Specchia
Specchia: serata d’onore per Placì
Martedì 17 novembre, alle 19, presso la Sala Consiliare, si svolgerà la “Serata dìonore per Camillo Placì”, organizzata dall’Amministrazione comunale, dedicata al tecnico specchiese di volley, allo scopo di tributargli un riconoscimento pubblico per essersi distinto in Italia e nel mondo per meriti sportivi, promuovendo ai più alti livello l’immagine dello sport salentino e portando lustro alla comunità d’origine.
All’evento parteciperanno: l’Ing. Antonio BIASCO, Sindaco di Specchia, il Dott. Massimo COMO, Assessore allo Sport Provincia di Lecce il Dott. Giampiero PIZZA, Assessore alla Cultura del Comune di Specchia, il Prof. Vito DE BLASI, Presidente del Consiglio Comunale di Specchia, l’Avv. Flavio FASANO, Ex Assessore allo Sport della Provincia di Lecce, il Dott. Fernando PASCALI, Presidente Provinciale CONI, il Dott. Luigi DELL’ANNA,Consigliere Nazionale FIPAV, il Dott. Paolo INDIVERI, Presidente Comitato Provinciale FIPAV, il Dott. Antonio ALOISI, Primario Ortopedico Ospedale di Galatina e Specialista dello Sport e Ludovico MALORGIO, Presidente Panathlon Club Lecce. Inoltre sono state invitate a presenziare tutte le rappresentative delle società salentine, allenate da Camillo Placì durante la sua prestigiosa carriera.
Camillo Placì, dopo la conquista della medaglia di bronzo olimpica con la nazionale russa a Pechino, ricoprendo il ruolo di assistant coach di Vladimir Alenko, allenatore della Nazionale di pallavolo di Mosca è diventato l’Ambasciatore nel mondo della pallavolo salentina.Lo scorso settembre, la Bulgaria dopo 26 anni, con Placì, vice di Silvano Prandi, nei Campionati Europei aveva ottenuto il III° posto, vincendo la medaglia di bronzo, inoltre, la Bulgaria si era già qualificata per il Campionato Mondiale di Pallavolo che si giocherà in Italia nel settembre 2010. Da questo 65° Campionato di Serie A1 di Volley, Camillo Placì affianca Silvano Prandi anche sulla panchina della TRENKWALDER MODENA, prestigiosa squadra della Pallavolo italiana, definita la “Juventus del volley”, per aver conquistato il più alto numero di titoli conseguiti, ottenendo prestigiosi risultati, con molte chance di raggiungere la fase dei play-off.
Camillo Placì, è nato a Specchia (Lecce) l’11 novembre 1956, continuerà ad affiancare Silvano Prandi, ancora con la Nazionale Bulgara di volley, con la quale hanno sottoscritto un contratto biennale che prevede, in caso di buoni risultati agli Europei 2009 e ai Mondiali 2010 in Italia, un rinnovo dell’accordo per altre due stagioni, fino alle Olimpiadi di Londra 2012, sempre con l’ausilio del coach salentino. Il tecnico salentino ha alle spalle un lungo cammino professionale iniziato in Puglia negli anni ottanta con la Volley Specchia e poi con il Victor Village Ugento, il Calimera ed il Cutrofiano, tra serie A e serie B maschili, ma il suo primo arrivo a Cuneo fu nel 1997, quando Silvano Prandi ebbe già modo di apprezzare la sua valida collaborazione. Poi, dopo alcune stagioni con Taviano, Corigliano e Pineto, nel 2005 Placì fu chiamato nuovamente da Prandi per organizzare e seguire il settore giovanile di Trento. Infine, quando il Professore ritornò a Cuneo per guidare la formazione di A1 nel 2005, chiese alla Società di avere Placì come suo vice sulla panchina della Bre Banca Lannutti, collaborazione conclusasi con lo scorso campionato. Anche a Cuneo nacque il rapporto di collaborazione tra Placì e la Federazione Russa.
Nel marzo 2008 Silvano Prandi ospitò Vladimir Alekno, allenatore della nazionale di Mosca, in Italia per aggiornamenti tecnici. Nell’esaminare il lavoro svolto dallo staff tecnico della Bre Banca Lannutti, il coach russo rimase favorevolmente impressionato tanto da chiedere a Silvano Prandi la possibilità di avvalersi del suo prezioso collaboratore, per preparare al meglio l’avventura della squadra russa nella World League 2008 ed alle Olimpiadi di Pechino, portando il team a raggiungere per due volte un prestigioso terzo posto.
