto ma l’unica cosa che abbiamo visto e la tinteggiatura alla “meno peggio” della pista di atletica.
Sia chiaro che il San Vito è da rifare tutto.
A margine di quello che sta succedendo siamo profondamente amareggiati per il totale disinteresse della cittadinanza, della politica, sulle vicende della nostra squadra che è ormai risulta invisibile anche agli occhi di tanti ex tifosi ed Ultras.
Il presidente Stefanelli dovrebbe rendersi conto che questa sua ostinazione non fa bene a nessuno, neanche a lui e più passa il tempo più sarà difficile recuperare il tempo perduto.
Nonostante questa nostra visione nutriamo la speranza, per il futuro, che le persone che vogliono fare calcio si possano sedere per ricucire i vari strappi, individuare obiettivi da raggiungere nel tempo, stendano delle linee guida da rispettare per evitare che si agisca in modo individualistico con la speranza di avere un impianto sportivo adeguato per chi fa calcio e chi deve vederlo.
Bisognerebbe ricordarsi sempre di uno striscione presente sugli spalti per tanti anni: “Uniti vinceremo”.
Casarano
In fondo la gioia: rossoazzurri di rigore
Loiodice nel recupero fa godere il Capozza e dà i 3 punti al Casarano. Domenica prossima si andrà a Brindisi
CASARANO-FASANO 1-0
Rete: st 48′ Loiodice (rig.)
Note: espulso al 37′ st Lombardo (F) per doppia ammonizione
Balzano in mente al cronista i versi di Umberto Saba: “La folla, unita ebbrezza, par trabocchi nel campo. Intorno al vincitore stanno, al suo collo si gettano i fratelli“.
È proprio quanto andato in scena al Capozza, quando Loiodice ha realizzato il gol su calcio di rigore al terzo dei sei minuti di recupero.
Un terreno pesante e scivoloso, unitamente alla sagace e pugnace organizzazione del Fasano, teneva il Casarano ancorato verso
uno zero a zero da conseguenze nefaste per il primato in classifica.
La comprimaria Nocerina conduceva due a zero in quel di Andria, quando Di Bari tentava il tutto per tutto ossia un attacco a cinque uomini (Opoola, Malcore, Saraniti, Loiodice, Perez).
La difesa ospite (in dieci uomini) subito in ambasce procura l’insperato rigore, che il numero 10 rossoazzurro non fallisce.
Qualcuno parla di “karma” nei confronti della macroscopica svista arbitrale dell’andata, ma la realtà nuda e cruda resta quella di un campionato imprevedibile come non mai e che non concede la minima distrazione.
Domenica prossima, infatti, incombe la trasferta a Brindisi contro la squadra “in coda alla classifica”, ma tanto per dire.
Giuseppe Lagna
Nelal foto in alto l’esultanza (con ammonizione) del match-winner Nicola Loiodice (foto Gigi Garofalo)
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Presicce-Acquarica
Terrarussa Ciclismo: amicizia, territorio e vittorie
Intervista a tre con Antonio Russo, Andrea Pagliara e Marco Palese campioni nazionali Uisp. Il presidente Salvatore Fiaschi: «Il nostro obiettivo è rendere il ciclismo uno sport accessibile e inclusivo»
Antonio Russo, campione regionale XCO FCI, insieme ad Andrea Pagliara e Marco Palese, campioni nazionali UISP rispettivamente nelle discipline XC e Marathon, portano in alto il nome di Terrarussa Bike ASD, associazione che promuove il ciclismo con una filosofia basata su agonismo, natura e sostenibilità.
In soli quattro anni, l’Associazione Sportiva Dilettantistica “Terrarussa Ciclismo Presicce-Acquarica” ha già ottenuto risultati importanti.
Antonio Russo, vincitore del circuito XC Puglia nella categoria Elite Master Sport e il circuito UISP Lecce, mentre Andrea Pagliara e Marco Palese hanno conquistato i titoli nazionali UISP nella categoria M3.
Grazie ai loro successi, la squadra ha raggiunto i vertici del ciclismo amatoriale regionale e nazionale.
Un orgoglio non solo per l’associazione ma per tutto il territorio salentino.
LE EMOZIONI DELLA VITTORIA
Quando chiediamo loro delle sensazioni provate al momento della vittoria, la passione emerge con forza.
Andrea, il primo a prendere la parola, sorride ricordando l’adrenalina provata in quei momenti: «Vincere era un obiettivo che inseguivo da tempo. Mi sentivo pronto, fisicamente e mentalmente. Ogni allenamento è stato una battaglia, e quando finalmente sono riuscito a conquistare il titolo, è stato incredibile».
