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Lecce

I migliori acquisti di Pantaleo Corvino

Dal Casarano alla Fiorentina fino al ritorno al Lecce nel 2020, tutto sul “Miglior ds d’Italia”

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La gavetta di Corvino: dalla terza categoria fino alla Serie C1


Pantaleo Corvino, che il prossimo 21 marzo sarà premiato come miglior “diesse” d’Italia, nasce a Vernole  e cresce come direttore sportivo prima in terza categoria, nella squadra del suo paese natale, e poi in promozione nello Scorrano.


A 37 anni fa il debutto nel calcio professionistico diventando ds del Casarano in Serie C1, dove lancia i suoi primi talenti. Sotto la sua lente d’ingrandimento, finiscono sempre calciatori dalle grandi doti estetiche. D’altronde, parliamo di un uomo nato a pochi chilometri di distanza dal noto drammaturgo Carmelo Bene.


“Il talento fa quello che vuole, il genio fa quello che può. Del genio ho sempre avuto la mancanza di talento”. Carmelo Bene

 Tra questi, ricordiamo Fabrizio Miccoli, passato alla Ternana e al Perugia prima di approdare nella Juventus. Dopo una stagione tra alti e bassi con la maglia bianconera, viene ceduto al Benfica, per poi fare ritorno in Italia con destinazione Palermo, dove scrive pagine indelebili del calcio italiano. Con i rosanero, Miccoli colleziona 74 goal e 46 assist in 165 presenze di Serie A e affianca attaccanti come Amauri e Cavani, riuscendo a sfiorare anche una clamorosa qualificazione in Champions League nel 2010 sotto la guida di Delio Rossi.


Un altro giocatore lanciato ai tempi del Casarano è il portiere Orlandoni che pur partendo da categorie inferiori, è arrivato ad essere il terzo portiere dell’Inter dal 2005 al 2012, riuscendo a vincere 5 scudetti e 1 Champions League. Oggi invece, è il preparatore dei portieri del Sassuolo.


I migliori acquisti di Corvino con il Lecce


Nel 1998 Corvino viene ingaggiato dal Lecce e con i salentini arriva l’affermazione definitiva come talent scout di successo.


Negli anni a seguire Corvino mostrerà una particolare predilezione per i giocatori provenienti dall’est e in particolare dalla Bulgaria, Serbia e Montenegro.


Il primo talento lanciato con la maglia giallorossa è stato l’attaccante bulgaro Bojinov che ha esordito nel massimo campionato italiano a soli 15 anni e 11 mesi e che nel 2004/2005 è stato acquistato dalla Fiorentina per 15 milioni di euro. Tuttavia, pur giocando per squadre come Juventus e Manchester City, Bojinov non troverà mai la consacrazione definitiva.


Ernesto Chevanton


Corvino si innamora di altri attaccanti dal talento cristallino e riesce a portarli tra le file dei salentini: parliamo dell’uruguaiano Ernesto Chevanton e del montenegrino Vucinic. L’attaccante montenegrino segnerà 19 reti nel campionato 2004/2005 sotto l’ala protettrice di Zeman e viene ceduto prima alla Roma e poi alla Juventus. I ricordi più belli con la maglia della capitale sono legati ai goal in Champions contro Manchester United e Real Madrid, mentre il ricordo migliore con la maglia bianconera è sicuramente lo scudetto degli invincibili vinto da protagonista nel 2012.


Tuttavia, l’occhio attento di Corvino non si è fermato solo agli attaccanti, ma ha scovato anche uno dei migliori registi di Serie A dei primi anni duemila: stiamo parlando di Cristian Ledesma, metronomo prima del Lecce e poi della Lazio per nove stagioni di fila.


Infine, in pochi ricordano come Cristiano Lucarelli sia rinato proprio a Lecce grazie ad un’intuizione di Corvino che decise di acquistarlo dal Valencia, quando più nessuno credeva nel giocatore livornese.

I migliori acquisti di Corvino con la Fiorentina


Nel capoluogo toscano Corvino si è distinto soprattutto per aver messo gli occhi sui giovani talenti del Partizan, dal quale ha prelevato giocatori come Jovetic, Ljajic e Nastasic.


Stevan Jovetic, con una classe fuori dal comune e la doppietta rifilata al Liverpool in Champions, ha fatto letteralmente impazzire la fiesole dal 2008 al 2013. Tuttavia, una serie di gravi infortuni ne hanno condizionato la carriera, proseguita senza grandi acuti al City, Inter, Siviglia, Monaco e ora all’Hertha Berlino.