Cronaca
Incidente sulla Tricase-Lucugnano, arrestato il conducente dell’auto
Migliorano le condizioni del 28enne, che viaggiava in bici, rimasto ferito gravemente…
Dopo la tragica fine di uno dei due ragazzi del Bangladesh, Uddin Naem, di 22 anni, che ieri sera ha perso la vita, mentre viaggiava a bordo del suo monopattino, durante il tragico incidente avvenuto sulla Tricase-Lucugnano, ci sono importanti novità.
Migliorano le condizioni del 28enne, che viaggiava in bici, rimasto ferito gravemente.
L’automobilista, il 30enne D. S., originario di Specchia, che guidava una Volvo V40 in direzione di Lucugnano, è stato arrestato per omicidio stradale (agli arresti domiciliari), è risultato positivo e guidava sotto effetto di alcol e droga.
La salma del 22enne è stata trasferita all’obitorio dell’ospedale Vito Fazzi di Lecce, a disposizione della procura, ed i mezzi coinvolti sono stati sequestrati per ulteriori accertamenti.
La patente dell’automobilista è stata ritirata.
Attualità
Ovunque vai, Martinucci
Una famiglia che conta 300 collaboratori, 28 store e 74 anni di storia. Qualità e tradizione grazie alle due linee di produzione dell’azienda salentina, portavoce dell’abilità dolciaria nostrana ad ogni latitudine
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Martinucci è un’azienda riconosciuta nel mondo, portavoce della tradizione dolciaria ad ogni latitudine, con tanti punti vendita in Salento ed in diversi Paesi del globo.
Una famiglia che conta 300 collaboratori, 28 store e 74 anni di storia.
Con Fabio Martinucci facciamo il punto su come si possano raggiungere obiettivi così grandi, continuando il proprio percorso di crescita, mantenendo alti gli standardi qualità.
Eccellere su piccola e grande scala. Qual è il segreto?
«Senz’altro la nostra produzione, che oggi viaggia su due linee: una artigianale ed una industriale, mantenendo sempre altissimi standard di qualità. I prodotti della linea artigianale sono quelli che realizziamo nel nostro laboratorio di Acquarica del Capo. Da qui partono i prodotti freschi che lavoriamo giornalmente e che servono tutte le nostre pasticcerie presenti in Salento. I prodotti che vendiamo nelle pasticcerie Martinucci nel mondo, invece, sono realizzati dalla nostra linea industriale. Una linea che conserva tutte le caratteristiche del prodotto artigianale e tutte quelle preziose conoscenze artigiane tramandate nel tempo, lungo la decennale esperienza di Martinucci nel settore. La nostra azienda oggi è un po’ una fotografia del settore dolciario, in cui produzione artigianale ed industriale viaggiano sempre l’una accanto all’altra».
In che modo due metodi di lavoro, all’apparenza lontani, si avvicinano?
«Nel mondo della pasticceria, la produzione artigianale oggi si regge in gran parte sul lavoro industriale. Questo non ci deve spaventare o insospettire. Al contrario, è un percorso che ormai avanza in simbiosi e che permette di accrescere la qualità dei prodotti. Basti pensare che tutta la pasticceria oggi è improntata sull’utilizzo di semilavorati, compresa quella di pasticcieri e gelatai che si definiscono artigiani. Nel settore, tutti utilizziamo i prodotti semilavorati, talvolta anche provenienti dalle grandi multinazionali, senza che questo rappresenti un peggioramento nella qualità del prodotto. Anche grandi aziende storiche come la Pernigotti forniscono ingredienti, per fare un esempio come la nocciola di Piemonte DOC, che vengono impiegati dai mastri artigiani. Questo ci dice, nella realtà dei fatti, che produzione artigiana ed industriale non devono essere considerate antitetiche, come molte campagne di marketing vogliono farci credere, ma sono molto più prossime di quanto possiamo immaginare. Non a caso Martinucci oggi, con la sua linea industriale, è sia produttore che distributore sul mercato di semilavorati, che vengono acquistati ed impiegati giornalmente anche da molte piccole realtà del nostro territorio».
Esiste ancora l’antica figura del pasticciere che gestisce la produzione dalla A alla Z?