Marco annuisce, condividendo il suo pensiero: «Anch’io avevo questi obiettivi, ma non li davo per scontati. Le gare fuori porta sono sempre una sfida. Arrivare al traguardo vincente è un’emozione unica, come la prima volta, da brividi!».
Antonio, riflessivo, aggiunge: «Ogni anno ci prepariamo con attenzione, cercando di trovare la forma migliore. Non è semplice, tra lavoro e impegni familiari, ma la determinazione e il sostegno reciproco fanno la differenza. Anche quest’anno ce l’abbiamo fatta».
IL SOSTEGNO DELLA SQUADRA
Non ci vuole molto per capire quanto il gruppo sia una forza motrice per i tre campioni.
«Siamo una famiglia non solo una squadra», sottolinea Andrea, «sono sempre stati lì per me, soprattutto nei momenti difficili, come dopo la caduta alla Marathon del Salento. Senza il loro supporto, non sarei riuscito a ripartire».
Gli fa eco Antonio: «Il sostegno del team va oltre quello degli sponsor. È l’energia che mi danno a spingermi oltre i miei limiti. Sapere che ci sono loro a tifare mi motiva sempre di più».
Marco, con un sorriso grato, aggiunge un aneddoto personale: «Il gruppo Terrarussa è fondamentale per me, poiché mi dà la carica quando mi avvicino al traguardo. È grazie a loro che ho ottenuto risultati soddisfacenti nelle gare. Nelle competizioni di cross country (XC), il supporto del tifo di Terrarussa è costante, ripetendosi ogni giro del circuito, e questo è un grande stimolo. Al contrario, nelle gran fondo, che sono più lunghe e con un tracciato non ripetitivo, il tifo si manifesta solo in alcune occasioni, ma quando arriva, è un’emozione unica e inaspettata. È un sostegno che vale tantissimo e che apprezzo profondamente. Grazie!».
GLI OBIETTIVI FUTURI
Guardando avanti, il desiderio di continuare a crescere è unanime.
Antonio vede nel futuro un’opportunità di condivisione: «Vorrei che più giovani si avvicinassero alla mountain bike. È uno sport meraviglioso e noi possiamo essere un esempio per loro. Noi che siamo già attivi da qualche anno possiamo essere un esempio, incoraggiandoli a unirsi a noi e a crescere insieme. Vedere nuovi volti entusiasti che scoprono la bici è ciò che rende questa esperienza ancora più gratificante»
Andrea, conferma il suo spirito combattivo e punta in alto: «Il mio sogno è vincere una gran fondo. Pedalare è una passione che mi accompagnerà per sempre, e finché avrò la possibilità, continuerò a farlo».
Marco conclude: «Non ho traguardi precisi in mente, ma ogni gara è una nuova sfida. L’importante è dare il massimo, non solo per noi stessi, ma anche per i giovani del team che ci guardano come esempi da seguire…Vogliamo che crescano con la stessa passione e determinazione che ci anima».
BILANCIARE VITA, LAVORO E PASSIONE
Tra un allenamento e l’altro, ognuno dei tre atleti vive il ciclismo in modo diverso.
Antonio racconta come la mountain bike sia entrata nella sua vita da giovane: «Gareggio da quando avevo dieci anni, ora mi alleno tre o quattro volte a settimana e chiudo la settimana con una gara la domenica. La passione è sempre la stessa, anche se con meno pressione. Ho ottenuto diversi titoli regionali nel ciclocross e nella mountain bike, e sono stato convocato alle giovanili per la Coppa Italia. Negli ultimi anni, ho rallentato per il lavoro, ma mi diverto ancora molto. La moto, la mia prima passione, è rimasta un amore secondario, ma la mountain bike è diventata la mia vita».
Marco aggiunge pragmatico: «Dopo il lavoro, salgo in sella e pedalo. Tre volte a settimana, un’ora e mezza ogni sessione. Non è facile, ma la passione mi spinge a farlo»
Andrea, con un sorriso che tradisce il sacrificio spiega che «tra famiglia e lavoro, devo allenarmi nei ritagli di tempo. Sfrutto al meglio quel poco tempo che mi rimane. La qualità degli allenamenti è tutto».
AMICIZIA, TERRITORIO E OBIETTIVI
Terrarussa Ciclismo Presicce-Acquarica è molto più di una semplice squadra.
Il nome stesso, “Terrarussa”, richiama la tipica terra rossastra dei campi salentini, simbolo delle radici e dell’identità territoriale.
Fondata l’8 settembre 2020 da 15 amici uniti dalla passione per la bicicletta, l’associazione è diventata un vero e proprio movimento ciclistico nel cuore del Salento.
Non sono solo gli atleti a partecipare alle gare, ma anche le loro famiglie e amici, che con il loro supporto colorano di rosso ogni circuito, fornendo assistenza tecnica e morale.