Ljajic invece, rispetto a Jovetic, si è dimostrato come un trequartista più moderno, con meno colpi di genio, ma con grandi doti tecniche e capacità di dribbling. Dopo numerosi alti e bassi con la maglia viola, verrà ricordato essenzialmente per il pugno ricevuto da Delio Rossi dopo averne applaudito la sua sostituzione e aver toccato corde familiari… fin troppo delicate. Successivamente, passa alla Roma e poi al Torino, continuando una carriera altalenante.


A Firenze, Corvino si evidenzia non solo come talent scout, ma anche come grande operatore di mercato, infatti riesce a portare in toscana giocatori importanti come Mutu, Toni, Gilardino e Osvaldo.


Il ritorno al Lecce e gli ultimi colpi di mercato


Morten Blom Due Hjulmand è già un pezzo pregiato del mercato: sulle sue tracce oltre a Juventus e Roma, mezza Premier League


Nell’estate del 2020 Corvino è tornato al Lecce e, dopo una sola stagione di permanenza in Serie B, ha contribuito a riportare la squadra pugliese subito in Serie A.


Tra le file dei salentini ha portato calciatori di interessanti prospettive, quali Ceesay, Banda e Hjulmand, ma anche un grande difensore quale l’ex Barcellona Umtiti.


Finora la squadra allenata da Baroni si sta comportando egregiamente in Serie A ed è stata una delle poche squadre capaci di fermare il Napoli di Luciano Spalletti.


Insomma, qualunque blog di pronostici, statistiche e fantacalcio, prima di fare le proprie previsioni, farebbe bene a considerare quanto incide, sul rendimento di squadra e giocatori, la presenza in società di un uomo di calcio come Pantaleo Corvino.


«Gli algoritmi sono utili, ma il ragazzo lo devo vedere». Pantaleo Corvino

Alessano

“Vi voglio bene”, un libro essenziale per raccontare don Tonino e la sua storia

Monsignor Vito Angiuli: “Scritti e documenti inediti per scoprire l’intera vocazione pastorale da sacerdote e da vescovo. Guardate con simpatia alle persone e agli avvenimenti della storia, per testimoniare a tutti la gioia del Vangelo”

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di Luca De Santis

Vi voglio bene, Continuità e sviluppo nel ministero sacerdotale ed episcopale di don Tonino Bello è l’ultima fatica data alle stampe dal vescovo di Ugento – Santa Maria di Leuca, mons. Vito Angiuli. Il nuovo libro ha visto la luce nel mese di ottobre 2024, per le edizioni Il pozzo di Giacobbe. Quest’ultima si colloca in continuità con le precedenti pubblicazioni frutto di interessanti studi che Angiuli ha compiuto sul sacerdote della diocesi ugentina divenuto vescovo di Molfetta. 

Il sottotitolo dell’opera ci fornisce le giuste delucidazioni riguardo a quelle che sono le intenzioni dell’autore: Continuità e sviluppo nel ministero sacerdotale ed episcopale di don Tonino Bello. Il testo è composto da una corposa introduzione dove l’autore pone e spiega la sua tesi riguardo a un’inscindibile armonia e continuità presente tra il ministero sacerdotale ed episcopale di don Tonino. 

Nel primo capitolo, Ordinazione episcopale, sono stati curati una serie di scritti in cui il futuro vescovo di Molfetta mette in evidenza un forte attaccamento alla sua terra natia e le motivazioni che lo hanno condotto ad accettare l’ordinazione episcopale. Il secondo capitolo, Don Tonino saluta la Chiesa ugentina, raccoglie alcune omelie di saluto che don Tonino ha pronunciato prima della sua partenza per Molfetta, dove traspare in modo palpabile il suo amore per la Diocesi di Ugento che ha servito per 25 anni. 

All’interno dell’ultimo capitolo troveremo invece degli scritti inediti da datarsi secondo Angiuli tra il 1960 e il 1980. La gran parte di essi pur non avendo una data o la firma, possono tranquillamente essere definiti autentici, tenendo conto della calligrafia di don Tonino. L’ordine cronologico è dato dal Curatore sulla base delle tematiche che in questi scritti vengono a essere trattate.

La maggior parte di questi risale al periodo in cui don Tonino svolgeva il suo ministero presso la Diocesi di Ugento. 

L’episcopato di don Tonino

Questi scritti contengono in modo germinale quelle tematiche che durante gli anni di episcopato don Tonino tratterà in modo più approfondito, in base alle sollecitazioni di quel contesto storico. Tenendo conto di quanto abbiamo rilevato è possibile dire che il libro si lascia leggere in modo molto scorrevole dimostrandosi adatto persino per coloro che non hanno avuto una conoscenza dettagliata di colui che la Chiesa Cattolica ha dichiarato Venerabile. 

Il vescovo Angiuli ha deciso di intitolare questo suo ultimo libro con un’espressione che don Tonino lungo il suo ministero sacerdotale ed episcopale ha utilizzato spesso: Vi voglio bene.

