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Attualità

È morto Diego Armando Maradona

Stroncato da un arresto cardiocircolatorio il calciatore più forte di tutti i tempi

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Il mondo del calcio, il mondo intero in lutto. Una notizia dall’argentina sconvolge il pianeta. Diego Armando Maradona è morto in seguito ad un arresto cardiaco.


È il quotidiano argentino El Clarin a dare la notizia in anteprima. Una grave crisi respiratoria lo ha stroncato all’età di 60 anni.


Per chi ha avuto la fortuna di assistere dal vivo alle sue magie, rimarrà per sempre il Dies (il 10) la cui assonanza con il Dio (del calcio) è tutto, purché casuale.





Ha segnato un epoca e fa parte di diritto, oltre che della storia mondiale del calcio, anche di quella italiana per i suoi trascorsi a Napoli, la città che l’ha amato più d ogni altro perdonandone anche gli eccessi. Che spesso, purtroppo, hanno fatto in modo che la sua vita somigliasse più a quella del protagonista di un romanzo popolare che a quella di un calciatore anche se il più forte di tutti.


Da capopopolo ha spaccato e unito intere generazioni, come quando,  alla vigilia della semifinale dei Mondiali del 1990, fra Italia e Argentina,  giocata nella sua Napoli, puntò il dito contro un Paese intero, che “si ricordava di Napoli solo quando c’era da sostenere la Nazionale azzurra”. Dunque, nel momento del bisogno. Diego, con una sola frase, divise il San Paolo, che poi era il suo regno.


Talento precoce dell’Argentinos Juniors, ha vinto meno di quanto la sua classe gli avrebbe consentito. Questo perché non ha mai scelto di far parte di un club dell’alta aristocrazia del calcio. Approdò in un Barcellona che si contrapponeva al Real Madrid e, dopo avere subito un gravissimo infortunio nella Liga (fallo durissimo di Goicoechea), venne acquistato dal Napoli. Sembrava un veterano, ma aveva solo 24 anni. Maradona arrivò ai piedi del Vesuvio e la società partenopea organizzò un saluto al pubblico il 5 luglio 1984 e fu amore a prima vista. Quel giorno, allo stadio San Paolo, a Fuorigrotta, 60 mila tifosi pagarono 3 mila lire a testa per veder palleggiare il Pibe. Con Maradona il Napoli vincerà una Supercoppa italiana, due scudetti, una Coppa Uefa, ricambiando con prodezze stilistiche l’amore di una città, che tutt’ora si tramanda da padre in figlio in una sorta di rituale e virtuale contemporaneità. Da Forcella al Rione Sanità, l’immagine di Diego è ancora stampata sui muri o nei tabernacoli ex voto del popolo. Come abbondano le statuette nei presepi. Una divinità pagana, da affiancare al patrono San Gennaro: quel campione che dice sempre quello che pensa e pensa quello che dice, senza giri di parole, è stato un Masaniello contemporaneo.

Diego aveva, ha, avrà una potenza mediatica paragonabile solo a quella di Ernesto Che Guevara o Fidel Castro, di cui è stato amico quasi inseparabile per un lungo periodo. Sposerà anche la causa palestinese, prima con Yasser Arafat, quindi con Abu Mazen. Irriverente, burrascoso, quando arrivò a Napoli godeva della stessa popolarità di Papa Giovanni Paolo II o Michael Jackson.


Altro capitolo romanzesco della sua pazzesca vita, quello che forse ricordiamo con più piacere: il capolavoro sportivo e di astuzia che realizza in Messico, proprio come Pelè nel 1970, fra i colori dello stadio Azteca, lo stesso che 16 anni prima aveva ospitato Italia-Germania 4-3.


