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Lecce

Zdenek Zeman: a volte ritornano

Calcio: l’indimenticato ex Lecce torna su una panchina di serie A. Zeman, lo Sport ha (ancora) bisogno di Lei

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Zdenek Zeman è sempre lì, inossidabile ed impassibile, con quel viso solcato dal tempo, quasi a ricordare “Il pescatore” con “una specie di sorriso”, con la sigaretta, degna di Jigen in “Lupin”, eternamente fra le labbra, vizio mai sconfitto che riporta ad una dimensione umana anche un “marziano” come lui.


Sempre controtendenza, a ricordare un’idea di calcio che rischia di sparire, tanto si è risucchiati dalla voglia di fare risultato senza far divertire l’ormai poco pubblico presente sugli spalti.


Inattuale ed inadatto, incompatibile con la figura dell’allenatore moderno: è forse per questo motivo è così amato e al contempo così discusso, nella sua totale inespressività e lontananza dai riflettori.


Probabilmente persino il più imitato dai suoi fedelissimi ed ex allievi incontrati nelle varie piazze che ora lo ricordano come il “Maestro”: Foggia, Roma, Lazio, per citare le sue esperienze più longeve, sono state un cantiere di giovani e validi allenatori d’oggigiorno. E non a caso.


L'allenatore boemo ai tempi del Lecce

L’allenatore boemo ai tempi del Lecce


Anche a Lecce lo ricordano bene, quel campionato di Serie A 2004-05, con i sessantasei goal all’attivo e il decimo posto conclusivo, è ben scolpito nella storia.


Oggi uno dei tantissimi “figli di Zeman” prova ad imitarne le gesta, seppur due categorie più in basso, con il sogno di tornare fra i grandi: Pasquale Padalino guida i giallorossi che, ironia della sorte, sabato 18 febbraio saranno ospiti della Reggina, allenata da Karel Zeman, che di Zdenek è figlio per davvero. Sarà una sfida fra due interpreti del 4-3-3 zemaniano, ciascuno con la sua identità, sulle orme del credo del loro sacerdote (ma, attenzione Lecce, sabato… niente scherzi da prete!).


Affidare una panchina al tecnico boemo non è celebrare un palmares griffato d’oro, né garantire un “usato sicuro” che condurrà ad una serie di vittorie ed al raggiungimento degli obiettivi. Niente di tutto ciò. Scommettere su di lui anche alla soglia dei settant’anni è una santificazione dell’autenticità del calcio, una dimostrazione di una fede che prescinde dal risultato e che, anzi, naviga nell’incertezza, ma assicura colpi di scena nel bene o nel male.

Zeman divide ed unisce allo stesso tempo, riempie gli stadi, a differenza di altri allenatori, i “vincenti a tutti i costi”, quelli benedetti dalla stampa nazionale, un tempo anche dal “Palazzo”. Se qualcuno continua a credere in lui, nonostante l’età avanzata e i risultati non sempre eccelsi degli ultimi quindici anni, le opzioni sono due: o quel qualcuno è completamente pazzo (ma lo sarebbero migliaia e migliaia che esultano godendo del suo bel gioco e del suo carisma, arrivando a simpatizzare ogni anno per una squadra diversa in base alla sua geolocalizzazione) o forse è proprio vero che il gioco del calcio ha ancora bisogno di un personaggio unico ed inimitabile come lui.


La storia la conoscono tutti. Il boemo era all’apice della sua carriera, quando, nel luglio del ’98, bastò una frase in un’intervista per sollevare un polverone giudiziario, sportivo ed ordinario, far aprire fascicoli ed emergere sospetti e reati non del tutto puniti: “Il calcio deve uscire dalle farmacie”, fu una chiara invettiva contro l’uso di sostanze dopanti. Qualcuno non gliel’ha ancora perdonata, qualcun’altro continua a ringraziarlo per il bene che è derivato dal suo impegno per il rispetto della lealtà sportiva. Altri continueranno a vomitare sentenze sul suo essere un perdente, un pluriesonerato, anche se, con buona pace di tutti i suoi calunniatori, alcuni “avvelenatori dello sport” furono davvero condannati e inibiti, alcuni calciatori deferiti.