«Sono davvero rarissimi i pasticcieri che continuano a gestire artigianalmente l’intero processo di produzione e vendita in autonomia. È difficile pensare che al giorno d’oggi un pasticciere prepari ogni mattina tutta la produzione per la singola giornata. La prassi vuole che anche i dolci dei laboratori artigianali vengano realizzati in gran numero per coprire più giornate, poi conservati e cotti di volta in volta, giorno per giorno, secondo vendite e necessità».
Pesano ancora i falsi miti sulla produzione industriale nelle scelte dei consumatori?
«Purtroppo, si. Diverse credenze spingono il consumatore a pensare che un prodotto, se non realizzato e consumato al momento, abbia un gusto differente oppure possa nascondere delle sorprese. Ma non è così. Uno dei falsi miti più radicati è quello relativo alla conservazione. I prodotti della linea industriale, anche ma non solo per poter essere gustati in luoghi diversi da quelli di produzione, sono sottoposti a congelamento. E questo può generare scetticismo nel consumatore. In realtà, il processo di conservazione non altera le proprietà organolettiche. Ed inoltre rappresenta anche un presidio di sicurezza per il consumatore, dal punto di vista batteriologico. L’abbattimento che effettuiamo a livello industriale (oggi richiesto in molti ambiti anche dalle Asl), portando il prodotto a -18° in venti minuti, rende la proliferazione batterica innocua per il consumatore. È un po’, per fare un parallelismo, come quando in ambito domestico congeliamo la classica lasagna della nonna per mangiarla l’indomani. In questo caso, nei laboratori, con strumentazioni e procedure professionali, che permettono il cosiddetto abbattimento, abbiamo ulteriori garanzie circa la sicurezza del prodotto che viene somministrato al cliente. È proprio come nei ristoranti dove, per intenderci, non consumeremmo mai un tonno o delle cozze se prima non passate in abbattitore».
Processo industriale ed artigianale: la qualità è nel punto d’incontro?
«Mi sento di dire che senza la grande industria oggi non ci sarebbero i grandi artigiani. Se un prodotto è scadente questo non dipenderà dall’utilizzo dei semilavorati, ma dalla qualità di quei semilavorati che si sceglie di utilizzare. Un consiglio? Assaggiare per credere!».
Specchia
Il salentino Luigi Placì campione del mondo nelle arti marziali
Specialità “Kumite Kombat Submission”. Lo specchiese è figlio di Camillo Placì, coach internazionale di volley
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Il salentino Luigi Placì, appartenente ai reparti specialistici della Marina Militare Italiana, è Campione del Mondo di “Kumite Kombat Submission”, in occasione del Campionato Mondiale di Arti Marziali svoltosi a Roma ed organizzato dalla Federazione Internazionale di Lotta (XFC – Xtreme Fighting Championships), una delle principali organizzazioni internazionali di arti marziali miste (MMA) con sede negli Stati Uniti e in Sud America.
Il fighter di Specchia, nome di battaglia Lumberjack, cintura nera di jujitsu israeliano, nato nel 1983 a Specchia, con i suoi 1,85 cm per 105 kg di peso, per raggiungere l’ambito traguardo ha combattuto contro avversari provenienti da tutto il globo.
In occasione dell’appuntamento sportivo internazionale erano in palio le cinture per diverse discipline dal karatè alle MMA, tra queste anche il “Kumite Kombat Submission”, un mix tra judo, jujitsu e lotta greco romana.
Uno sport per fini competitivi tra due atleti che combattono fra loro impiegando delle determinate regole d’ingaggio (di solito significativamente diverse da quelle simulate nei combattimenti intesi per pratica), simulando parte di un combattimento corpo a corpo all’interno di un contesto agonistico.
Si può dire che buon sangue non mente: Luigi è figlio di Camillo Placì, allenatore di pallavolo che, nella sua carriera, oltre che in Italia, alla guida di squadre di vertice a livello internazionale, ha conquistato tanti trofei allenando in Bulgaria, Russia, Turchia e Serbia.
Nel suo curriculum annovera Coppe dei Campioni, medaglie olimpiche, World League, intere stagioni senza avere mai perso un match.
Attualmente allenatore della Saturnia Acicastello, team che disputa il campionato di volley maschile di serie A2, con l’obiettivo di ritornare in SuperLega.
Ora papà Camillo dovrà fare spazio tra i suoi trofei perchè non è più l’unico vincente in famiglia.
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