Diego, ai Mondiali 1986, contro l’Inghilterra, non un avversario qualsiasi, per via del ricordo ancora fresco della guerra delle Falkland, di fronte alle telecamere di tutto il mondo, beffa Peter Shilton, insaccando il pallone con un tocco di mano. Per l’arbitro tunisino Ali Bin Nasser, il Pibe aveva segnato di testa: una decisione che fa impazzire di rabbia gli inglesi. Poi, a fine partita, l’argentino ammette che quel gol lo aveva segnato “La mano de Dios”, non lui. A legittimare il capolavoro, però, arrivò, sempre contro l’Inghilterra nella stessa partita, il gol più bello della storia del calcio, con El Pibe che, controlla con un preziosismo nella sua metà campo, parte con il pallone incollato sul magico sinistro, supera di slancio l’intera difesa inglese compreso il portiere e insacca mentre cade. Diego trascinerà l’Argentina, che peraltro ha una rosa di giocatori modesti, al titolo mondiale. Non si ripeterà a Italia ’90, perdendo in finale con la Germania per un rigore assai discutibile e che fa sciogliere in un pianto rabbioso l’eroe improvvisamente divenuto umano.



La sua parabola calcistica si conclude ingloriosamente, con una positività al doping nei Mondiali di Usa ’94.


Ma noi preferiamo ricordarlo folletto imprendibile e Dio del calcio con la maglia azzurra del Napoli o con la camiseta dell’Argentina.


La sua esistenza è rimasta in bilico, più volte, proprio per i suoi eccessi:  la cocaina, l’alcol…


Ha collezionato amori, figli illegittimi e poi riconosciuti, ha riempito giornali, ha ballato con Raffaella Carrà, è stato showman, fatto scrivere libri densi di episodi che, malgrado tutto, non oscureranno mai la luce della sua stella.


Che ora brilla da lassù, dall’Olimpo del pallone. Addio Diego, Dio del calcio.


Attualità

Acque depurate per i campi di Carpignano e Martano

“Rete irrigua consortile per il riuso delle acque depurate”: i lavori, appena affidati per un importo di circa un milione e 800mila euro, dovranno concludersi in duecento giornate lavorative, quindi entro sette mesi

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«Con soddisfazione, stiamo per risolvere definitivamente la vicenda della “Rete irrigua consortile per il riuso delle acque depurate” nei nostri territori»: lo annunciano con una nota congiunta i sindaci di Carpignano Salentino e Martano.

Un progetto innovativo e ambientalmente strategico, approvato nel 2002 e completato nel 2006, ma mai attivato a causa di problemi legati al depuratore consortile. Inizialmente, mancava una soluzione per lo smaltimento finale delle acque trattate, poiché le trincee drenanti non erano state realizzate.

Successivamente, anni di abbandono e vandalismi avevano reso inutilizzabili la vasca di accumulo e la rete irrigua.

Per superare queste criticità e valorizzare gli investimenti già effettuati, soprattutto in un contesto in cui l’acqua è diventata indispensabile per il reimpianto degli ulivi colpiti dalla Xylella fastidiosa, le amministrazioni comunali di Carpignano e Martano hanno richiesto ripetutamente l’intervento della Regione Puglia.

«Grazie all’impegno di tutta l’amministrazione regionale e, in particolare, del Presidente del Consiglio regionale Loredana Capone, del consigliere regionale Cristian Casili e dell’Assessore all’Agricoltura Donato Pentassuglia», fanno sapere i sindaci Mario Bruno Caputo di Carpignano Salentino e Fabio Tarantino di Martano, «si raggiungerà l’obiettivo di ripristinare e rendere pienamente funzionanti gli impianti danneggiati, garantendo una gestione efficace delle risorse idriche e il loro riutilizzo in agricoltura».

I lavori, appena affidati, per un importo di circa € 1milione e 800mila dovranno concludersi in sette mesi (200 giornate lavorative).

«Questo risultato rappresenta un passo fondamentale per il nostro territorio», aggiungono i due primi cittadini, «ringraziamo la Regione Puglia, il consiglio regionale, la giunta e tutti i funzionari coinvolti per aver compreso l’importanza ambientale ed economica di questo intervento, nonché tutte le amministrazioni comunali di Carpignano e Martano storicamente coinvolte nella realizzazione del depuratore consortile e della rete irrigua». Recuperare e riutilizzare le acque depurate, ricche di nutrienti come l’azoto, significherà evitare sprechi idrici oggi dispersi nel terreno e fornire un sostegno concreto al settore agricolo, in particolare all’olivicoltura, gravemente colpita dalla crisi causata dalla Xylella.