Molti ammisero l’uso di farmaci, maxi-sequestri e perquisizioni avvennero per davvero e altri criminali dovettero ringraziare solo la caduta in prescrizione di alcuni reati se l’hanno fatta franca. Nuovi scandali, non solo riguardanti le sostanze illecite, ma anche associazioni a delinquere finalizzate alla frode sportiva, emersero dopo qualche anno, fra lo stupore della gente che, totalmente all’oscuro, continuava a fare il tifo per i propri colori, pensando che il mondo del calcio fosse un fanciullesco sogno magico dove vince l’eroe più forte.


Guarda caso, molti detrattori di Zeman, nemici dello sport pulito, furono squalificati e radiati anche in questo caso: proprio quelli che avevano pressato alti dirigenti di club di Serie A affinché non acquisissero il boemo ad inizio anni 2000, per non fare uno sgarro al più “potente”, come emerso da intercettazioni e deposizioni degli interessati in tribunale.  Ma questa è acqua passata.


La realtà odierna dice che il mister boemo ritorna a Pescara, dove cinque anni fa valorizzò i giovanissimi Verratti, Insigne e Immobile, oggi nazionali, conquistando il campionato di Serie B ed estasiando i buongustai del bel gioco di tutta Italia.


Un anno e mezzo di contratto è l’offerta dal presidente Sebastiani, con la speranza che non ci siano soluzioni di continuità: già domenica contro il Genoa spetterà a Zeman l’arduo onere di raccogliere i cocci di una squadra ultima in classifica in massima serie, con soli sei punti conquistati sul campo, reinfondere entusiasmo ad una piazza che ha già gioito con lui e, soprattutto, fare in modo che una piccola fetta di appassionati italiani si senta ancora una volta, anche lontanamente, “pescarese”, come incredibilmente si sentì leccese, foggiana, salernitana, avellinese, bresciana, cagliaritana e addirittura luganese. Bentornato Maestro.


Stefano Verri


Attualità

Il Salento corre nei sogni degli americani

Il gradimento sale e supera il 60% di preferenze per gli investitori a stelle strisce, soprattutto grazie ai luoghi che hanno incantato il mondo durante il G7 dello scorso anno.

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La Puglia e il Salento corrono nei sogni degli americani: il gradimento sale e supera il 60% di preferenze per gli investitori a stelle strisce, soprattutto grazie ai luoghi che hanno incantato il mondo durante il G7 dello scorso anno.

La bellezza dei borghi e delle coste salentine spingono la richiesta di case a nuovi record: nel 2024 l’interesse per la Puglia è aumentato del 20%, un trend sempre in più in crescita (+16,95% nell’ultimo triennio).

Il Salento sempre più protagonista: sarebbe qui che gli americani sognerebbero di avere il loro buen retiro. 

Da solo raccoglie il 60% delle richieste (più 49%).

Brindisi registra una crescita dell’11% (40% delle richieste totali). Lecce segue con un aumento del 45,12% e un vertiginoso aumento del 39% delle richieste. 

Il Salento più amato

Tra i borghi più amati c’è Ostuni, la “Città Bianca”, prima in classifica con il 14,39% delle richieste.
Segue Carovigno (7,45%, +11,3%) e subito dopo Morciano di Leuca, con le sue spiagge dorate, con un incremento del 55,74% e il 5,53% delle richieste totali. 

Così come Salve, e le suoi lidi, fanno segnare un trend positivo (5,06%, +12,68%)

Anche altri luoghi fatati come Nardò e le sue marine (3,82%) e Santa Maria di Leuca (3,65%) attraggono sempre più acquirenti, affascinati dal mare e dalla storia millenaria dei luoghi.

Le americani prediligono 

Le preferenze si concentrano su ville, case indipendenti e appartamenti. La maggior parte cerca immobili già abitabili, spesso senza giardino con piscina o terreno.

La Puglia, grazie a quanto riportato da questi report, sarà anche per questo 2025 una delle destinazioni più ambite dagli investitori esteri.

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Attualità

Distretto Corte d’Appello: «Lecce penalizzata»

Il deputato Leonardo Donno e il coordinatore provinciale del M5S, Iunio Valerio Romano: «La situazione deve essere chiarita al più presto. Alcuni degli  uffici versano in condizioni di disagio, dislocati su più plessi, risultando, persino, inidonei alla destinazione d’uso»

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Leonardo Donno, deputato M5S e coordinatore regionale Puglia, e Iunio Valerio Romano, coordinatore M5S per la provincia di Lecce e già senatore intervengono a gamba tesa sulla questione della Corte d’Appello di Lecce.