L’associazione ha una missione chiara: competizione, divertimento e promozione del territorio.
Da una parte, il “race team” compete con grinta nelle gare regionali e nazionali, mentre dall’altra parte il gruppo principale si dedica a ciclopasseggiate non agonistiche, godendo della natura e del benessere che il ciclismo offre.
Terrarussa è anche co-organizzatrice, insieme all’ASD MTB Casarano, della “storica” Marathon del Salento, la gara più partecipata del Trofeo dei Parchi e del circuito XCP Puglia, che ormai da anni vanta la partecipazione di oltre 1.000 atleti.
L’associazione promuove attivamente la mobilità sostenibile e guarda al futuro con l’ambizione di formare nuove generazioni di ciclisti, avendo in programma la creazione di un vivaio di giovani atleti nei prossimi anni.
PROGETTO CHE GUARDA AL FUTURO
In quest’ottica di crescita continua, abbiamo chiesto al presidente dell’associazione, Salvatore Fiaschi, cosa significa per lui questo percorso e quali sono i progetti futuri di Terrarussa: «Siamo felicissimi dei risultati di Antonio, Andrea e Marco, ed anche di quello di tutti gli altri nostri atleti che partecipano ai circuiti provinciali, piazzandosi spesso nelle primissime posizioni.
Penso, ad esempio, ad Andrea Rizzo e Giovanni Gianfreda, senza dimenticare Giuseppe Ciullo, il nostro atleta paraolimpico, che quest’anno si è dedicato maggiormente al crossfit, arrivando persino sul podio mondiale.
Il merito va a tutti i nostri atleti, perché ognuno di loro, ogni domenica, con dedizione e sacrificio, dimostra che il lavoro di squadra, la costanza e la passione possono portare a grandi successi.
Nulla di tutto questo sarebbe stato possibile senza il supporto dell’intero direttivo, dei soci e dei volontari, che mettono a disposizione il loro tempo e la loro passione.
Ovviamente grazie anche ai nostri sponsor, senza i quali la vita associativa non esisterebbe! Grazie a loro, l’associazione cresce continuamente.
Per il prossimo anno abbiamo molti progetti in cantiere: a novembre cominceremo con i nuovi tesseramenti per il 2025 e stiamo lavorando intensamente sui social per far conoscere la nostra realtà a un pubblico sempre più vasto.
Il nostro obiettivo è rendere il ciclismo uno sport accessibile e inclusivo.
Anche un semplice “mi piace” o un “segui” sulle nostre pagine Instagram e Facebook può fare la differenza, aiutandoci a far emergere nuovi talenti e a diffondere la passione per questo sport.
Invitiamo tutti a seguirci, a condividere le nostre storie e a far parte di questo splendido progetto: insieme possiamo fare molto per il ciclismo e per il nostro territorio».
Terrarussa non è solo una squadra, ma una grande famiglia che accoglie chiunque condivida l’amore per la bicicletta e la voglia di pedalare verso nuovi orizzonti.
Maria Elisa Scarcia
Casarano
Basta il “solito” Malcore
Massimo risultato con il minimo sforzo, ma ieri contava soprattutto vincere. Domenica prossima alla Capozza arriva il Fasano.
PALMESE-CASARANO 0-1
Rete: 7’st Malcore
Note: espulsi al 9’st Rizzo (C) e Peluso (P) per reciproche scorrettezze
Atmosfera da fair-play a Palma Campania, con 1.500 spettatori (100 provenienti da Casarano)
in uno stadio senza recinzione alcuna e con scambi di cortesia fra i presidenti nel pre-partita.
L’ha spuntata di misura il Casarano, grazie ad una prestazione accorta e concreta, sancita dalla pregevole realizzazione del solito Malcore.
La Palmese ha tenuto il campo anche per lunghi tratti, specie nel primo tempo, ma senza pericoli
per l’estremo ospite.
Gli uomini del tecnico Di Bari hanno così portato a termine la non facile impresa senza sbavature, anche in dieci contro dieci dopo la reciproca espulsione.
In sala stampa Di Bari apprezza i tre punti, ma non la prestazione dei suoi, specie nella prima parte dell’incontro.
“Sono contento, perché è una vittoria su un campo difficilissimo, una vittoria da squadra, che ha saputo soffrire“, commenta poi.
Le squadre del gruppo di testa hanno tutte vinto, con la classifica davvero molto corta e con i Rossoazzurri che affronteranno domenica al Capozza il Fasano da qualche giornata tornato a far punti.
Servirà, come richiede il campionato, il massimo impegno dei calciatori e del pubblico sostenitore, in unità d’intenti lungo il difficile cammino.
Giuseppe Lagna
Nella foto in alto, la curva dei tifosi casaranesi.
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