«Questo progetto», si legge ancora in una nota congiunta dei sindaci di Carpignano e Martano, «è frutto di un lavoro corale e della determinazione di tutti gli attori coinvolti, a partire dalla Cooperativa San Giorgio, che ha fortemente sollecitato l’attivazione di questa infrastruttura per sostenere il reimpianto degli ulivi e il rilancio del comparto olivicolo. Si tratta di un intervento di grande rilevanza per il territorio, che fornisce una risposta tangibile alle problematiche legate alla penuria idrica e agli effetti dei cambiamenti climatici, in quanto il recupero e il riutilizzo delle acque depurate non solo mitigano l’impatto ambientale, ma offrono una risposta strutturale alle emergenze idriche, garantendo un supporto fondamentale al settore agricolo e alla rinascita dell’olivicoltura locale.

L’IMPIANTO

Attraverso tale intervento si consoliderà, dunque, un modello di gestione sostenibile delle risorse idriche, capace di affrontare le sfide del presente e preparare il territorio alle necessità future.

Dal punto di vista tecnico, la rete irrigua interesserà un’area di circa 1500 ettari, suddivisa in sette settori, che verranno serviti in modo rotativo grazie a un sistema automatizzato gestito da valvole elettroniche.

Le acque reflue urbane, dopo essere state trattate nel depuratore consortile e sottoposte a disinfezione mediante raggi UV, saranno convogliate in un serbatoio di accumulo con una capacità di 7mila metri cubi, garantendo una distribuzione costante dell’acqua per un periodo di circa quattro giorni.

L’impianto sarà in grado di erogare una portata di 28 litri al secondo (equivalente a 100 metri cubi all’ora), destinata all’irrigazione mirata, una tecnica che compensa le perdite idriche dovute all’evaporazione e alla traspirazione vegetale.

I lavori, tra l’altro, includono: l’ampliamento della camera di comando per facilitare l’utilizzo delle valvole; il ripristino delle connessioni tra le vasche e l’automazione del sistema di accumulo delle acque depurate; il rifacimento dello scarico delle acque in eccesso; la manutenzione straordinaria dei locali tecnici; la revisione completa del gruppo elettrogeno; l’installazione di un sistema antintrusione per garantire la sicurezza degli impianti; e l’adeguamento dei punti di collegamento agli utenti. Con questo progetto, i Comuni di Carpignano Salentino e Martano confermano il loro impegno per uno sviluppo sostenibile e per il sostegno alle attività agricole, pilastro economico e culturale del territorio.

MARTEDÌ 29 LA PRESENTAZIONE UFFICIALE

I lavori saranno ufficialmente presentati presso la Sala Conferenza della Cooperativa San Giorgio in Carpignano (S.P. 48) martedì 29 aprile alle ore 19, alla presenza della presidente del Consiglio regionale Loredana Capone, accompagnata dall’assessore Donato Pentassuglia, dal responsabile delle Risorse Idriche Andrea Zotti, dalla direttrice di Aqp Francesca Portincasa, dal direttore generale di Arif Francesco Ferraro e dai sindaci dei due comuni interessati.

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A Taviano, Pellegrino contro Stefanelli: i 32 nomi delle due liste

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A Taviano sarà sfida a due il prossimo 25 e 26 maggio in occasione delle amministrative che decideranno chi prenderà il posto dell’ex Giuseppe Tanisi, la cui esperienza si è conclusa prematuramente ad inizio 2025.

Radici e Futuro Taviano” candida a sindaco Francesco Pellegrino, già vicesindaco in occasione del primo mandato da primo cittadino di Tanisi (lo sostengono gli ex gruppi consiliari di Per la Città, Taviano Futura e Taviano Libera).

Candidati con lui al consiglio:

Sabrina Burlizzi,

Vito D’Argento,

Omar Del Rosario,

Gianni Fonseca,

Emanuela Garofalo,

Erika Leone,

Antonino Manni,

Daniela Meneleo,

Alessandra Mercutello,

Giorgia Montunato,

Silvia Palamà,

Stefano Piccinno,

Carlo Deodato Portaccio,

Paola Ria,

Germano Santacroce,

Marco Stefano.