«La situazione in cui versano gli uffici del Distretto», si legge in una nota a loro firma, «deve essere affrontata al più presto. Il capoluogo salentino risulterebbe penalizzato rispetto al Distretto di Corte di Appello di Bari, per il quale sembrerebbero essere state destinate risorse superiori. Il Ministero di Via Flavia ha, inoltre, abbandonato l’idea di realizzare nel capoluogo salentino la Cittadella della giustizia su terreni confiscati alla criminalità organizzata e anche il progetto di realizzare una polo logistico unitario».

Se le notizie dei giorni scorsi dovessero essere confermate, gli uffici leccesi sarebbero, dunque, fortemente svantaggiati: «Una situazione che deve essere chiarita al più presto, considerato, inoltre, che alcuni di questi uffici versano in condizioni di disagio, dislocati su più plessi, risultando, persino, inidonei alla destinazione d’uso».

Per questi motivi è stata depositata un’interrogazione parlamentare al Ministro della Giustizia, «per chiedere se è a conoscenza dello stato attuale degli stanziamenti relativi agli uffici giudiziari di Bari e Lecce e quali iniziative intende mettere in campo affinché il Distretto di Corte d’Appello di Lecce non risulti ingiustificatamente penalizzato, rispetto a problematiche ed esigenze ormai croniche, che si riverberano in modo negativo sull’esercizio della giustizia nel capoluogo leccese».

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Attualità

L’Italia delle Donne

Avviso nazionale: la Provincia di Lecce candida Anna Antonacci e Michela Doria Pastore. Il presidente Minerva: «Nuova luce su due esempi di eccellenza femminile»

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Anna Antonacci, fondatrice a Lecce dell’Istituto per l’istruzione e il ricovero di giovani ciechi, paladina dei diritti delle persone con disabilità in un periodo storico in cui tali tematiche erano spesso trascurate e Michela Doria Pastore, giovane dirigente dell’Archivio di Stato di Lecce, docente di Archivistica presso l’Università salentina, instancabile autrice di monografie, saggi, articoli, membro di comitati scientifici e associazioni, esempio di eccellenza femminile unico nel panorama culturale provinciale e regionale.

Sono le due donne poco conosciute, ma protagoniste con la propria storia del processo di emancipazione femminile, che la Provincia di Lecce ha scelto di candidare nell’ambito dell’Avviso pubblico L’Italia delle donne”, lanciato dal Dipartimento per le Pari opportunità della Presidenza del Consiglio dei ministri con l’obiettivo di individuare figure femminili da promuovere a livello nazionale e locale.

«La promozione della parità di genere, ad ogni livello, è una missione dell’Ente», garantisce il presidente della Provincia di Lecce Stefano Minerva.

«Su input della consigliera delegata Loredana Tundo», prosegue, «abbiamo voluto cogliere l’opportunità di questa iniziativa per valorizzare sul nostro territorio e, al tempo stesso, far entrare nella memoria nazionale due donne che hanno stretto un legame profondissimo con il Salento e lasciato un’eredità significativa in termini di progresso sociale, civile, culturale. Anna Antonacci, esempio straordinario di determinazione nel perseguire un ideale di inclusione e istruzione per i non vedenti e Michela Doria Pastore, che ha scritto una pagina di eccellenza femminile nel mondo culturale meridionale, sono due donne diverse, vissute in un periodo storico diverso, su cui vogliamo proiettare nuova luce. Far emergere e diffondere la conoscenza del loro operato, del loro impegno civico, sociale e culturale, restituire il posto che meritano nella Storia, sono le ragioni per cui abbiamo voluto partecipare al progetto nazionale, d’intesa con gli organismi di parità provinciali».

La candidatura delle due figure femminili proposta dalla Provincia di Lecce, su iniziativa della consigliera provinciale delegata alle Pari opportunità Loredana Tundo, è stata condivisa con la Commissione Pari opportunità provinciale, guidata da Anna Toma e con la Consigliera di parità Antonella Pappadà che ha promosso la diffusione dell’avviso pubblico nazionale sul territorio provinciale.