Quest’ultima non ha solo la funzione di comunicare i suoi sentimenti, quanto la simpatia con cui si poneva nei confronti di quella porzione di popolo che era stata affidata alle sue cure pastorali, ma anche nei confronti della storia a lui contemporanea in cui l’umanità era immersa. 

Il vi voglio bene di don Tonino

Il vi voglio bene di don Tonino – ci aiuta a comprendere l’autore – trova significato in una delle più belle espressioni da lui spesso utilizzate e contenute nella Costituzione Conciliare Gaudium et spes al n. 1: «Le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini d’oggi, dei poveri soprattutto e di tutti coloro che soffrono, sono pure le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce dei discepoli di Cristo, e nulla vi è di genuinamente umano che non trovi eco nel loro cuore». 

Le motivazioni ministeriali di don Tonino nelle varie fasi dei suoi incarichi sia nella diocesi ugentina che in quella di pastore della Chiesa di Molfetta hanno mantenuto le medesime fondamenta che hanno da sempre configurato la sua fede: coltivare la preghiera, meditare la Parola, adorare Gesù eucarestia. Prendiamo atto che gli anni del ministero episcopale hanno oscurato il periodo sacerdotale, ma quegli aspetti che hanno reso il vescovo Bello conosciuto in campo nazionale e oltre, ciò per cui è stato amato nella Diocesi a lui affidata, erano già presenti nel ministero svolto nell’estremo lembo d’Italia, in quel Capo di Leuca, durante il suo lungo ministero sacerdotale come professore e vice-rettore presso il Seminario vescovile, come parroco a Ugento e Tricase, nei vari incarichi pastorali.

La presidenza del Pax Christi

Cade in grave errore chi sostiene che l’episcopato, in particolar modo la presidenza di Pax Christi, abbia segnato una svolta ministeriale in don Tonino, una conversione verso le tematiche sociali, in particolar modo quella della pace e della non violenza. A tal proposito Angiuli nell’Introduzione del libro è perentorio nel sostenere il fatto che non vi è nessuna discontinuità di pensiero tra il don Tonino sacerdote e vescovo, e che pensare il contrario significherebbe mistificare la realtà.

Quest’ultimo durante il suo percorso di studio ha consolidato un ottimo utilizzo del metodo deduttivo tramite la sua formazione filosofica e teologica, così come una padronanza del metodo induttivo nel confrontarsi e padroneggiare le scienze moderne: sociologia, psicologia, diritto del lavoro, legislazione sociale, all’interno delle quali venne introdotto durante gli anni seminariali a Bologna presso l’ONARMO.

La cultura sessantottina

Accanto a coloro che sostengono una discontinuità ministeriale di don Tonino, vi sono quelli che manifestano una certa antipatia nei confronti del suo ministero, sostenendo come quest’ultimo sia il prodotto di quella cultura sessantottina che ha avuto i suoi risvolti più nefasti all’interno degli anni ’70 del secolo scorso. A costoro risponde il decreto che sancisce la Venerabilità di don Tonino, definendolo come un ottimo interprete delle istanze conciliari. 

L’aspetto, forse il più deleterio, è rappresentato da coloro che del ministero di mons. Bello prendono in considerazione e ne propagano solo i temi sociali (pace, giustizia e salvaguardia del creato), dandone una lettura ideologica. 

Costoro affrontano i temi sociali senza tener conto di quelli etici (divorzio, aborto, eutanasia), quest’ultimi aspetti non possono essere separati dai primi ed è chiaro come don Tonino gli abbia mantenuti sempre insieme. Proseguire su questa linea – sostiene Angiuli – significa trovarsi dinanzi a un Giano Bifronte dove diviene molto difficile cogliere, per esempio, la profondità teologica di alcune immagini eloquenti che don Tonino ci ha lasciato come quella della Convivialità delle differenze e della Chiesa del grembiule. 

Le radici nel basso Salento

Ciò che mons. Bello esprime nel periodo molfettese, affonda le sue radici nel basso Salento e nella formazione bolognese. Nello specifico va considerata l’impronta ministeriale di mons. Ruotolo, il vescovo di Ugento che ha ordinato presbitero don Tonino e con cui quest’ultimo ha molto collaborato: l’amore all’eucarestia, la devozione mariana, l’impegno ad attuare gli orientamenti pastorali scaturiti dal Concilio Vaticano II, la programmazione per gli itinerari di formazione per i laici, l’attenzione alle problematiche sociali presenti in questa parte del Salento. 

Un particolare merito del libro lo si riscontra nel III Capitolo Scritti vari. 

In questa sezione si trovano, come già detto, degli scritti inediti di don Tonino, i quali pur non avendo lo stesso spessore o valore di quelli pubblicati da lui stesso, hanno il merito di contenere quelle tematiche che rappresentano la continuità ministeriale che Angiuli, a ragione, evidenzia.