È stata vicesindaca dell’ultimo mandato di Giuseppe Tanisi invece la candidata sindaca della lista “Taviano Guarda Avanti”, Serena Stefanelli.

Con lei:

Giuseppe Tanisi,

Antonella Previtero,

Paola Cornacchia,

Francesco Lezzi,

Salvatore Rainò,

Alessio Inguscio,

Massimo Mosticchio,

Chiara Minerva,

Lucy D’Ingiullo,

Martina Mauramati,

Mariassunta Garzia,

Simona Armida,

Marco Carluccio,

Elisa Ferocino,

Silvio Spiri,

Lucia Chetta.

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Attualità

Tossico e invasivo: nell’Adriatico spunta il pesce palla argenteo

È pericoloso: ecco come comportarsi. Punto 1: non imitare i giapponesi, che praticano una sorta di ‘roulette russa’ alimentare

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Il pesce palla argenteo invade l’Adriatico: allarme per la salute e l’ecosistema

Il pesce palla argenteo (Lagocephalus sceleratus), una specie marina altamente tossica e invasiva, è stato recentemente avvistato nel Mar Adriatico, segnando la sua presenza più settentrionale mai registrata nel Mediterraneo.

La cattura di un esemplare lungo oltre mezzo metro nella baia di Medulin, in Istria, ha destato preoccupazione tra pescatori e biologi marini.

Caratteristiche e pericolosità

Originario delle acque tropicali dell’Oceano Indiano e del Mar Rosso, il pesce palla argenteo è entrato nel Mediterraneo attraverso il Canale di Suez, un fenomeno noto come migrazione lessepsiana. Questa specie è nota per la presenza di tetrodotossina, una neurotossina estremamente potente contenuta in organi come fegato, gonadi, pelle e intestino. Anche una piccola quantità può causare gravi intossicazioni e, in alcuni casi, la morte. La tossina resiste alle alte temperature, rendendo il consumo del pesce pericoloso anche dopo la cottura. 

Oltre alla sua tossicità, il pesce palla argenteo possiede una bocca dotata di denti robusti, capaci di esercitare una forza impressionante. È anche una specie piuttosto territoriale, pronta a difendere i suoi spazi dagli invasori. In altre zone del Mediterraneo sono stati segnalati episodi di morsi ai bagnanti, con conseguenze mediche rilevanti. 

Impatto sull’ecosistema

La presenza del pesce palla argenteo rappresenta una minaccia significativa per l’ecosistema marino. Si nutre di una vasta gamma di organismi, tra cui molluschi e crostacei, alterando l’equilibrio della catena alimentare. Inoltre, è noto per danneggiare le reti da pesca, aggravando le difficoltà della pesca artigianale. 

Raccomandazioni per pescatori e bagnanti

Non consumare: evitare assolutamente di mangiare il pesce palla argenteo, anche se cotto. Manipolazione: in caso di cattura accidentale, maneggiare con estrema cautela e utilizzare guanti protettivi. Segnalazione: riportare immediatamente l’avvistamento alle autorità marittime o agli enti di ricerca locali.

Informazione: diffondere la conoscenza di questa specie tra comunità di pescatori e bagnanti per prevenire incidenti.

La diffusione del pesce palla argenteo nel Mar Adriatico è un segnale d’allarme che richiede attenzione e collaborazione tra cittadini, pescatori e istituzioni per proteggere la salute pubblica e preservare l’equilibrio degli ecosistemi marini.

La ‘roulette russa’ alimentare giapponese

In Giappone ci preparano il fugu, una delicatezza da brivido. Una “roulette russa alimentare” che va preparata da chef che hanno studiato 1 anno solo per servire questo piatto.  Il segreto è lasciare quel tanto di veleno sufficiente a dare un po’ di euforia, ma niente piu’.

Se mangi questo pesce palla, mangi la tetrodotossina, un veleno micidiale, derivato dai batteri che vivono nelle alghe che lui mangia. A quel punto non hai scampo.

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