A sostegno della doppia candidatura anche l’associazione Fidapa BPW Italy – sezione Gallipoli, mentre la candidatura di Michela Doria Pastore è supportata dall’Archivio di Stato di Lecce con il direttore Donato Pasculli.

«Ritengo che questo progetto sia di fondamentale importanza per valorizzare figure femminili dimenticate o poco celebrate e mi auguro che le nostre candidature vengano accolte», evidenzia la consigliera provinciale delegata alle Pari opportunità Loredana Tundo, «la Provincia di Lecce ha compiuto una scelta eccellente proponendo Anna Antonacci e Michela Doria Pastore. Sono convinta che queste due figure femminili possano essere d’ispirazione per le giovani generazioni e che la loro memoria debba essere preservata e valorizzata. Ringrazio il presidente Stefano Minerva per aver creduto in questo progetto, la presidente della Cpo provinciale Anna Toma, tutte le componenti e, in particolare, Giovanna Bino e Teresa Chianella per il loro fattivo contributo e al contempo la consigliera di Parità Antonella Pappadà per il sostegno».

Fondamentale nell’iter di individuazione delle figure femminili da proporre è stato il contributo di Giovanna Bino, componente della Cpo provinciale, studiosa e specialista di storia di genere, in particolare, di quella pugliese e salentina. La partecipazione all’avviso nazionale è un ulteriore tassello che si aggiunge al progetto I luoghi delle donne, ideato e già avviato sul territorio dalla Cpo provinciale proprio con l’obiettivo di far conoscere ed emergere, a partire dalla comunità locale, donne sconosciute o poco conosciute, che hanno fatto la storia del Salento.

La vita di Anna Antonacci (Tricarico 1879- Lecce 1938) e quella di Michela Doria Pastore (Napoli 1920- Lecce 1983) sono legate indissolubilmente alla città di Lecce: la prima, segnata da una grave disabilità e la seconda, giovane dirigente statale dell’Archivio di Stato di Lecce.

ANNA ANTONACCI

Anna Antonacci

Cieca sin dall’età di nove anni, Anna Antonacci sceglie il Capoluogo salentino con l’idea di fondare un istituto per il ricovero e l’istruzione di giovani ciechi, per elevarli alla dignità di cittadini.

La sua esistenza si intreccia con il Palazzo Giaconìa.

In un contesto storico lontano dall’idea di emancipazione femminile, Anna dichiara che la sua disabilità non può fermare il progetto. La sua vita è il simbolo di una lotta costante per l’inclusività, la formazione, il riscatto sociale dei più fragili.

MICHELA DORIA PASTORE

Dal carattere schivo e semplice, Michela Doria Pastore giunge a Lecce per dirigere l’Archivio provinciale poi, Archivio di Stato di Lecce, il cui patrimonio documenta la vita dell’antica Provincia di Terra d’Otranto.

Infaticabile, brillante archivista e rara presenza femminile nel Ministero, conscia della preziosità del patrimonio culturale salentino, precorre i tempi, promuovendo una rete di collaborazione con gli Enti locali, incentivando la democratizzazione della Storia.

Riferimento scientifico non solo per la terra salentina, Michela Doria avvia le basi per la costruzione narrativa di una memoria identitaria, incentivando con i suoi studi e laboratori universitari, l’amore per le “carte”, patrimonio di tutti.

L’AVVISO PUBBLICO

L’Avviso pubblico “L’Italia delle donne” punta ad individuare figure femminili che abbiano istituito un legame significativo con il territorio e che meritano di essere sottratte all’oblio e di far parte della memoria nazionale, con il coinvolgimento dei territori interessati. Il progetto viene realizzato in attuazione della Strategia nazionale per la parità di genere 2021-2026 che prevede, tra le misure di carattere trasversale, la diffusione di modelli femminili positivi e la promozione di role model per la parità di genere e per il superamento degli stereotipi.

I soggetti proponenti includono Regioni e Province autonome, Enti locali, Archivi di Stato, Biblioteche, Enti di ricerca e Università, invitati a presentare, con il contributo sia degli organismi di parità dove presenti (Consigliere/i, Commissioni e Comitati di parità e pari opportunità), sia di realtà territoriali, biografie di donne che si sono distinte nei campi delle lettere, delle arti teatrali e cinematografiche, e dell’impegno civico e istituzionale.

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