Quest’opera è imprescindibile per chi ha un serio interesse a conoscere la sensibilità e le radici in grado di nutrire il ministero pastorale di don Tonino dal punto di vista teologico e sociale. 

Il grande merito di Angiuli consiste nell’averci consegnato un testo che in continuità con le altre sue pubblicazioni su mons. 

Bello, ci dona una chiarezza, una verità, che non può essere tralasciata e non considerata, un atteggiamento contrario significherebbe alterare il suo pensiero, oscurare aspetti essenziali e sostanziali della sua santità.

Il vescovo Angiuli in mezzo ai bambini

 

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Cronaca

Daspo per un 22enne per lancio di fuochi durante Lecce Juventus

In tale occasione, infatti, furono diversi gli episodi di accensione e lancio in campo di artifizi pirotecnici da parte dei tifosi locali…

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LA POLIZIA DI STATO HA NOTIFICATO UN DASPO PER I FATTI OCCORSI DURANTE LA PARTITA LECCE-JUVENTUS

La Polizia di Stato ha notificato un DASPO per i fatti occorsi durante la partita Lecce-Juventus, del 01 dicembre scorso.

In tale occasione, infatti, furono diversi gli episodi di accensione e lancio in campo di artifizi pirotecnici da parte dei tifosi locali.

Il personale DIGOS, a seguito dell’attenta visione delle immagini registrate dal sistema di videosorveglianza dello stadio, ha individuato uno dei responsabili del lancio di un artifizio pirotecnico.

Il soggetto, ventiduenne di Surbo, già conosciuto agli uffici informativi come facente parte della tifoseria organizzata, è stato deferito all’autorità giudiziaria per lancio di artifizio pirotecnico e non potrà accedere alle manifestazioni sportive per 3 anni.

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Attualità

Ceramiche Branca, di Agostino Branca, premiato come “Excellence Pugliesi”

Christian Di Sanzio, il deputato, ha elogiato nove personalità che si sono distinte nella promozione nel Made in Italy Pugliese nel campo dell’imprenditoria, dell’arte e della gastronomia per l’intero anno 2024

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Si è svolta mercoledì 18 dicembre, presso la Sala Stampa della Camera dei Deputati a Montecitorio, di Roma, l’annuale edizione del “Premio Excellence Pugliesi” organizzata dall’Associazione Pugliesi nel Mondo, della Regione Puglia.

A presiedere il prestigioso evento che ha visto premiare tra gli altri Agostino Branca, dell’omonima bottega di creazioni in ceramica di Tricase, l’onorevole Christian Di Sanzio.

Il deputato ha elogiato nove personalità che si sono distinte nella promozione nel Made in Italy Pugliese nel campo dell’imprenditoria, dell’arte e della gastronomia per l’intero anno 2024.

È stata questa l’occasione in cui, tra gli applausi, Agostino Branca che ha ricevuto l’attestato per le iniziative e le creazioni in ceramica che nascono nella Bottega di via Tempio a Tricase.

GLI ALTRI PREMI

Non è stato il primo né sarà l’ultimo attestato assegnato al nostro maestro artigiano: non più tardi di qualche mese fa ricordavamo, infatti, il progetto “La Parsimonia” ideato da Bottega Branca in collaborazione con l’Associazione H2O di Milano. La cui presentazione si era tenuta, sempre a Roma, presso la Sala stampa del Senato a Montecitorio, giovedì 2 marzo 2024.
E qualche mese prima, nel 2023, la Bottega Ceramiche Branca di Tricase, era stata protagonista, il 15 dicembre, al Columbus International Awards.

Presso il Senato della Repubblica, nella Sala Capitolare presso il Chiostro del Convento di Santa Maria sopra Minerva, si era tenuta la quarta edizione dell’evento (in formato Roma Special Edition), ideato da Fondazione Italy e che aveva premiato le personalità che si sono distinte, ciascuna nel proprio campo, per aver diffuso o tutelato la cultura italiana e l’italianità.

Bottega Branca da anni promuove, con la sua attività artistica, la tradizione storica della ceramica richiamando all’attenzione dei suoi visitatori pratiche e oggetti della tradizione salentina.

Quella romana è stata un’ulteriore occasione, per la bottega Ceramiche Branca, di promuovere artigianalità, cultura e tradizione salentina in Italia e nel mondo.

Branca attraverso i suoi riconoscimenti, racconta l’Italia, le sue eccellenze, la cultura e l’unicità del nostro Paese a 360°, la storia di coloro che contribuiscono a diffonderla oltre confine, l’indiscusso talento italiano ed il bello che ci contraddistingue nel mondo.

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